Marco e Susy erano una coppia affiatata. La loro relazione era costellata di momenti di complicità, dove si divertivano a esplorare nuovi modi di sorprendersi. Era un pomeriggio pigro, quando Susy tornò a casa con alcune nuove aggiunte al loro gioco: un paio di décolleté rosse, aperte sul fianco, così alte da sembrare quasi un'ardita sfida alla gravità.
Susy aveva scelto con cura ogni dettaglio di quell'acquisto. Le scarpe lasciavano intravedere il collo del piede, una linea morbida e aggraziata che Marco adorava. Le aveva accompagnate con due paia di calze autoreggenti: un paio nere, dall’effetto misterioso, e un paio bianche, dal tocco più romantico. Il completino era completato da un vestitino trasparente, di un bianco etereo, che sembrava fatto apposta per esaltare le sue forme in modo delicato ma provocante.
"Ti piacciono?" aveva chiesto Susy a Marco, che annuì con un sorriso di approvazione. Lei si stava già pregustando il momento in cui avrebbe indossato quel nuovo outfit per lui. Marco si avvicinò, le sfiorò il mento con dolcezza e rispose: "Le amerò sicuramente su di te."
Indossò le décolleté rosse con un gesto lento, quasi rituale. Erano scarpe provocanti, il tacco sottile e altissimo slanciava ulteriormente le gambe, regalando alla sua figura un’eleganza audace. Le aperture sul fianco lasciavano scoperto il collo del piede, rendendole incredibilmente sensuali ed eccitanti.
Indossare quelle décolleté era un gesto consapevole, una celebrazione della sua femminilità: fece un giro su se stessa davanti allo specchio, ammirando il modo in cui il tessuto trasparente del vestitino lasciava intravedere i contorni delicati della sua silhouette. Le calze nere aggiungevano un tocco di mistero, una sensualità che sentiva di poter condividere e, allo stesso tempo, tenere solo per sé.
“Perfetta,” sussurrò, quasi come un'autodichiarazione. Fu allora che un guizzo le balenò nella mente e, divertita dall’idea di giocare, decise di aggiungere un po' di pepe alla situazione. Prese il telefono e, con un piccolo sorriso furbo, fotografò le scarpe da sole e inviò l'immagine a Franco, un vecchio amico che le aveva sempre mostrato un certo “interesse” per lei.
Intanto si guardò allo specchio con attenzione. Era una donna bella, che ancora amava piacersi. La sua figura, sinuosa, era esaltata dal nuovo abbigliamento in un modo che la faceva sentire incredibilmente sensuale. Le calze nere aderivano alle gambe come una seconda pelle, enfatizzandone la linea perfetta. L’elastico delle autoreggenti stringeva delicatamente appena sopra la metà della coscia, lasciando un accenno di pelle scoperta tra il bordo della calza e l’orlo del vestitino bianco trasparente.
Fece un paio di passi, sentendo il ticchettio dei tacchi sul pavimento. In quel momento si ricordò del messaggio che aveva inviato… e sentì che il cuore le batteva un po' più forte.
Franco non si fece attendere. La risposta arrivò quasi subito, un messaggio breve: “Wow, sono magnifiche! Immagino quanto ti stiano bene…”
Susy si morse il labbro, trattenendo un sorriso. Si divertiva a giocare con il desiderio altrui, a lasciar immaginare più di quanto rivelasse. Decise di alzare un po' la posta.
“Sì? Credi che stiano meglio con le calze nere o quelle bianche?” scrisse, accompagnando il messaggio con un’emoji maliziosa.
Lui rispose rapidamente, segno che aspettava con impazienza i suoi messaggi. “Quelle nere. Senza dubbio. Posso vederle?”
Susy alzò lo sguardo verso lo specchio e si posizionò con cura. Scelse un angolo intrigante, che mettesse in risalto le sue gambe e la morbida linea dei fianchi, coperti appena dal tessuto leggero. Scattò una foto, cercando di mantenere un equilibrio tra il mostrare e il nascondere, e la inviò.
