8. Il Patto Silenzioso


 


Un brivido di orrore e confusione le percorse il corpo. Capire... cosa c'era da capire in quel gesto così sbagliato, così profondamente disturbante? Eppure, in quell'angolo oscuro della sua mente sopraffatta dal panico, una scintilla di disperata pragmatismo si accese. Era intrappolata, paralizzata dalla paura e dal disgusto. Forse, solo forse, assecondandolo momentaneamente poteva porre fine a quell'incubo, riprendere il controllo.


 


Con un tremito, cercò di calmare il respiro, sforzandosi di trovare un tono di voce che non tradisse il terrore che la stava consumando. "Va bene," sussurrò, la voce roca e spezzata. "Va bene, ma... solo se poi te ne vai. E non ne parleremo mai più. Mai più."


 


Sentì il corpo del figlio irrigidirsi leggermente. La sua presa allentò di un impercettibile millimetro. "Prometti?" sussurrò lui, la voce carica di una strana, morbosa speranza.


 


Lei annuì debolmente nell'oscurità, sentendo le lacrime scorrere più liberamente sulle guance. "Lo prometto. Ma poi devi andare via. E questo... questo non è mai successo."


 


Sentì il figlio muoversi leggermente, il suo corpo ancora stranamente vicino al suo. Un senso di profonda violazione la invase, ma cercò di reprimerlo, concentrandosi sull'obiettivo di farlo andare via.


 


"Fai... fai piano," sussurrò, la voce un filo. Ogni sua fibra urlava di repulsione, ma si costrinse a rimanere immobile, a sopportare quel contatto abominevole nella speranza di una rapida conclusione.


 


Il silenzio nella stanza si fece ancora più denso, rotto solo dai loro respiri affannosi. Lei chiuse gli occhi, cercando di cancellare dalla mente la consapevolezza di ciò che stava accadendo. Si sentiva sporca, tradita, intrappolata in un incubo senza fine.


 


Dopo un tempo che le sembrò un'eternità, sentì il corpo del figlio irrigidirsi di nuovo, poi rilassarsi. Un sospiro sommesso ruppe il silenzio. Lentamente, la presa intorno alla sua vita si allentò completamente.


 


Rimase immobile, gli occhi ancora chiusi, aspettando, trattenendo il respiro. Sentì il figlio allontanarsi lentamente, il materasso gemere leggermente sotto il suo peso. Poi, un silenzio ancora più profondo calò nella stanza.


 


Con cautela, aprì gli occhi. L'ombra del figlio era ancora lì, in piedi accanto al letto, la sua figura indistinta nel buio.


 


"Te ne vai adesso?" sussurrò lei, la voce ancora tremante.


 


Un altro lungo momento di silenzio. Poi, un sussurro appena udibile. "Sì."


 


Sentì i suoi passi leggeri allontanarsi dal letto, attraversare la stanza. Udì la porta aprirsi e richiudersi con un click silenzioso.


 


Rimase immobile nel letto, il corpo scosso da brividi di disgusto e terrore. Le lacrime continuavano a scorrere, calde e amare. Si sentiva violata, tradita nel modo più profondo. La promessa fatta al figlio le pesava come un macigno, ma in quel momento, l'unica cosa che contava era che quell'incubo fosse finito. Almeno per quella notte. Il mattino avrebbe portato con sé il peso insostenibile di quel segreto, e la consapevolezza che la sua vita, la sua famiglia, non sarebbero mai più state le stesse.

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