Mi chiamo Marco, ho 23 anni e sono uno studente di ingegneria. Un ragazzo tranquillo, sempre fedele e giusto, senza aver mai creato problemi e senza mai aver dato preoccupazioni. A scuola sono andato sempre discretamente bene, non un secchione di quelli solo libri e casa, ma comunque un ragazzo voglioso di apprendere e di godersi la vita in maniera responsabile e non abusando di alcool o droghe. Probabilmente il ragazzo che ogni mamma vorrebbe per la propria figlia, il ragazzo della porta accanto. Al liceo mi sono innamorato di una ragazza, Daniela, due anni più piccola di me, una ragazza acqua e sapone, capelli mossi tendenti al riccio castani, non altissima, non magrissima, ma con belle curve, un seno prosperoso. I suoi occhi verdi come smeraldi mi avevano colpito dalla prima volta che i nostri sguardi si sono incrociati. Ci siamo messi insieme 4 anni fa, dopo un lungo corteggiamento. Per Daniela, mai nessuna esperienza con ragazzi, io sono stato il primo, così come lei con me. 


 


Questa estate per la prima volta siamo andati in vacanza soli è come prima meta abbiamo optato per la Sardegna, più precisamente a La Maddalena, lunghi da noi sempre sognati e finalmente raggiunti. Che dire, il mare non ha eguali, con i suoi colori unici al mondo, con le infinite sfumature di blu che regalano quei fondali meravigliosi. Per non parlare delle rocce, che in realtà sembrano dei cuscini per quanto le loro forme sono state levigate ed addolcite dalla salsedine e dal vento. Posto meraviglioso La Maddalena, posto meraviglioso. 


 


Quando ci siamo imbarcati a Civitavecchia sia io che Daniela eravamo come due bambini per la prima volta al lunapark: la vacanza tanto sognata, io e lei soli, era finalmente arrivata. Ci siamo imbarcati di sera, per arrivare ad Olbia alle prime luci dell’alba: inutile dire che molte ore le abbiamo trascorse sul ponte a cercare di intravedere i delfini, soprattutto la mattina con la prima luce, senza tuttavia essere fortunati. Come la maggior parte dei giovani che vanno al mare non portavamo maglie più pesanti per la notte sul ponte della nave, quindi per il freddo ed il vento marino l’unico riparo erano i teli mare, che seppur leggeri ci scaldavano un poco. Andare in Sardegna senza macchina è logisticamente impossibile, soprattutto per noi che volevamo spostarci nelle varie calette e spiagge, pertanto una volta arrivati ad Olbia, fatta la spesa al supermercato, abbiamo raggiunto il nostro mini appartamentino sulla Maddalena: era graziosissimo, una piccola cucina, una veranda, un bagno ed una camera da letto. L’arredamento ovviamente ricordava il mare, con statuine di fari e modellini di barche a vela, colori bianco e azzurro un po’ ovunque e una super pulizia in tutti i locali. Eravamo felicissimi, non vedevamo l’ora di andare al mare, pertanto scaricati velocemente i bagagli e sistemati in camera, ci siamo fatti una doccia, indossato il costume e siamo andati alla prima caletta che volevamo visitare. Il mare non era mosso, una tavola, blu. Essendo i primi di luglio poi non c’era molta gente e potevamo goderci gran parte della caletta poco affollata e quasi tutta per noi. Fissato l’ombrellone, stesi i teli, ci siamo messi la crema solare e subito in acqua a fare il primo bagno. Per la prima volta vedevamo i pesciolini avvicinarsi a noi, nuotare con noi. Eravamo entrambi il ritratto della felicità. Abbiamo giocato diverso tempo in acqua, scherzando e ridendo da fidanzati innamorati e felici. Usciti, ci siamo distesi al sole per abbronzarci.


