La storia che sto per raccontare risale al 2020. Mio marito all’epoca era stato trasferito a Milano per lavoro e cinque giorni a settimana viveva in una casa vicino al centro che condivideva con due ragazzi. Io ero appunto andata a trovarlo per qualche giorno affrontando il viaggio da Padova, la nostra città.


La casa non era grande, ci vivevano in tre con un solo bagno, due camere e una cucina. la zona giorno consisteva in un divano, una poltrona e una tv con annessa playstation. In pratica era una tipica casa per studenti, affittata in questo caso a uomini fatti che non avrebbero mai potuto permettersi un appartamento intero in una zona così centrale.


le due camere erano abbastanza grandi e su entrambe c’erano due letti, così periodicamente uno dei tre occupava la singola e gli altri due la doppia a rotazione.


Quando venivo a trovare Marco ovviamente Giulio e Matteo dormivano nella doppia.


In quel periodo avevo delle ferie da smaltire, così decisi di andare qualche giorno a trovarlo cogliendo anche l’occasione per fare un giretto a Milano.


Il destino volle che proprio in quei giorni il fenomeno del covid divenne molto serio e  arrivò la notizia del lockdown. Provai a rientrare a Padova ma i treni erano bloccati e dovetti rimanere da loro.


Ben presto fu chiaro a tutti che la situazione non si sarebbe risolta a breve, così iniziò una convivenza forzata non solo col mio ragazzo ma anche con i suoi amici coinquilini.


Un bagno per quattro, per di più con una donna era davvero scomodo, per di più la casa era piccola e io, temendo di essere un fastidio, cercavo di ricambiare l’ospitalità facendo le faccende di casa e cucinando. I maschietti apprezzavano molto il mio lavoro e non solo. Si da anche il caso infatti che io sia una donna molto attraente e benché fossi la moglie di Marco i suoi coinquilini non mi toglievano gli occhi di dosso. Mio marito se ne accorgeva, capiva che la cosa era fisiologica perché stare con una bella ragazza comporta che gli altri la guardino, ma a volte mi riprendeva in privato per il fatto di avere degli atteggiamenti a suo dire troppo confidenziali. In realtà non facevo niente di male, semplicemente piacevo ai suoi amici e la cosa non sarebbe comunque cambiata qualunque fosse stato il mio atteggiamento.


Io passavo molto tempo a leggere sul divano mentre i ragazzi giravano per casa a petto nudo facendo esercizio fisico, soprattutto addominali e flessioni. C’era molto testosterone in casa e pochissima privacy. Io e Marco facevamo sesso regoarmente, ma per i suo.i amici quella vita doveva essere una tortura perché il fatto di stare nella doppia e di avere poco tempo in bagno rendeva per loro difficile anche masturbarsi. Ora io lo so che non avrei dovuto pensare a queste cose, ma li vedevo girare a petto nudo coi boxer aderenti e i muscoli delle gambe che scoppiavano da quanto erano tesi e la cosa un po’ mi turbava. A volte distrattamente  guardavo la bozza dei loro pantaloni perennemente gonfia e fantasticavo sui loro cazzi. Notavo i loro sguardi languidi sul mio seno e le mie gambe e con la scusa del caldo mi spogliavo sempre di più. A volte facevo anche esercizio insieme a loro, fatto che in qualche modo aveva acceso la gelosia di Marco.


Un giorno a letto mi disse:


-Sei proprio una troia, ti piace provocare in miei amici-


Iniziai a colare umori mentre mi scopava e lui sembrò accorgersene mentre il cazzo gli divenne di marmo.


-Tu te li scoperesti puttana- e continuava  a scoparmi forte finché quando stava per venire mi prese la testa conficcandomi dentro il cazzo e scaricò una sborrata abbondante che ingogliai in parte e per il resto rimase sulle mia labbra e dentro la mia bocca.


