Tantra
Ho sempre amato farmi massaggiare. Da donne, da uomini, non importa. L’importante é sentire mani che ti toccano, ti accarezzano e che, in fondo, ti fanno eccitare. Il tantra é il mio preferito, anche perché consente, se instaurato il giusto feeling, di intrattenere con chi ti massaggia un rapporto particolare. Ho avuto molte esperienze al riguardo, ma quella che vado a raccontare é stata particolarmente eccitante. Trovo un annuncio su internet e contatto la ragazza che offre massaggi tantra nella mia città. Presi gli opportuni accordi, mi reco nel suo appartamento dove incontro una ragazza molto bella, di nome Frine (certamente di fanatsia) che mi massaggia abilmente, si lascia un po’ toccare (senza esagerare) e mi porta abilmente ad un gradevole orgasmo. Segue un breve, cordiale social e ci salutiamo. Passa del tempo e mi torna voglia di farmi ancora massaggiare da Frine, che nel frattempo ha cambaito location (migliore della precedente) e torno a trovarla. Di nuovo un gradevolissimo massaggio che mi permette di toccarla più liberamente e mi consente di portarla a godere in modo decisamente esplicito. La sento ansimare e sento la sua fica bagnata mentre la penetro con un dito e le accarezzo il bellissimo seno. Non dura moltissimo e, accarezzandomi con maestria il cazzo, mi fa sborrare abbondantemente. Come ovvio le frequentazioni e la reciproca confidenza aunmentano ed altrettanto i reciproci scambi erotici. Le lecco con immenso piacere la profumatissima fica, le mordo dolcemente seno e capezzoli, le accarezzo il fantastico culo e, meravigliosamente, ci scambiamo profondi baci. I nostri incontri sono sempre più piacevoli, anche se Frine, la cui cattiveria é inferiore solo alla sua bellezza, non mi consente mai di penetrarla – non dico nel culo, per il quale non so cosa darei – ma neanche nella fica. Mi lascia solo sognare che un giorno o l’altro raggiungerò almeno un obiettivo. Un giorno, sorseggiando un buon Franciacorta, Frine mi parlava di una sua amica con cui aveva condiviso un locale per massaggi tantra e che adesso si era trasferita a Reggio Calabria e che ogni tanto veniva nella nostra regione. Le risposi che avevo conosciuto Elena (nome, pernso di fantasia) e che ci eravamo lasciati malamente a causa delle chiecchiere (false) che un’altra massaggiatrice, gelosa, le aveva fatto su di me. Lei aggiunse che sì, anche Elena si era accorta di che tipo inaffidabile fosse l’altra e che aveva interrotto a suo tempo tutti i rapporti. Non mi fu difficile trovare il numero di telefono di Elena e tramite whatsapp le mandai un messaggio per ribadirle che non era quello descritto dalla bugiarda e che mi sarebbe piaciuto salutarla alla prima occasione. La risposta fu molto carina e gradevole e anche lei mi scrisse che mi avrebbe salutato volentieri alla prima occasione. Lo dissi a Frine, pregandola di informarmi quando Elena fosse passata da lei per salutarla. Non passò moltissimo e un messaggio mi avvisò che se avessi voluto, Elena si sarebbe trovata da lei un certo giorno. La cosa mi fece piacere e mi eccitò anche, tanto che chiesi: perché non fate un bel quattro mani quando vengo a trovarvi ? Detto fatto, mi reco (anche un po’ emozionato) all’appartamento di Frine dove le incontro: una più bella dell’altra. Elena non aveva risentito minimamente del passare degli anni ed era sempre l’eccitante ragazza di sempre. A Frine bastava guardarmi per farmelo venire duro. Dopo un po’ di social, mi invitarono a spogliarmi e sedermi, come al solito, sul futon. Dopo pochi attimi che mi sembrarorno eterni, sentii i due corpi nudi dietro di me che cominciavano ad accarezzarmi. Il cazzo mi divenne all’istante duro, tanto che Elena disse: sei già così ? Le inviatai a stendersi accanto a me per permettermi di cominciare ad accarezzare le loro fiche ed i capezzoli già turgidi. Frine si bagnò all’istante e gemendo cominciò a segarmi con forza. La fermai ad evitare premature sborrate. La bacia profondamente e le chiesi il permesso di dedicarmi un po’ ad Elena che nel frattempo si era infilata l’indice nella fica e con l’altra mano si tormentava i capezzoli. La baciai e le strofinai il cazzo sulla fica mentre Frine aveva appoggiato il suo bacino sul mio culo e menava colpi come se mi volesse inculare. Elena mi fece tirare su e prese il mio cazzo in bocca, invitandomi a leccare la fica di Frine. Temetti di sborrare, ma riuscii a controllarmi e chiesi loro di leccarsela vicenda: cosa che fecero in un fantastico sessantanove lesbo che mi mandò in estasi. Sentivo, tuttavia, che il tempo a mia disposizione non sarebbe stato tantissimo e fu così che domandai ad Elena di mettersi in ginocchio con Frine stesa davanti a lei le leccava voluttuosamente la fica. Io mi inginocchiai dietro e comnciai a strofinare il cazzo sul buco del culo alternandolo con un dito ben oliato. Sentii nettamente che il culo di Elena era pronto a ricevere un cazzo dentro di sé. Misi un preservativo e comnciai a spingere sullo sfintere di lei che non si sottrasse, anzi cominciò a gemere per la lingua di Frine nella sua fica e il mio cazzo che voleva entrare nel suo culo. Con la mano libera pizzicavo i capezzoli durissimi a ritmo frenetico e di colpo il culo cedette alla mia pressione ed il cazzo scivolò dentro. Un piccolo grido mi suggerì di essere molto delicato e così feci, spingendo con molta delicatezza il cazzo dentro di lei. Il ritmo aumentò via via e lei adesso godeva come una grandissima troia all’unisono con l’altra che la leccava godendo altrettanto. Come tutte le cose belle, anche questa stava per terminare e quando mi resi conto che stavo per esplodere, tolsi il cazzo dal culo, levai il preservativo e, fatta spostare Elena, lo infilai tutto nella bocca di Frine dove rovesciai tutto lo sperma fino ad allora accumulato. Svuotò la bocca sul bel culo di Elena che pensò bene di spalmarlo tutto tra il buchetto piccolo e la fica. Furono ore splendide e sono qui in attesa che Elena torni a trovarci, ma non mi faccio certo mancare la compagnia di Frine che rimane, per me, un’insostituibile droga.
