Suona il cellulare di Cielo Riveros, molto turbata risponde pensando che se fosse Rodrigo l'avrebbe rimproverata per averle fatto questo, ma quando risponde sente la voce intrisa di liquore di Don Pedro... -- Come sta la puttanella più saporita che abbia mai mangiato... le manca il suo uomo hehehe... la ragazza con i suoi 19 anni sulle spalle si è innervosita quando lo ha sentito, si è spaventata, ma allo stesso tempo un sentimento di eccitazione emotiva ha iniziato a nascere dai suoi lombi.

 

-- Don Pedro… c-come stai… -- qui a lavorare, cercando un po' di tempo per allontanarmi e scoparti come meriti hehehe… la ragazza non capiva cosa le stesse succedendo, provava un sentimento di odio verso quel ragazzo misto a paura ma allo stesso tempo il suo corpo reagiva eccitato riconoscendo la voce di quel vecchio che sotto ricatto l'aveva dominata, i suoi capezzoli si erano induriti e sentiva un brivido nello sfintere… -- Non sai quanto desidero averti tra le mie mani, qui non tutte le puttane sono uguali a te, ogni giorno mi masturbo pensando a come ti ho scopato alla fiera…

 

Cielo Riveros cominciò a ricordare come quel giorno alla fiera si era ritrovata soggiogata dal potere di quel vecchio dominante, abbandonandosi e godendo come non aveva mai fatto con nessuno, Don Pedro, quel membro era stato senza dubbio il migliore che avesse mai visto e assaggiato in tutte le sue dimensioni ma senza la soddisfazione di averla mai vista eiaculare o di aver mai assaggiato quell'elisir... -- come va stronza... i topi ti hanno mangiato la lingua hehehe... -- NO!! Don Pedro, dimmi perché mi hai chiamato...

 

--PERCHÉ!!! Per parlare con mia moglie... con la mia piccola puttana, hehehe... la ragazza riuscì solo a emettere un suono di lamentela per quello che stava dicendo... --MI SBAGLIO!!!... il vecchio la rimproverò con rabbia, spaventando Lupe... --eh!!! Nooo, Don Pedro, non ti sbagli... --hehe, allora dimmi chi sei... la ragazza, stringendo un pugno, piena di dolore, impotenza ed eccitazione, cadde nel gioco del vecchio... --Io-io sono sua m-moglie, Don Pedro... --hehe, è così che mi piace, piccola puttana, che tu obbedisca a tuo marito, hehehe...

 

Voglio che tu venga al workshop adesso... sono con degli amici e voglio che vedano la bellezza della mia donna. Voglio che tu venga con la tua graziosa uniforme scolastica, che è ciò che amo di più.

 

Lupe continuò ad ascoltare quello che il vecchio le diceva... -- molto bene piccola puttana, voglio che ti spogli ora... -- Cosa!!!... -- quello che hai sentito, spogliati in fretta!!!! Cielo Riveros come un automa si tolse la maglietta e fece scivolare i suoi piccoli pantaloncini lasciandola completamente nuda sul letto... -- dai, don Pedro... -- hehe non ti credo quindi fai una foto e mandala al mio numero e in fretta... la ragazza voleva lamentarsi -- m-ma non ti sto mentendo... -- mandamela in fretta!!!! Quando Lupe sentì la voce arrabbiata del vecchio finì per accettare ciò che le aveva chiesto e, scattata la foto, la mandò al suo boia piena di vergogna.

 

Don Pedro quasi eiaculò solo a vederla... -- molto bene, piccola puttana, è così che mi piace, vedo che sei ancora bella come sempre, la ragazza più bella di tutta la città... nonostante il momento imbarazzante e umiliante, un leggero sorriso apparve sul suo viso per le lusinghe del vecchio... -- per l'amor di Dio, troia, sarebbe stato meglio se non mi avessi mandato la foto, gli amici che ho intorno non possono credere a quanto sei brava, mi fa ingelosire e ora ti voglio di più, voglio mordere quelle grandi tette e quel tuo gran culo... la ragazza era ancora sconvolta ad ascoltarlo, ricordi della Fiera e dell'ultima volta che era stata con lui in quel letto comodo dove veniva da lei a sprazzi, ora i suoi amici la conoscevano dalle foto ma completamente nuda che la imbarazzavano.

 

Prendi un taxi, stronza, pago io la corsa. Meglio che tu lo faccia perché sai che sarà peggio per te.

 

Se Don Pedro fosse arrivato entro mezz'ora, Cielo Riveros avrebbe ascoltato con rassegnazione la richiesta del vecchio pervertito e, dopo aver indossato l'uniforme scolastica e aver mentito alla madre dicendo che sarebbe andata a qualche lezione privata, si sarebbe diretta all'officina meccanica dove l'aspettavano il suo vecchio amante Don Pedro e i suoi amici ubriachi.

 

Si affrettò a uscire in strada alla ricerca del primo taxi che l'avrebbe portata a incontrare il suo ormai maturo amante, perché, diciamolo chiaramente, la ragazza aveva un fidanzato, il vecchio Pedro era il suo amante.

 

Quando Cielo Riveros arrivò a destinazione, scese dal taxi molto velocemente e aprì il cancello di metallo, entrando nell'officina in modo che nessuno potesse riconoscerla. Entrando in quella tana di vecchi ubriachi, in un quartiere dove abbondano vecchie malelingue e critici, il rumore del cancello era scioccante e i presenti all'interno, sorpresi di vedere la bella donna che era lì, rimasero in completo silenzio, non potevano credere quanto fosse bella questa giovane donna, quasi infantile, che veniva a far visita, non meno di poco prima l'avevano vista nuda in un selfie.

 

Don Pedro quasi corse fuori per salutarla, pagò il taxi che l'aspettava fuori e quando tornò vide come tutti i suoi amici stavano spogliando con gli occhi la sua amata e giovane Cielo Riveros, che molto timidamente rimase lì inerte, il vecchio la prese per la vita e prendendola all'improvviso la sorprese con un bacio alla francese, affinché quelli lì riuniti sapessero a chi apparteneva quella femmina.

 

Signori, vorrei presentarvi la mia ragazza, si chiama Lupe e, per evitare che qualcuno si faccia illusioni, siamo molto innamorati, hehe.

 

Dai, tesoro, saluta i miei amici. Non fare la timida, mi hai già dimostrato di essere tutt'altro che timida, hehe.

 

Poi Cielo Riveros salutò con un bacio tutti quanti i presenti, eccoli lì, il fratello di Pedro, i due vecchi impiegati che la notte in cui Don Pedro la fece sua per la prima volta volevano anche loro la loro parte e rimasero insoddisfatti, e infine un uomo di colore che tutti chiamavano Uganda, così tutti ricevettero il fragile bacio sulla guancia da Cielo Riveros, al quale alcuni dei vecchi approfittarono per sbirciare e dare un mezzo bacio sulle labbra all'arrossito Cielo Riveros.

 

Forza, allora, continuiamo con le carte. Ora mia moglie si occuperà di portarci da bere. Forza, donna, vai al freezer e distribuisci. Forza. Detto questo, un sonoro schiaffo sul sedere di Cielo Riveros indicò che la serata stava andando come aveva detto Don Pedro.

 

Quella sera la ragazza dovette servire molte birre, quello che bevve di più e rimase più disorientato fu Don Pedro, senza dubbio la birra lo colpì in pieno e nel suo spirito da spaccone, umiliò il nostro Cielo Riveros.

 

Come va, oggi ti senti debole! Monello, dai, i miei amici hanno le bottiglie vuote! Portaci subito altri drink, sembra che tu sia l'unica cosa che sai fare. Vedrai che quando ti scoperò più tardi, implorerai il mio cazzo, stupida ragazza perversa!

 

Questa situazione non mise a disagio solo Lupe, ma anche gli ospiti, che non riuscivano a smettere di ammirare la bellezza della giovane donna. Durante il servizio, dovette sopportare lo sfregamento delle mani da parte degli anziani, che, in modo non troppo mascherato, le afferrarono la fragile mano mentre riceveva la bottiglia, ringraziandola per il drink, e anche lo spettacolo della bellissima Cielo Riveros che si metteva in mostra nel suo abito da scolaretta. Il fratello di Don Pedro, approfittando della distrazione del fratello maggiore, accarezzò le cosce sode e tornite della studentessa, che non fece nulla per evitare di svegliare quanto fosse violento e geloso Don Pedro, anche gli altri due impiegati approfittarono del fatto che il loro capo fosse ubriaco pesto per accarezzare le natiche sode e rotonde della ragazza che, rossa come un pomodoro, si dedicava solo a servire birra ai commensali, l'unico che non si spinse troppo oltre con lei fu l'uomo di colore che lavorava con Pedro da appena una settimana, Cielo Riveros era attratto da questo uomo di colore che chiamavano Uganda, il cui vero nome era Loan, e che in realtà era del Senegal e che era finito in quella remota cittadina in fuga dalla guerra civile nel suo paese.

 

Le birre scorrevano a fiumi come polvere da sparo e, come tutti sanno, bere troppo porta a urinare spesso, così a un certo punto Uganda andò in bagno e mentre era impegnato si rifugiò in un angolo dell'officina per svuotare la vescica piena, quello che non si rese conto era che accanto alla finestra c'era la precaria cucina e Cielo Riveros non poté fare a meno di guardare il momento in cui l'uomo nero tirò fuori il suo strumento per fare pipì, Cielo Riveros guardò perplesso e con grande stupore vide come Senegales tirò fuori dalla sua patta un lungo e sproporzionato tubo di carne nera, che nonostante dormisse era così lungo, come non ne aveva mai visti, enormemente venato e una testa che sembrava una prugna viola scuro.

 

L'Uomo Nero iniziò a fare pipì come se nulla fosse accaduto, lasciando la nostra Cielo Riveros completamente confusa. Le ricordò quando da bambina vedeva i cavalli fare pipì, con infiniti flussi di urina. Questo la eccitò e senza rendersene conto, la ragazza si toccò la piccola figa che iniziò a espellere piccole quantità di liquidi di autentico desiderio. Cielo Riveros non aveva mai visto un membro maschile così enorme e la sua svergognatezza era qualcosa di naturale che la ragazza portava dentro il suo corpo già sviluppato.

 

Dopo un'ora, il vecchio Pedro cacciò tutti fuori perché non riusciva più a sopportare la sua ubriachezza.

 

Fuori con tutti! Voglio intimità con la mia fidanzata! Fuori con tutti!

 

E così finì quella notte di forti bevute, con Don Pedro che si addormentò 5 minuti dopo aver dormito con Cielo Riveros, e la ragazza che ora voleva davvero un cazzo in fondo alla figa, perché era eccitata e non riusciva a togliersi dalla testa l'enorme cazzo del nero ugandese.

 

Erano quasi le 6 del pomeriggio, Lupe si svegliò un po' confusa, aveva dormito quasi tutto il giorno, ancora non ricordava che giorno fosse oggi. Il resto del pomeriggio lo trascorse a organizzare i suoi quaderni e a preparare la sua uniforme scolastica, le immagini sporche che la tormentavano a poco a poco si stavano dissipando, ma solo a pensare che un uomo avesse uno strumento così grande, così spesso, così lungo, così mostruoso come quello dell'Uganda nera, non riusciva a toglierselo dalla testa.

 

Ciò non fece altro che inumidirle la figa, Don Pedro le aveva già inviato diversi messaggi, annunciandole che avrebbe fatto un breve viaggio e sarebbe stato via per qualche giorno, il che le dava la libertà di rilassarsi e fare quello che voleva.

 

Determinata, quella sera si recò all'officina dove sapeva che si sarebbe trovato il dipendente nero che l'aveva tanto colpita. Pregò solo che gli altri due dipendenti di Don Pedro, che detestava tanto e che una volta l'avevano quasi rapita con la forza, non fossero lì.

 

Giunto a destinazione, guardando in tutte le direzioni senza che nessuno potesse accorgersene, usò la chiave che Pedro gli aveva lasciato per aprire il lucchetto ed entrò nell'officina.

 

Ma cosa abbiamo qui?, chiese Moreno quando vide l'adolescente in una visita tanto sorprendente quanto inaspettata.

 

Mi scusi signore, rispose Cielo Riveros, cercando di essere il più disinvolto possibile…

 

--E cosa porta qui questa adorabile bambina... non mi dirai che si è persa? Ahahah!!

 

"Me ne vado ora, sono venuta solo per vedere se Don Pedro era in casa, per favore fatemi entrare", gli stava dicendo la giovane ragazza cattiva, sapendo che il vecchio era in viaggio. Il negro rimase a bocca aperta e quando finalmente vide la tremenda donna che il suo capo aveva portato in officina la sera prima, quella di cui il vecchio aveva parlato spesso ma non gli credeva (che pezzo di donna, questo vecchio inutile e sporco non merita una leccornia così gustosa), si disse l'africano mentre contemplava la bella studentessa dalla testa ai piedi e la divorava con il suo sguardo giallastro mentre sentiva il suo temibile cazzo separarsi.

 

Lupe, che notò qualcosa di strano nella situazione, volle essere gentile con l'uomo di colore, poiché si rese conto che la sua sola presenza avrebbe potuto causare qualche tipo di problema tra datore di lavoro e dipendente,

 

--Buon pomeriggio, signore...Spero di non interromperla, disse la studentessa, allungando la sua piccola mano bianca.

 

"Che ragazza educata", disse l'africano nel suo spagnolo stentato, prendendo la mano morbida di Cielo Riveros e avvicinandola furtivamente al suo pacco, nello stesso istante in cui le diede un bacio sul viso, quasi molto vicino alle labbra. A causa della tensione del momento, la studentessa non si accorse di nulla; sentì solo i baffi appuntiti che le pungevano il viso.

 

L'ugandese nero, mentre continuava a bloccare la porta d'uscita, iniziò a studiare la succulenta femmina che il suo Capo aveva come fidanzata. Stimò che fosse alta almeno 1,70 metri, con occhi verdi, seni piccoli e sodi, gambe tornite e cosce da sogno e, per finire, un culo invitante, ben piantato e rotondo. Quella mocciosa era un vero monumento di donna, si disse.

 

Sarebbe superfluo descrivere come questo uomo di colore, focoso e sfacciato, che non godeva certo di una buona reputazione nel suo Paese, abbia dovuto fuggire e rifugiarsi in questa remota e squallida cittadina.

 

Senza perdere tempo, Negrete prese la giovane per mano e la condusse nella piccola stanza che Don Pedro le aveva affidato. Vedendo la passività della ragazza, la condusse direttamente in camera da letto. "Vieni con me, troia, e vedrai quanto ci divertiremo. All'insaputa del mio capo, ti godrai il mio cazzo ogni giorno."

 

Non era quello che voleva dalla vita, ma era qualcosa che la eccitava, svegliarsi ogni giorno tra le braccia di quello stallone, un tipo nero che la scopava appena si svegliava e per di più scopava con gli altri mentre Don Pedro si prendeva cura di lei come se fosse il suo pappone.

 

-- Pensaci bene piccola troietta, vedrai che non ti mancherà nulla hehe nel mio paese ero molto ricercato dalle ragazze che volevano cazzi grossi hehehe o dimmi non vorresti che ti mettessi il mio cazzo dentro adesso... --SÌ!! ehh intendo no signor Uganda volevo solo dire... l'eccitazione aveva vinto sulla ragione della ragazza, il suo corpo rispondeva per lei all'audace domanda rendendola molto nervosa e arrossendo per quello che diceva e cercando di cambiare argomento veniva interrotta da un africano nero eccitato e morboso. Signore, il mio ragazzo è il tuo capo signor Pedro, sarebbe sbagliato per me sentirmi attratto da te.

 

Hehe, vedi la mia piccola puttana, muori dalla voglia di stare con il ragazzo nero, hehe... Cielo Riveros non riusciva a rispondere, era rattristata da quello che era successo e non aveva idea di come spiegare la sua risposta, e dopo qualche secondo di silenzio, il ragazzo nero continuò con gli attacchi psicologici.

 

-- Non rispondi perché è vero, vorresti essere la mia troia e muori dalla voglia che un ragazzo di colore ti scopi adesso hehe, perché solo le troie amano la carne nera hehe, dimmi se ti penti di esserlo diventata oggi, ti eccita così tanto stare con il ragazzo di colore e lui ti scoperebbe tutta la notte hehe non negarlo troia...

 

La ragazza si morse il labbro tra la paura e l'eccitazione per ciò che l'uomo di colore le stava proponendo; le tremavano le mani; l'Uganda l'aveva fatta agitare solo parlandole in modo volgare; l'uomo di colore poteva sentire i respiri superficiali e ansimanti della povera ragazza, il suo corpo che desiderava ardentemente il sesso, e lei aveva persino dimenticato perché era andata lì.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La ragazza di tutti

 

 

L'uomo di colore Uganda rimase seduto accanto a Cielo Riveros, accarezzandole le gambe e sentendo la gelida morbidezza della pelle della ragazza. Vide come la ragazza sospirava a ogni tocco che le faceva provare. L'uomo di colore sentì come il suo enorme membro si induriva sempre di più, dicendosi che se il suo capo Pedro non fosse stato lì, sarebbe stato lui a godere di quella dea divina.

 

La ragazza, invece, rimase immersa in quel mondo erotico in cui l'uomo nero l'aveva trasportata, tutto a causa della sua già sciocca innocenza e della sua eccessiva sicurezza; vedeva l'africano mentre la toccava, ma non lo respingeva, la sua mente le riportava indietro il momento in cui per la prima volta aveva visto con i suoi occhi l'enorme cazzo nero corvino che poteva solo immaginare nei sogni, tutti quei ricordi bollenti le facevano salire la temperatura al massimo, e lei si godeva solo il momento, non esisteva altro per lei.

 

L'uomo dai capelli scuri iniziò ad alzare le mani fino ad arrivare vicino alla sua vagina nubile, le sue dita stavano già accarezzando le sue delicate labbra vaginali, facendo sì che la ragazza gettasse indietro la testa e inarcasse la schiena. Lei disse solo qualche lamentela che sembrava più un gemito. - Oh no, per favore... non toccarmi lì, ahhhh... il tuo capo potrebbe sospettare di noi, ahhh, l'uomo di colore con lo sguardo giallastro sorrise quando notò che i gemiti della ragazza erano più di piacere che di lamentele.

 

L'Uganda non poteva resistere oltre, non voleva aspettare oltre, aveva davanti a sé una squisita prelibatezza e non voleva che si raffreddasse, così con tutta la morbosità che si portava dentro avvicinò il suo viso ripugnante al delizioso inguine della ragazza sentendo l'aroma che distillava la sua vagina bagnata, la scolaretta stimolata sentendo che l'uomo nero avvicinava le sue labbra spesse alla sua parte intima sensibile allungava le mani impedendo al Negrete di svolgere il suo compito.

 

no, no per favore, la-lasciami, non farlo... esclamò Cielo Riveros con una voce così innocente ma sensuale allo stesso tempo che fece impazzire l'uomo di colore perché gli fece ricordare quella volta che lo aveva visto fare pipì con il suo tubo gigante e quasi nello stesso momento l'uomo di colore ebbe un momento di illuminazione - come va ragazza, vuoi che il tuo uomo Pedro sappia che ami il cazzo nero... he he... fagli scoprire quanto ti piace che gli uomini di colore ti scopino he he...

 

No per favore, non lo faccia signore, farò tutto quello che mi chiede ma non lo dica a Don Pedro... L'africano sorrise vilmente e disgustosamente vedendo che la sua morbosa intenzione era sulla strada giusta, avvicinò di nuovo il suo labbro carnoso alla deliziosa pannocchia della ragazza, a pochi millimetri di distanza poteva già percepire quell'aroma femminile di Cielo Riveros, allungando la lingua diede la prima leccata a quella pelle vellutata facendola prendere con una certa forza per i capelli come un virulan, altre due leccate e la ragazza stava già espellendo i primi liquidi vaginali, con la schiena inarcata e la testa inclinata, si morse le labbra con gli occhi socchiusi.

 

ayyy nooo pa-pareee ahhh… la ragazza non sopportava più quella lingua ruvida che attaccava le sue labbra vaginali con una ferocia esasperante, le sue mani stringevano le lenzuola sporche e giallastre che odoravano di sudore ma stranamente per lei questo non importava e con suo grande rammarico ciò che voleva era continuare a sentire quella lingua che la faceva contorcere dal piacere.