A Marco piace dire delle porcate mentre scopiamo.Inizialmente non lo assecondavo, ma col tempo ho imparato a dargli corda soprattutto perché questa cosa lo fa arrapare e poi mi scopa con una foga inaudita. Ma se parlarmi lo eccita, questo non è niente rispetto alla reazione che ha quando sono io a parlare con voce rauca dicendo cose porche e a confessare la mia troiaggine. Questa cosa lo manda proprio fuori di testa.


Così quella sera, dopo che lui aveva sborrato in quel modo e io ero ancora eccitata perché non ero venuta lo guardai con gli occhi languidi e iniziai a toccargli il cazzo che si era appena ammosciato, poi iniziai a parlare con la sborra ancora sulle labbra:


-amore ma ti rendi conto che loro non scopano da oltre un mese? Hai visto che tori?Quelli ne hanno bisogno.


Come pensavo il cazzo gli tornò durissimo quasi subito e iniziai a segarlo, poi ripresi a parlare:


-Domani tocca a te andare a fare la spesa, questo significa che rimarrò a casa con loro per due o tre ore…secondo me c’è rischio che mi saltino addosso. Non lo so mica se riesco a resistere. 


Lui a questo punto era arrapatissimo così lo presi e iniziai a baciarlo ben sapendo che ero ancora piena della sua sborra.


-Senti che buon sapore? Magari domani al tuo rientro potresti baciarmi e sentire questo sapore.



Lui a questo punto iniziò a insultarmi come la peggiore delle troie e prese a scoparmi forte. Anche io ero molto eccitata e non trattenni dei gemiti inconfondibili di godimento che sicuramente non erano sfuggiti ai due amici nella stanza accanto, né probabilmente a tutti gli abitanti del palazzo.


Scopammo ancora e ancora finché ci addormentammo.



La mattina dopo gli sguardi dei due amici erano se vogliamo ancora più languidi a colazione dove per provocarli mi ero presentata solo con la camicia da notte.



Marco si vestì per andare a fare la spesa presto e metterci meno tempo possibile. I ragazzi iniziarono come di consueto a fare esercizio mentre io ancora in camicia da notte mi sdraiai sul divano a leggere un po’. Dopo qualche pagina mi prese l’abbiocco e chiusi gli occhi.



-Dorme?-  Sentii che Giulio si rivolgeva all’amico, così finsi di dormire per sentire cosa si sarebbero detti.


-Eh si sarà stanca da ieri- rispose l’amico sottovoce


-Hai sentito come godeva la porca?


-Sì, è una vera troia. Secondo me dobbiamo parlare con Marco e digli che ce la deve fare scopare, non possiamo andare avanti così con questa fica per casa senza fare niente.


A un tratto, forse per lo spostamento d’aria percepii che qualcuno si stava avvicinando a me. Avrei potuto mettere fine alla cosa fingendo di svegliarmi ma volevo capire cosa stava accadendo.


-Ma che fai? 


-Non lo vedi mi faccio una sega


-E se si sveglia? .


-meglio così mi da una mano


Poi il silenzio, percepii che anche l’altro si era avvicinato e immaginai che si stesse masturbando anche lui. Sentivo un rumore che ricordava quello di una sega fatta velocemente.


Pensai di rimanere così finché non avessero finito ma la curiosità di vederli in azione era troppa.


Aprii gli occhi fingendo di svegliarmi e mi trovai davanto lo spettacolo di questi due cazzoni a pochi centimetri dalla mia faccia che si masturbavano furiosamente.


Mi finsi sorpresa:


Ma che cazzo fate!?-


Giulio era più intraprendente, disse:


-Lasciaci finire, ti prego ne abbiamo bisogno. Chiudi gli occhi e fai finta di dormire, come se non ci avessi visto. Cerca di capire, mettiti nei nostri panni-


Non risposi chiusi gli occhi fingendo di dormire, ma decisi di regalare loro una scena più hard. Con la mano destra tirai su la camicia da notte mostrando la mia fichetta fresca e iniziai a toccarmi il clitoride. Questo fu troppo per quei poveri ragazzi con le palle gonfie da chissà quanti giorni. In pochi secondi mi sentii il viso e il collo annaffiati di sborra calda. Era tantissima l’avevo ovunque anche sugli occhi.