 


Ad entrambi il sole è sempre piaciuto, l’abbronzatura sulla nostra pelle stava bene. Daniela, sebbene è sempre stata una ragazza timida e pudica anche nel vestire, mai nessuna scollatura eccessiva, al mare spesso usava sciogliere i laccetti del bikini del reggiseno e poggiarli sul costume. La mamma qualche volta le aveva consigliato di stare attenta, una ventata poteva scoprirle il seno in quel modo, difatti il reggiseno era semplicemente poggiato sul seno. Io condividevo il pensiero di Daniela, il seno dei lacci e del costume non erano il massimo, quando la vedevo nuda poi… appariva quasi volgare, il suo seno grosso bianco diventava più osceno in contrasto con la sua abbronzatura. Tra di noi, in realtà, qualche volta avevamo anche parlato di un’abbronzatura un po’ più… omogenea. La timidezza di entrambi ci spingeva a non dire mai che lei doveva prendere il sole in topless, la vergogna era troppa sia da parte mia che da parte di lei, ma in fondo entrambi avevamo capito che cosa intendevamo. Un conto però è dirlo, un conto è farlo. Difatti più di una volta avevamo parlato di evitare il segno del costume, magari dove non c’era gente, senza poi far nulla anche quando eravamo soli: il rischio di essere visti da conoscenti in spiaggia che, seppur isolate, erano sempre vicino casa, non ci aveva mai spinto ad osare molto.


In spiaggia eravamo rilassati, per Daniela era normale mettere il reggiseno così, coprendo tutto, e per me era normale che lo facesse: di certo sull’isola il vinto soffia sempre, seppur non ci ha mai dato grossi problemi. La prima mezza giornata di mare è passata così, tra bagni in mare e sole. Siamo rimasti fino al tramonto, impossibile perderlo per due innamorati, e poi siamo tornati a casa felici.


 


Tornati a casa, dopo aver fatto velocemente una doccia per togliere la salsedine… per la priva volta soli in casa, abbiamo fatto l’amore, pieno di passione, pieno di amore, rimanendo poi abbracciati nudi nel letto e ricordandoci le varie mete da visitare nei giorni successivi. Due ragazzi ventenni nudi nel letto, impossibile non fare e rifare l’amore… impossibile non accarezzarsi, non baciarsi… non coccolarsi tranquilli e beati, senza il rischio di essere visti o facendo velocemente per paura che tornassero i genitori in casa.


La notte non abbiamo dormito molto, lo facemmo nudi ovviamente, abbracciati, pieni di passione, di amore, voglia di tenerci stretti e non pensare ad altro. Alla mattina ci siamo svegliati presto, senza alcuna sveglia, e ritrovandoci così, con io che, come ogni uomo, alla mattina ha un’erezione, amarsi di nuovo è stato più che normale.


Siamo usciti di casa presto, la vacanza non era di solo amore in casa ma soprattutto di mare e sole in spiaggia. Quel giorno il mare era leggermente più agitato, il vento anche leggermente più forte ma nulla di eccessivo dal farci desistere dall’andare al mare. Già la sera avevamo deciso dove andare ed una volta arrivati, con nostra gioia, eravamo soli. Il vento nella caletta era debolissimo ed il mare sembrava tendere alla calma, tanto che dopo qualche ora era di nuovo piatto.


Quella mattina per molto tempo siamo rimasti soli in spiaggia e, dopo esserci impomatati di nuovo (troppo alto il rischio di scottature) ed esserci fatti diversi bagni, quando ci siamo distesi per rilassarci al sole, mentre lei sistemava il costume… mi è venuto naturale parlarne.


 


“Amore se vuoi… se ti fa piacere insomma… qui non c’è nessuno… se ti va puoi provare così capisci se il segno del costume.”


Lei, che secondo me ci stava pensando perché aveva impiegato molto più tempo del solito per sistemare i laccetti e che forse si vergognava nel chiedermi qualcosa, mi rispose:


 


“Amore non lo so… ho paura di essere vista, e se viene qualcuno? E se ci riconosce poi? E se non ci accorgiamo e ci fanno delle foto? Ho paura…”


In realtà i dubbi erano veri ed erano anche i miei, ma a più di 500 km di distanza da casa, con un mare di mezzo, forse erano paranoie solo nostre ma che in quel momento erano presenti e ci bloccavano. Neanche un quell’occasione parlavamo di topless, forse troppo volgare o troppo diretto per noi come concetto.


 


“Amore ma no dai, non credo che venga qualcuno che ci conosce, poi proprio qui dovrebbe venire? Non credo… se te la senti per me lo sai, non ci sono problemi”


Cercavo di tranquillizzare lei ma forse anche me. Di certo l’immagine di vederla con il seno nudo prendere il sole al mare mi eccitava e tanto, sebbene a lei avevo sempre detto che neanche a me piaceva il segno del costume, nulla di più nulla di erotico. Troppo timido per dirlo e lei troppo timida ed ingenua per chiedermi altro.