Il messaggio successivo di Franco fu breve, ma rivelava la sua eccitazione: “Perfetta... davvero perfetta. Sei stupenda.”
Marco intanto la osservava, felice dell’eccitazione del momento. La fiducia e la complicità tra loro erano tali che spesso si divertivano a esplorare nuovi limiti. L’idea di essere desiderata anche da altri, pur mantenendo il controllo della situazione, la faceva sentire potente.
Susy guardò il telefono, notando un altro messaggio in arrivo. “E con il vestitino? Vorrei vederlo...”
Il cuore di Susy accelerò leggermente. Non si trattava solo di mostrare se stessa, ma di giocare con la fantasia, di danzare lungo il sottile confine tra ciò che si può vedere e ciò che resta nascosto. Decise di prolungare l’attesa.
“E tu?” rispose lei, mantenendo un tono scherzoso. “Vorrei vedere quanto ti piacciono queste scarpe indossate da me…”
Ci fu una breve pausa, poi arrivò la risposta di Franco: “Sei davvero una tentatrice... Aspetta.” Un nuovo messaggio apparve, una foto che mostrava solo la sua mano, in segno di nervosismo, sfiorando il bordo dei pantaloni. Era un’immagine eloquente e lasciava intendere chiaramente quanto fosse coinvolto in quel gioco.
Susy sorrise. Aveva il controllo della situazione e la stava orchestrando con attenzione. Si voltò, posando davanti allo specchio, inclinando leggermente il piede per mettere in risalto il profilo del tacco. L’immagine che le restituiva lo specchio era una combinazione perfetta di eleganza e sensualità. Senza pensarci troppo, scattò una nuova foto e la mandò a Franco, aggiungendo un messaggio provocatorio: “Pensi ancora che queste scarpe siano la parte migliore?”
Dall’altra parte, Franco sembrava perdere quasi il controllo. La risposta arrivò come un fiume in piena: “Sei incredibile. Non posso smettere di guardare... Vorrei vederti muoverti in quelle scarpe. Per favore, mandami un video.”
Susy sospirò. Sapeva bene dove stava andando questa conversazione. La sensazione di essere ammirata la faceva sentire potente, ma aveva anche i suoi limiti. Voleva assicurarsi che fosse un gioco reciproco, uno scambio di desideri.
“Un video?” scrisse lei. “Prima, voglio vedere di nuovo te. Mandami una foto che mostri quanto ti piace tutto questo.”
C’era una breve attesa, seguita poi da una nuova immagine da parte di Franco. Aveva tirato fuori il suo membro, che era decisamente eccitato: evidente l’effetto che le foto di Susy avevano avuto su di lui. “Bene – rispose lei – ma prima del video ti mando altre foto”
Intanto, Marco osservava la scena, divertito e intrigato. Sapeva che Susy avrebbe mantenuto il controllo del gioco, proprio come piaceva a entrambi. Lei lo guardò e sorrise, comunicando con uno sguardo l'eccitazione di quel momento condiviso.
Susy sentiva l'aria intorno a sé diventare più elettrica. L'atmosfera della stanza era carica, quasi palpabile. Marco, che aveva osservato il gioco con attenzione, si avvicinò e le posò delicatamente una mano sulla spalla. I loro sguardi si incontrarono per un attimo, un'intesa profonda e silenziosa passò tra loro.
Si sistemò davanti allo specchio, scegliendo una posa che mettesse in risalto la curva dei suoi fianchi. Il vestitino bianco trasparente si appoggiava leggero sulla sua pelle, rivelando le linee del corpo in modo sottile ma innegabilmente provocante. Marco, con un sorriso complice, prese il telefono e si preparò a catturare il momento.
"Pronta?" sussurrò lui, come se chiedesse il permesso di entrare in quel loro mondo segreto. Susy annuì, lasciando che il vestitino scivolasse un poco, rivelando solo quel tanto che bastava per accendere l’immaginazione.
Marco scattò la foto: un'immagine intrigante, che giocava tra ciò che era rivelato e ciò che restava nascosto. La mandò a Franco, che aspettava in trepidazione dall’altra parte dello schermo.