Mi tirai su, li guardai.


-grazie- disse Matteo un po’ impacciato


Li guardai e mi limitai a dire:


-Mai più, intesi?- Annuirono


Andai in bagno come per andarmi a pulire, ma invece raccolsi lo sperma sul volto e lo misi in bocca e poi anche sulla fica. Era buonissimo. Iniziai a toccarmi fino a schizzare, pensando alla scena che avevo visto con quei cazzoni poi tornai di là fingendo indifferenza.



La sera come al solito scopai con Marco e per eccitarlo gli raccontai quello che era successo, ma come se fosse una fantasia.


-Certo che tu sei matto a lasciarmi qui con quei due tutta sola. Sapessi come mi guardavano stamattina che ero in camicia da notte sul divano a leggere…-


Come pensavo iniziò ad eccitarsi


-Questo è perché sei una troia e li provochi, scommetto che non avevi il reggiseno-


- Ma scherzi con questo caldo? Non avevo neanche gli slip, lo sai che mi piace stare libera-


- Libera certo, sei una troia rizzacazzi ecco cosa-


Era duro che sembrava di legno e aveva preso a stantuffarmi


-Eh sì, ogni tanto ci ho guardato e la bozza dei pantaoncini gli scoppiava. Secondo me mi si vogliono fare.


Lo dicevo volutamente con una voce bassa ed eccitata che lo faceva impazzire


-E a te piacerebbe scommetto-


-mmm magari. Ma tu diventeresti un cornuto, come si fa?-


A quella frase sborrò riempiendomi la fica.


Non ero ancora venuta, così per farlo rinvigorire ripresi a parlare.


-Amore leccami un po’ che devo venire, intanto ti racconto cosa mi hanno fatto quei due maiali mentre non c’eri.


Lui, ancora convinto che stessi fantasticando, si avvicinò al clitoride e iniziò a giocarci con la lingua, ma io con la mano presi la sua testa e la portai più giù.-


-Lecca bene, devi abituarti al sapore della sborra-


-Sei una troia disse- Ma il cazzo tornato subito durissimo lo tradì, così ripresi a parlare:


-Allora vuoi sapere o no?-


-Parla-disse come un drogato in crisi d’astinenza


- Bene, ero lì con la mia camicia da notte e niente altro sotto che leggevo sul divano mentre loro facevano esercizio.A dire il vero ogni tanto li guardavo, con questo caldo avevo una voglia…ma poi mi è tornato sonno e mi sono appisolata-


-Beh e poi?-


- No, niente dai poi ti arrabbi-


-Dimmelo-


-Ma niente su-


-Ora me lo devi dire. Non mi arrabbio.-


-Non ti arrabbieresti neanche se avessi fatto un po’ la maialina?-


-Dimmi cosa hai fatto troia-


Nel dire questo aveva già ripreso a scoparmi come un forsennato e finalmente stavo godendo colando liquido.


-Io niente, ma a un certo punto sentivo il tipico rumore di sega e allora ho aperto leggermente gli occhi e li ho visti che da lontano mi guardavano e si segavano forte. Ho fatto finta di niente, loro non si sono accorti che li ho visti.


-Ti sei eccitata vero?-


-Da morire-


-Troiaaa- disse venendo ancora.


Ci abbracciammo e dormimmo tranquilli, lui non sospattava minimamente che la storia non solo fosse vera ma molto più piccante. Quello che invece a me appariva sempre più chiaro era che lui si eccitava un sacco pensando a me che scopavo i suoi amici. Questo per me, divenne un pensiero fisso. Li guardavo, li volevo e mi giustificavo pensando che poverini ne aveveno diritto visto che in quella situazione non potevano fare niente e come se non bastasse erano costretti a sentirci scopare tutte e sere.


