Avier avea aperto al postino,e la porta si è chiusa dietro di lui lasciandolo fuori col telefono,per fortuna, con il quale stava chattando con la fortunata che quella sera avrebbe tenuto sveglia Silvia con le sue urla di piacere. " Serve aiuto Avier?" Chiese imbarazzata Silvia. " No grazie signora" rispose educato il ragazzino poco più che diciottenne. Silvia gli arrivava ai pettorali, e abbassando lo sguardo vide lnoggetto del desiderio di molte donne. con le sole mutande Avier nn riusciva a nasconderlo, li teneva piegato di lato e gli arrivava quasi all'anca. in più era un po gonfio per via delle porcate che stava scrivendo in chatt. Silvia a testa bassa salutò e rincasò. Subito ebbe una vampata di calore, era più di un anno che suo marito nn la prendeva. Quella sera stessa tentò un approccio ma fu respinta. Lei non si toccava, era moralmente sbagliato e peccaminoso, perciò si tenne la aua vulva così, gonfia che esplodeva e bagnata.il giorno seguente pensò che l unica cosa da fare era andare a confessarsi, visto che aveva diversi peccati come il desiderio e l adulterio, ma una volta nel confessionale, sentito il suo racconto, quel porco del prete si eccitò a tal punto che si inizio a toccare e la spronò ad andare con Avier. Le disse che lei doveva farlo per aiutare quel povero ragazzo che soffriva a causa della perversione che il diavolo gli aveva mandato. Silvia nn voleva sentire altro, e si convinse che era nel giusto e doveva "aiutarlo". Tornata a casa si muni' di bibbia e corde e suono alla porta di Avier. lui aprìcon stavolta addosso dei boxer e una maglietta. Lei fomentata dal prete, gli disse chiaro e tondo che doveva aiutarlo a liberarsi del diavolo che lo induceva alla perversione. Avier nn capi nulla di quello che aveva detto, si ritrovò spintonato in casa, afferrò Silvia e le chiese spiegazioni. " Ti devo aiutare a liberarti del peccato che ti induce a fare atti peccaminosi" urlò lei, sempre piu eccitata e col la vagina che le pulsava dal piacere. Avier accetto volentieri e la trascinò per un braccio in quella che sarebbe stata la stanza del suo "esircismo"
«inevitabile»