 

 

 

L'uomo africano le fece scivolare le mani verso i seni piccoli e rotondi, massaggiandoli bruscamente. La ragazza reagì prontamente e gli afferrò le mani, cercando di staccargliele, ma invano, perché l'uomo di colore era più forte. La povera Cielo Riveros cedette presto ai forti palpeggiamenti e ai pizzicotti che l'uomo di colore violento le stava infliggendo e, ancora una volta, stringendo le lenzuola sporche, si dedicò a sopportare il piacere che le stava dando.

 

 

ayyy ayyy noooo pa-stop signore non più ahhh… L'uomo di colore che stava assaggiando i primi fluidi che la ragazza stava rilasciando con la lingua sorrise sentendo la sua voce innocente lamentarsi ma allo stesso tempo godersi il cibo di pannocchie che le stava dando, la ragazza stava praticamente afferrando la testa dell'uomo di colore con le sue gambe ben tornite desiderando che quella lingua vibrante entrasse più a fondo nella sua intimità.

 

-- Calmati bellezza... Arriverà presto il momento in cui il mio amico con il cazzo gigante ti farà godere come vuoi, ah ah ah... --Oh no, p-lasciami per favore... Non v-voglio ahhh ahhh... -- Qui farai quello che ti dico; o vuoi che Don Pedro scopra che puttana sei... sei venuta qui per questo, come puoi mancare di rispetto al mio capo? Ora ti farò pagare per quel tradimento del mio piccolo capo? LO VUOI!!!

 

 

molto bene bambola, ora goditi la notte che ti aspetta ha ha vorrai restare e vivere qui ha ha... Subito dopo il ragazzo nero immerse di nuovo la sua disgustosa lingua sulle labbra vaginali già distese in una leccata incessante, continuò a bere i fluidi corporei sempre più abbondanti che la ragazza produceva, erano incomparabili persino alle poche puttane che aveva assaggiato nella sua vita, Cielo Riveros era una donna incomparabile e in quel momento l'aveva a sua disposizione.

 

La studentessa rimase lì in ginocchio completamente sconcertata da quanto era successo, il vecchio insegnante uscì dall'ufficio sbattendo la porta e chiudendosi i pantaloni con un grande sorriso da un orecchio all'altro, Cielo Riveros si inginocchiò sul pavimento cercando di calmarsi, anche se molte ragazze della sua età avevano già avuto quel tipo di esperienza, a 18 anni era la prima volta che la sperimentava, nel frattempo, dall'angolo delle sue labbra scivolavano fili di sperma disgustoso del lussurioso insegnante, tossì per espellere i resti di sperma dalla sua gola cercando di liberarsi del sapore che le era rimasto in bocca.

 

Già più calma, la ragazza si alzò, cercò il reggiseno, se lo mise sui seni formidabili e poi uscì dall'ufficio per tornare a casa. Quando arrivò, come un automa, andò a fare la doccia. Era in condizioni fisiche e mentali deplorevoli, ma dopo aver fatto una lunga doccia e aver messo tutti i vestiti in lavatrice, era pronta a dormire fino al giorno dopo, che era il fine settimana. Quando arrivò lunedì, era ancora molto confusa su quello che era successo. Non si poteva dire che fosse traumatizzata, ma la verità è che non riusciva a credere a quello che aveva fatto al casting. A poco a poco cominciò a bloccarlo nel suo subconscio, rinunciando a tutto quel voler fare l'attrice, soprattutto quando parlando con altre compagne di classe della sua scuola, venne a sapere che il vecchio Tulio era un pervertito sessuale che voleva approfittarsi di una studentessa come aveva fatto con Cielo Riveros, ma lo denunciò al direttore, e tutti furono d'accordo che lo avrebbero richiamato all'attenzione poiché il vecchio Tulio si difese dicendo che la ragazza era confusa, che lui era un grande professionista del teatro e bla bla bla, si sa che questo vecchio depravato aveva un gran dono della parlantina. Un giorno il vecchio del fruttivendolo Don Anselmo, un uomo di 60 anni, vide sul suo orologio che era l'una e mezza del pomeriggio, uscì di corsa sapendo che era l'ora in cui passava Cielo Riveros dato che studiava nel pomeriggio, e non si sbagliava la vide con il suo passo cadenzato dirigersi verso dove si trovava come tutti i giorni vestita con la sua uniforme scolastica, la sua figura sinuosa si intuiva sotto i suoi vestiti da scolaretta il suo piccolo seno si vedeva solo coperto dalla sua camicetta con una scollatura che lasciava ben poco all'immaginazione e un gilet che non copriva quasi nulla, la sua minigonna plissettata che copriva il suo sedere carnoso e lasciava in vista le sue gambe potenti e tornite, era una ragazza piena di curve spaventose, tutto questo coronato da un bel viso di ragazza ancora senza imperfezioni con grandi occhi verdi ma ovviamente ciò che catturava di più l'attenzione era il suo corpo, che nonostante i suoi 18 anni, era già quello di una donna, e a tutti i cazzi degli uomini diventava davvero duro solo a guardarla. Il volto del vecchio si illuminò quando la vide; fu come vedere un angelo sulla terra.

 

- "Buon pomeriggio, signore", disse la ragazza con voce melodiosa, poiché lo conosceva perché era una cliente abituale del fruttivendolo.

 

 

 

-"Ciao Cielo Riveros" disse il vecchio prendendole la mano, assumendosi compiti che non gli erano stati affidati e avvicinandosi alla studentessa per darle un delizioso bacio sulla guancia che per lui era come sentirsi in paradiso.

 

"Come stai? Sai, volevo invitarti al cinema uno di questi pomeriggi che ci saranno nel parco del quartiere sabato, ma so già che tua madre non ti darà il permesso", il veterano assunse un'espressione di triste rassegnazione che commosse profondamente Cielo Riveros, poiché sapeva che Don Anselmo era stato abbandonato dalla moglie dieci anni prima e che aveva una figlia che a quel punto aveva la sua stessa età, cioè 18 anni, e poiché era molto gentile con lei, e lei lo guardava come un padre che saluta una figlia e le dà speranza, disse.

 

"-Mi rattrista pensare che non voglio uscire con te, ma non è così, se dipendesse da me uscirei tutti i giorni perché mi piaci molto, ma mia madre è molto severa con me, non mi permette di uscire a fare una passeggiata se non con lei o con mio nonno, ma parlerò con lei, farò tutto il possibile per andare al cinema visto che è vicino a casa mia, al parco. Il fruttivendolo le sorrise quando vide che almeno aveva una piccola speranza.

 

La ragazza gli disse: "Domani vado in centro. Mia madre mi ha mandato all'ufficio postale per lasciare delle lettere e pagare delle bollette al negozio di mobili. Non so se puoi venire con me, e da lì puoi offrirmi un milkshake", disse.

 

Il giorno dopo il fruttivendolo camminava nervosamente alla fermata, era arrivato mezz'ora prima, ansioso ed emozionato di sapere che sarebbe partito con una bella donna, quando si girò alla sua destra vide arrivare a circa 30 metri Cielo Riveros, splendidamente vestita quella mattina faceva caldo, e la ragazza indossava un vestito intero con spalline sulle spalle con una scollatura che rendeva impossibile non vedere quel seno perfetto dalla vita in giù era aderente al corpo, e arrivava a circa 10 centimetri sopra le ginocchia lasciando scoperte quelle gambe prodigiose e il suo sedere carnoso, per finire con i suoi stivali neri alti fino al ginocchio che insieme al vestito la rendevano piuttosto sexy. Il vecchio notò che gli uomini la guardavano con desiderio, alcuni facevano persino complimenti molto audaci, questo fece sì che Cielo Riveros muovesse istintivamente quel paio di grandi glutei mentre camminava.

 

Mentre camminava accanto al vecchio che somigliava a suo nonno, dopo aver fatto commissioni in centro, la ragazza ammirava i negozi e si lanciava come una bambina eccitata a guardare le vetrine dei negozi di abbigliamento. Il vecchio ne approfittava, scrutandola con lo sguardo dal seno alle natiche rotonde. Oppure, mentre si chinava per osservare le vetrine più da vicino, il veterano si ricreava osservando le sue lunghe gambe e quasi le natiche. Poi, quando la ragazza si voltava per indicargli qualcosa, il fruttivendolo doveva fare un grande sforzo mentale per impedire al suo bancone di irrigidirsi e farglielo notare.

 

Ma Cielo Riveros era più eccitata per la passeggiata, che per lei era qualcosa di straordinario per uscire dalla pesante routine, si divertiva come una bambina di 10 anni emozionata nel vedere i grandi magazzini di quel centro commerciale e la sua mentalità era ancora innocente, quella di una ragazza senza malizia, quello che non l'aiutava affatto era che quel gran corpo che aveva, già molto sviluppato e che aveva dei bisogni, chiedeva sesso anche se mentalmente non lo voleva, ma gli uomini se ne accorgevano, ecco perché i vecchi la molestavano, principalmente. Don Anselmo prese un caffè e la ragazza il suo frullato, parlarono e risero, si stavano divertendo molto, il vecchio le chiese di non chiamarlo signore ma di chiamarlo direttamente Anselmo, mentre uscivano dal bar passarono davanti ad alcuni cinema nel centro commerciale il vecchio disse a Cielo Riveros che se voleva potevano entrare a vedere un film, la ragazza si fermò a pensare, guardò l'orologio erano le 11 del mattino era ancora presto e lui disse che andava bene per lui scegliere il film, mentre la ragazza guardava i poster lui comprò due biglietti per vedere il film L'esorcista 2 entrarono nella stanza che era quasi vuota perché era mattina c'erano solo un paio di ragazze in uniforme da liceo che apparentemente si comportavano come topi e un uomo di circa 50 anni che dormiva nella stanza, la ragazza entrando nell'oscurità della stanza perché il film era già iniziato ed era buio prese la mano di Anselmo che era estremamente nervoso di sentire la mano morbida della sua dea.

 

Il vecchio le disse: "Andiamo in fondo, il film si vede meglio". Raggiunsero l'ultima fila e si sedettero. Lei non lasciò la mano del fruttivendolo quando si sedette, e questo gli fece piacere, pensando che non le fosse indifferente. Il film iniziò e l'aria condizionata nella sala, essendo quasi vuota, iniziò ad abbassare la temperatura, facendo battere i denti a Cielo Riveros a causa dei suoi abiti leggeri.

 

"-Ho freddo, Don Anselmo."

 

Il vecchio mise il braccio sinistro intorno alle spalle della ragazza e la abbracciò. Sentendo il caldo abbraccio, lei si strinse a lui, appoggiando la testa sulla spalla del fortunato fruttivendolo. Non stava più prestando attenzione al film; era in paradiso, a sentire la morbidezza del braccio della ragazza e il suo profumo inebriante. La sua mano accarezzò lentamente la morbida pelle dell'avambraccio di Cielo Riveros, godendo di una splendida vista del seno della ragazza mentre lei appoggiava la testa sulla sua spalla.

 

E lui cominciò ad avere una deliziosa erezione, godendosi il momento, c'è un urlo nel film in cui la ragazza sussultò per la paura e si strinse ancora di più al vecchio. Gli prese la mano destra con le sue mani e se la mise molto vicina al seno e gli disse:

 

 

"Non lasciarmi andare, ho paura."

 

In quella scena del film in cui si vede la ragazza esorcizzata urlare e schiumare dalla bocca, Cielo Riveros girò il viso inorridita, avvicinandosi molto al volto di Don Anselmo, a soli 2 centimetri di distanza, e si scambiarono un bacio spontaneo. Si fissarono e poi si baciarono di nuovo, ma questa volta più a lungo e più profondamente. Il vecchio si stava surriscaldando sempre di più e iniziò a baciarle e succhiarle l'orecchio. Lei si bloccò, cosa che lo sorprese molto e la rese molto nervosa. Con tono sorpreso, sentì la pelle d'oca, iniziò ad avere brividi e la sua voce si fece tagliente.

 

"-Don Anselmo, mi fai il solletico." Il vecchio non disse nulla e continuò a leccare l'orecchio dell'adolescente, sapendo che è una parte molto sensibile delle donne.

 

Lei chiuse gli occhi e lo lasciò fare, sentendo quel delizioso brivido su tutta la pelle, il suo respiro cominciò ad agitarsi, il vecchio continuò a morderle il lobo dell'orecchio e poi inserì la lingua nell'orecchio della ragazza, il che produsse piacevoli solletici a Cielo Riveros, il fruttivendolo con la mano sinistra andò direttamente alla nuca massaggiandola lentamente e accarezzandola molto delicatamente, la ragazza chiuse gli occhi e si contorse lentamente godendosi tutto ciò, con l'altra mano lentamente e delicatamente prima accarezzò il seno della ragazza e poi inserì la mano attraverso la sua scollatura e sentì il capezzolo che era già gonfio, Cielo Riveros inarcò la schiena per tanta stimolazione, il vecchio, ora con più sicurezza, impastò con forza i deliziosi piccoli seni di Cielo Riveros, lei chiuse gli occhi e si morse le labbra e lui le sussurrò all'orecchio: "Che piccole tette e quanto sono dure". La baciò di nuovo sulle sue labbra spesse e deliziose, lottando con la sua lingua contro la sua e poi scendendo sul collo sensibile della ragazza, facendola sospirare e gettare indietro la testa. Anselmo ne approfittò per iniziare a far scivolare giù le spalline del vestito della studentessa, rimuovendole completamente i seni e poi prendendone uno di quei formidabili seni e iniziando a succhiarlo, leccandolo e mordicchiandolo alternativamente. Cielo Riveros lo abbracciò per il collo e fece scorrere le dita lungo la nuca del vecchio, accarezzando delicatamente la calvizie prominente del fruttivendolo, inarcandogli la schiena e gemendo. Era la prima volta che qualcuno le faceva delle carezze a cui ora acconsentiva.

 

 

"-Ahhhhhh, ahhhhh ahhhhhhhhhhhhhhhhh che riiiiiiicoahhhhhh.

 

Il vecchio succhiava avidamente i seni duri e deliziosi della gnocca al suo fianco. Si divertiva a leccare il capezzolo duro con la lingua mentre con l'altra mano stringeva l'altro seno. Lei continuava a lasciarsi andare e gemeva sempre di più. Stava iniziando a sudare nonostante l'aria condizionata del cinema fosse al massimo. Il suo profumo era delizioso. Il vecchio poi abbassò una mano sul ginocchio di Cielo Riveros e iniziò ad accarezzarlo delicatamente. A poco a poco, iniziò a far scorrere la mano lungo le deliziose gambe della ragazza. Le accarezzò dall'interno: erano lisce, morbide e carnose.

 

Cielo Riveros per un attimo, sentendo quelle mani sudate e ansiose che le salivano sulle gambe, gli disse con voce rotta.

 

"Per favore noooo vai signore non andareoooo" e chiudendo le gambe intrappolando la mano di Anselmo tra le sue grandi gambe, il vecchio non disse nulla e iniziò a mangiare avidamente i seni sensibili della studentessa già eccitata facendo inarcare la schiena alla ragazza allentando la pressione delle sue cosce sulla mano del fruttivendolo lasciandogli la strada libera per continuare a salire, il vecchio sentì nella sua mano il calore che proveniva dalle gambe dell'adolescente, ebbe un'erezione come mai prima in vita sua il rigonfiamento nei suoi pantaloni aumentò di tre volte e naturalmente se aveva una bella ragazza con un corpo statuario che lo teneva sveglio la notte e lo faceva impazzire per lei ogni notte si masturbava nel suo letto sognando di baciarla, accarezzarla, toccare tutti i suoi angoli deliziosi e quel sogno era realtà in quel momento, il vecchio fruttivendolo in quei momenti deliziosi non cambierebbe posto nemmeno per l'uomo più ricco del mondo.

 

Il respiro di Cielo Riveros si era trasformato in un ansimare delizioso per le orecchie del vecchio sessantenne.

 

"-Ohhhhhhhhhhhhh ahhhhhhhhhhhhhh amore mio, Cielo Riveros

 

Poco dopo che la studentessa istintivamente aprì le cosce e cominciò a gemere più distintamente, già in preda a quelle sensazioni che la stavano facendo impazzire, la mano di Anselmo che stava frugando tra le gambe della studentessa raggiunse finalmente la terra promessa e sentì l'umidità e il calore emanati dalla fessura virginale della ragazza. Inserì un dito, scostando il perizoma e iniziò ad accarezzarle il sesso non protetto e con le dita le aprì delicatamente le labbra vaginali che in quel momento erano già bagnate, e poi iniziò ad accarezzarle con cura la deliziosa fessura con le dita, sapendo che la ragazza era vergine e per non farle male.

 

 

"-Ahhhhhhhhhhh ohhhhhhhhhhhhh diiiiiiiiceeee" urlò e ansimò la ragazza contorcendosi come un serpente, entrambe non ricordavano nemmeno il film, entrambe ansimavano in modo incontrollabile,...la sua carne lussuriosa di Cielo Riveros soddisfaceva i desideri del vecchio Anselmo, le sue grandi gambe, la sua piccola fessura, la sua schiena, le sue piccole tette, tutto, era alla portata del vecchio, lui le palpeggiava i seni a piacimento, le leccava e succhiava i suoi deliziosi capezzoli, le toccava delicatamente la piccola fessura, scuotendo la statuaria studentessa, lei...gemette follemente-"sìììì... così... papà."

 

 

Erano nel bel mezzo di tutto ciò quando all'improvviso si accesero le luci del cinema, lo spettacolo era già finito. Cielo Riveros, rendendosene conto, si allontanò rapidamente dal vecchio e si tirò su le spalline del vestito e del reggiseno. I suoi bellissimi occhi verdi si posarono sul fruttivendolo mentre si sistemava i vestiti. Il suo sguardo era assente e la sua fronte era imperlata di sudore. Abbassò lo sguardo sui suoi pantaloni e vide che aveva un'erezione tremenda. Sembrava un tendone da circo. La ragazza non fece altro che abbassare la testa, rossa come un pomodoro, e subito si alzò e uscì dal cinema senza aspettare il vecchio, piena di rimorso e vergogna per essersi lasciata trasportare dai suoi istinti.

 

E fuori dal cinema il veterano la raggiunse pieno di angoscia pensando che si fosse arrabbiata per quello che avevano fatto al cinema e glielo raccontò.

 

"Cielo Riveros, ti prego di scusarmi. Mi sono lasciato trasportare. Non sono riuscito a controllarmi. Ti prego di scusarmi."

 

Si voltò a guardarlo con gli occhi pieni di lacrime e disse:

 

 

 

"Non ho nulla di cui scusarmi se non sono arrabbiato con te. Quello che succede è che provo una grande vergogna per quello che è successo. Cosa penserai di me?"

 

 

Le disse "non devi vergognarti, quello che è successo è stato qualcosa di meraviglioso, ti amo anche se a causa della mia età potrei essere tuo padre e se provi anche solo un po' di affetto per me ti chiederò di essere la mia ragazza" le disse mentre le prendeva le mani, lei accettò e già più calma andarono a braccetto verso casa sua protetti dall'oscurità salutandosi con un tenero bacio, quando arrivarono nel loro quartiere, dovettero essere cauti perché non era naturale per una ragazza di 18 anni avere una relazione con un ragazzo di 60 anni, era qualcosa di immorale quasi proibito, nessuno doveva sapere che erano fidanzati perché potevano andare a pettegolezzi alla madre della ragazza.

 

La studentessa cresciuta dalla madre e dal padre defunto si sente attratta dagli uomini dell'età del padre.

 

Ancora una volta Cielo Riveros era spettacolare in un vestito così sexy e scollato, la notte era già arrivata e c'era un po' di vento, così Veronica, la sua compagna di scuola, le prestò una giacca di pelle nera che le aderiva al corpo facendo sembrare il vestito una minigonna rosa che la faceva sembrare molto più sensuale, entrambe le ragazze con i loro quasi 19 anni sulle spalle si stavano preparando per uscire quando incontrarono il padre di Veronica, un uomo anziano di circa 57 anni, con i capelli corti e brizzolati, alto 1,82 cm, panciuto e con un viso sadico e pigro con una corta barba non rasata, inutile dire la faccia che fece quando vide la deliziosa Cielo Riveros, nemmeno l'ubriachezza che aveva gli impedì di notare la splendida ragazza che si trovava nella sua precaria casa.