Era il mio giorno per fare la spesa, ma chiesi a Marco di andare al posto mio. Lui era titubante, come se sospettasse che la mia fosse una mossa per rimanere da sola con  loro, ma fece buon viso a cattivo gioco e si avviò. Tra l’altro avevo volutamente atteso prima di dirglielo così fu costretto a uscire all’ora di punta e a fare una lunga fila.



Dopo che fu uscito andai a fare una doccia e poi iniziai a girare per casa con indosso solo l’accappatoio. 


Andai in cucina e feci un caffè per tutti e tre.


-Come stai Elena?- disse Matteo per rompere il ghiaccio


-Io bene, voi piuttosto?-


-Che vuoi dire?-


-Dai hai capito, mi riferisco alla cosa dell’altro giorno-


-Per noi è una tortura, lo sai sei una fica ci fai impazzire. Ti sentiamo godere tutte le sere e non possiamo fare niente.-


-Lo so ragazzi mi dispiace. Vorrei aiutarvi, ma come si fa?-


- Beh magari come l’altra volta, magari ci puoi toccare tu quando lui nn c’è..-


- Non so, forse è meglio che non vi tocchi, potrei non riuscire a fermarmi. Facciamo così:-


mi alzai dallo sgabello e slacciai l’accappatoio lasciandolo cadere in terra, poi mi diressi verso il divano seguita a ruota dai due maschi eccitati che immaginavo con lo sguardo inchiodato sul mio splendido culo. Mi sedetti sul divano spalancando le gambe in modo osceno, poi mi infilai in bocca le dita della mano destra bagnandole e le portai sul clitoride mentre con l’altra mano mi toccavo il seno.


Li guardavo e dovevo avere l’espressione da vera troia eccitata mentre loro coi cazzi in mano grossi e duri avevano già iniziato la loro sega lenta per godersela per bene.


-Che gran troia che sei. Marco è proprio fortunato a scoparti sempre


-Siete bellissimi, mi piacete tanto. Se fossi libera mi accoppierei con entrambi-


l’eccitazione era al massimo e stavamo tutti per venire quando all’improvviso la porta di casa sì aprì e Marco ci sorprese così: io nuda sul divano a gambe larghe e loro due coi cazzi ancora in mano.


-Lo sapevo- disse. 


Ci ricomponemmo tutti e poi senza grosse scenate ognuno si ritirò nella sua camera.


-Ho sposato una troia- disse Marco sconsolato quando fummo soli in camera


- Amore non fare così non facevamo niente di male. Loro sono in astinenza devi capire, dovevo fare qualcosa per aiutarli. Mi sento anche in colpa per aver invaso la loro casa. E poi dì la verità: questa cosa ti eccita anche se non lo vuoi ammettere-


Lui non disse niente.


-Amore io ci ho pensato, me li voglio scopare. Credo che sia la cosa giusta in questa situazione di emergenza e poi penso che a te piaccia essere cornuto. Hai l’occasione di esserlo senza disonore, ma per una buona causa.


Mi guardava male ma non gli diedi il tempo di obiettare


-Vado a chiamarli-


-Cosa?-


Uscii dalla camera e tornai poco dopo coi suoi amici.


-Ragazzi, questa cosa della pandemia è un’emergenza, non sappiamo quanto durerà ma questa convivenza deve essere la migliore possibile. Ho deciso di sacrificarmi per dare a ognuno di voi la gratificazione che merita. In via del tutto eccezionale potrete disporre come vorrete di me fino alla fine del lockdown e mio marito è d’accordo perché è la cosa giusta.


Ora finiamo quello che abbiamo iniziato prima così poi vi faccio la cena.-


Marco era basito. I due amici molto sopresi, ma ancora non diedi tempo a nessuno di dire niente, feci scivolare di nuovo l’accappatoio a terra ripiegandolo due o tre volte su se stesso e poi mi ci misi sopra in ginocchio rivolta verso i due ragazzi.


Si avvicinarono tirando fuori i cazzi e stavolta li presi in mano avidamente iniziando prima a segarli e poi a leccarli e mettendoli alternativamente in bocca.


