Altra storia lunga, ma vera.
Anche questa volta i nomi dei protagonisti sono inventati per preservare la loro privacy.
Io e Cinzia ci mettemmo assieme quando io avevo 17 anni e lei 14. Io ero un adolescente con in testa tutte le aspettative della maggiore età e lei poco più di una che si appresta a diventare un una giovane donna: Bel viso con occhi color nocciola, labbra carnose, capelli scuri lunghi e lisci ed un seno che nonostante ancora in boccio prometteva di diventare grande e sodo. Ma soprattutto, Cinzia aveva un gran bel culo alla “brasiliana”: Tondo, pieno e sodo al cui pensiero più di una volta ho ceduto al peccato di Onan...
Nonostante la sua giovane età Cinzia era dotata di una grande curiosità in ambito sessuale e desiderosa di sperimentare in prima persona quanto “imparato” parlando con me, che dal canto mio, sfoggiavo con lei tutta la mia “esperienza di uomo vissuto”, o per meglio dire, la mia voglia di mostrarmi adulto ai suoi occhi..
Purtroppo, ad impedirci di mettere in pratica la nostra reciproca voglia di fare sesso c’era la sua situazione familiare: Orfana di madre e con il padre per diversi mesi all’anno via per mare in quanto ufficiale della Marina Mercantile, lei viveva con i nonni materni, i quali erano bigotti della peggior risma: Mi era stato da loro “graziosamente concesso” di vederla solo per un paio d’ore al giorno e comunque poter stare da solo con lei per più’ di 10 - 15 minuti era del tutto fuori discussione.
E così il massimo del “sesso” che potevamo fare era sussurrarci all’orecchio (o al telefono, se il campo era sgombro) cosa avremmo voluto farci l’un l’altro.
In una di queste “discussioni dotte” le rivelai quanto il suo culetto mi eccitasse e quanto avrei voluto farmelo fino a riempirlo di sperma.
Lei mi sorrise maliziosa e disse che "Ok, ti concederò il mio buchetto, ma prima devi promettermi che farai una cosa per me!", le chiesi cosa volesse e lei rispose <voglio che tu mi faccia venire leccando la mia patatina!".
"Non c’è problema, te lo prometto!" le risposi e suggellammo il patto con un lungo bacio appassionato.
Ad impedirmi di mantenere quella promessa (e di godermi il culetto di Cinzia) fu la fine della nostra storia qualche mese più tardi: Il controllo dei nonni divenne con il tempo sempre più ossessivo, tanto che alla fine decidemmo di rompere per non arrivare al limite dell’assurdo.
Ci lasciammo da amici e per qualche tempo continuammo a vederci ogni tanto, ma dopo poco tempo iniziammo a diradare i contatti fino a perderli del tutto.
Qualche anno dopo, tramite un'amicizia comune, seppi che la sua maggiore età e la dipartita dei nonni l’avevano finalmente liberata da una vita da quasi-reclusa che strideva troppo con il suo carattere ribelle e indipendente.
Grazie alla “libertà” Cinzia aveva iniziato a soddisfare le sue voglie sessuali troppo a lungo tenute a freno: A quanto mi dissero era diventata una sorta di mangia-uomini, (termine che suona molto meglio dell’originale “mangia-cazzi” che mi fu’ riferito).
Fu circa sei anni dopo che la incontrai nuovamente una mattina d'autunno alla stazione, mentre con il mio carissimo amico Davide attendevamo il treno che ci avrebbe condotto alle prime lezioni dell’anno all’Università.
Come due vecchi amici ci abbracciamo e ci scambiammo i saluti e i convenevoli di rito per poi raccontarci di noi e di cosa avevamo fatto durante gli anni in cui non ci eravamo più visti.
Potei quindi osservare come quel corpo di in fiore che ricordavo era diventato quello di una splendida giovane donna o, per dirla senza mezzi termini, uno magnifico pezzo di gnocca. L’effetto dirompente della sensualità che traspirava dal suo corpo era amplificato da una maglia attillata, che le metteva in mostra il seno grande e sodo e da una gonna di pelle fasciava il culetto che tanto avevo sognato…
Inutile dire che il mio corpo reagì a quella magnifica vista con un durello quasi istantaneo.
Non era sola, con lei c’erano il suo ragazzo: Pino (nome falso, ma scelto a causa della loquacità del soggetto che era tale e quale a quella dell’omonima pianta) e una sua amica di nome Martina: Un altra magnifica gnocca mora dagli occhi chiari (ed altrettanto zoccola di Cinzia, ma questo lo avrei saputo solo in seguito).