 

-- Buonasera signore... salutò la ragazza dimostrando l'attenta educazione con cui era stata istruita, d'altra parte al vecchio veniva l'acquolina in bocca sentendo una voce così dolce... finché non hai portato a casa un'amica, piccola puttana... Cielo Riveros fu sorpreso dal modo volgare e rozzo con cui l'uomo si rivolgeva alla propria figlia... -- e come ti chiami, preziosa ragazza... chiese con gli occhi sgranati a una ragazza nervosa... -- L-Lupe signore, piacere di conoscerla... Il padre di Veronica bevve un lungo sorso dalla sua bottiglia di birra senza staccare gli occhi dalla timida studentessa... -- ma che bel nome... Sono Florencio, al tuo servizio per qualsiasi cosa tu voglia, preziosa... disse, porgendo la mano, alla quale, un po' infastidita ma sorridente, anche Lupe gliela offrì. Veronica vide come suo padre le baciava la mano con un bacio forte ed esagerato, Cielo Riveros aprì la bocca un po' sorpresa ma con piacere per un saluto così attento e cordiale, questo fu preso dalla gelosia di Veronica e decise di interrompere... -- bene, andiamo, sbrigati Lupe... il che irritò Florencio che, aggrottando la fronte, rimproverò rudemente la figlia... -- cosa ti prende, troia... non vedi che ci stiamo conoscendo... la ragazza si innervosì ancora di più sentendo il maltrattamento con cui si stava rivolgendo alla figlia.

 

 

Don Florencio era il tipo peggiore, era sempre stato un sessista e un playboy, costringendo la moglie a prostituirsi quando si rifiutava di fornire le risorse necessarie alla famiglia. La sua immoralità era tale che faceva pressioni persino sulla figlia perché lavorasse con la madre, ecco perché il comportamento ribelle, difensivo e aggressivo di Veronica. Veronica affrettò il passo verso Lupe, dirigendosi verso l'uscita di casa, la ragazza sentì il vecchio ubriaco afferrarle leggermente un sedere, spaventandola... - Non disturbarla, dannazione!!! Una Veronica molto mortificata e gelosa glielo disse, lasciando un accenno di sospetto che la ragazza avesse una relazione losca con suo padre, forse incesto, così chiuse ermeticamente la porta, ascoltando dall'interno mentre il vecchio la insultava, chiamandola puttana, troia e sgualdrina, vedrai quando tornerai, e mi implora di mettertelo dentro, come la puttana di tua madre.

 

Cielo Riveros non disse nulla, dispiaciuto per quello che stava soffrendo Veronica, che l'avrebbe accompagnata alla fermata dell'autobus. Lungo il tragitto, alcuni ragazzi di strada, pigri, flirtarono con Cielo Riveros quando la videro con la sua camminata ritmica e il movimento sensuale del sedere... - Puoi smettere di muovere il sedere, guarda cosa stai combinando? - lo rimproverò Veronica... La ragazza, un po' arrossita, abbassò la testa, inconsapevole di ciò che stava chiedendo perché quella camminata sensuale era naturale per lei. Una volta arrivato l'autobus 152 che va da La Boca a Retiro, salutò una Veronica infreddolita e infastidita e salì subito, la ragazza si spostò in fondo alla ricerca di un posto solitario ma erano tutti occupati, solo quelli con due posti erano liberi e poiché al centro c'era un gruppo di ragazzi e alcune donne, andò sul sedile posteriore per cercare di pensare a tutto ciò che ancora non ricordava, non importava quanto ci provasse non riusciva a capire cosa le fosse successo, la sua ultima immagine fu quella del padre della sua amica che la molestava.

 

Ma in fondo sapeva che le era successo qualcosa, il suo corpo esuberante come per prendersi gioco di lei comunicava al suo cervello di essere stato usato e saziato, se ne rendeva conto lei stessa perché sentiva i capezzoli irritarsi al contatto con la stoffa del vestito e, sommato al bruciore che sentiva nell'ano, le faceva capire che in quel momento, ricordandosi del fruttivendolo che aveva abusato di lei, con totale tristezza e profonda angoscia si pentì di aver acconsentito lei stessa a ciò, di essere stata così stupida da fidarsi di Don Anselmo, lui era abbastanza vecchio da poter essere suo padre. La ragazza appoggiò la testa contro il finestrino freddo guardando le strade con quei pensieri preoccupanti quando sentì qualcuno sedersi accanto a lei, sentì un terribile odore di sudore, alcol e sigarette economiche e girandosi per vedere il suo sgradito compagno di viaggio trovò un tipo sgradevole, un linyera ubriaco di circa 50 anni, magro quasi malaticcio, occhiaie molto scure con baffi corti ma folti, indossava una maglietta nera scolorita e sudata e jeans anche loro strappati a causa della loro età, il suo aspetto le ricordava il personaggio di Chavo, il vecchio Don Ramón, quando vide che la guardava con un sorriso sfacciato e agghiacciante la ragazza si spaventò. -- ho-hi bambola, è bello condividere un posto con te... disse il tipo disgustoso avvicinando il suo viso al suo, sentì l'odore di alcol e il suo sgradevole sudore, Cielo Riveros era spaventata guardò avanti e alcuni erano già scesi, poteva vedere un posto davanti e chiedendo il permesso fece per andarsene ma lui non glielo diede. permesso... -- Voglio dire, io ti saluto con rispetto e tu mi snobbi... -- no... no signore, mi scusi... Voglio solo sedermi davanti...

 

Il disgustoso tipo notò la paura che incuteva nella ragazza molto nervosa e ne volle approfittare e con la più totale stupidità la prese con forza per un braccio e le parlò con tono autoritario... --siediti dannazione... facciamo conoscenza io e te... con uno strattone la fece sedere cadendo sul sedile il suo paio di natiche la spaventava ancora di più, la ragazza non sapeva cosa fare, se chiedere aiuto o urlare, di quei dubbi approfittò il barbone che le prese la mano e la baciò presentandosi... --mi chiamo Ramón... ai tuoi ordini tesoro... disse con la voce tipica e abituale di chi è ubriaco.

 

- N-piacere di conoscerla signore... ora mi scusi, devo scendere... Don Ramón, per niente stupido, si accorse che lei gli stava mentendo e, infuriato ancora di più, la minacciò con un coltello che aveva in tasca - ascoltami, stronza bugiarda, resta qui con me... impareremo a conoscerci e vedrai che ci divertiremo un mondo... quella precisazione fu accompagnata da una mano che le accarezzava la gamba sotto il vestito corto, l'individuo poteva sentire la deliziosa morbidezza della pelle di quella dea, innervosendo i suoi sensi al massimo... --hmmm ma che belle e morbide gambe hai bambola, v-voglio essere la mia ragazza... Inutile dire la completa disperazione che provava Cielo Riveros, provò una paura terribile cercando di togliere quella mano disgustosa e ruvida dalla sua gamba ma quest'ultima avvicinò il freddo metallo al suo viso - calmati amore, non vorrei rovinare quel tuo bel viso d'angelo... disse l'individuo spietato cercando di darle un bacio che fu respinto dalla ragazza quando sentì l'alito disgustoso che emanava dalla sua bocca.

 

-- per favore signore... lasciami andare, ti prego... chiese l'innocente Lupe a quel ragazzo che muoveva sempre più le mani sotto il suo vestito, la ragazza le stringeva le gambe bloccando la strada a quella mano sporca ma quella non era l'unica calamità che stava accadendo perché il ragazzo aprì la cerniera della sua giacca lasciandole vedere la scollatura dove erano nascosti quei bellissimi seni... -- oh ma cosa abbiamo qui, guarda queste due regine nascoste hummm... il ragazzo fece una smorfia di assoluto shock quando vide i piccoli ma appetitosi limoni, e il suo sorriso assomigliava sempre di più al personaggio di Don Ramón. Lupe deglutì saliva per la disperazione, si sentiva in balia di quel ragazzo e senza la speranza che qualcuno la salvasse e sfortunatamente per lei l'autobus andava lentamente a causa del traffico nella zona. Non può essere, questo non può succedere a me... si disse la povera ragazza pensando che da nessuna parte e in nessun momento poteva essere al sicuro da sadici e persone depravate, il suo corpo sembrava una calamita che attraeva quel tipo di ragazzi.

 

L'ubriaco affondò il viso nei seni della ragazza, inalando la fresca fragranza che emanavano, un gesto che fece aumentare la disperazione di Cielo Riveros - per favore signore, mi lasci, non mi tocchi... quel tipo era ben lontano dal prestarle attenzione, alienato dalle parti deliziose della sua giovane vittima... -- ma quanto sei deliziosa, troia, ti porterò a casa mia e farò l'amore con te come nessuno ti ha mai fatto, sarai mia moglie... ascoltare le sporche intenzioni di Don Ramón la terrorizzò, il suo respiro si fece più agitato, pieno di nervosismo e disperazione. -- no per favore, ti prego lasciami andare per favore, per ciò che desideri di più... vedere quel faccino timoroso ma grazioso era eccitante per Ramón, non trattenendo la sua voglia la afferrò per il viso e le rubò un bacio rumoroso su quelle labbra carnose, Lupe reagì con forza gettando la testa all'indietro sbattendo un po' contro il finestrino, d'altra parte il barbone sentiva ancora sulle sue labbra secche la deliziosa freschezza delle labbra della ragazza - ma sei così deliziosa mamma... dammi un altro bacio amore mio... disse il ragazzo avvicinandosi di nuovo a Lupe che cercando di evitarlo allentò le gambe sentendo come quella mano che era ancora lì avanzava fino a conficcarsi nella sua parte intima vaginale. -- AHH ma guarda che piccola puttana sei, che vai in giro con la figa in aria... Fu allora che si pentì di non aver accettato che Veronica le prestasse un capo di abbigliamento, naturalmente questo non avrebbe impedito le sporche intenzioni del sadico soggetto che con la massima lascivia le sue dita sporche iniziarono a scavare nella deliziosa intimità della ragazza... -- NO!!! No per favore, togli le mani da lì, noooo... disse la studentessa disperata senza nemmeno rallentare le sporche intenzioni dell'ubriaco Don Ramón che, dopo il fallito tentativo di baciarla, le passò le labbra sull'orecchio destro sul punto di attivare il lato ansioso del piacere che affiorava sempre in lei. L'ubriaco spietato tolse le mani dalla pannocchia della ragazza, notandole bagnate dalle deliziose secrezioni che vi colava. Con estrema morbosità, se le portò al naso, annusando con piacere esasperante l'aroma squisito che avevano... --hummm, quanto sei deliziosa, tesoro, vedrai come nella mia casetta ingoierò tutti i tuoi succhi, hehe, ti lascerò asciutta amore mio, hummm, odora dei tuoi succhi... Don Ramón, prendendola per il viso, avvicinò le sue dita bagnate a lei in modo che la ragazza potesse sentire il suo sapore. Cielo Riveros non riusciva a credere a quanto fosse buono il suo profumo. Era la prima volta che sentiva i suoi sapori.

 

 

Con il suo bel viso ancora tra le mani, Ramón si avvicinò a lei, dando ancora una volta un bacio terrificante alla distratta Cielo Riveros, che chiuse le labbra per fermare quella lingua invadente che puzzava e faticava a entrare e a intrecciarsi con la sua... -- quindi stai facendo la preziosa, idiota, ora saprai chi sono... la ragazza spaventata andò nel panico quando lo vide turbato e minaccioso, Ramón, con il coltello in mano, la avvicinò a sé, che le afferrò il viso, spaventata a morte, a quel punto le afferrò il vestito, strappandole la scollatura che le nascondeva il seno. Poteva vedere come quei due bellissimi seni da adolescente apparivano alla vista, seppellendoci dentro il suo viso cadaverico, uno a uno passava da un capezzolo all'altro con succhiate e leccate affamate che rendevano la ragazza ancora più disperata. Respirava affannosamente, sentendo come il suo corpo stava iniziando a reagire a quegli attacchi selvaggi, cercando inutilmente con le sue mani delicate di allontanarlo dai suoi seni. - Per favore... per favore lasciami, no accidenti noooo... implorò la studentessa a bassa voce, cercando di non attirare l'attenzione su di sé perché sarebbe morta di vergogna se gli altri passeggeri se ne fossero accorti.

 

 

-- hummm prezioso, che seni deliziosi hummm… una mano scivolò sotto il suo vestito per ricominciare ad accarezzare quella lenta intimità umida, Cielo Riveros a poco a poco iniziò a perdere il controllo del suo corpo, quella lingua puzzolente salì dai suoi seni al collo per scendere di nuovo e mordicchiare delicatamente quei capezzoli eretti, fu un attacco intenso che non poté più sopportare e appoggiando la testa contro il finestrino iniziò ad ansimare dolcemente ma cercando ancora di controllarsi… -- s-stop, no pp-continua per favoreeee… s-stop aaahhh…

 

 

 

Quel suono era eccitante per Don Ramón che, alzando il viso e senza smettere di strofinarle il coglione, la vide con gli occhi socchiusi, quasi ansimante. Era un'immagine unica, una bellissima ragazza con i seni scoperti che faceva gesti di piacere grazie alle mani sporche. Poteva sentire le prime gocce di liquido pre-seminale che iniziavano a gocciolare dal suo cazzo...

 

 

-- Ayy piccola bambola, mi fai scoppiare... la ragazza non rispose, si mordeva solo le labbra cercando di evitare di gemere forte a causa di quella mano disgustosa sulla sua pannocchia che le faceva provare deliziose sensazioni nel suo corpo infido. Questo era già esasperante per Ramón e con la mano libera aprì la cerniera dei pantaloni tirando fuori il suo membro che era scomodo in quel posto stretto, e prendendo Cielo Riveros per la testa la fece chinare in direzione del suo cazzo, in quel momento Lupe riacquistò un po' di sanità mentale potendo sentire l'odore sgradevole emanato dal membro di Don Ramón, e per sua tortura era a pochi centimetri dal suo bel viso.

 

 

- Dai - bellissima... succhialo, mangialo tutto... è per te... la ragazza non era disposta ad assecondare una simile richiesta, le veniva da vomitare solo a immaginare quel cazzo puzzolente dentro la sua bocca... -- nooo!!! p-lasciami per favore... s-fermati... il ragazzo ubriaco e vile non era disposto a rimanere senza il desiderio che l'adolescente assaggiasse il suo cazzo e con tutte le sue forze la piegò ulteriormente sentendo la punta del suo membro cercare l'ingresso tra le sue labbra chiuse e carnose. Era così forte il suo desiderio che stringere una buona parte dei suoi capelli setosi le fece aprire la bocca per il dolore, fu lì che la ragazza sentì come il cazzo disgustoso e puzzolente entrò nella sua bocca fresca, il sapore che aveva era ripugnante, cercò di estrarre o espellere quel cazzo intruso dalla sua bocca facendo delirare ancora di più Don Ramón mentre sentiva come si strofinava nella sua cavità orale e come la sua lingua le faceva piacevoli massaggi nel suo vano tentativo di espellerlo... -- AYYY tesoro sììì... continua così che lo stai facendo bene ahhhh...

 

 

Lupe non ne poteva più, il sapore era disgustoso e con grande sforzo riuscì a toglierselo dalla bocca sputandolo a terra completamente disgustata, Don Ramon le teneva ancora i capelli in modo dominante con un'espressione soddisfatta... -- lo succhi così bene... fallo di nuovo... la ragazza guardò il suo viso con segni di disgusto ma con un'espressione di disperazione quando sentì che le persone che erano sull'autobus si stavano alzando, alcune per scendere e altre stavano salendo per fare il loro viaggio... -- Per favore-per favore signore non più, non qui per favore... quel chiarimento fu eccitante per il barbone che capì che questa bella donna sarebbe stata disposta a esaudire i suoi desideri ma in un luogo più privato e con un'espressione soddisfatta le lasciò andare i capelli... Prendendola per la vita la fece sedere sulle sue gambe con la schiena rivolta a lui mettendole il coltello al collo e con l'altra mano attaccando con morbide carezze la sua deliziosa pannocchia... -- molto bene piccola puttana... ti comporterai bene con me o te ne pentirai... rifiuta subito e io le taglierò la gola in questo momento tu capì... la ragazza piena di terrore annuì con la testa, non più disperata di salvarsi da questo vile tipo che, riponendo il coltello, iniziò a palparle disperatamente i seni mentre le sussurrava all'orecchio che quella sera l'avrebbe fatta sua, che l'avrebbe riempita di latte e che avrebbe trascorso la notte più deliziosa di tutta la sua vita. Don Ramón non ne poteva più, avere tra le mani quella meravigliosa e deliziosa studentessa proprietaria di un corpo da dea era da morire, le sue mani non avevano mai toccato una pelle così morbida, tanto meno seni giovanili che nonostante la loro età avrebbero fatto invidia a qualsiasi donna adulta e Cielo Riveros poteva sentire come riempiva le dita dell'ubriaco di succhi con così tante carezze, i suoi capezzoli erano eretti al massimo sentendo sul collo e sull'orecchio le parole o le intenzioni sporche che Ramón le aveva detto che avrebbe fatto.

 

 

-- Okay... non ne posso più stronza, scendiamo proprio qui e passiamo sotto un ponte lì vicino, è buio e nessuno ci disturberà, ti scoperò fino all'alba amore mio... le disse l'ubriaco schifoso, avvicinando il suo viso ripugnante e dandole un bacio sulle labbra, diresse la mano ad accarezzarle la vagina e a chiuderle la giacca, nascondendole il seno scoperto... -- ora bambola, calmati, scendiamo e fai attenzione a non fare stupidaggini perché ti taglio la gola... disse con un tono malevolo e spietato. Cielo Riveros, che respirava ancora affannosamente, in preda alla paura e all'eccitazione, gli si fermò accanto e, camminando in avanti, stavano per scendere dall'autobus, le sue belle guance erano arrossate dagli stimoli forzati che aveva ricevuto, stava appena realizzando cosa le sarebbe successo, ancora una volta in balia di uno sporco abusatore e senza nessuno che la aiutasse, si stava già immaginando con terrore in qualche posto buio, un ponte sporco con le spalle al muro, scopata da quell'uomo orribile che se sembrava magro e malaticcio nudo con i vestiti addosso, avrebbe dovuto essere ancora più orribile.

 

Sentì la punta del coltello sulla vita, il che non le diede il coraggio di chiedere aiuto. Quando l'autobus si fermò, si rese conto di essere a una fermata dal suo quartiere. Don Ramón le diede una leggera spinta e la costrinse a scendere. Proprio in quel momento, un gruppo di ragazzini astuti si precipitò sull'autobus, disperati per salire. Cielo Riveros, già scesa dall'autobus, vide come quel gruppo di ragazzini avesse portato dentro il loro disperato stalker. Pensò rapidamente che finalmente la fortuna che l'aveva abbandonata molto tempo prima si fosse ricordata di lei e iniziò ad accelerare il passo per sfuggire al suo rapitore, scontrandosi con un uomo robusto. Quando alzò lo sguardo, vide che era uno dei pochi poliziotti a sorvegliare quelle strade. "Ehi, cosa ti prende, ragazzo? Fai attenzione a dove vai." La dolce Cielo Riveros, preoccupata per il barbone, si voltò per vedere se la stava ancora seguendo, vedendo come era risalito sull'autobus, terrorizzato quando l'aveva vista con un poliziotto.

 

 

Don Ramón non riusciva a credere che quel monumento di ragazza fosse sfuggito alle sue grinfie, persino nel suo torpore da ubriaco, con assoluta impotenza, si lamentava che quell'orda di monelli gli avesse rovinato la migliore notte di sesso che avrebbe potuto avere in tutta la sua miserabile vita... --fottuti stronzi, ma un giorno la incontrerò di nuovo su questo autobus... pensò molto mortificato mentre si sedeva di nuovo sui sedili posteriori dove si masturbava senza vergogna, rovesciando il suo seme bianco e giallastro su tutti i sedili. Dopo aver visto il 152 allontanarsi da lei con grande sollievo, sentendosi liberata da quel disgustoso argomento e scusandosi con il poliziotto Cielo Riveros, si diresse verso il suo quartiere, in quelle strade pericolose la fauna maschile riconobbe la camminata sensuale dell'oggetto più desiderato del quartiere, il sogno d'oro di molti, l'amore platonico di alcuni e la fantasia depravata di tutti, a testa bassa meditava sull'evento accaduto a scuola, non capiva come nonostante fosse vittima di un pervertito il suo corpo reagisse agli stimoli che le davano, non prestava nemmeno attenzione ai fischi e ai complimenti di ogni genere che le venivano rivolti durante il suo viaggio sensuale.