Anche mio marito si era avvicinato, ma il suo non lo presi. Leccavo i suoi amici e lo guardavo negli occhi.


-Ti piace? 


A questa frase si sborrò sulla mano.


-Amore, tu vai di là a fare la cena- dissi- intanto io sto un po’ coi tuoi amici va bene?-


- Dopo staremo insieme e ti racconterò tutto. Ti amo, sei un uomo meraviglioso.-


Avevo in mano i due cazzi molto vicini alla mia bocca. Lui si avvicinò a me, io ne presi uno e lo misi in bocca senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi, era vicinissimo e mi accarezzava mentre infilavo quel cazzo dentro la bocca, poi lo tirai fuori e ui mi baciò con la lingua in modo appassionato. Poi prese lui stesso in mano quel cazzo e me lo rimise nella bocca dicendo:


-Falli godere amore, poi verrò a baciarti-


E detto questo se ne andò di la. 



Finalmente iniziarono a scoparmi. Mio marito non vedeva ma poteva sentire le mie urla e come incitavo quei due tori insaziabili. 


Giulio sembrava un carcerato rimesso in libertà dopo anni, mi pompava forte standomi sopra mantenendo un ritmo sostenuto. Il porco era molto bravo perché non andava avanti e dietro ma mi schiacciava sul materasso sfruttando le molle e facendo sbattere il cazzo sul mio clitoride interno con un movimento quasi tellurico. Nel frattempo Matteo me lo teneva in bocca e lo segava. mi sentivo in loro potere e mi eccitava parlare con loro. 


Era la prima volta che scopavo due uomini insieme e anche la prima volta che tradivo Marco. Non mi sentivo in colpa perché pensavo che stavo facendo qualcosa di buono per questi ragazzi e perché avevo la sua approvazione.


-Qualche volta dovresti  dormire anche con noi- disse Giulio


- Dici?- risposi mentre godevo


- Certo fino alla fine della pandemia potresti essere la ragazza di tutti e  tre. 


Nel dire questo mi riempì la fica di sborra e lasciò il posto all’amico. Poi si fece pulire il cazzo con la lingua e andò in cucina da Marco


-Che donna meravigliosa che hai sposato ci farà passare un lockdown da paura-


Intanto Matteo aveva preso a scoparmi anche lui ed era molto più dolce. Mi baciava con amore, mi prendeva in modo deciso, intenso. Mi sembrava di essere in paradiso con tre maschi belli e arrapati tutti lì per farmi godere nella testa e nella fica.


Godevo e pensavo che avrei voluto che non finisse mai questa situazione.


Alla fine anche Matteo venne dicendomi all’orecchio che mi voleva inseminare.


Grazie amore mio- Disse prima di alzarsi e andare anche lui di là.


Non prendevo la pillola. Quando mio marito entrò nella stanza mi trovò sul letto con le gambe larghe e la fica spalancata piena di sborra.


-Mi metteranno incinta mi sa.- gli dissi indicando la fica con la testa. Lui aveva il cazzo duro, si avvicinò


-Mi baci? - chiesi


SI avvicinò, ma invece di venire verso la bocca si diresse proprio verso la fica iniziando a leccare.


-Ti piace la sborra vero ? Ti piace essere cornuto e farmi godere coi cazzi?-


-Si mi piace, sei una grandissima troia e hai bisogno di cazzi-


-Puliscimi tutta allora, mi sa che da adesso in poi finché questa pandemia continuerà avrò tre fidanzati e non dormirò sempre solo con te.-


Si tirò su e fece per scoparmi, ma venne nelle mani prima ancora di metterlo dentro.


-Amore, sei incorreggibile. Per fortuna che adesso loro mi faranno godere tanto e tu potrai farti tante belle seghe.


-Andiamo a cena va, che dopo cena forse mi faccio dare un’altra ripassatina prima di andare a letto.-


Lo guardai, era di nuovo duro.


 

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