Trastevere, 3:17 del mattino


La città eterna dormiva, ma lei no. Camminava scalza su sampietrini bagnati dalla pioggia, con un vestito rosso che sembrava cucito con rabbia. La chiamavano la puttana di Roma, ma nessuno conosceva il suo vero nome. Alcuni dicevano fosse Giulia, altri pensavano fosse un fantasma. Lei rideva di tutto questo, con una sigaretta accesa e gli occhi pieni di storie.


Non vendeva il corpo, lo affittava a terzi per qualche ora o mezz'ora. Vendeva verità. Bastava pagarla con una rosa ???? sincera, ed ella forniva il buco della gioia.


“Chi sono davvero?” chiese un uomo ubriaco, seduto su una panchina.


Lei lo guardò, gli prese il viso tra le mani e sussurrò: “Sei ciò che hai dimenticato di essere.”


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Il Mercato di Campo de’ Fiori.


Ogni mattina, tra le bancarelle di frutta e le urla dei venditori, lei appariva. Non per comprare, ma per osservare. Una volta, un ragazzo le chiese: “Perché ti chiamano così?”


Lei rispose: “Perché Roma non perdona chi la ama troppo. E io l’ho amata più di chiunque altro.”


Si diceva che avesse avuto un amore impossibile con un cardinale, un poeta, e persino con la città stessa. Ma nessuno sapeva se fosse vero. Lei non negava, non confermava. Sorrideva, e intanto i cazzi prendeva.


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La Confessione.


Una notte, entrò nella Basilica di San Clemente. Il prete la riconobbe. “Non sei la benvenuta qui,” disse.


Lei si inginocchiò. “Non cerco perdono. Cerco silenzio.” Tranquillità e ritrovare me stessa nell'immensità.


Il prete, confuso, le chiese: “Perché non ti ribelli ai tuoi padroni?”


Lei rispose: “Perché sono la voce che Roma ha sepolto sotto le sue rovine. Sono la memoria che non vuol morire.” Sono una povera donna costretta a dar piacere per coloro che mi vogliono schiava e minacciata di obbedire al mio padrone.


Il Prete, inizialmente pensieroso, disse: Allora fa quel che vuoi, questa è la casa di Dio, è aperta a tutti, anche a te che non hai niente e sei schiava della delinquenza che ti obbliga a dare il tuo corpo come fosse un oggetto per il cliente di turno.


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L’Ultima Passeggiata.


Un giorno - forse nella disperazione o altro - sparì. Nessuno la vide più. Ma ogni tanto, tra le ombre del Colosseo o nei vicoli di Roma, qualcuno giurò di aver udito il rumore dei suoi passi. E se chiedi a Roma chi era davvero, la città tace. Come se custodisse il segreto di una donna che non voleva essere salvata, ma ricordata.


 


FINE

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