La risposta di Franco non si fece attendere. “Sono senza parole… Sei di una bellezza che mi toglie il fiato.” Susy lesse il messaggio, sentendo un fremito percorrerle il corpo. La sua mente era immersa nel gioco di seduzione, un sottile filo che stava tessendo con cura insieme a Marco.
“Di più?” gli scrisse, lasciando intendere che avrebbe potuto spingersi oltre, ma solo alle sue condizioni. La tensione nel messaggio era evidente, quasi una sfida.
“Sì, ti prego…” rispose Franco, il tono delle parole rivelava la sua eccitazione crescente. Susy poteva quasi percepire l’energia dall’altra parte, come se fosse presente nella stanza con loro.
Marco si fece ancora più vicino, il suo calore le dava una sicurezza quasi magnetica. Susy si piegò leggermente in avanti, lasciando intravedere l’arco elegante della schiena. Marco scattò un’altra foto, inquadrando con cura i dettagli: il profilo delle décolleté rosse, la linea delle gambe che si allungavano in un movimento sensuale e il vestitino che si spostava, lasciando immaginare più di quanto mostrasse.
Questa volta, Susy inviò la foto accompagnandola con una breve frase: "È così che mi vuoi vedere?"
Franco rispose quasi subito. “Sei un sogno. Non riesco a smettere di guardare le foto. Mi fai impazzire.”
La loro conversazione proseguiva come una danza, dove ogni passo era attentamente calcolato. Susy decise di sedersi sul bordo del letto, alzando una gamba in modo da esporre la calza nera e il tacco che sembrava accarezzare l’aria. Marco si abbassò per trovare l'angolazione giusta, catturando la scena in cui il piede di Susy diventava protagonista, la caviglia sottile e la linea della gamba evidenziate dalla luce soffusa della stanza.
Scattò la foto e la inviò a Franco. Questa volta, lasciò il silenzio a riempire l’attesa. Susy si domandava quale sarebbe stata la sua reazione. La tensione si accumulava, creando un’atmosfera quasi irreale.
Franco non si trattenne: “Sto letteralmente tremando. Sei perfetta in ogni dettaglio. Non ho mai desiderato così tanto...”
Susy si appoggiò sul letto, sentendo il tessuto soffice contro la sua pelle. La sensazione la faceva sentire potente, in controllo. Prese il telefono dalle mani di Marco e scrisse, con calma e una sfumatura di malizia: “Tutto questo... solo per te.” Fece scivolare una spallina del vestitino, giocando con il movimento lento e sensuale. Marco scattò un’altra foto, catturando l’istante in cui la trasparenza del vestito si fondeva con l’ombra, creando una trama di luce e desiderio.
Franco rispose quasi in tempo reale, un susseguirsi di parole che rivelavano il suo stato di eccitazione. “Ti desidero, ti desidero davvero. Ti prego, continua…”
Marco e Susy si scambiarono uno sguardo complice. Lei si sistemò meglio sul letto, piegando le ginocchia e lasciando che il vestitino si arricciasse un po’ di più. Ogni mossa era calcolata, ogni foto un pezzo di un puzzle che andava componendosi con maestria. Marco, senza parlare, trovò di nuovo l’angolazione perfetta e scattò.
Le immagini erano un crescendo di sensualità, giocando sempre sul confine tra rivelare e celare. Franco, dall’altra parte, sembrava ormai totalmente catturato, rispondendo con parole intrise di desiderio e ammirazione. Susy si divertiva a leggere i suoi messaggi, percependo il potere di quella comunicazione, la delicatezza di un filo sottile che univa i loro desideri.
Marco osservò Susy con un sorriso appena accennato. “Stai giocando bene le tue carte,” mormorò, posandole una mano sulla schiena. Lei gli rivolse un’occhiata soddisfatta, piena di malizia.
"È solo l'inizio..." sussurrò, pronta a continuare quel gioco che sapeva essere tanto più intenso quanto più restava sotto il suo controllo.