Daniela è rimasta un po’ in silenzio, si guardava spesso intorno, era tentata a farlo e tanto, forse e credo anche più della mia voglia di vederla. Il segno a lei proprio non piaceva ed questo la spingeva a farlo. Si toccava spesso il reggiseno, sistemandolo, portandolo più su poi più giù… di nuovo più su e poi più giù. Si guardava e riguardava intorno.


 


Daniela, come me, aveva ricevuto un’educazione pudica e anche un po’ severa, il sesso sia in casa mia che da lei era vero e proprio tabù, non se ne parlava mai e spesso se in tv c’erano scene di sesso o di nudi espliciti più di una volta si cambiava canale. Tutto ciò aveva portato a farci vivere dentro una bolla. Prima della nostra prima volta infatti era passato molto tempo dopo anche molti molti dubbi, dalla perdita di verginità prima del matrimonio, all’insicurezza che fossimo io per lei l’uomo giusto e lei per me la donna giusta. Impiegammo diverso tempo ma alla fine, anche con qualche difficoltà per via dei dubbi, delle ansie, della mancanza di conoscenze, riuscimmo a farlo la prima volta. Non fu proprio il massimo, lo ricordo con molto imbarazzo. Sia il prima che dopo. La mia erezione tardò ad arrivare, ero teso, ansioso ed incapace di pensare ad altro. Ed anche l’amplesso non fu proprio il massimo, la tensione, l’eccitazione e la voglia di fare bella figura furono come benzina sul fuoco tanto da farmi eiaculare ben presto. Per Daniela invece credo sia stato diverso, per lei che non aveva termini di paragone, che non aveva idea di cosa si provasse e di cosa fosse il sesso, è stata una cosa romantica, che ricorda con piacere, sebbene il piacere per lei non arrivò.


Daniela quella mattina era agitata, si muoveva spesso, si alzava e si sdraiava, sistemava continuamente il reggiseno, a volte notavo che lo riduceva anche. Daniela voleva togliere definitivamente il reggiseno ma non aveva il coraggio. Io, che non sono di certo una persona decisa, non sapevo minimamente come aiutarla, a volte le prendevo la mano per cercare di tranquillizzarla ma lei poi la riportava sul seno. E tornava a rimuovere il reggiseno.


 


“Amore ti va di andare a fare un bagno?”


Non sapevo cosa fare. Così le ho detto se voleva andarsi a bagnare un po’, magari l’acqua fresca e piacevole poteva aiutare e rifreddare il corpo e la mente e ci faceva essere più lucidi. Lei era veramente agitata come non mai ed in spiaggia continuava a non esserci nessuno. Magari con la presenza di qualcuno non eravamo in quella situazione, sicuramente non ci pensavamo,


 


“Va bene, andiamo.”


Aveva accettato volentieri il mio invito, era talmente tesa che non aveva neanche minimamente pensato a farsi un bagno. E quella tensione la rendeva poco lucida, tanto che andammo in acqua con lei che si reggeva il reggiseno, non lo aveva allacciato. Con l’avambraccio si cingeva il seno. Quell’immagine era di un erotismo estremo per me, tanto da annebbiarmi totalmente la vista di ciò che era intorno a noi. Daniela forse si era decisa per la prima volta nella sua vita a togliere il reggiseno al mare. Cosi, mentre entravamo in acqua, dopo qualche metro dove la profondità era maggiore, ha abbassato le mani e con esse il reggiseno. Si era decisa, aveva avuto quel coraggio che io non avrei mai avuto. Non parlava, non credo che in quel momento volesse parlare. La tensione di provarlo, la voglia di provarlo e la paura stessa di provarlo avevano creato in lei un cocktail atomico che era esploso. Si è distesa sull’acqua, a morto, ed è rimasta così, facendosi coccolare dal mare, mentre io la osservavo. Mi ha allungato la sua mano, così che potessi tenerla. Ho capito il momento, sono rimasto in silenzio, con lei in quella posizione a prendere il sole. Il sole dava piacere mentre con i nostri corpi eravamo nell’acqua fresca. Vedere il suo seno in acqua, nudo, bianco, uscire dal mare per poi essere di nuovo immerso in acqua, era una scena carica di emozioni che provocavano scariche di eroticità dentro di me. Lei aveva gli occhi chiusi, voleva rilassarsi, non pensare a nulla, scacciare le sue paure e le sue preoccupazioni. Io da parte mia avevo gli occhi solo per il suo seno nudo, tanto da non accorgermi che in spiaggia non eravamo più soli, altri due ombrelloni erano comparsi, una coppia ed un uomo solo.