Passammo le due ore del viaggio in treno a parlare e a stringere nuovamente la vecchia amicizia che fu’. Scoprimmo così che gli orari dei nostri corsi combaciavano quasi alla perfezione (anche Cinzia e Martina frequentavano l’università, sebbene in una facoltà diversa dalla mia) e ci demmo quindi appuntamento in stazione per fare il viaggio di ritorno assieme.
La cosa si ripeté nei giorni successivi e fu così che io Cinzia, Martina e Davide iniziammo regolarmente tutti i giorni a fare assieme i viaggi di andata e ritorno, (Pino frequentava un altra università e accompagnava Cinzia solo giusto un paio di volte il mese) passando delle ore magnifiche a chiacchierare in allegria.
Ogni tanto capitava anche che dovessi accompagnare Cinzia a casa in macchina anziché farle prendere l’autobus, cosa che ovviamente facevo ben volentieri giusto per stare un altro poco in sua compagnia.
Dopo qualche mese, quando ormai si era stabilita (o ri-stabilita nel caso mio e di Cinzia) una certa confidenza nelle nostre conversazioni, mentre tornavamo a casa, venne fuori l’argomento Sesso e tutti noi parlammo delle rispettive esperienze amorose e sessuali.
Cinzia ammise tranquillamente di essersi divertita parecchio: "E non fare finta di non sapere nulla! So benissimo che ti hanno raccontato che mi sono fatta mezza città!" mi disse scherzando. Le risposi dandomi un pugnetto sul palmo della mano e dicendo "Azz! Come al solito sono nella metà sbagliata della popolazione cittadina!".
Ci facemmo un gran risata e poi Cinzia proseguì in tono canzonatorio "Caro, è colpa tua: mi avevi anche fatto una promessa, di cui ti sei ovviamente dimenticato. Avresti potuto essere nella metà giusta... "
Capii immediatamente la sua allusione con tono scherzoso le risposi "beh, io non mi sono dimenticato di nulla e se ti ricordi bene non è stata colpa mia…" e sempre con tono scherzoso, ma deciso continuai: "...e comunque sono sempre a tempo a mantenere quella promessa se ti va di provare...".
Lei mi guardò dritto negli occhi con sguardo malizioso e sorridendo mi disse "Ok, allora vedremo se sei un uomo di parola…".
Il tono con cui pronunciò quelle poche parole mi fece imbarzottire l’uccello e lei dovette accorgersene perché il suo sorriso divenne ancora più grande.
Arrivati in stazione Cinzia mi chiese di accompagnarla a casa in auto e una volta giunti sotto il suo portone prima di scendere mi guardò e disse: "Oggi Pino verrà da me, ma verso le quattro del pomeriggio se ne andrà. Vieni qui alle quattro meno cinque ma non farti vedere: Aspetta in auto che esca e 10 minuti dopo suona il campanello… Così vedremo se sai mantenere le promesse fatte…" e subito dopo mi diede un lungo e appassionato bacio con la lingua che mi lasciò senza fiato.
Alle 15.55 precise parcheggiai la macchina poco lontano dal portone della casa di Cinzia e giusto un paio di minuti dopo vidi Pino uscire. Attesi i 10 minuti concordati e suonai. Il portone si aprì subito e salii al secondo piano dove stava il vecchio appartamento dei nonni di Cinzia (lei ora ci viveva sola). La porta era aperta, bussai e chiesi educatamente permesso. Sentii la voce di Cinzia che mi invitava ad entrare "Sono in salotto. vieni da me!".
Cinzia era seduta a gambe incrociate sul divano ed indossava una camicetta: Solo la camicetta...
Mi sorrise maliziosamente: "Allora, sei pronto a mantenere la parola?" e così dicendo allargo’ le gambe rivelando la fichetta rasata che fino a quel momento avevo solo potuto immaginare. "Vieni dai! Fammi vedere come sei bravo!".
Non me lo feci ripetere due volte, mi chinai su quello splendore di figa e iniziai a leccarla con estremo gusto. Dopo poco la sentii mugolare di piacere: Iniziò a muovere il bacino e con una mano spingeva la mia testa contro il suo pube. Un poco alla volta i suoi mugolii crebbero di intensità, fino a diventare vere proprie grida di piacere e la cosa mi eccitava da morire: Sentivo infatti i jeans stringermi l’uccello ormai duro come una pietra per la voglia di scoparmi quella splendida creatura.
Finalmente, Cinzia raggiunse l’orgasmo gridando "Si! Vengooo!!!" e il suo corpo prima teso piano piano si rilassò.
Continuai a baciarla risalendo dal pube su verso il ventre, le sbottonai la camicia e proseguii su verso il seno nudo e poi ancora su sul collo ed infine la baciai sulle labbra.