Franco intanto continuava a inviare messaggi, i suoi desideri sempre più audaci. Susy sentiva la vibrazione costante del telefono nella sua mano, ogni nuovo messaggio un segnale dell'effetto che stava avendo su di lui. Questa volta, però, il tono era diverso, più diretto: “Ti prego, mandami un video... Vorrei vederti mentre...”.
Susy si fermò un attimo, gli occhi fissi sullo schermo. Marco, accanto a lei, colse l’esitazione e le si avvicinò, appoggiando una mano sulla sua spalla. "È una tua scelta," sussurrò, il tono della voce calmo ma intriso di complicità.
Lei annuì lentamente, lasciandosi attraversare dalla consapevolezza del gioco che aveva creato. Era lei a condurre, era lei a decidere i confini di quella provocazione. La proposta di Franco aveva sollevato la tensione a un nuovo livello, e lei sapeva che Marco era lì, con il suo silenzioso assenso, pronto a sostenerla in qualsiasi scelta avrebbe fatto.
“Fallo,” disse Marco piano, con un sorriso appena accennato. “Ma solo come vuoi tu. Guidalo come vuoi, mostra solo quello che desideri far vedere.” Susy si voltò a guardarlo, sentendo la forza di quel momento condiviso. “Allora aiutami,” rispose, la sua voce un soffio carico di malizia e complicità.
Marco si avvicinò ulteriormente, accarezzandole la schiena. "Sdraiati," suggerì, guidandola con la mano verso il letto. "Trova una posizione in cui ti senti a tuo agio, qualcosa che lasci intravedere, ma non troppo." Susy si sistemò sul letto, piegando leggermente le ginocchia e lasciando che il vestitino si drappeggiasse intorno alle sue forme. Marco prese il telefono, preparandolo a catturare il momento. La luce soffusa nella stanza creava un gioco di ombre sul corpo di Susy, accentuando le sue curve senza rivelarle pienamente.
"Pronta?" sussurrò lui, fissandola con uno sguardo intenso.
Lei chiuse gli occhi un istante, raccogliendo i propri pensieri, poi aprì lentamente le palpebre. "Sì," mormorò. "Ma ricordiamoci, è solo un gioco."
Marco fece cenno di sì, accendendo la videocamera del telefono. Susy iniziò a muoversi con lentezza, guidata dalle indicazioni di Marco, che le sussurrava suggerimenti. “Sfiora il tuo collo... lentamente… gioca con il tessuto, ma senza togliere nulla.”
Susy seguì le sue parole, lasciando che le sue mani scivolassero sul collo, sfiorando appena la pelle. Le dita si mossero sul vestitino, accarezzandone i contorni come se stessero seguendo un disegno invisibile. La videocamera di Marco catturava i dettagli, l'eleganza di ogni movimento, senza mai oltrepassare quella linea sottile che Susy aveva deciso di mantenere.
Il video continuò in un crescendo di tensione, basato più sui suggerimenti di Marco e sui gesti controllati di Susy che su qualsiasi rivelazione esplicita. Era un gioco di immagini, una danza in cui lei guidava il desiderio attraverso i piccoli movimenti delle mani e la sottile inclinazione della testa.
Marco, con maestria, si assicurava che ogni dettaglio del video fosse studiato per lasciar intendere senza mai mostrare veramente. "Ora," sussurrò, "guarda la videocamera, ma solo con gli occhi. Senza sorridere."
Susy seguì l'indicazione. I suoi occhi, carichi di una sfumatura di provocazione, fissarono l’obiettivo. Era uno sguardo che diceva molto più di qualsiasi parola, che invitava ma allo stesso tempo manteneva una distanza, un confine che solo lei poteva tracciare. “Adesso – continuò lui – scendi con la mano e toccati lentamente, leccando le dita per inumidirle e infilandole nella natura per esplorare il tuo piacere. Fallo senza toglierti il perizoma, deve capire, sapere, seguire la tua mano, ma non vedere”
Quando il video si concluse, Marco abbassò il telefono e la guardò con approvazione. “Perfetto,” mormorò. "È esattamente come deve essere."