 


“Daniela non siamo più soli!”


“Cosa?” 


“Non siamo più soli!”


Daniela, aprendo gli occhi, agitatissima, richiamando forse maggiormente l’attenzione con tutti i movimenti bruschi che faceva in acqua, dando le spalle alla spiaggia, si è coperta il seno con il reggiseno; io l’ho aiutata a riallacciarlo dietro il collo e dietro la schiena. 


“Dai aiutami veloce! Che vergogna, che vergogna! Ma non potevo avvisarmi prima? Ma non te ne sei accorto! Speriamo che non ci conoscono…. Che vergogna!”


“Amore stai tranquilla, figurati se ci conoscono. Sono una coppia ed un signore adulto. Non si saranno neanche accorti. Siamo lontani ed è difficile che ci abbiamo visti così.”


Eravamo distanti dalla spiaggia, era quasi impossibile che qualcuno avesse notato l’assenza del suo reggiseno. Ho aiutato comunque Daniela a ricomporsi e siamo tornati in spiaggia a prendere il sole. Era di nuovo agitata, aveva paura di conoscere quelle persone e soprattutto di essere stata vista. Quando siamo usciti però, nessuno ci ha degnato di uno sguardo.


 


“Non si è accorto nessuno, hai visto? Stai tranquilla amore, non è successo niente.”


“Speriamo!


Ma dovevi avvisarmi prima… perché non lo hai fatto?”


“Non mi ero accorto, appena ho visto quelle persone ti ho avvisata!”


Sussurravamo a bassa voce per non essere ascoltati, cercando di non dare nell’occhio. Qualche famiglia e qualche altra coppia sistemavano gli ombrelloni. Daniela si tranquillizzava piano piano, io invece ero pensieroso dentro di me, senza farmi vedere. Siamo tornati quindi alle nostre solite posizioni, io disteso a pancia in giù, lei a pancia in su con i laccetti del reggiseno sciolti. Parlavamo poco, da parte mia l’immagine di lei a seno nudo in acqua mi aveva turbato, positivamente, ma mi rendeva pensieroso: chiudevo gli occhi e la rivedevo, bella, bellissima! Ero eccitato dentro, visivamente non si notava molto, ma lo ero! In quel momento, se volevo essere sincero con me stesso, dovevo accettare il fatto che a me eccitava lei in topless, il segno del costume c’entrava ben poco con tutte le emozioni interne al mio corpo e nella mia mente. Era il suo seno nudo che mi eccitava, erano i capezzoli al sole, che entravano ed uscivano dal mare.


Daniela invece sembrava dormisse, forse dormiva veramente o forse no. Ho immaginato che anche lei stesse pensando a quelle sensazioni, forse in maniera diversa, non potevo sapere che emozioni le avevano provocato. Mentre era con il seno nudo in acqua mi sembrava rilassata, pertanto immaginai che non ci fosse una componente erotica in quel gesto.


La giornata è trascorsa così, tra un bagno e l’altro, tra un riposino all’ombra e tra qualche chiacchera tra me e lei. Abbiamo parlato stranamente poco, le nostre menti erano concentrate su altro. Quel giorno non sembravamo una coppia ma due persone andate al mare insieme più per non andare soli che per compagnia. Tornati a casa, dopo una doccia, ci siamo ritrovati in camera per vestirci ed andare a cena: lei era nuda, si spalmava la crema doposole: notai il suo seno, aveva pochissimo colore abbronzato, non era più bianco color mozzarella. Era meraviglioso. Non ho resistito e mi sono avvicinato a lei baciandola. Lei mi ha ricambiato il bacio lasciando cadere il tubino della crema. Un bacio lungo, pieno di passione e di amore. Abbiamo fatto l’amore con voglia, ero eccitatissimo e lei anche. Le piaceva sentirmi così voglioso per lei. Poche altre volte è stato più bello di quel giorno. Forse mai. Dopo aver goduto ci siamo abbracciati, stando in silenzio, di nuovo assorti nei nostri pensieri. Io felice e contento per il meraviglioso amplesso. Lei, poggiata con la testa sul mio petto, respirava forte, accarezzandomi.


 


“Amore, posso dirti una cosa?”