 

 

Nel liceo dove studiava Cielo Riveros, lavorava come bidello un vecchio di circa 58 anni, gobbo e con una faccia degenere, sempre sudato e sporco perché puliva tutte le aule, era un uomo dalla pelle scura alto circa 1,70 conosciuto a scuola come Juan lo zoppo perché aveva una gamba più corta dell'altra, il che gli causava una leggera zoppia nel camminare che lo faceva sembrare ancora più orribile, era vedovo da diversi anni quindi vedeva le deliziose studentesse come una prelibatezza lontana e proibita, era un pervertito a cui piaceva spiarle quando andavano a fare il bagno nelle docce dopo le lezioni di educazione fisica poiché accanto alle docce delle ragazze c'era una piccola stanza dove venivano conservati tutti gli utensili per pulire le aule e il vecchio era riuscito a fare un buco nascosto per spiare le studentesse e masturbarsi vedendole completamente nude.

 

 

Il giorno dopo che Cielo Riveros uscì dalla sua lezione di educazione fisica andò subito a farsi una doccia perché voleva staccare un po' per scrivere nel suo amato diario tutto quello che era successo con Don Anselmo il giorno prima, arrivò alle docce si spogliò lentamente e sensualmente per mettersi subito sotto il getto della doccia che le scorreva sul corpo scultoreo sembrava una dea fatta donna, l'adolescente si mostra in tutto il suo splendore il suo corpo giovanile e scultoreo era un boccone, una delicatezza degna dei re la ragazza non si rese conto che l'uomo zoppo la stava spiando deliziandosi dello spettacolo era delizioso vedere come si insaponava il suo paio di seni medi ma perfetti, che seni aveva quella ragazza, li aveva adornati con un paio di capezzoli grandi e scuri circondati da areole altrettanto grandi e impressionanti, bei seni per una ragazza di soli 18 anni l'uomo zoppo tenne gli occhi su quel paio di limoni che la ragazza aveva per seni, il vecchio non batté ciglio, i seni si sollevarono maestosi sfidando la forza di gravità che non influenzarli ancora. La ragazza si passò il sapone sui seni, sul suo addome liscio era uno spettacolo che alcuni avrebbero pagato volentieri per vedere, solo l'uomo zoppo era un testimone che si dava qualche tirata al cazzo senza smettere di guardare la ragazza in quanto la ragazza quando portò la mano al basso ventre sentì una sensazione molto piacevole e iniziò ad accarezzare il suo coniglietto caldo chiudendo gli occhi e godendo delle sensazioni elettrizzanti il ​​vecchio bidello sentì che stava venendo emettendo un potente getto di seme e cadendo seduto sul pavimento esausto per lo spettacolo assistito.

 

 

 

La ragazza si vestì dopo la doccia e andò a sedersi su una panchina sotto alcuni alberi frondosi e freschi, poco distante. Sapeva di avere ancora 40 minuti prima dell'inizio della lezione successiva e iniziò a scrivere sul suo amato diario tutto quello che era successo il giorno prima con il fruttivendolo Anselmo. A volte, mentre scriveva, la ragazza sospirava ricordando i deliziosi momenti trascorsi nel buio del cinema. Così scriveva distrattamente sul suo diario, senza rendersi conto che l'uomo zoppo le si stava avvicinando da dietro. Quando le si avvicinò da dietro, l'anziano rimase immobile a contemplare la scollatura della ragazza. Il suo sguardo era fisso sui bottoni slacciati della sua camicetta. L'anziano si stava eccitando di nuovo. Stava anche osservando quel bel paio di gambe tornite che la ragazza aveva accavallato. La visione era emozionante. In quel momento, gli venne in mente qualcosa e si voltò di lato. Vide in lontananza che le aule erano a circa 80 metri di distanza e che i compagni di classe di Cielo Riveros stavano giocando a palla, sistemandosi il suo pene rigido con la mano, e salutò la ragazza.

 

 

"Ciao bellezza", disse la ragazza, appena consapevole di avere qualcuno accanto a sé, sorpresa di non aspettarsi che qualcuno le fosse così vicino.

 

 

"Ciao Don Juan" (era il nome del vecchio portiere) "Mi hai proprio spaventato", disse la ragazza. "Ah ah ah" rise lo zoppo Juan seduto accanto alla bella studentessa, si sentiva a disagio nel vedere come il vecchio le guardava apertamente le gambe e la scollatura della camicetta, in quanto la ragazza alzava con noncuranza le mani per sistemarsi i capelli facendo risaltare quei bellissimi capezzoli sotto i vestiti, l'uomo era teso, il sangue gli affluì al cervello e non c'era da stupirsi, la silhouette della studentessa era perfetta, la carne provocante dei suoi seni spiccava per una notevole fermezza e alcuni capezzoli rigidi incorniciati sulla camicetta sottile facevano andare in estasi lo sguardo del vecchio, i suoi fianchi sinuosi, le sue gambe ben definite, il suo addome piatto senza un grammo di grasso e il paio di gambe incrociate ben tornite erano argomenti sufficienti per far impazzire chiunque, Cielo Riveros senza dubbio emanava sensualità da ogni centimetro della sua pelle.

 

"-Cosa ci fai qui tutto solo?" chiese lo zoppo Juan appoggiando il braccio sullo schienale della panca e toccando la schiena di Cielo Riveros. Sentendo la mano del vecchio, lei fece un passo avanti.

 

 

"Sei molto carina, lo sai?" disse il vecchio, continuando a fissare la sua deliziosa scollatura.

 

 

-"Grazie signore" si sentiva a disagio perché voleva continuare a scrivere il suo diario ma con lo zoppo Juan non poteva farlo, il vecchio sorrise e la guardò, conosceva quello sguardo, sapeva che il vecchio era eccitato e questo la rendeva nervosa per esperienza personale, sapeva di cosa erano capaci i vecchi per godere di lei e divenne ancora più nervosa quando si rese conto che erano molto lontani dagli altri, completamente soli con un vecchio orribile, gobbo e zoppo che non smetteva di guardarla con lussuria. "Questo signor Juan, credo che me ne andrò perché la mia lezione sta per iniziare presto." disse la ragazza nervosa.

 

 

•"No tesoro, non andare alla tua lezione, c'è ancora più di mezz'ora, resta e parla con me" disse il gobbo avvicinandosi alla studentessa paralizzata, mettendosi accanto a lei che non osava girarsi per guardarlo. Lei continuò con le gambe incrociate e gli occhi dritti davanti a sé, il vecchio mise una mano sulla nuca della ragazza e cominciò ad accarezzare quella parte sensibile della studentessa e le disse: "Ehi, che pelle morbida che hai!" Il vecchio lussurioso sorrise semplicemente mentre accarezzava delicatamente la nuca della ragazza che mosse la testa cercando di far smettere la mano del vecchio di accarezzarle la nuca che le faceva rabbrividire la pelle.

 

 

 

Lei si voltò a guardarlo e disse "per favore non farlo don Juan...per favore" il vecchio vide quel bel viso e quei grandi occhi verdi che con il loro continuo ammiccare denotavano nervosismo, lei inorridita vide che il viso del vecchio si trasformava, il suo sguardo spaventò la studentessa perché conosceva quello sguardo e sapeva che non prometteva bene per lei, la spogliò con il suo sguardo, fissò il suo sguardo sul seno perfetto della ragazza e sulle lunghe gambe poiché indossando la gonna dell'uniforme scolastica così corta quando si sarebbe seduta si sarebbe alzata di più esponendo quel paio di gambe ben tornite e spesse per la gioia del vecchio, il vecchio vedendo la passività della ragazza continuò ad avanzare mise una mano sulla lunga gamba della studentessa sentendo la sua morbidezza che faceva irrigidire il suo cazzo la ragazza sempre più nervosa disse solo "lasciami lasciami ora...per favore" l'uomo era teso sentì il sangue affluire al cervello non c'era da stupirsi che avesse una bellezza al suo fianco che stava palpando, accarezzando lentamente le gambe formidabili della ragazza godendosi la loro esasperazione morbidezza, il viso della ragazza era rosso, stava iniziando a sudare e tremare, il suo corpo era un fascio di nervi il gobbo si avvicinò all'orecchio della ragazza e con la voce strozzata dal calore le disse che aveva un seno incredibile e che se glielo avesse lasciato afferrare le avrebbe dato dei soldi, la ragazza non poteva credere a quello che stava sentendo, non sapeva cosa dire al vecchio lussurioso, sentiva il cuore battere nella testa e di nuovo provò un brivido in tutto il corpo quando la mano del vecchio avanzò più in alto sulla sua gamba.

 

 

Poi il gobbo non ne poté più e si avventò sulla bocca della ragazza con la sua lingua disgustosa. "Nooooooo, lasciami... nooooo," disse la ragazza, "sei molto brava mamma, molto ricca, e io sono molto eccitata." "Nooooooo lasciami andare vecchio" "hahahaha rise, si sentiva così impotente, il vecchio era troppo forte per i suoi sforzi, la puzza di birra che proveniva dal suo alito, non riusciva a sopportarla, la sua lingua disgustosa si leccò ansiosamente le labbra, che teneva molto strette," Noo... noo... borbottò la ragazza, cercando di allontanarsi. No, no, no, per favore non continuare."

 

 

 

In un momento di disattenzione la gobba riuscì a liberarsi dalle sue braccia e corse via afferrando il suo zaino, lei corse e corse terrorizzata finché non arrivò alle aule esausta si voltò e vide in lontananza il vecchio Juan che era ancora seduto sulla panca respirando sollevato, il bidello a causa della sua zoppia non poteva seguirla e mentre si preparava per andarsene vide il diario di Cielo Riveros e lo prese e dopo averlo letto velocemente lei sorrise e disse "ah ah ah questa piccola colomba dovrà tornare tra le mie braccia" e zoppicò via. Il giorno dopo la ragazza si alzò facendo i compiti mentre sua madre usciva con alcune amiche, iniziò a cercare il suo prezioso diario per catturare tutto ciò che aveva vissuto in quel pomeriggio spiacevole in cui il bidello voleva approfittarsi, aprì la sua cartella e si sorprese di non trovarla, angosciata iniziò a svolazzare per tutta la stanza cercando il proprietario di tutti i suoi segreti, la sua disperazione aumentava ogni minuto, sapeva che si stava ingannando pensando che fosse da qualche parte diversa dalla sua cartella Alla fine si arrese e si chiese come avesse fatto a non accorgersi della sua assenza, quel libro era il suo tesoro più prezioso conteneva nelle sue pagine i suoi segreti più intimi comprese le sue esperienze con i vecchi degenerati Don Lucas e il vecchio professor Tulio e l'incontro al cinema con Don Anselmo, quello che aveva sentito non riuscì a dormire fino a tarda notte chiedendosi dove e in quali mani fosse il suo amato diario. Il giorno dopo a scuola la ragazza non prestò attenzione alla lezione, stava ancora cercando di ricordare dove aveva lasciato il suo diario, quando uscì dalla lezione andò al negozio per comprare una bibita e si sedette su una panchina pensando al suo diario quando un ragazzo di circa 10 anni si avvicinò e le porse una busta e corse via, incuriosita la aprì per scoprire cosa fosse la lettera e fece una faccia sorpresa quando la lesse, la lettera diceva con una calligrafia orribile che il suo diario era molto interessante e che se voleva recuperarlo doveva andare dove viveva lo zoppo Juan perché se non l'avesse fatto tutta la scuola avrebbe scoperto che puttana era. Il vecchio viveva nel retro della scuola in uno scantinato, la ragazza confusa dal contenuto della lettera si lamentò della tremenda disattenzione ricordando l'episodio vissuto con il bidello quando dovette scappare perché il vecchio degenerato voleva approfittarsi di lei, la bella ragazza sapeva che doveva andare da lui perché se il suo contenuto fosse stato rivelato la sua vita sarebbe diventata un incubo.

 

Soprattutto perché il gobbo aveva già minacciato di rivelarlo a tutta la scuola, solo pensare al vecchio che metteva in atto la sua minaccia la riempiva di terrore, no, non poteva sopportare quella vergogna, che tutti avrebbero scoperto le sue intimità, i suoi segreti custoditi che solo il suo diario conosceva e nei minimi dettagli, quindi respirando profondamente si diresse verso la fine del corridoio e quando arrivò bussò alla vecchia porta di legno.

 

 

"Chi è?" si udì la voce ubriaca del bidello. "Sono io", rispose la studentessa.

 

 

"Entra mia regina, è aperto" le disse il vecchio, Cielo Riveros spinse timidamente la rumorosa porta di legno, la sua vista impiegò qualche secondo per abituarsi all'oscurità della stanza del vecchio appena illuminata da una debole lampada da tavolo, arrivando al suo olfatto fine uno sgradevole odore di sigarette, birra, piedi sudati e umidità, la studentessa fece una smorfia di disgusto, portandosi una mano al naso, si sentì disgustata e non riuscì a dire nulla, solo un'enorme voglia di vomitare e scappare da lì, si guardò intorno, era una stanzetta orribile tutta sporca senza finestre per questo gli odori senza ventilazione rimanevano intrappolati, c'era un piatto con cibo stantio su una sedia, vestiti sporchi ammucchiati sul pavimento, le pareti piene di poster di donne in mutande, era un posto disgustoso così come l'aspetto del gobbo che stava sdraiato a letto in pantaloncini senza maglietta leggendo il diario di Lupe con una mano dentro i pantaloncini massaggiandosi il cazzo, la studentessa lo guardò con disgusto con quella pancia disgustosa nel aria con il viso pieno di verruche, la pelle scura, secca e rugosa, su cui sfoggia una moltitudine di rozzi tatuaggi, sudata dal caldo come se non si fosse mai lavata, tutta questa scena fece venire la nausea alla studentessa, a cui piacevano l'ordine e la pulizia, rinchiusa in una stanza così ripugnante e in una compagnia così sgradevole. "Mi hai mancato, bellezza" le disse il vecchio con un sorriso trionfante "è quello che vuoi" gli disse la sensuale studentessa, con voce tremante. - "Così mi piace, dritto al punto" le disse il gobbo alzandosi dal letto, Cielo Riveros vedendo che stava camminando verso di lei spaventato si fece da parte entrando di più in quella stanza puzzolente il portiere prese un lucchetto e inorridita vide che aveva chiuso la porta a chiave e voltandosi a guardarla lui sorrise con i denti pieni di carie e disse con quella faccia sadica "ora mamma parleremo con calma senza che tu mi lasci di nuovo per scappare" la ragazza vide lo sguardo pieno di lussuria del vecchio e provò un misto di paura ed eccitazione. Cercando di apparire calmo, cosa che non provava, Cielo Riveros disse al portiere: "Per favore, Don Juan, restituiscimi solo il mio diario e me ne vado". Il vecchio pensò tra sé e sé: "Non lascerò mai entrare una donna così, ne incontri una solo una nella vita e devi approfittarne a qualsiasi costo". Che corpo da dea ha e con quel bel viso infantile mi fa impazzire. Indossava una camicetta molto attillata con la cinghia all'ombelico e una scollatura profonda che copriva a malapena i capezzoli di quei due limoni di carne. Questo perché si era tolta la giacca dell'uniforme per il caldo, la minigonna della scuola che lasciava intravedere quelle gambe grosse e appetitose e il suo sedere rotondo e carnoso. Il vecchio la stava mangiando con gli occhi.poi l'uomo zoppo rivolgendosi all'adolescente disse "sì e ho trovato molto interessante ciò che è detto nel diario, soprattutto la parte in cui eri con Lucas e con il maestro Tulio, oh il fruttivendolo come fai a sentirti così a tuo agio con un uomo così vecchio... senza renderti conto che era anche vecchio e orribile", la bella ragazza guardò il gobbo preoccupato con quei bellissimi occhi verdi dicendo "per favore don Juan ti darò i miei risparmi che ho così per favore mi restituisci il mio diario e non divulghi ciò che hai letto" disse la studentessa pensando ingenuamente che con ciò il vecchio lussurioso glielo avrebbe restituito. "No mia regina," disse il gobbo, "se vuoi indietro il tuo diario pagherai un altro prezzo, voglio godere di te come hanno goduto quei vecchi ma non voglio che sia con la forza voglio che sia di tua spontanea volontà senza resistenza, non preoccuparti non ti penetrerò so che sei vergine e non voglio avere problemi con la legge saranno solo baci carezze e pompini" le disse il vecchio lussurioso (questa era una vile bugia dato che i suoi piani erano di penetrarle il culo così non ci sarebbero stati problemi di gravidanza) la ragazza sentì il suo cuore saltare un battito nel sentire queste parole e provò di nuovo quel misto di paura ed eccitazione rimase senza parole per un momento pensando alla sua situazione si sentì turbata dal dover lasciare che quel vecchio disgustoso che puzzava anche le facesse il suo corpo scolpito e dal fatto che fosse tutto di sua spontanea volontà era sicuramente un prezzo molto alto da pagare ma non aveva altra via d'uscita se non che tutte le sue intimità sarebbero state divulgate e allora le cose sarebbero andate peggio ancora, rassegnata, guardò il gobbo con disgusto."non preoccuparti non ti penetrerò so che sei vergine e non voglio avere problemi con la legge saranno solo baci carezze e pompini" le disse il vecchio lussurioso (questa era una vile bugia visto che il suo piano era di penetrarle il culo così non ci sarebbero stati problemi di gravidanza) la ragazza sentì il cuore saltare un battito nel sentire queste parole e provò di nuovo quel misto di paura ed eccitazione rimase senza parole per un attimo pensando alla sua situazione si sentì turbata dal dover lasciare che quel vecchio disgustoso che puzzava anche le facesse il suo corpo scultoreo e il fatto che fosse tutto di sua spontanea volontà era sicuramente un prezzo molto alto da pagare ma non aveva altra via d'uscita se non che tutte le sue intimità sarebbero state divulgate e allora le cose sarebbero peggiorate, rassegnata guardò il gobbo con disgusto."non preoccuparti non ti penetrerò so che sei vergine e non voglio avere problemi con la legge saranno solo baci carezze e pompini" le disse il vecchio lussurioso (questa era una vile bugia visto che il suo piano era di penetrarle il culo così non ci sarebbero stati problemi di gravidanza) la ragazza sentì il cuore saltare un battito nel sentire queste parole e provò di nuovo quel misto di paura ed eccitazione rimase senza parole per un attimo pensando alla sua situazione si sentì turbata dal dover lasciare che quel vecchio disgustoso che puzzava anche le facesse il suo corpo scultoreo e il fatto che fosse tutto di sua spontanea volontà era sicuramente un prezzo molto alto da pagare ma non aveva altra via d'uscita se non che tutte le sue intimità sarebbero state divulgate e allora le cose sarebbero peggiorate, rassegnata guardò il gobbo con disgusto.

 

A bassa voce disse al vecchio che andava tutto bene, che sarebbe stato come voleva, che avrebbe fatto tutto quello che gli aveva detto, che le carte erano in tavola, che non si poteva tornare indietro.

 

 

Gli occhi del disgustoso Gobbo si aprirono quando sentì queste parole dalla ragazza, il suo viso aveva una smorfia morbosa di trionfo, e prendendo un sorso della birra che stava bevendo, lasciando i baffi gocciolanti del liquido schiumoso, sentì il suo cazzo diventare duro perché non era una puttana di strada a buon mercato quella che aveva, ma una statuaria ragazza di 18 anni con un corpo come pochi altri, seduta sul letto con i piedi per terra iniziò a togliersi i pantaloncini, lasciando quel corpo rugoso e unto disgustosamente nudo, poi afferrò il cazzo mezzo eretto che emergeva da un cespuglio sporco di peli e lo scosse con la mano. La ragazza spalancò i suoi bellissimi occhi verdi e li fissò sul dispositivo del vecchio, più lui la guardava, più si eccitava e innumerevoli pensieri ardenti su di lei gli venivano in mente, si leccò le labbra pensando a cosa avrebbe fatto con la studentessa, poi zoppicando lentamente si avvicinò alla bambina che istintivamente camminò all'indietro finché non sbatté contro il muro, non aveva scampo, era un fascio di nervi, guardò con orrore quell'essere orribile avvicinarsi a lei con uno sguardo pieno di desiderio, sembrava spaventoso mentre camminava, come zoppicava e come quella gobba unta si muoveva come gelatina, il vecchio prese le cose con molta calma, sapendo di essere il padrone della situazione. Quando arrivò davanti alla ragazza disse: "Okay, mamma, allora passiamo alla parte succosa", la guardò fissamente in faccia, gli occhi completamente fuori dalle orbite e con un'espressione di totale depravazione.