Susy prese il telefono e riguardò il video. Sentì il cuore battere più forte. L’aveva realizzato nel modo in cui voleva: carico di sensualità, di giochi di luci e ombre, di movimenti studiati. Sorrise e, con un ultimo sguardo complice verso Marco, inviò il video a Franco.
Passarono pochi istanti prima che il telefono vibrasse di nuovo. Franco aveva visto il video, e la sua risposta arrivò in un flusso di parole cariche di tensione: “Incredibile! Sei un sogno. Non riesco a descrivere cosa provo… anzi cosa sto provando, rivedendolo di continuo”
Susy sorrise, chiudendo gli occhi per un momento. Sentiva la forza di quel controllo, di quel gioco che aveva orchestrato con attenzione. Il loro scambio era stato un percorso di seduzione e immaginazione, dove la sensualità stava in ciò che non era stato solamente mostrato, ma il più delle volte solo suggerito.
Marco le prese la mano, stringendola appena. "Hai condotto il gioco alla perfezione," disse, con una nota di orgoglio nella voce. "E la cosa più importante è che sei rimasta sempre tu, con i tuoi limiti e la tua forza."
Susy annuì, accarezzando con il pollice il dorso della mano di Marco. “È stato il nostro gioco,” rispose lei. "E io ho amato ogni momento."
Il telefono vibrò di nuovo, interrompendo l’istante di silenzio carico di emozione. Susy guardò lo schermo, leggendo il messaggio di Franco. I suoi occhi brillavano di una scintilla di curiosità, mentre le labbra si incurvavano in un sorriso leggermente malizioso.
“Vorrei vederti… di persona,” aveva scritto Franco. “Domani sera. Solo noi tre, per un drink.”
Marco osservò il messaggio sopra la spalla di Susy. La loro complicità era più forte che mai; sapevano entrambi che si trovavano di fronte a una scelta che avrebbe potuto condurli a un nuovo gioco, ad una nuova esplorazione.
Susy prese un respiro profondo, guardando Marco. Lui la fissava con i suoi occhi intensi, consapevole di ogni sfumatura di quell’offerta. Le loro emozioni si intrecciavano in un silenzio carico di parole non dette.
"Lo vuoi?" chiese Marco, la voce calma e avvolgente. Non c'era pressione, solo la consapevolezza di un’eventuale prossima mossa che avrebbe visto entrambi coinvolti. Susy rifletté per un istante, mordendosi leggermente il labbro. Era il culmine di un gioco che avevano condotto insieme fino a quel momento. Forse, l'idea di spingersi un po' più oltre li stuzzicava entrambi.
"Sì," rispose infine, la sua voce bassa ma decisa. "Accetterò… ma con una condizione." I suoi occhi scintillavano di una nuova luce mentre aggiunse: "Le scarpe rosse... e niente altro che ciò che decido io." Marco sorrise, l'orgoglio e l'amore dipinti sul suo volto. "Come sempre," mormorò. "Sei tu che conduci il gioco."
Susy digitò sul telefono, formulando la risposta con cura. Scrisse a Franco: “Va bene, domani sera. Casa nostra, per un drink. Io, Marco... e le scarpe rosse.” Aggiunse un'emoji che lasciava intendere tutto e niente allo stesso tempo, un tocco di malizia che era ormai il suo marchio di fabbrica. Dall'altra parte, Franco non si fece attendere. “Non vedo l'ora,” rispose. Le sue parole rivelavano una tensione crescente, una frenesia che Susy percepì con una sottile soddisfazione.
Chiuse il telefono e si voltò verso Marco. "Domani sarà una nuova serata," disse, con un tono che mischiava l'anticipazione e la sicurezza di chi sa esattamente dove sta andando. Lui la strinse tra le braccia, guardandola con un'intensità che le faceva mancare il fiato.
"Domani," rispose lui, sfiorandole le labbra con un bacio leggero. "Con le scarpe rosse."
A quel punto Marco le tolse il telefono, lo posò sul tavolinetto in camera, prese Susy così com’era, con il vestito, le calze, le scarpe ancora indossate e fece l’amore con lei.

«Bellissimo e intrigante, complimenti»
«complimneti davvero ben scritto»