Daniela aveva interrotto il silenzio. La sua voce era poco sicura. Non mi stava ancora guardando, aveva lo sguardo verso il mio petto. Sentivo però il suo cuoricino battere forte. Come di riflesso, anche il mio iniziò a battere forte, non sapevo cosa mi volesse dire ma quelle parole erano piene di tensione, di insicurezza ed erano uscite dalla sua bocca come un vulcano che non riesce più a trattenere il magma al proprio interno ed erutta la lava.


“Dimmi pure amore.”


Cercavo di essere sicuro di me, cercavo di trasmettere sicurezza e fermezza. Il mio cuore mi tradiva ma speravo che Daniela non se ne accorgesse. E non credo che se ne sia accorta, dentro di se c’era troppo per accorgersi di altro.


“Amore… mi vergogno un po’ veramente… cioè ne abbiamo parlato spesso è vero, però mi vergogno comunque. È che quando sono tornata a casa e mi sono specchiata, mi sono piaciuta molto… però non vorrei che tu pensassi male.”


Daniela aveva una voce diversa. Era veramente tesa. Così come l’aria nella stanza, elettrizzata.


“È che… amore… mi vergogno...”


“Ma Daniela, siamo io e te soli! Di cosa ti vergogni?”


“lo so amore, tu sei sempre dolce e delicato con me, ti ripeto non vorrei che pensassi male di me… ma… quando mi sono specchiata ed ho visto l’abbronzatura… mi sono piaciuta amore.”


“Si amore… ne abbiamo parlato spesso… sei bellissima così, come lo sei sempre!”


“Grazie amore, io ti amo tanto, non dimenticarlo mai.”


“Io ti amo amore.”


“Ti amo amore… però… mi amerai anche se…. bè… domani lo rifacessi? Riprendessi il sole di nuovo come oggi?”


Daniela finalmente era riuscita a parlarne. Le era piaciuto e voleva rifarlo. Immagino per il segno del costume. Da parte mia, invece, quelle parole mi hanno risvegliato subito e, prendendole la testa, l’ho baciata forte, con passione.


“Amore io ti amerò sempre. Se hai piacere di farlo sai che io sono e sarò sempre al tuo fianco.”


Sul volto di Daniela è comparso un sorriso e mi ha baciato. Così ci siamo preparati per la cena e siamo usciti per La Maddalena. Contenti e felici come non lo eravamo mai stati in quella giornata.


 


Il giorno dopo siamo usciti presto, volevamo vedere l’alba e abbiamo fatto colazione direttamente in spiaggia. Era fresco, non siamo rimasti subito in costume, anzi! Daniela aveva una felpa e gli shorts, io un t-shirt e pantaloncini. Il sorgere del sole dal mare è una meraviglia assoluta: una palla grossa, rossa, luminosissima ma non accecante che esce dalla linea dell’orizzonte ed inizia a salire, semplicemente stupendo! Abbiamo fatto colazione così, guardando il sole nascere e scattandoci qualche foto e selfie romantico per ricordarci di quel momento. Era soprattutto Daniela a voler fare foto, era ei che decideva le pose e come muoverci. Io la assecondavo, sapendo della sua passione per i post e le storie sui social. Il sole, intanto, veloce come era nato dal mare, così aveva iniziato a riscaldare l’aria ed io e Daniela ci siamo messi in costume scherzando e ridendo, tra una coccola ed un bacio. Il vento era stranamente assente ed il mare piatto come una tavola. A quell’ora la spiaggia era deserta. E infatti, dopo aver visto l’alba, dopo aver fatto colazione, dopo esserci divertiti a scattare foto ed a farci qualche coccola, Daniela era di nuovo inquieta, aveva di nuovo iniziato a giocare con il reggiseno guardandosi intorno. Ormai sapevamo entrambi il motivo per cui lei fosse agitata. Mi feci coraggio.


“Amore… se vuoi… non ti fare problemi.”


“Ho paura di essere vista…”


“Ma non c’è nessuno, se poi arriverà qualcuno ti coprirai, come ieri no?”


Sembrava essersi convinta. Non di certo per le mie parole ma perché la sua voglia di togliere quell’odioso segno del costume era troppa. Soprattutto dopo aver visto l’effetto del sole sul suo seno.