 

 

Il vecchio cominciò ad attaccarsi al corpo scolpito della ragazza e lei gli posò le mani sui peli del petto, cercando di liberarsi, mentre lui cercava di tirarla verso di sé; il vecchio era più forte di lei e vinse. Le sue mani sporche e trasandate la presero per la vita corta, accarezzandone lentamente la morbida pelle, mentre il suo viso orribile e rugoso si avvicinava alla bocca di Cielo Riveros, cercando di assaporare quelle labbra spesse e perfette della ragazza e dicendo "dammi un bacio, bellezza", mentre la circondava con le braccia e avvicinava il viso alla ragazza spaventata. Lei girò il viso di lato, premendo la guancia contro il muro cercando di impedire al vecchio di macchiarle le labbra. Era disgustata dal suo odore di sudore e birra. Il vecchio sorrise, sapendo quanto fosse disgustato dalla studentessa.

 

Per poi afferrarle l'orecchio e il collo, amava sentire quell'aroma attraente di giovinezza, femminilità e igiene accurata della ragazza, questo faceva eccitare di più il degenerato, era soggiogato da quel monumento di ragazza, mentre le mani cominciavano a scendere per passare su quel paio di natiche rotonde e carnose della ragazza, il vecchio si sentiva delizioso nel toccare la durezza di quelle natiche e sentire il bikini sopra la minigonna della ragazza "sei una puttana squisita, ti amo, quel bel bikini che hai, sgualdrina" diceva il gobbo che continuava a morderle l'orecchio e a passare la sua lingua disgustosa sul collo giovanile della ragazza, un grande turbamento si era risvegliato dentro la giovane donna, sentiva che il respiro caldo che le percorreva il collo sensibile le dava i brividi e borbottava solo cercando invano di far smettere l'uomo zoppo "per favore, fermati... per favore... noooo" ma questo faceva eccitare di più il vecchio che si eccitava e si eccitava di più con ogni secondo che passava, vedendola lì davanti a lui e sapendo che era totalmente sottomessa.

 

Le mani rugose e ruvide del caldo bidello accarezzavano la pelle liscia e morbida della schiena della ragazza, solleticandola, e poi facendole scivolare lentamente verso quel paio di natiche carnose e rotonde, il caldo zoppo sentiva nelle sue mani mentre le abbassavano lentamente dalla schiena della ragazza come quei tremendi promontori di carne emergevano deliziosamente al tatto, che erano il sogno di molti maschi, l'orribile vecchio essendo vedovo e avendo trascorso molti anni senza una donna tra le sue braccia sentiva una febbre come non ne aveva avuta da anni, si deliziava nello stringere quelle natiche perfette e esasperanti sopra il tessuto sottile della minigonna della ragazza, le accarezzava, le stringeva, sentendo deliziosamente nelle sue mani callose come la ragazza tremava ai palpeggiamenti, sentiva la loro durezza e la loro gustosa rotondità di quel paio di natiche superbe, la studentessa si contorceva come un serpente davanti ai palpeggiamenti del vecchio, poi entrambe le mani andarono sotto Cielo La minigonna di Riveros sentì e toccò la morbidezza della sua pelle nuda, toccò e accarezzò quelle gambe morbide e lisce e poi le palpò i grossi glutei, coperti solo dal piccolo bikini, la accarezzò, le strinse i glutei abbondanti e duri.

 

La ragazza cominciò a muovere la testa da una parte all'altra a causa delle leccate del vecchio sul suo collo, il vecchio focoso slacciò il bottone della gonna della ragazza e abbassò lentamente la cerniera per poi far scivolare giù la minigonna dell'uniforme scolastica, Cielo Riveros era così alienata dalle leccate lussuriose del vecchio sul suo collo e sull'orecchio che non si accorse nemmeno quando la minigonna della scuola cadde a terra lasciandola solo con il suo bikini, il vecchio si avvicinò al suo orecchio e disse "sei così bella gnocca" poi le sollevò la camicetta facendola scivolare sopra la testa lasciando la tremenda studentessa solo con la sua biancheria intima la vista era spettacolare, con la sua lingerie sexy minuscola e molto provocante che faceva risaltare ancora di più quelle favolose carni, il suo piccolo reggiseno che teneva quelle piccole ma bellissime tette e il suo bikini che dietro si perdeva in quel culo perfetto, sembrava una dea diventata donna, il vecchio fece un passo indietro per ammirarla meglio assaporandosi con quella gnocca che aveva a sua disposizione "per favoreeee, "Stop...per favore" fu tutto ciò che la statuaria studentessa riuscì a dire.

 

 

“Smettila, dimmi tu… non devo forse sopportare ogni giorno le prese in giro che voi ragazze crudeli vi fate alle spalle? Credi che non senta le vostre prese in giro?” – Ma signore, io non mi prendo gioco di lui… quello che il gobbo non sapeva è che Cielo Riveros non si stava prendendo gioco di lui, anzi, la ragazza provava compassione per lui, ma lo zoppo era cieco nei suoi confronti; perché tutte le studentesse si prendevano gioco di lui, e quello era il momento di vendicarsi di tutto ciò.

 

 

La gobba continuava a fissare in estasi il suo delizioso culo con quel perizoma, era bellissimo, circolare, dritto, delizioso, i due erano ancora faccia a faccia molto vicini l'uno all'altra, la ragazza appoggiata al muro con la testa di lato e il vecchio quasi sopra la ragazza, sentiva l'odore della bocca del vecchio, puzzava di tabacco e birra, e vedeva quella faccia orribile piena di lussuria, piena di desiderio con gli occhi sbarrati per avere una tale gnocca, il vecchio si godeva la vista dell'orrore sul suo viso angelico, la ragazza era paralizzata, sentiva come se le sue braccia e le sue gambe pesassero una tonnellata per la tensione del momento, la sua mente si rifiutava di accettare la realtà del momento e si ingannava pensando che fosse un incubo e che da un momento all'altro si sarebbe svegliata nel suo letto, era in quello stato quando il vecchio tornò alla carica, prendendola per la vita corta, avvicinò la bocca e dicendo "sei deliziosa, tesoro, dammi un bacio" e approfittando di la sua momentanea passività la ragazza Afferrò quelle labbra deliziose, carnose, fresche e saporite, la sua lingua disgustosa e puzzolente entrò completamente nella bocca della scolaretta che udì solo gemiti soffocati "uuuhhhhmmm" "uuuhhhhmmm" al bacio violento che quasi la lasciò senza fiato, il vecchio succhiò e assaporò quella bocca deliziosa con quelle labbra spesse di Cielo Riveros che sentirle era qualcosa di eccitante.

 

 

 

D'altra parte, per la ragazza era una tortura sentire nella sua bella bocca quell'odore puzzolente di tabacco e birra ma lei rimase ferma per tutto quel brancolare tutto per recuperare il suo prezioso diario, furono lunghi secondi di bacio finché non si separarono per un momento e la ragazza lo implorò di nuovo di lasciarla "per favore don Juan sto soffocando per favore lasciami" ma il vecchio, ora ancora più eccitato, lungi dal prestarle attenzione, tornò alla carica "quanto sei carina, mamma, quanto sei brava, quante volte ho sognato questo ti ho sempre desiderata, sei così calda" e riprese quella deliziosa boccuccia, la ragazza contro la sua volontà si rassegnò a tutto ciò che quel vecchio voleva farle, la ragazza pensò alla situazione morbosa, quel vecchio rugoso, zoppo, gobbo e sporco aveva una ragazza di 18 anni nella sua stanza sporca a sua disposizione, si sentì mezza eccitata da tali molestie e iniziò a rispondere ai suoi baci disgustosi, le due lingue si intrecciarono scambiandosi saliva, fu un bacio molto lungo, la lingua del vecchio esplorò tutto l'interno della bocca della ragazza e leccò i denti e le labbra sensuali della ragazza, allo stesso tempo le sue mani sudate e ruvide scivolarono sulla pelle sensibile e morbida della ragazza che essendo mezza nuda sentì la pelle rugosa e flaccida del vecchio bruciare il suo corpo giovanile e scultoreo, le mani sudate del vecchio corsero sulle sue forme perfette della ragazza che strinse e strinse quelle grandi natiche con entrambe le mani facendo sentire a Cielo Riveros il suo cazzo rigido nel suo basso ventre, il caldo bidello sentì in quel momento come tremava la ragazza.

 

Il vecchio, senza smettere di succhiarle il collo, cercò il gancetto del reggiseno di Cielo Riveros, che era uno di quelli che si allacciavano sul davanti, lo slacciò e liberò quel paio di seni meravigliosi di Cielo Riveros, rotondi, eretti, sodi con i capezzoli scuri gonfi di eccitazione che risaltavano nelle areole, la visione di quel corpo splendido era meravigliosa.

 

-"Per favore, lasciami ora, per favore" disse la ragazza

 

Il vecchio prese un seno in ogni mano e cominciò a stringerli e separarli, poi le disse: "Che bel paio di tette che hai!"

 

La ragazza aveva gli occhi chiusi e il viso di lato con la guancia premuta contro il muro e le braccia premute contro il corpo sentendo quelle mani ruvide che le stringevano avidamente i limoni duri il vecchio allora disse "ah che belle tette morivo dalla voglia di strizzarle e succhiarle" prese le braccia della ragazza e gliele mise dietro la nuca per avventarsi immediatamente sui seni scoperti della ragazza e iniziare a succhiarli tremendamente forte facendo sì che Cielo Riveros sentisse una scossa elettrica che le percorse tutto il corpo provocandole un piacere indescrivibile, la ragazza provava sensazioni contraddittorie, lottò con tutte le sue forze affinché questo uomo disgustoso non le facesse provare piacere, ma dopo mezzo minuto di suzione dei seni con la bocca, chiudendo gli occhi cedette, sentì la lingua rauca morire di piacere verso le delizie dei suoi capezzoli durissimi.

 

 

Il suo corpo era piegato e la sua vita era completamente arcuata, le sue dita entrarono istintivamente nei capelli grigi del vecchio e iniziarono ad accarezzargli la testa mentre lui le stringeva un seno con una mano e divorava violentemente l'altro seno con la bocca, il vecchio faceva dei cerchi con la lingua su tutta l'areola e poi strizzava il capezzolo ipersensibile della ragazza con le labbra e la lingua.

 

"aahhhhhh lasciami andare lasciami andare don Juan uyyyyyyyyy per favore lasciami andare...nhg" disse la ragazza sapendo che il gobbo non l'avrebbe lasciata andare, ma provava un grande piacere nel dirlo e che il vecchio non si sarebbe fermato.

 

La studentessa reagì a ogni leccata e succhiata del bidello avido sui suoi seni, il suo corpo si inarcò, sentì la sua lingua succhiarle e avvolgerle i seni e i capezzoli e ondate di brividi le si diffusero per tutto il corpo, chiuse gli occhi e si morse le labbra, non riusciva a smettere di ansimare, in preda a un'eccitazione incontrollabile, si contorceva, urlava e ansimava, la sua schiena si inarcò il più possibile, la ragazza iniziò a gemere come una qualsiasi prostituta e ad arrendersi alle carezze e alle succhiate sporche del vecchio.

 

 

 

 

 

 

 

Alle studentesse piace il sesso estremo

 

 

La scena era morbosamente eccitante da vedere dalla schiena del vecchio, dove si poteva vedere come il corpo rugoso, flaccido e gobbo del vecchio stava praticamente schiacciando l'esuberante studentessa contro il muro e come la sua disgustosa testa piena di capelli grigi si muoveva a causa della violenta ansia con cui succhiava e stringeva quei due seni perfetti e duri, il viso della studentessa aveva un rictus di sofferenza e piacere allo stesso tempo, i suoi bellissimi occhi verdi erano chiusi e la sua bocca semiaperta sopportando l'attacco lussurioso e ansioso del vecchio sul suo corpo scultoreo e desiderato, il vecchio sapeva bene per aver letto e riletto il diario della ragazza che essendo così sensibile in tutto il suo corpo scultoreo non avrebbe sopportato così tante palpeggiamenti.

 

 

 

Rabbrividì e sospirò lasciando che il lussurioso bidello la facesse, respirando pesantemente, sentì brividi in tutto il corpo e un formicolio esasperante nella fessura, il vecchio continuò con il suo delizioso lavoro succhiando e succhiando i capezzoli della ragazza, Cielo Riveros sentì il respiro caldo del caldo bidello sul suo petto "oohhhhhhh oohhhhhhh" Cielo Riveros gemette, quasi svenendo dal piacere con gli occhi chiusi, il calore che proveniva dalla bocca dell'uomo la fece rabbrividire, la ragazza aprì e chiuse i suoi bellissimi occhi verdi sentendo come il suo corpo iniziava ad arrendersi a tutto quello stimolo perdendo ogni controllo su di esso, poi il lussurioso e caldo bidello iniziò a scendere sull'anatomia scultorea della studentessa senza staccare la bocca da quel corpo delizioso, trascinando le sue mani impazienti lungo la schiena della ragazza, raggiungendo il suo ombelico, dandole dei morsi morbidi facendo chiudere gli occhi alla ragazza eccitata e gettare la testa all'indietro colpendo il muro poi iniziò a scendere di più inginocchiandosi su il pavimento intrappolando il bikini con le mani sul culo della ragazza e iniziando a farlo scivolare lentamente giù godendosi lo spettacolo davanti ai suoi occhi finché non le ha tirate fuori esponendo quella preziosa e virginale piccola fessura che mostrava a malapena un sentiero di peli fini per seppellire subito il viso e iniziare a succhiarle la fessura mentre le sue mani le strofinavano i grossi glutei, il viso del vecchio si è letteralmente infilato tra le due gambe della ragazza leccando la sua piccola colomba virginale la ragazza se l'è goduta contorcendosi e gemendo di piacere.

 

 

 

"Aahhhh ahhhhhhh uyyyyyyyyy la studentessa gemette deliziosamente, il gobbo le leccò le labbra vaginali e leccò il sensibile clitoride della ragazza facendola rabbrividire con quella lingua ruvida e lunga, le sue dita presero la testa del vecchio e gli tirarono i capelli grigi in preda alle piacevoli sensazioni che le dava, il vecchio poi si alzò e rimase lì per qualche secondo a guardare con gli occhi sgranati il ​​corpo scultoreo della studentessa nuda la sua vita snella, che si allargava per lasciare spazio ai suoi glutei grandi e ben proporzionati, bianchi e senza tracce di smagliature o cellulite, completamente puliti e desiderabili, il portiere pensò tra sé e sé che non poteva credere di avere quella delicatezza a sua disposizione era estasiato, si sentiva come in un sogno incredibile ed eccitante che non credeva fosse realtà, eccola lì, una bella studentessa devota e che veniva sodomizzata per la prima volta da lui, e disse alla ragazza che era ancora appoggiata al muro con la testa rovesciata all'indietro, "Che fisico che hai mamma, sei una dea." Tuttavia, a vedere che il vecchio era tutto l'opposto, con il suo corpo unto e rugoso, con una pancia enorme dovuta all'eccessivo consumo di birra e una gobba innaturale, a tutto questo si aggiungeva la poca attenzione che prestava alla sua igiene personale, il vecchio se ne stava lì completamente nudo con una tremenda erezione nel suo cazzo che emergeva da un abbondante e sporco groviglio di peli.

 

 

 

Cielo Riveros lo osservava con gli occhi socchiusi, segno evidente di quanto fosse eccitata. In altre circostanze, la sola vista del vecchio nudo le avrebbe fatto vomitare per quella vista disgustosa. Il vecchio si avvicinò zoppicando alla ragazza e, porgendole la mano, la chiamò. La ragazza, nuda com'era, si avvicinò al gobbo. Lui la prese per le spalle e si fermò dietro di lei, appoggiando il suo cazzo puzzolente, completamente rigido e pulsante sulle natiche nude della ragazza. La vista delle sue natiche rotonde era spettacolare. Il vecchio le accarezzò le grosse natiche con il suo cazzo. Cielo Riveros iniziò a respirare affannosamente e ad ansimare. La ragazza sentì anche la pancia disgustosa e sudata del vecchio sulla schiena. Le mani del vecchio afferrarono i seni della ragazza e le sue dita afferrarono i capezzoli gonfi della studentessa, massaggiandoli lentamente e delicatamente, facendole gettare la testa all'indietro mentre lui le toccava il culo con il cazzo e le sussurrava all'orecchio: "Ti piace proprio, mamma, senti quanto mi si è indurito il cazzo grazie a te, come mi ecciti, puttana, queste piccole tette mi fanno impazzire". La ragazza aveva la testa all'indietro, appoggiata alla spalla del vecchio, che la toccava sempre più forte con il cazzo. Gettò le braccia indietro, tenendosi al collo del vecchio per non cadere.

 

 

 

Il caldo bidello senza fermarsi a toccarle il sedere, o a strofinarle i capezzoli con le dita che erano molto dure e molto erette, lentamente la stava portando più vicino al letto, e le stava dicendo dolcemente all'orecchio cosa le avrebbe fatto a letto, la volontà della studentessa era completamente alienata, aveva gli occhi chiusi e si lasciava palpare, il caldo bidello non smetteva di toccarle i deliziosi glutei e allo stesso tempo inalava il delicato profumo che usciva dal suo collo, quando furono accanto al letto il vecchio si separò da lei e la guidò in modo che la ragazza si sdraiasse su quel vecchio letto di legno, la ragazza si sdraiò sulla schiena con una gamba piegata e le braccia che tenevano il cuscino sulla testa lasciando tutto il suo corpo scultoreo scoperto, aveva un aspetto superbo.

 

 

 

Poi il vecchio si sedette sul petto della ragazza senza esercitare troppa pressione, per non soffocarla, appoggiando una gamba su ciascun lato del corpo e il suo culo sporco sui seni della ragazza. Le passò una mano sulla nuca e fece sì che la studentessa lanciasse la testa in avanti verso il suo membro, che teneva con l'altra mano e cercava la bocca di Cielo Riveros che, vedendo le intenzioni del vecchio, tenne le labbra chiuse. Il gobbo, pieno di trucchi, liberò il suo cazzo e con quella mano prese il naso della ragazza e lo strinse, impedendole di respirare, con la disperazione della studentessa che, quando aprì disperatamente la bocca per prendere un respiro, il vecchio le mise rapidamente tutto il suo cazzo in bocca, sentì quelle labbra polpose e umide sul suo cazzo. Il vecchio era fuori di sé dalla gioia che provava in quel momento per la piccola bocca di quella bella bambina che succhiava e succhiava il suo grosso cazzo con forza.

 

 

 

Sentendo la lingua della ragazza cercare invano di togliersi l'intruso dalla bocca, facendo sentire al vecchio un delizioso solletico sul suo cazzo, "aahhhhhhh ahhhhhh è così che tu, troia, succhi il cazzo del tuo uomo", lei, già rassegnata, tra i singhiozzi, succhiò il cazzo del portiere. Era un cazzo grosso e sporco. Il vecchio emise ogni sorta di gemiti e suoni di soddisfazione, insultando l'adolescente che gli stava praticando una prodigiosa fellatio. Il vecchio la prese per i capelli con entrambe le mani, tenendo il ritmo del pompino, letteralmente scopandola per la bocca, inserendo quel cazzo sporco e puzzolente ancora e ancora. La ragazza provò disgusto. Gli prese la testa e la mosse a suo piacimento, avanti, indietro, di lato, in cerchio. Godeva di quella bocca come non aveva mai goduto di nessuna bocca prima. Il suo cazzo era così grosso e spesso che le era molto difficile ingoiarlo, tuttavia, dovette leccare, succhiare e succhiare con forza. Cielo Riveros non aveva mai avuto qualcosa di così grande in bocca.