Lei rispose al mio bacio con trasporto mentre intanto le mie mani le massaggiavano le grosse tette.
"Sei soddisfatta adesso?" le chiesi, "Si, molto" mi rispose sorridendo.
"Sono o no un uomo di parola?" continuai, "Si, e ti meriti un premio! Spogliati, ho voglia di farmi una bella scopata con te!"
Mi liberai rapidamente dei vestiti e rimasi nudo di fronte a lei che nel frattempo si era alzata dal divano e liberata della camicia. Mi prese l’uccello in mano e cominciò a segarmi mentre io la baciavo, sempre massaggiando le sue tette con le mani.
Dopo poco lei lasciò il mio abbraccio per mettersi in ginocchio di fronte a me continuando a segarmi, mi guardò sorridendo e disse "Sai, mi piace il tuo flauto!", le sorrisi di rimando e le chiesi "Sei brava a suonarlo?"
"Stai a vedere!" rispose, e subito dopo me lo prese in bocca e si esibì in un grandioso pompino.
Le sue labbra mi stavano letteralmente mandando in paradiso… "Sei proprio brava a suonare!"le dissi, e con la mano sul suo capo iniziai ad accompagnare i movimenti della sua testa.
In breve, complice anche tutta l’eccitazione che avevo accumulato dalla mattina, raggiunsi l’apice e stavo per raggiungere l’orgasmo. "Ora basta" le dissi, allontanandola dolcemente dal mio uccello, "sto’ per venire". Lei mi guardò ridendo e mi rispose: "Perché? Hai fiato solo per una schizzata? Oggi ti prosciugo le palle!" e detto questo riprese a succhiarmi il cazzo fino a che, con un grido trattenuto, non le venni in gola. Ingoiò tutto senza un fiato e sorridendo mi disse "Ora voglio che mi chiavi… Oppure hai bisogno di riprendere fiato?"
La sua sfida mi fece passare ogni fatica: “Sul divano!” le dissi deciso: “ e prepara la fica!”.
Lei si stese sul divano a gambe larghe, infilai il preservativo in un attimo e poi fui su di lei. Infilai il mio arnese nella sua fessura, che era ormai fradicia e iniziai a pompare. Dopo poco iniziammo a godere entrambi e lei lo faceva notare gemendo a voce alta.
Dopo qualche minuto ci staccammo per cambiare posizione: "Siediti, voglio cavalcare il tuo bel cazzo" mi disse, e così facemmo: Cinzia mi smorzava la candela mentre io mi godevo il magnifico spettacolo delle sue tette che mi ballavano davanti alla faccia. A turno prendevo in bocca i capezzoli ritti e duri per succhiare con gusto, strappandole dei gemiti extra.
Tenevo le mie mani sul suo splendido culo accarezzandolo dolcemente e piano piano con le dita mi avvicinavo al suo buchetto proibito. Quando fui finalmente la’ mi feci audace e le infilai il medio su per il culo. Lei fece un piccolo sobbalzo e con tono un po’ sorpreso e un po’ divertito mi disse: "Ehi! Che hai intenzione di fare?". "Beh...", le risposi, "...anche tu mi avevi promesso qualcosa… O te ne sei dimenticata?"
Lei sorrise maliziosa e rispose che non si era affatto dimenticata, "ma prima voglio venire ancora!" e così facemmo: Si divertì a farmi su e giù sull’uccello ancora per qualche minuto finché, finalmente, raggiunse il secondo orgasmo. Appagata si chinò su di me per baciarmi con passione. Risposi ai suoi baci con altrettanta passione e poi le ricordai della mia “sudata” ricompensa: "Adesso il tuo culetto sexy è mio cara!"
Non si fece pregare: Si mise a pecora sulla poltrona appoggiandosi allo schienale con le braccia e mi disse "Vieni, chiavami nel culo!". Senza indugi appoggiai la cappella sul suo buchetto proibito e piano piano entrai. Assaporai per un istante la sensazione e poi iniziai a darci sotto… Finalmente il mio desiderio era realizzato!
Mi godetti il suo culetto con calma strappandole anche qualche gemito di piacere e finalmente venni per la seconda volta pure io.
Entrambi pienamente soddisfatti ci coccolammo nudi sul divano ancora per qualche minuto e poi mi vestii e tornai verso casa con la promessa che quello non sarebbe stato il nostro ultimo incontro.
E così fu: Io e Cinzia iniziamo a vederci spesso per fare delle magnifiche scopate ma non divenimo mai una coppia, anche se lei dopo qualche tempo piantò Pino. Il come questo è successo è una storia molto interessante…
...Che magari vi racconterò in seguito!