E così, piano, con delicatezza, istanti che non finivano mai, guardandosi intorno, ha iniziato a spostarlo. Guardavo il suo seno che si scopriva piano. Il segno del costume era ancora evidente, la coppa bianca iniziava ad essere colpita dai primi raggi di sole. Il primo capezzolo faceva un minimo di resistenza: era duro e turgido, il laccetto del reggiseno ci si era ancorato. Quando è uscito è vibrato leggermente, così come il seno grande di Daniela. Dopo qualche istante la sua quinta coppa d era completamente nuda, bianca, brillante della luce del sole. Rimasi senza fiato. In acqua era stupenda, in spiaggia ancora di più. Vederla così distesa, con il seno completamente nudo, in imbarazzo ma con i capezzoli turgidi e duri mi provocarono un’eccitazione meravigliosa. Mi sono messo a pancia in giù e le ho preso la mano, stringendola forte. Da parte sua ha ricambiato quella stretta forte dai mille significati: ci amavamo e sapevamo che quella era la nostra prima grande trasgressione per due timidi ragazzi come noi. Il sole era ormai alto. Daniela così mi ha chiesto di aiutarla a mettere la crema solare: mentre lei la spalmava sul davanti, con calma e precisione, io lo facevo dietro la sua schiena. Quando l’ho vista farlo sul suo seno invece, mi fermai. L’ho vista premere il tubino e far uscire la crema prima su uno e poi sull’altro seno. Le sue mani si muovevano con una delicatezza femminile unica, vedevo il suo seno muoversi, premuto e rilasciato sotto la pressione delle sue mani. La crema solare lo rendeva ancora più lucido e brillante. I capezzoli rosa chiaro erano turgidissimi, per l’effetto dei suoi movimenti, per la leggera brezza che si era alzata ma, soprattutto, per la situazione. Si è distesa prendendo il sole così. Avessi avuto una macchina fotografica le avrei fatto un book fotografico. Era divina. Era la mia fidanzata, una ragazza normalissima, ma in quella situazione mi sembrava una diva di Hollywood. Era ciò che di più bello potessi vedere quella mattina. Ero felice perché era la mia fidanzata, ero eccitato perché era la mia fidanzata. Ero innamorato perso di lei.  


La nostra solitudine non è però durata per sempre. È stata Daniela ad accorgersi dell’arrivo della prima coppia. Al contrario del giorno prima però, per non dare troppo nell’occhio, si è girata di spalle, rimanendo comunque con il seno nudo, sebbene nascosto. Nell’arco di 10 minuti sono arrivate altre persone, qualche famiglia, alcuni signori e signore da soli e qualche ragazzo. Prima di andare a fare un bagno Daniela si è ricomposta, facendo passare il reggiseno sotto il suo corpo e chiedendomi di riallacciarlo. Nel mentre se lo è sistemato e ci siamo andati a bagnare. La mattinata, dopo quella prima grande, grandissima emozione, è trascorsa così, tra sole in spiaggia, bagni al mare, i soliti scherzi ed i soliti giochi in acqua e qualche, parlando del più e del meno e scattando di tanto in tanto qualche selfie per amici e famiglie.


Verso ora di pranzo la gente presente iniziava ad andare via. Stranamente perché la spiaggia non era di facile accesso, bisognava camminare un po’ prima di arrivarci, circa 25 minuti a piedi. Io e Daniela abbiamo in genere portavamo sempre il pranzo in spiaggia, non ci piaceva andare via e perdere il posto che faticosamente avevamo conquistato andando di mattina presto. 