 

 

 

Il Gobbo si sentiva al settimo cielo, a giudicare dai suoi gesti e dai suoi gemiti "aaaah puttana, quanto sei gustosa, finché non mi è venuta voglia di godertela sgualdrina; ah, ah, ah aaaaahhhhhh" le afferrò la testa e le fece ingoiare bene quel cazzo puzzolente quando la ragazza sentì che il disgusto era già insopportabile venne ancora di più, le prese saldamente la testa e accelerò il ritmo degli attacchi, quando all'improvviso si fermò, tenne saldamente la testa della giovane donna, con la punta del suo fallo nella sua bocca e sparò il primo carico di sperma, il vecchio caldo scaricò il suo latte sulla bocca di quella piccola principessa in modo tale che quasi soffocò, la bocca di Cielo Riveros era completamente piena di latte, tanto che un po' di quel liquido apparve all'angolo delle sue labbra, sentì tutta la sua bocca calda da quel liquido virile allo stesso tempo quel sapore agrodolce "aaahhhh così, così Mamma, ingoia tutto il latte del tuo uomo, disse la gobba, mentre si tappa il naso, costringendo la ragazza a ingoiare tutto.

 

 

 

La studentessa ingoiò disperatamente lo sperma del vecchio perché riusciva a malapena a respirare perché il vecchio le aveva tappato il naso con la mano per costringerla a ingoiare tutto il liquido seminale, il vecchio eiaculò nella bocca della ragazza così tanto latte accumulato in anni di non avere una moglie, che la fece soffocare e fili di quel liquido virile le sfuggirono dall'angolo delle labbra il vecchio caldo continuò a sedersi sul petto della ragazza con il suo cazzo rigido dentro la bocca della giovane statuaria godendosi i gemiti disperati della ragazza perché il vecchio non le lasciava andare il naso impedendole di respirare e con il suo grosso cazzo in bocca, oltre al peso del bidello sul suo petto, c'era poca aria che poteva inspirare nei suoi polmoni, i suoi bellissimi occhi verdi guardavano il vecchio implorando pietà, lei calciava il materasso con le gambe disperata per la mancanza d'aria, lo zoppo Juan, sadico com'era, godeva di tutta la disperazione della ragazza e glielo raccontò.

 

 

 

"aahhhh che bocconcino delizioso che hai, troia, mi hai tirato fuori un sacco di latte ma ne ho ancora per te, mamma, manca ancora la roba buona."

 

 

 

Poi il vecchio scese dalla ragazza e le tolse il suo grosso cazzo dalla bocca, la ragazza respirava disperatamente aspirando aria nei suoi polmoni puniti, lo zoppo Juan si sedette sul bordo del letto, prese la sua birra e ne bevve un sorso ruttando, poi accarezzò le gambe della ragazza mentre prendeva altri sorsi di birra, lei tossiva perché aveva diversi peli pudichi incastrati nella gola e non c'era modo di toglierli.

 

 

 

La sua vocina roca è sul punto di singhiozzare, il viso distorto e con tracce di sperma che le scendono lungo gli angoli delle labbra, la bocca aperta e le pupille enormemente dilatate, guarda il vecchio con un'espressione disperata di terrore, sapendo che lei era lì nuda, chiusa in quella stanza, con quel vecchio maniaco sessuale, dice.

 

 

 

"Tosse tosse per favore don Juan lasciami andare, lasciami andare ora guarda tutto quello che mi hai fatto tosse tosse ti prego."

 

 

 

"Hehe hehe" rise il Gobbo mentre accarezzava lentamente le gambe della ragazza, sentendo la morbida e liscia pelle e dicendo "perché vuoi andare mamma, il meglio deve ancora venire? Vedrai che tra un po' urlerai da quanto ci divertiremo" sorridendole con quella faccia sadica e mostrandole tutti quei denti pieni di carie, il vecchio si alzò e fece un ultimo rutto e disse "continuiamo con i nostri affari mamma, questa è ancora lunga strada da fare hahahahaha" davanti agli occhi terrorizzati della statuaria studentessa, che guardava impotente mentre il vecchio nudo le separava le gambe "no, no... cosa mi farai, cosa mi farai" disse Cielo Riveros nello stesso momento in cui lei cercava di chiudere le cosce ma il vecchio si era già infilato tra di loro tra le sue due gambe e lasciando cadere tutto il suo peso su di lei iniziò a sbavarle in bocca e la strinse e la palpeggiò. Le morse i seni con avidità e disperatamente, facendo provare alla ragazza tutto il sadismo di quel vecchio eccitato.

 

 

 

Basta... ahhhhh... ahhhhh... per favore per favore... aaahhhhhhh... smettila... basta...

 

 

 

La ragazza, senza staccare gli occhi dal corpo del vecchio, con abbondanti gocce di sudore che gli colava lungo il ventre e vedendo quel lungo, grasso e venoso cazzo che emergeva da una folta e poco igienica chioma, gli disse tutta spaventata.

 

 

 

"Per favore... non violentarmi... no... no... per favore... per favore

 

 

 

"Ah ah ah questo mi eccita di più comunque quel culo sarà mio hahahahaha" disse il vecchio che spingendola la girò in modo che la ragazza fosse a faccia in giù, "no dejamm" balbettò la giovane donna, era così stanca era in uno stato di tale stanchezza che era come una bambola che poteva essere manipolata a piacimento il gobbo le mise un cuscino sotto la pancia che fece sollevare ancora di più le natiche di Cielo Riveros il vecchio si deliziò alla vista erano un paio di giovani natiche impressionanti grandi, rotonde, morbide e dure e non potendo resistere oltre risalì sul letto e iniziò a baciare la schiena della ragazza le sue labbra corsero lungo la schiena della ragazza raggiungendo le sue natiche, poi le separò le gambe e le passò la lingua sulle natiche poi le separò le natiche e le infilò la lingua fino a raggiungere il suo ano la succhiò con la lingua dall'ano alla figa facendo rabbrividire la ragazza e lei iniziò ad ansimare, la ragazza, ancora in calore, disse al vecchio, "No, per favore fermati, non farlo, non farmi niente lì, per favore."

 

 

 

Ciò eccitò ancora di più il vecchio mentre continuava a succhiarla e a stringerla con le sue mani avide l'enorme paio di natiche, passò la sua lunga e ruvida lingua sulla sua fessura dall'alto in basso raggiungendo l'ano e di nuovo indietro velocemente, la leccò, passando e andando lentamente sul suo culo chiuso, la accarezzò con la lingua facendo piccoli cerchi intorno ad esso, poi inserì la sua lingua ruvida nel suo culo, la ragazza non le aveva mai fatto una cosa del genere e sentì che era una sensazione così ricca, la sua morbosità la rendeva ancora più piacevole, non poteva resistere a tanto piacere, Cielo Riveros si sentì come mai prima d'ora penetrata da quella lingua, sentì la sua lingua sul suo clitoride, come lo succhiava e lo mordicchiava, e lei poté solo ansimare e gemere di piacere.

 

 

 

Cielo Riveros gemette, si morse le labbra e socchiuse gli occhi "ahhh ahhh ahhh così ahhhhhh ooohhh così così oohh", la ragazza gemette e il suo corpo bruciò mentre tremava, preda di sensazioni e di un formicolio in tutto il corpo.

 

 

 

Il Gobbo si alzò, appoggiandosi alle natiche sode della ragazza e disse: "Preparati, troia, perché sto per infilarti il ​​cazzo dentro, saprai cos'è un uomo". Aprì l'ano della ragazza con le mani, infilò il suo cazzo pulsante nell'ingresso di quel piccolo culetto stretto. Lei respirò profondamente e velocemente, come se cercasse di prepararsi all'inevitabile dolore. Sentì il calore del corpo bollente del maschio. Il vecchio iniziò a infilarle lentamente il cazzo dentro e Cielo Riveros capì di essere persa. Una spinta e il suo pene entrò di qualche millimetro dentro di lei. La seconda spinta, più forte, aveva già guadagnato un paio di centimetri. Respirò profondamente.

 

 

 

Sentì l'ano verginale della ragazza opporre resistenza e, aiutato dalla lubrificazione dell'ano, superò quella resistenza finché non infilò metà di quel grosso e spesso cazzo e lì rimase immobile per un po', godendosi le deliziose contrazioni che l'ano punito della ragazza produceva prima dell'assalto di quell'intruso.

 

 

 

"Basta ahhhhh ahhhhh per favoreeee aaahhhhhhh bastaaaa" disse la ragazza infilzata, sentiva come se il suo culo si stesse aprendo e mentre quel potente cazzo entrava in lei centimetro per centimetro le sue lacrime erano più abbondanti "Che culetto stretto che hai, troia" disse il vecchio facendo del suo meglio per penetrarla completamente, vincendo la resistenza dell'ano chiuso della ragazza fino a infilzarla completamente. La povera Cielo Riveros sentì come se la stesse rompendo perché era troppo grossa, i suoi enormi testicoli pelosi le colpirono le natiche e lei urlò di dolore, i suoi occhi si dilatarono come se fosse sorpresa. La ragazza sentì come se quel cazzo la stesse riempiendo completamente, spalancò gli occhi, le sue mani si serrarono "No, per favore toglilo, fa così male, non continuare ayyyyy, mi fa male, ayyy, fa male, ayyy" si potevano sentire le urla della ragazza.

 

 

 

Il vecchio, ignorandola, si sdraiò sopra di lei e iniziò a scoparla come un pazzo. Le sue spinte erano veloci e potenti, facendo vibrare il corpo della studentessa a ogni spinta. La ragazza aveva a malapena la forza di resistere. "No, ti prego, no, ti prego, non ce la faccio più", sussurrò.

 

 

 

"Che culetto stretto che hai, troia" disse il Gobbo, il culetto chiuso di Cielo Riveros si adattò a poco a poco all'enorme cazzo che la stava violentando e il dolore cedette lentamente il passo al piacere, la studentessa sentì il cazzo del vecchio scivolare perfettamente nel suo ano provocandole un piacere indescrivibile mai provato prima, la stavano colpendo forte, sentiva le palle del vecchio entrare e uscire e il rumore del suo culo ad ogni spinta ploc ploc ploc, sentiva come se la stessero facendo impazzire, non ne poteva più, "ahhh ahhhh ahhhhhh, ahhhhh ahhhhhhhhhhh oooohhh ooohhhhh" gemeva ad ogni spinta del vecchio mentre sentiva le pareti del suo ano sfregate da quel pezzo di carne, il suo respiro era rapido e il suo corpo giovanile tremava mentre il Cojo la scopava come una pazza.

 

 

 

Non urlava più, ansimava solo di piacere, gemeva sempre di più ogni volta che il vecchio la trafiggeva senza pietà, ogni volta più a fondo la scopava forte, rudemente, folle per la sensazione del momento, gli spiedi facevano vibrare i grossi glutei della ragazza, era completamente abbandonata al Gobbo senza alcuna volontà di resistere il grosso cazzo entrava e usciva trafiggendola senza esitazione le palle del vecchio facevano rumore contro il suo culo a ogni spinta, lui metteva il suo cazzo dentro e fuori strappando urla di piacere alla studentessa mentre sentiva le pareti del suo culo mentre quel grosso cazzo si strofinava contro di lei, tremava il suo corpo traboccava di piacere.

 

 

 

Il vecchio la insultò, disse "puttana, troia, non mi prendi più in giro, ora mi adori, troia provocatrice", questo lo eccitava ancora di più, si stava divertendo come un matto, vederla sottomessa e scopata era qualcosa di incredibile, la guardava con una faccia completamente sfigurata, la faccia di un pervertito sessuale, e ogni volta, le sue spinte erano più selvagge, più forti, mentre urlava che era una troia, sentire ciò eccitava la ragazza in modo incredibile, nessuno l'aveva mai trattata così e lei iniziò a sospirare, godendosi la selvaggia scopata anale a cui era sottoposta, chiuse gli occhi, stringendo i denti e mordendosi le labbra, si godeva la situazione, il vecchio continuava a dirle "puttana, urla più forte quanto mi ecciti, piccola troia, come il tuo culo mi mangia il cazzo" completamente fuori di sé.

 

 

 

 

