La Terapia del Dolore
Erano trascorsi ormai 20 giorni dall'inizio dell'estate, l'aria condizionata aveva reso appena vivibile l'appartamento di Sara che a causa dell'esposizione a est si trovava per la maggior parte della giornata sotto il sole battente. Ci trovavamo seduti sul divano: lei seduta con le mani raccolte, gli occhi tristi ma fieri di chi si era appena levato un peso ed io, seduto in punta a schiena dritta nel cuscino a fianco a lei, con gli occhi sgranati di chi quel peso ora lo sentiva tutto. Il fruscio dello splitter fendeva il silenzio che si era creato dopo le sue ultime parole: "non me la sento più". Non stavamo assieme da tanto, giusto il tempo per farmi credere che lei fosse l'amore della mia vita finalmente arrivato dopo anni di botte al cuore. Ci eravamo trovati in un centro commerciale durante i saldi invernali ed era stato così dolce, spontaneo e passionale fare l'amore dopo qualche ora in quello stesso appartamento. Era passato troppo poco tempo perché quel ricordo meraviglioso sbiadisse o venisse sovrascritto da altri più belli. Possibilità ora perduta per sempre, sigillata come per incantesimo da quelle sue ultime parole.