Eravamo in pochi. Io e Daniela, una coppia di stranieri, credo tedeschi, un signore sui 50 da solo e due signore che erano sedute all’ombra dietro gli scogli. Di nuovo ho visto le sue mani muoversi nervose sui laccetti del reggiseno. Ormai sapevo che cosa volesse fare, cosa la frenava e cosa la spingeva a farlo. Era tentata di togliersi il reggiseno, per la prima volta con altre persone! Ero disteso a pancia in giù all’ombra dell’ombrellone con gli occhi mezzi aperti e mezzi chiusi, ma quando l’ho vista giocare con i laccetti la sonnolenza è sparita ed avevo gli occhi solo per lei. Daniela era assorta nei suoi pensieri. Credo non avesse neanche notato che io ero sveglio. Era tentata, fortemente tentata. E la tentazione di tornare a prendere il sole senza reggiseno ha vinto. L’ho vista mentre alzava il reggiseno, mostrando il suo splendido seno al sole e subito ripoggiare il reggiseno sul seno. Voleva forse sistemarlo meglio, in realtà lo alzava e abbassava perché si stava facendo coraggio. Così si è girata di spalle, allungandosi, e si è sfilata il reggiseno stando qualche minuto di schiena. Ma la sua mente voleva altro. Si agitava, si muoveva, era irrequieta. E dopo diversi minuti in cui si alzava e si riallungava, mostrando il seno per qualche secondo, finalmente si è girata, senza reggiseno, con il seno in vista, ed ha iniziato a prendere il sole con altre persone presenti. Si era accorta che ero sveglio ma non mi ha detto nulla. Neanche io l’ho fatto, troppo delicato il momento. Il suo seno era ormai alla vista di tutti. Non ho potuto di fare a meno di guardare i presenti. La coppia di tedeschi dormivano all’ombra sotto l’ombrellone, le due signore continuavano ad essere sedute dietro gli scogli all’ombra a parlottare senza degnarci di uno sguardo. Ho notato che solo il signore sulla cinquantina aveva notato Daniela ed ogni tanto, con la coda del mio occhio, ho visto che la guardava. A Daniela però non ho detto nulla, sicuro che in fondo sapeva anche lei di essere vista. Ero però geloso dentro di me, dopo i primi minuti in cui mi ero eccitato per la sua meravigliosa bellezza ora vedere quell’uomo che la guardava iniziava ad infastidirmi. Non volevo che fosse esposta così a sconosciuti. Mi sono riscoperto molto geloso. Ma anziché alzarmi e dirle di coprirsi subito sono rimasto sdraiato, combattuto dalla gelosia interna che mi stava corrodendo internamente e dalla sua meravigliosa nudità. Durante le ore di punta, sebbene fosse inizio estate, il sole picchiava forte e stare troppo tempo senza bagnarsi era veramente difficile.


 


“Amore ti va di bagnarci un po’?”


Daniela, distesa, si è alzata con il busto, con un movimento leggiadro e femminile.


 


“Va bene amore, andiamo.”


Tutto normale, una routine che in quei giorni era avvenuta spesso. Ma quella volta è stato diverso. Daniela si è alzata in piedi, in topless, il seno totalmente nudo ed esposto. Era bellissima. E mi ha sorpreso. È stata lei a fare i primi passi verso il mare. Senza coprire il seno, si è incamminata verso l’acqua. Sono rimasto a bocca aperta, sembrava più tranquilla adesso che i giorni prima. L’ho seguita in acqua, un po’ sconvolto, molto geloso, ma soprattutto eccitato. Daniela aveva ormai superato le insicurezze, si era decisa a stare senza reggiseno in spiaggia. L’eccitazione in me ormai era evidente, talmente evidente che volevo stare un po’ solo, tra me e me.


 


“Amore torno in spiaggia.”


Non riuscivo più a stare in acqua con lei.


 


“Ma amore mi hai chiesto tu di venire, già usciamo?”


 


Mi venne spontaneo, senza pensarci, senza ragionarci. Forse per la voglia di stare un attimo solo, o forse perché non stavo più capendo cosa stesse succedendo.


“Si, ma se vuoi tu rimani.”


 


Quelle parole mi rimbombarono nella mente per diversi minuti. Lei era a seno nudo, in mare, sola, ed io le avevo appena detto di rimanere lì!


“Ah…”


 


Era sorpresa anche lei dalla mia risposta. Non si aspettava neanche lei che la lasciassi lì, sola, senza reggiseno, con un signore che continuava a guardarla e che si era anche avvicinato in riva al mare bagnandosi i piedi. Non so se per vedere meglio lei o perché facesse veramente troppo caldo. Di certo Daniela rimase colpita e rimase ferma dentro il mare con l’acqua che le arrivava al mento, rinfrescandosi dalla calura. Mentre uscivo dall’acqua nella mia mente, come un eco infinito, le parole da me dette rimbombavano forte e dentro di me mi dicevo che ero stato veramente uno sciocco a dire una cosa del genere, lasciare la mia donna sola in acqua. Ma ormai il dado era tratto. Io stavo uscendo e… l’altro uomo, senza dare troppo nell’occhio, iniziava ad entrare in acqua. Non distante da Daniela.


 


Per commenti, suggerimenti e domande mi potete scrivere all’indirizzo mail cardueliscarduelis@outlook.it


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