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"Aaaaaaahhhhhhhhhh aaahhhhhhhhhhhhhh uyyyyyyyyyyyyyy" gemette la ragazza svenendo di piacere il bidello continuò a spingere dentro di lei con forza la colpì così forte che quando colpì i suoi grossi glutei fece un sacco di rumore, era bagnata fradicia, la penetrò così forte che ebbe un orgasmo intenso Cielo Riveros inarcò la schiena e mosse i suoi grossi glutei desiderando che il cazzo del vecchio la penetrasse più a fondo l'espressione sul suo viso era di dolore e piacere allo stesso tempo, un immenso piacere che non aveva mai conosciuto, il cazzo stava producendo orgasmi incontrollabili non riusciva a smettere di gemere e contorcersi, gli orgasmi si susseguivano uno dopo l'altro nel suo corpo improvvisamente un orgasmo travolgente, il più grande della sua vita, la assalì in quel momento e urlò come se fosse posseduta dal diavolo, "aaaaahhhhh ahhhhhhhhh così Ahhhh papà, che ridicolo, ahhhhhh, mendicante, mettilo dentro di me, uyyyyyyyy, più forte, cane, mettilo dentro di me, ahhhhhh. Gli orgasmi la assalivano uno dopo l'altro in modo spietato, erano così intensi e continui che la facevano impazzire, il vecchio infilava e toglieva la verga con tale vigore che ogni sua spinta faceva spingere l'adolescente, il suo corpo si contorceva in una specie di spasmo tanto era il suo piacere, il vecchio si sdraiò sulla schiena e le morse la nuca mentre la scopava, mise le mani sotto il suo corpo afferrandole le piccole tette e cominciò a stringerle e stringerle senza smettere di scoparla, le morse la nuca e il collo senza pietà, Cielo Riveros era così eccitata che non disse nulla, lasciò che accadesse, urlò e si contorse - "aahhh, ahhh, così" e fermò di più il culo desiderando che il cazzo del vecchio la spingesse più a fondo, che scopata stava facendo il vecchio Cielo Riveros l'attaccò brutalmente e selvaggiamente le strinse i seni e i capezzoli e la morse senza pietà sulla nuca e sul collo la ragazza sentì come quel grosso cazzo la riempiva completamente. Il Gobbo le passò circa mezz'ora rompendole il culo finché non sentì che stava venendo, le strinse forte le tette e le morse forte il collo, il viso della ragazza era totalmente sfigurato, con gli occhi del vecchio sbuffava e venne a torrenti che le inondarono tutto il culo, bagnandole i glutei e le gambe della ragazza "aaarrrggggghhhhhh il vecchio gemette mentre veniva, anche Cielo Riveros ebbe un immenso orgasmo nello stesso momento che si manifestò attraverso urla e gemiti rauchi mentre il suo corpo era preda di spasmi di piacere e lussuria" aaahhhhh papàyyy come quel mendicante uyyyyyyyyyyyyy aaahhhhhhhh l'orgasmo della ragazza fu infinito, il vecchio le riempì il tenero culo di abbondante latte caldo, la ragazza sentì nel suo culo per la prima volta lo sperma caldo e appiccicoso che colpiva e impregnava le pareti del suo culo e a poco a poco lo riempiva di il suo flusso caldo. Il vecchio rimase sopra la ragazza completamente esausto per la tremenda scopata, poi lo zoppo Juan estrae il suo membro ancora duro dal culo della ragazza e si alza, Cielo Riveros che ancora respira pesantemente lo vede senza capire dove sta andando, il vecchio va alla piccola lampada e poi spegne la debole lampada da tavolo lasciando la stanza completamente buia non si vedeva niente era buio totale e lui tornò sul letto per continuare a scopare la statuaria studentessa in quell'oscurità regnante dove si potevano sentire solo gli insulti del vecchio e i gemiti di piacere della ragazza. La studentessa perse la cognizione del tempo, il momento era proprio quello di ricevere le spinte del Cojo nel suo ano non più vergine e di sentire il grosso cazzo caldo del bidello che la faceva sentire donna per la prima volta a 18 anni compiuti da poco, il vecchio sembrava sul punto di avere un infarto per quanto era agitato e per lo sforzo extra che stava facendo per colpire con forza quel paio di grossi culi e il tesoro che nascondevano, la stava scopando fino a essere esausto dal piacere. Cielo Riveros era completamente stanca, poiché tutta la stanza era buia, non sapeva quanto tempo fosse passato da quando era arrivata, era lì completamente senza energie con il Gobbo sopra di lei che sentiva il suo respiro sulla guancia, completamente soddisfatta e umiliata e irritata. Nella sua debolezza, rifletteva su cosa fosse successo mentre il piacere svaniva, cosa ci facesse lì, in quella stanza orribile, accanto a un vecchio disgustoso, quel vecchio che l'aveva goduta a suo piacimento, che l'aveva umiliata al livello di una sporca prostituta, e pianse in silenzio per quello che era successo. All'improvviso sentì la luce riaccesa, e le sue pupille si chiusero di fronte alla luce improvvisa. Il vecchio deforme sudava molto per lo sforzo compiuto. Poi il gobbo scese dalla ragazza facendole sentire freddo nel suo buchetto, senza dubbio l'aveva aperto in due, lei allora mise una mano verso il suo ano non più vergine e lo sentì tutto pieno del liquido seminale dell'uomo zoppo e girandosi a guardarlo con quei grandi e bellissimi occhi verdi disse "sei un miserabile bugiardo mi hai detto che non mi avresti penetrata e guarda come mi hai lasciata" poi si alzò e indossò il bikini e iniziò a vestirsi rendendosi conto con disgusto che era tutta appiccicosa per i resti di sperma secco sul viso, sulla schiena, sulle gambe e che puzzava del suo sudore e ovviamente se lui l'avesse scopata e anche a lei fosse piaciuto, questo la faceva sentire in imbarazzo e disgustata di se stessa e mentre indossava la sua uniforme scolastica pensò a come avesse potuto perdere la sua verginità anale con un gobbo di 60 anni che non si lavava. Era impazzita o cosa? Mentre indossava la gonna della scuola, vide il vecchio che la stava osservando sdraiata mentre si vestiva con un sorriso beffardo di soddisfazione e le disse: "È difficile credere che ti ho appena scopato, mi hai lasciato a secco, stronza, hahaha" Cielo Riveros lo guardò mentre finiva di vestirsi e vedere quel sorriso beffardo sul volto del vecchio la rese furiosa e impotente, sentì come se la camicetta della scuola le si fosse appiccicata alla schiena e anche le sue gambe erano appiccicose per tutto quel seme. Quando la studentessa finì di vestirsi chiese al vecchio "dov'è il mio diario?" Il bidello esausto le indicò un armadio e le disse che nel secondo cassetto avrebbe trovato il suo prezioso diario e la chiave del lucchetto così che potesse andarsene tra una grande risata dicendogli che se l'era meritata, si sentiva indignata per la presa in giro dell'uomo deforme e con gli occhi pieni di lacrime voleva ucciderlo per averla fatta sentire peggio della spazzatura. Aprendo la porta della stanzetta la ragazza uscì vedendo che era già calata la notte e che la scuola era deserta, aveva chiuso da circa due ore, andò all'uscita e prese l'autobus per tornare a casa. Quando arrivò andò subito sotto la doccia, trovandosi in uno stato fisico e mentale deplorevole, mentre si lavava non riusciva a smettere di pensare a quello che era successo e anche se contro la sua volontà, in fondo sapeva di aver provato un piacere indescrivibile, quando finì il bagno si sdraiò sul letto e sentì che tutto il suo corpo le faceva male e, colta da una stanchezza opprimente, si addormentò completamente. Il giorno dopo era ancora molto confusa su quanto era successo, non potrei dire che fosse traumatizzata ma la verità è che non riusciva a credere a ciò che aveva fatto, sapendo che quel capitolo della sua vita era finito lo seppellì lentamente nella sua mente e cercò di condurre una vita normale, ma sarebbe rimasto solo quello, un desiderio, poiché in seguito sarebbe stata vittima di ulteriori molestie da parte di uomini desiderosi di godere del suo fascino. La vita di Cielo Riveros ruotava attorno al desiderio, alla lussuria e alla lascivia che involontariamente provocava in uomini di tutte le età che, usando inganni, molestie, ricatti e altri sporchi trucchi, non cessavano nei loro tentativi di portarla a letto per saziare nel suo corpo voluttuoso le perversioni sessuali più basse, sporche, sudice e aberranti. Lunedì, la ragazza arrivò al suo liceo scendendo dall'autobus che l'aveva lasciata davanti alla scuola, vide tutto il rumore che si era formato da tutti gli studenti che arrivavano al liceo e da quelli che uscivano dalle loro lezioni mattutine, e si voltò sperando di vedere qualcuno di familiare, quando incontrò lo sguardo di Claudia che era la sua migliore amica che, come Cielo Riveros, aveva anche lei la sua cosa ma a differenza di Cielo Riveros questa ragazza era totalmente disinibita. Claudia aveva un sedere rotondo che sembrava modellato da uno scultore, una vita da vespa, un paio di seni non grandi come quelli di Cielo Riveros ma gradevoli all'occhio maschile, il suo viso era il tipico biondo perfetto e altezzoso che sapeva di essere bella e superiore, il suo visino malizioso con uno sguardo sensuale e i capelli biondi ondulati, facevano sciogliere chi la conosceva. Come abbiamo detto, Claudia era una ragazza totalmente disinibita. Le piaceva divertirsi con qualsiasi ragazzo le piacesse. Si lasciava baciare e palpare. I suoi baci e il suo corpo erano già sotto il controllo dei suoi compagni di scuola, degli amici dei suoi fratelli, dei vicini, ecc. Da un anno a questa parte, aveva sviluppato un certo gusto per tutto ciò che aveva a che fare con i ragazzi. Nel frattempo, la nostra Cielo Riveros dormiva a faccia in giù nella sua camera da letto quando, nel sonno, sentì qualcuno tirarle il braccio e dirle: "Svegliati, pigrona, preparati, stiamo per partire". –-Hee heee queee coomoo disse la ragazza strofinandosi gli occhi assonnata Lupe osservò Claudia, che indossava un abito scuro senza spalline che le fasciava il corpo fino a metà coscia, con una gonna corta e svasata, una scollatura generosa che lasciava intravedere il seno rotondo e scarpe con i tacchi alti che mettevano ancora più in risalto il suo sedere rotondo. –-Preparati, ti aspetto fuori-- disse Clau che, uscendo, incontrò la madre della ragazza, –-Mi scusi, signora, disse, non si preoccupi, figlia, rispose la signora. –Figlia, preparati, esci con la tua amica per andare alla fiera. I suoi genitori sono venuti a chiedere il permesso e mi hanno convinta dicendomi che si assumeranno le loro responsabilità, che sei giovane, che adempi ai tuoi doveri e che hai il diritto di divertirti in modo sano. –-Ora... ora... dai, preparati, i signori ti stanno già aspettando per portarti alla fiera- Tirò fuori subito un barattolo di crema e, spalmandola sulle mani, iniziò a passarla lentamente e delicatamente sulla sua pelle morbida e sottile. Le sue mani percorsero tutta la sua anatomia, lasciando quella pelle giovane e fresca, morbida e liscia come quella di un bambino. Poi si chinò sul comodo comò dove teneva la biancheria intima, ed esclamò dentro di sé: -Che bikini dovrei indossare? - e con la mano prese un bikini di pizzo nero molto piccolo e si coprì il bel sedere e la figa vergine, poi portò entrambe le mani ai glutei e notò che il perizoma scompariva nel suo sedere prominente, e si infilò un ombelico lasciando in aria il suo addome snello, le spalle incrociate da due sottili spalline e una scollatura profonda che lasciava in aria due terzi di quei seni bellissimi e succhiabili, che più che una camicetta era quasi un top. Sorrise tra sé e sé, vedendo nel riflesso dello specchio come il suo bel seno sodo fosse sistemato nella camicetta. La ragazza aveva un seno così bello che poteva tranquillamente camminare senza reggiseno, perché rimaneva dritto senza che la gravità lo influenzasse, nonostante il suo volume. Continuando con il suo abbigliamento, indossò una minigonna bianca, una di quelle ampie e svolazzanti, all'altezza dei fianchi, un quarto di spanna sopra il ginocchio, dove si modellava squisitamente sul suo sedere rotondo e copriva solo il minimo; per completare tutto questo outfit sexy, indossò i suoi stivali neri lucidi con i tacchi alti fino al ginocchio, che rendevano la sua figura tremendamente sexy. La ragazza era spettacolare, con quelle gambe splendidamente tornite, prive di cellulite e in tutto il loro splendore, che, abbinate alla minigonna corta e agli stivali alti fino al ginocchio, mettevano ancora più in risalto quelle splendide gambe. Quel sedere rotondo e sodo era coperto da quella minigonna corta, che, proprio per la sua brevità, metteva in risalto i suoi glutei rotondi, sollevando ancora di più la minigonna già corta, rendendo quel sedere monumentale qualcosa di irresistibile da vedere. Il suo addome piatto, senza un solo grammo di grasso, che lasciava scoperta la sua vita sottile e l'ombelico sexy, la sua scollatura in quella piccola e attillata camicetta bianca in lycra elastica che faceva sembrare i suoi seni perfetti e sodi come se stessero per uscire dalla loro costrizione, il capezzolo messo in risalto dalla strettezza della camicetta, il suo viso bellissimo e angelico da ragazza con quei grandi e bellissimi occhi verdi e i suoi capelli lisci sciolti sulle spalle. Davvero, mio caro lettore, era un monumento di bambina vestita così, con la sua uniforme da scolaretta, era spettacolare. Immaginatela così, con abiti nuovi e sexy, mentre esce a fare una passeggiata. La nostra Cielo Riveros sembrava proprio perfetta per andare a letto, appetitosa, succulenta. –-Pronti, possiamo andare, buon pomeriggio, signora Esperanza e signor Emilio- disse Cielo Riveros ai genitori di Claudia, stringendo loro la mano. "Ci vediamo dopo, signora. Riporteremo sua figlia domani", si salutarono tutte e si diressero verso l'auto del padre di Claudia, salirono e si diressero verso la fiera. "Okay, ragazze, non possiamo andare oltre. È troppo affollato di gente e macchine. Se andiamo oltre, rimarremo bloccate. Potete andare a piedi da qui alla fiera." Il padre di Claudia disse alle bambine che dovevano scendere dall'auto e camminare fino alla fiera, che sarebbe stata lunga circa 200 metri a causa della grande quantità di persone che andavano nella stessa direzione e di quelle che venivano in quella opposta. -Ok papà un bacio ciao mamma ci vediamo domani un bacio. –-Sì, figlia, prenditi cura di te e di questa bambina che assomiglia a come sua madre ce l'ha affidata. –Sì, arrivederci, Don Emilio, a domani Doña Esperanza, le ragazze si sono salutate, pronte a divertirsi un mondo. Le due studentesse a letto iniziarono a camminare lentamente verso la fiera, tutto il gruppo di maschi si emozionò nel vedere questa coppia di ragazze formose, si persero a guardare la camminata sexy e ritmica di queste due spettacolari femmine, in quel momento soffiò una forte folata di vento che fece sì che la povera Cielo Riveros si tenesse costantemente la minigonna con entrambe le mani per evitare che si alzasse. Quindi la ragazza era molto attenta nei suoi movimenti, con quelle minigonne la studentessa metteva in mostra le sue bellissime gambe ma faceva anche notare la sua sottomissione non avendo libertà di movimento poiché non poteva sedersi in alcun modo, quando camminava stava molto attenta, faceva molta attenzione al suo modo di sedersi e stare in piedi, chinarsi a volte era impossibile a causa della brevità dell'indumento che amava indossare, stava molto attenta nel piegare le gambe, lo faceva con calma e facendo attenzione a non mostrare troppo. La minigonna la condannava ad essere privilegiata o molestata dai maschi e dalle occasionali lesbiche, ricevendo attenzioni speciali ovunque si trovasse, Cielo Riveros era una di quelle ragazze che trasforma, disturba e mette in tensione lo spazio in cui si trova, soprattutto con gli uomini. –-Uff….uff! ….mamacitas….gridarono alcuni uomini già ubriachi per la birra e per lo spettacolo spettacolare che Claudia stava offrendo loro. Le due ragazze ebbero un impatto notevole, soprattutto sulla fauna maschile. Alcuni parlavano al cellulare delle due fanciulle statuarie arrivate alla fiera, alcuni le osservavano di nascosto, mentre altri, più audaci, si mostravano completamente sfacciati nelle loro forme. Erano nel bel mezzo di tutto quando, senza dire una parola, Cielo Riveros sentì da dietro una mano audace infilarsi sotto la mini, afferrarle una natica e stringerla lascivamente, mentre una bocca era vicina al suo orecchio e diceva: –-Mamma, sei così brava a scopare- tutto questo è successo velocemente, in 3 secondi, senza darle il tempo di reagire e dare uno schiaffo al tizio con le mani lunghe perché era scappato. Rimase lì senza parole e indifferente di fronte a tanta audacia, solo per vedere un ragazzo elegante di circa 20 anni avvicinarsi a lui a circa 15 metri di distanza, dove altri come lui erano in piedi, congratulandosi con lui e ridendo come se avesse compiuto un'impresa. "Accidenti, odiatori opportunisti", disse la ragazza, con un'espressione simile a quella di una bambina di 5 anni a cui un altro ragazzo aveva rubato il lecca-lecca. –-Ma cosa ti prende, donna, perché sei così?-, riponendo il telefono nella borsa. "Quei bastardi violenti mi hanno palpeggiato sotto la gonna e mi hanno detto delle sciocchezze", indicò la ragazza, indicando l'uomo sopra menzionato che stava ancora ridendo e festeggiando la sua impresa con la sua band. –E quell'amico che ti ha toccato... e... che, se ti ha detto qualcosa... e... che, non capisci che è questo che vogliono quegli idioti. –No Clau, andiamocene da qui, non voglio più andare alla fiera, amico, ti prego. – Senti tesoro, io e te dobbiamo parlare molto seriamente. Forza, entriamo qui. Ok tesoro, guarda, è ora che ti svegli. Hai 18 anni, non sei più una ragazzina. Guarda quel seno, quel sedere, quelle gambe e quel bel viso. Sei una donna che risveglia passioni e desideri. Quello che ti hanno fatto poco fa è la prova di quanto sei bella agli occhi degli uomini. –-No, tesoro, ora devi crescere, mentre con il palmo della mano dava un colpetto delicato sulla testa a Cielo Riveros, affinché fosse alla pari con il corpo di questa donna. –Quello che hai fatto un attimo fa davanti a quei barboni (Claudia si riferisce alla reazione di Lupe quando è stata palpeggiata) lascialo fare a una bambina di 10 anni che non si rende conto che tutto quello che stai facendo è sembrare ridicola e sciocca. –Ecco perché devi cambiare, per il tuo bene, perché il sesso ti perseguiterà per tutta la vita, non hai scelta e non puoi vederlo come una ragazzina sciocca e spaventata; devi abbracciarlo con gioia e entusiasmo, perché fa parte della nostra natura femminile, non puoi rifiutarlo (mmmm, hai proprio ragione, Claudia). – Così parli, amico. Bene, andiamo, ci aspetta una fiera dove io e te saremo le regine. – E le due ragazze si alzarono, mossero squisitamente i loro sederi e si diressero verso la fiera. Nel frattempo, alla fiera, i due anziani continuavano a chiacchierare allegramente, bevendo bevande alcoliche e osservando le belle ragazze che passavano accanto alle decine in cui erano seduti, perché il maestro Tulio e lo zoppo Juan continuavano a parlare di Cielo Riveros. -Non scherzare Juan, ti sei scopato quella stupida Lupe, non dire stronzate e io volevo fare un'altra sessione con quella gnocca ma non passa più nel mio ufficio dal giorno in cui gli ho fatto succhiare il cazzo e quando mi vede a scuola mi evita, avresti dovuto vedere quanto vorrei infilarle il cazzo dentro, infilarlo in quei culi superbi e guardarti, senza fare tutto quel rumore che l'hai già scopata. –-Se il padrone ha visto che è una stronza a letto, all'inizio non voleva e poi ha gemuto come una puttana quando ha sentito il cazzo nel culo, quel giorno mi ha lasciato completamente asciutto, mi ha fatto venire un'erezione come mai prima nella mia vita ha ha ha ha ha ha. –-Figlio di puttana Juan, complimenti perché hai già mangiato quella squisita colomba in cui tutti noi vorremmo infilare il cazzo. I due vecchi brindarono e continuarono la loro conversazione. "Sei stato un genio, Juan, a restituirle quel maledetto diario. Non capisci che avresti potuto tenere quell'idiota come schiavo per tutto il tempo che avresti voluto?" –Sì, professore, sono stato un idiota, me ne sono pentito dopo, ma in quel momento non riuscivo a pensare bene per via della tremenda scopata, ero tutto stordito e senza pensare a cosa sarebbe successo dopo, così gli ho dato quel maledetto diario. –-Ciao professore, quella che mi piace davvero è la tua amica Claudia, quella stronza mi fa impazzire, l'ho vista quando si divertiva con l'insegnante di educazione fisica nel laboratorio di chimica, è quasi una puttana professionista, guarda come fa dei pompini così belli che mi è venuta voglia di entrare e infilare il cazzo in quella piccola puttana in quel preciso istante. –-È una potenziale prostituta. Ho fatto sesso con lei l'anno scorso, quando aveva problemi con tre materie e stava per essere espulsa da scuola, ma non sono stata stupida come te. Juan, per ogni materia che ho manipolato per far sembrare che sarei stata promossa, le ho detto che doveva darmi due sculacciate. -Ah ah ah, complimenti professore per quella piccola puttana che ti stava facendo il culo. Le due ragazze arrivarono finalmente alla biglietteria vedendo che c'era una fila enorme di persone lunga circa 40 metri per entrare nel luna park e non lasciavano loro altra scelta che mettersi in fila, ma la folla era così forte che era difficile camminare fino alla biglietteria, la fila si muoveva molto lentamente tra spinte e spintoni. Claudia si mosse in avanti, con Lupe incastrata dietro di lei che si teneva per la vita per non separarsi e perdersi, molto presto gli uomini notarono il succulento sedere della studentessa totalmente indifeso e in balia di chiunque si facesse furbo con la scusa della congestione umana e di avere la festa della vita e peggio ancora poiché stava già facendo buio, c'era un lungo tratto di fila che passava attraverso una zona completamente buia, come la bocca di un lupo e solo quando arrivarono alla biglietteria il panorama si illuminò. I maschi più audaci non persero tempo e premettero le loro erezioni contro le natiche scoperte di Cielo Riveros, perché Claudia camminava davanti a tutti, lasciando la studentessa angosciata dietro di sé, in balia dei degenerati che si stavano divertendo un mondo con quei due. Finalmente, dopo molte spinte, le ragazze arrivarono a un chiosco dove vendevano cocktail e birra in bicchieri usa e getta. "Buonasera", disse Claudia quando arrivò al bancone, rivolgendo un mezzo sorriso civettuolo al primo dei baristi, innervosendolo quando si trovò di fronte due ragazze statuarie, che standogli davanti potevano apprezzare le ampie scollature dei loro vestiti, lasciando i due seni rotondi a un metro da dove si trovava lui, dall'altra parte del bancone. I suoi occhi danzavano da una parte all'altra, da un lato non voleva che il suo sguardo si riflettesse troppo su quelle due paia di seni rotondi, ma era impossibile non perdersi in quelle scollature, che sembravano lottare per non permettere alle due paia di seni succhiabili delle ragazze di sfuggire al loro dominio. –-Buu buu eenaass noo noo chee cheess see see ñoo ri ri taass, balbettò il barista, che era un ragazzo con qualche chilo di troppo, con lenti di ingrandimento e non molto esperto in questioni di belle ragazze. Claudia non riuscì a trattenere una risatina divertente mentre si girava verso Lupe e si portava una mano alla bocca per soffocare le risate quando vide il barista così nervoso e rosso in faccia. –-Non ridere Clau, non vedi che il ragazzo ha capito e lo stai rendendo ancora più nervoso, sta lavorando, non ridere ora, Cielo Riveros è sempre così solidale con le persone deboli. Lupe, essendo una ragazza che non era né beffarda né cattiva, disse al ragazzo, che aveva un'espressione come se dicesse ingoiami la terra, - per favore dacci due cole –-Sì, se ridi e chiedi il permesso. E il barista impacciato si rivolse al suo compagno che era ancora accovacciato e stava rompendo il ghiaccio e disse: "Ehi, dammi del ghiaccio in questi bicchieri." –-Porca miseria, ciccione, non puoi aspettare che metta tutto a pezzetti nella ghiacciaia? risposi, tutto scontroso per il duro lavoro che stavo facendo. L'uomo grasso non gli rispose, fece solo dei segni con il viso, indicando le ragazze con le sopracciglia. Si alzò dalla sua posizione accovacciata, continuando a sgretolare il ghiaccio, e la prima cosa che vide fu il viso angelico e bellissimo di Cielo Riveros, con quei grandi occhi verdi. Poi notò il seno ben formato e rotondo della ragazza, soffermando lo sguardo per circa 5 o 6 secondi su quei due seni meravigliosi e sodi. "Cosa state facendo, ragazze così carine, così sole in questa fiera?" chiese il secondo barista alle due ragazze. "Camminare", disse Claudia, "o cosa? Non possiamo? Abbiamo già 18 anni e possiamo fare quello che vogliamo, giusto?" E poi gli chiese, sorridendogli in modo sensuale: "Sono pronti i nostri drink?" –- Bevande? disse il ragazzo –- oh sì, bibite gassate… sbrigatevi, sono pieno di bevande per signore. –Ecco i vostri rinfreschi, belle ragazze. Non preoccupatevi, non è niente, la casa è offerta da noi. È un onore per noi che veniate a trovarci e compriate qualcosa. "Grazie, grazie", dissero le due ragazze e con il loro passo cadenzato si inoltrarono nel trambusto della fiera bevendo le loro bibite analcoliche. Nel frattempo, in un'altra parte della fiera, non lontano da dove si trovavano le ragazze ricche, si udiva la voce ubriaca dello zoppo Juan. –-Ma che asino… che bel asino, mamma!!, disse ad alcuni adolescenti che avevano avuto la sfortuna di passare vicino a dove si trovava il degenerato, che passeggiava con il maestro Tulio guardando la folla di ragazze alla fiera. Le ragazze, in risposta al complimento volgare e volgare, gli lanciarono un'occhiata mista a paura, disgusto e disprezzo, accelerando il passo per allontanarsi dalla coppia di vecchi pervertiti. Riuscirono a sentire una di loro gridare allo zoppo Juan: "Vecchio porco, gobbo, schifoso!", facendo ridere i due vecchi pervertiti. –- Miserabile Juan, che puttana sei con quegli idioti, mi accontento solo di vederli e rifarmi gli occhi, queste belle studentesse sono ben oltre la nostra portata. – Sì, Maestro, lo so, ma cosa importa se ti dico quanto sono deliziosi quando so anche che queste pulci non salteranno sul nostro tappeto? Siamo troppo vecchi per queste bellezze. Nel frattempo, le ragazze laggiù... "Quanto è meravigliosa l'atmosfera! Vedi, sciocco? E tu non volevi venire, usando tua madre come scusa, perché ti saresti perso quello che ti saresti perso." Cielo Riveros pensò tra sé e sé: "Cosa mi perderò? Prima di tutto, le palpeggiate che ho ricevuto in coda, e per finire, lo spettacolo che abbiamo regalato ai facchini sul ponte. Se avessi saputo che sarebbe successo tutto questo, avrei fatto meglio a restare a casa". (E c'è ancora molto da scoprire, tesoro, perché non è tutto). –Ehi, cosa c'è che non va? Perché stai zitto? –No, è solo che pensavo avessi ragione, amico mio, siamo qui ora, divertiamoci, che diavolo, si è giovani una volta sola. "Esatto, tesoro! Era ora che ti svegliassi da quella torpore da suora che era un ostacolo nella tua vita. Senti, lasciami andare in bagno, sono pronta. Aspettami là dove stanno montando il toro meccanico, torno tra circa 10 minuti." –-Ok Clau, ti aspetto lì, non tardare. Nel frattempo, il Gobbo e il professore arrivarono a uno dei numerosi stand dove vendevano birra e preparavano liquori; mentre il professor Tulio aspettava in fila per pagare alla cassa, lo zoppo Juan prese un sorso di birra e osservò il trambusto della folla di persone di tutte le età che andavano e venivano. Quando all'improvviso la vide e gli occhi del degenerato si spalancarono per la sorpresa, rimase lì come assorto a vederla a circa 15 metri da lui, Cielo Riveros camminava con la testa bassa come se guardasse a terra, questo perché gli uomini che incontrava le dicevano oscenità e mezzo e lei cercava di fare orecchie da mercante a tutte le sciocchezze che le dicevano, alcuni si avvicinavano così tanto al suo viso che sembrava che volessero baciarla, ma no, era solo per dirle complimenti maliziosi vicino al suo orecchio. Lo zoppo si portò entrambe le mani agli occhi e, come se non potesse credere a ciò che vedeva, se li strofinò con le mani, poi volse lo sguardo verso dove camminava Cielo Riveros, che, con andatura ritmica, muoveva le sue superbe natiche e il vecchio, già eccitato, pensò: "Deve essere lei, conosco quei culi grossi, deve essere lei", continuava a ripetersi. Mai, nemmeno nei suoi sogni più sfrenati, avrebbe immaginato di vederla lì alla fiera e, a quanto pare, per sua fortuna, pensava che fosse sola. Il vecchio sentiva che la fortuna era dalla sua parte quel giorno. Il vecchio reagì quando il professor Tulio lo distolse dai suoi pensieri dicendo: Che succede, Juan? –-Ufffff… uffffffffff .. ma… ma… maestra, non crederai a chi ho appena visto accadere e tutto solo. –-Lascia che Juan la lasci andare, non farle venire un infarto. –-A… Cielo Riveros… insegnante, la vidi camminare da sola dirigendosi lì, indicando con la mano la direzione, Lentamente un carro cominciò a muoversi e come se il vecchio stesse avendo una visione celeste finalmente la localizzò, la giovane ragazza stava pagando un venditore di fragole con panna, i suoi bellissimi occhi guardavano con gioia il delizioso dessert che aveva comprato, il vecchio le lesse le labbra quando ringraziò il venditore e gli rivolse un sorriso con quelle labbra carnose e lentamente si diresse con il suo ricco e ritmico movimento dei glutei verso dove si trovava il toro meccanico, il luogo dove aveva concordato di incontrare Claudia che era andata in bagno. Il vecchio Tulio era affascinato da quel gran culo che, quando il suo padrone si ritirava, lo muoveva in modo molto provocante, come se incitasse i maschi a toccarlo, con quella perfetta rotondità della coda, facendo perdere la testa a più di una ragazza, compreso il vecchio Tulio. –-Avevi ragione… Ho visto la piccola troia, amico, quello che hai visto tu non era una visione, e non scherzare con me, è più eccitante, quella dannata cosa… Sono d’accordo con quello che mi hai detto, che l’hai scopata, e vedendola oggi vestita con quei pochi vestiti che quasi le mostravano il sedere e le tette, mi è venuta voglia di infilarle il cazzo dentro fino alle orecchie, ma quando l’ho quasi raggiunta, è scomparsa dalla vista e sono sopraffatto dall’eccitazione, Juan. – Calma... calmati, professore, cercheremo quella tipa per tutta la fiera e la troveremo, anche se fosse l'ultima cosa che faremo. –-Ciao Juan, ora prendiamo questa birra e andiamo a cercarla sotto le rocce. Cielo Riveros aspettò Claudia, con la sensazione che ci avesse già messo più di 10 minuti. Finì di mangiare le sue fragole con panna e, guardandosi intorno, cercò un cestino per la spazzatura dove mettere la scatola e alcuni tovaglioli che aveva usato. Con una mano sul mento, la ragazza pensò: "Beh, dove sono i bidoni della spazzatura?". Grazie alla sua meticolosa pulizia e cortesia, non poteva lasciare la spazzatura per terra. Si avvicinò a una donna che aveva un carretto di dolciumi e le chiese dove fossero i bidoni. –-Là, ragazza, dove ci sono quelle impalcature smantellate, la signora ti sta indicando, c'è un marciapiede e a circa 30 metri di distanza c'è un deposito generale. "Grazie, signora, molto gentile." E la ragazza ignara si diresse lì, notando, mentre entrava nell'area di cui la signora le aveva parlato, che il posto era quasi buio e che non passava quasi nessuno. Lungo il percorso, notò diversi camper appartenenti ai dipendenti della fiera parcheggiati in giro per l'area. I suoi bellissimi occhi verdi si abituarono lentamente all'oscurità, vedendo che non aveva altra scelta che aspettare, appoggiò le braccia alla struttura, appoggiò il corpo ad angolo retto e la testa sulle mani, sollevò una gamba su una pietra che si trovava sul pavimento, facendo sì che la mini si sollevasse un po', rivelando quelle gambe tornite un po' più in alto, poi mentre appoggiava la testa e le spalle, inarcò la schiena, facendo risaltare ancora di più quel grosso sedere, evidenziando ancora di più la curvatura dei suoi glutei sodi e rotondi, il che la rendeva molto desiderabile. Tutto questo, sicura perché pensava che nessuno la vedesse in quel luogo solitario, ma si sbagliava. 4 paia di occhi, ormai abituati all'oscurità dietro di lei, a circa 8 metri di distanza, nella parte ancora più buia, nascosti, la guardavano attentamente, quasi senza battere ciglio, con lussuria e desiderio. La ragazza si alzò improvvisamente dalla sua posizione allungando le braccia verso l'alto e sbadigliando, si voltò a guardare dietro di sé, lanciando un urlo di terrore quando vide 4 vecchi disgustosi e cenciosi molto vicini a lei, a solo un metro di distanza, tutti con un'età media non inferiore ai 58 anni, panciuti, rugosi e tutti cenciosi e sporchi come denominatore comune, la ragazza fece qualche passo indietro allertata dalla presenza dei quattro vecchi. –-Oh mio Dio, che spavento mi avete appena fatto, non vi ho sentito avvicinarvi- disse la ragazza ai vecchi che erano affascinati da quel paio di glutei degni di una gara e guardavano con lussuria mentre il bikini sexy della ragazza veniva rivelato. Questi anziani indossavano una specie di tuta di jeans con i pantaloni in fondo e solo le spalline in alto. Questi signori erano meccanici incaricati di allestire i giochi della fiera e, quando tutto funzionava a dovere, andavano in giro per la fiera a bere quantità industriali di birra. Tutto l'opposto di Cielo Riveros, che era una bambina dall'aspetto pulito, fine, delicato, giovane e molto bella, senza il minimo accenno di volgarità, oltre ad essere nobile e piena di buoni sentimenti, emanava sempre un gradevole odore di pulito ordinato. A Lupe quegli uomini apparivano disgustosi, ma non lasciava trasparire il suo rifiuto verso i vecchi, nascondeva il disgusto che le provocavano, il vecchio non rispondeva alla ragazza, era estasiato nel vedere il corpo splendido e giovanile della studentessa, la scrutava da cima a fondo con lo sguardo e non nascondeva la sua morbosità, fermando lo sguardo sulla scollatura del suo petto dove erano oscenamente esposti i seni palpabili che sembravano traboccare dalla generosa scollatura, sodi, rotondi come limoni e con capezzoli delicati che erano chiaramente segnati sul tessuto sottile della camicetta, e le lunghe gambe della ragazza che sporgevano da sotto la minigonna corta, Lupe si era girata e si trovava di fronte a loro. E dopo un silenzio che alla studentessa sembrò eterno, il vecchio finalmente parlò con voce ubriaca e le disse. –Cosa ci fa una ragazza così carina qui tutta sola? Cercando di controllare il disagio per gli sguardi sfacciati, disse: – Mi scusi signore, sto aspettando il mio compagno che è andato in bagno. La ragazza, cercando di non mostrare il suo crescente nervosismo, afferrò i suoi capelli lisci e setosi che le ricadevano da un lato, coprendo in modo permanente e molto sensuale uno dei suoi bellissimi occhi verdi, e li tirò su, solo per vederli ricadere per un attimo sull'occhio sinistro. La sua voce suonava dolce e innocente agli anziani, e ciò che piaceva al vecchio era quel trattamento "tu", un segno inequivocabile di timore e rispetto. Senza dubbio, le cose stavano andando nella giusta direzione. Don Pedro notò che la studentessa aveva quel viso angelico e bello di una ragazza innocente, dato che il suo viso non era ancora stato adornato, ma il suo corpo mostrava gli attributi e le curve di una donna lussureggiante e pensò: guarda di che deliziosa signorina mi sono innamorato. Il vecchio, prendendo la situazione con calma, prese la lattina di birra che teneva in mano, ne bevve un sorso e gettò la lattina vuota a terra, emettendo un disgustoso rutto e portandosi la camicia sporca alla bocca per pulirla. Cielo Riveros fece un grande sforzo per reprimere la nausea del disgusto che la assaliva: tutto era troppo disgustoso per i suoi modi puliti e ordinati. Poi il vecchio, aprendo un'altra lattina, le chiese: "Come ti chiami, cara?" –-Tosse...tosse...Lupe signore... Cielo Riveros, la ragazza tossì cercando di reprimere i conati di disgusto che le venivano in mente. –-Uumm, bel nome per una bambina così carina, sono Pedro Ventura, mamma. Sentì che l'atmosfera si faceva sempre più pesante e, volendo salutare e andarsene da lì, disse al vecchio. –Bene, Don Pedro, è stato un piacere conoscerti. Devo andare a trovare il mio amico. Ma il vecchio non era disposto a lasciarla andare così. Con la sua vasta esperienza con le donne, aveva già individuato in Lupe una ragazzina ingenua e innocente, una preda che non avrebbe lasciato scappare così, soprattutto perché non toccava una donna da mesi. Questo perché era un vecchio brutto, disgustoso e molto arrogante, e tutte le ragazze lo rifiutavano. -Non ricevo questi pompini tutti i giorni, devo portarla lì e infilare il mio cazzo in questa troia, è così sexy, pensò il vecchio. E mentre la ragazza si girava per prendere la borsa e andarsene, il vecchio mosse il suo corpo unto, bloccando il cammino della ragazza e dicendole: – Perché vai, tesoro? La notte è giovane e possiamo divertirci un mondo. Conosco un posto da cui si può ammirare una vista spettacolare della città, proprio dietro i campeggiatori. Se vuoi, andiamo a vedere di persona, mia regina. Sotto lo sguardo morboso di Don Pedro, che non distoglieva lo sguardo dalle curve di quel corpo palpabile che a questo punto sentiva infiammarlo di desiderio, si trattenne solo perché voleva andare sul sicuro, portare la studentessa in un luogo più remoto e solitario e fare le sue cose. La vide aspettare con ansia la sua risposta e come la brezza notturna le scompigliava i capelli, rendendola più sensuale. –E allora, mia regina? Andiamo dove ti ho detto? Vedrai quanto è bella la città. Notò chiaramente come il vecchio si sforzasse di mantenere la calma, spogliandola con lo sguardo, e ebbe la sensazione che quel degenerato la stesse palpeggiando con gli occhi. –-Non credo, signore, la mia amica verrà presto a prendermi e se non mi trova mi cercherà con la polizia. Lei gli disse che era nervosa e che si aspettava una reazione violenta da parte del vecchio, ma no, per fortuna non accadde nulla, le disse il vecchio. –-Ok regina, se non vuoi, no, ma almeno brinda con noi e vattene, non ci disprezzerai!-- il vecchio le porse una lattina di birra. –-Ehi, Don Pedro, mi dispiace per te… ma… io non bevo. –-Ok disse il vecchio, nessun problema, ho già visto che non vuoi, non insisterò più, mia regina. -Bene, Don Pedro, ora me ne vado. Grazie mille per tutto. – Ma perché insisti ad andartene, mamacita? Non puoi essere così maleducata. Ci siamo comportati bene con te, disse il vecchio con un'espressione molto seria e un tono intimidatorio, come se stesse rimproverando la statuaria giovane donna. Il degenerato provava un desiderio immenso, che a stento riusciva a contenere, di assaporare la carne esuberante dell'adolescente, di succhiare quei seni turgidi così giovani, di baciare quelle labbra spesse e deliziose, di accarezzare quelle cosce e il sedere perfetto e rotondo della fanciulla. Si sentì come se il vecchio le stesse facendo una radiografia, come se quel maiale la stesse immaginando già nuda, il che le fece arrossire un po' la faccia per la vergogna e dovette abbassare lo sguardo per l'imbarazzo. Il vecchio, vedendo senza vergogna e morbosamente i suoi seni rotondi, disse autorevolmente –Non ci credo, mamma, devi restare con noi finché non finiamo la birra. Lei, rassegnata, accettò e non pensò ad altro che che questi vecchi finissero la birra e io me ne andassi da questo posto solitario e orribile, la colpa è mia, che mi ha detto di venire qui, se Claudia mi ha detto di aspettarla lì al toro. E volgendo di nuovo lo sguardo verso la pista da ballo, osservavo con gioia le coppie che ballavano animatamente, dimenticando per un attimo la loro situazione precaria, voltandosi e dando le spalle ai vecchi, che ammiravano i loro glutei rotondi e sodi e come il bikini di pizzo nero, sensuale e molto femminile, aderente perfettamente a quei glutei sporgenti e potenti, risaltasse sul tessuto sottile della minigonna bianca. Tutto era straordinariamente chiaro, il suo posteriore ben formato era un vero invito al peccato, i vecchi fissavano con insistente lascivia i suoi glutei enormi e deliziosi. In quel momento sentì la voce ubriaca del vecchio che gli diceva: "--Mamma, vieni qui, perché non balliamo?" suggerì Don Pedro con aria di parte e con un'espressione eccitata. "Cos'è successo, mia regina? È solo una danza, niente di più", disse bruscamente, incalzandola. "Senti, bambola, sono stato tollerante con te, ma la mia pazienza ha un limite, e non vuoi incontrarmi quando sono arrabbiato." "--Va bene, Don Pedro, ballerò con te", disse la ragazza, tutta tesa, con la faccia rivolta verso il basso, in piedi lì in attesa che il vecchio prendesse l'iniziativa. Il volto dell'orribile vecchio non nascondeva il turbine di desideri peccaminosi che ribollivano nella sua mente: he he he he vedrai, colomba, quanto ci divertiremo. Il vecchio, incapace di aspettare oltre per sentire quel corpo mozzafiato, prese le mani della ragazza e le posò sulle sue spalle, mentre dirigeva le sue mani verso la vita nuda, ariosa e sexy della studentessa; mentre posava i suoi palmi sporchi e ruvidi sulla morbida pelle della ragazza, sentì quanto fosse piccola e perfetta quella parte del suo corpo; il tocco delle sue mani direttamente sulla pelle liscia e nuda della ragazza provocò il caos nel degenerato, eccitandolo ancora di più; poteva vedere la morbidezza e la levigatezza della sua pelle giovanile, tipica solo di una ragazza. La tirò bruscamente contro il suo corpo, premendola contro di sé. La ragazza era un fascio di nervi. La deliziosa vicinanza della ragazza ebbe un effetto immediato su di lui e il suo pene cominciò a sollevarsi. Lei, con disgusto, cominciò a sentire quel membro duro e caldo tra le sue gambe e così, attaccati insieme come se fossero due amanti, cominciarono a ballare dolcemente al ritmo delle lente ballate che venivano suonate dalla zona del toro meccanico. Il vecchio, che continuava a fissare i suoi seni rotondi perché erano così vicini, glielo chiese per prudenza, perché la ragazza sembrava minorenne e non voleva avere altri guai con la legge. –E quanti anni hai? Mamma. "-18 signore," rispose con voce tremante, perché il vecchio la respingeva apertamente con il suo pene eretto nel suo inguine. La bella adolescente si sentiva molto a disagio a causa delle spinte sfacciate del vecchio sul suo cavallo con quel cazzo duro, non sapeva cosa fare o come comportarsi in una situazione così imbarazzante, con crescente timidezza cercava di fingere di non aver notato l'azione violenta del vecchio. A volte il vecchio la stringeva più forte a sé, desiderando che quelle sensazioni inebrianti che lo stavano facendo impazzire non finissero mai. La sua voce divenne tremante e rauca, ed era evidente che riusciva a malapena a contenere l'emozione. –-Sei così sexy, mamma, sei un sogno irraggiungibile, sono sicuro che il cazzo di tutti gli uomini si indurisce solo a guardarti,- le disse, mentre le leccava disgustosamente la guancia. La ragazza rispose con una smorfia di disgusto e supplicò. –-Per favore… Don Pedro, mi stai soffocando, per favore… non stringermi così forte- ma il vecchio, lungi dal prestarle attenzione, la strinse più forte a sé mentre accarezzava la vita corta di Cielo Riveros con le sue mani nude. Il vecchio, nonostante il calore opprimente che sentiva, prese la cosa con calma, godendosi ogni secondo di quel delizioso momento e continuò con le sue carezze sulla vita e sulla schiena nuda della ragazza, facendo formicolare la pelle sensibile della ragazza. Nel frattempo, in un luogo remoto e quasi buio della fiera, illuminato solo dalla luna piena che maestosamente apparve in quella notte stellata, la nostra bella protagonista viveva una situazione angosciante dovendo sopportare il vecchio degenerato Don Pedro che era affascinato e quasi sbavava per le curve tremende della statuaria ragazza e che, nonostante avesse già 18 anni, Cielo Riveros aveva quell'aria di ingenuità e innocenza che emanava da lei. La teneva saldamente in mano per quella vita sottile e soda che era esposta, da cui si poteva vedere il suo ventre piatto, senza un grammo di grasso, coronato dal suo ombelico sexy che catturava ipnoticamente l'attenzione. Il satiro la guardava con occhi dolci mentre la sua mente elaborava idee perverse per la bella fanciulla. Approfittando della passività della giovane donna a cui piaceva dormire, il vecchio degenerato la strinse a sé, facendole sentire la sua erezione tra le gambe della gnocca. A peggiorare le cose, la serie di ballate romantiche sembrava non avere fine, con grande disperazione di Cielo Riveros e gioia del vecchio e dei suoi compari che afferravano i loro cazzi, strofinandoli sopra le loro tute, mentre guardavano il loro capo diventare sempre più audace con la deliziosa studentessa con cui stava ballando. Allora il vecchio le disse senza staccare gli occhi dai seni succhiabili della ragazza con totale morbosità "Che donna infernale che sei, tesoro! Ti seguiamo da quando sei arrivata. Non riesco a pensare ad altro che a infilare il mio cazzo in quel culo divino." Tutto questo mentre la stringeva a sé, sentendo il suo cazzo duro. –Per favore… Don Pedro, non mancarmi di rispetto, non ti ho dato alcun motivo per dirmi cose così volgari– disse la giovane donna formosa con voce dolce ma tesa. Il vecchio scoppiò a ridere quando la sentì, i brividi erano totali, la paura era insopportabile, i suoi commenti morbosi lo spaventavano sempre di più con ogni secondo che passava, non sapeva cosa fare, quel vecchio la teneva stretta senza lasciarla andare per un secondo, non aveva molte opzioni. Quel vecchio disgustoso, padrone della situazione, le disse: "Ma tu, figlio di puttana, ci hai dato il diritto di mancarti di rispetto, fottuta stronza!" –No… no… non so cosa intenda, signore–, disse a voce molto bassa. –-Oh no?... piccola puttana bollente, non lo sai? E quando tu e la tua amica troia ve ne stavate in mezzo al ponte a mostrarci tutto, senza lasciare nulla all'immaginazione, non ci state forse provocando e dicendoci che volete un bel cazzo da macho? Mi avete fatto eccitare dal momento in cui vi abbiamo visto in cima al ponte a mostrarci tutto, mia regina. Dimmi, non è provocante, mammana? Cielo Riveros sentì il viso bruciare quando udì le parole del vecchio e, allo stesso tempo, il suo cuore perse un battito. Le parole scioccanti di quel disgustoso vecchio erano come una secchiata d'acqua fredda. Cosa avrebbe potuto mai sostenere in suo favore? Qualunque cosa dicesse, quegli orribili vecchi non le avrebbero creduto. Il vecchio aveva ragione. Le sue azioni sul ponte la condannavano. –Che succede, stronza? Non mi rispondi? –Cosa, non ti sento, stronza, dimmi se ho ragione o no, stronza eccitata! Solo il silenzio della giovane donna formosa rendeva più che ovvio che non sapeva, che non era tenuta a rispondere a tutte le prove schiaccianti che la condannavano. –-Il silenzio è consenso, mia regina, e prendendola per il mento la costringo ad alzare lo sguardo, dicendo –“allora godiamoci questi grossi culi e queste grosse tette che già muoio dalla voglia di succhiare, grande mamma.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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