Quella sera faceva un gran caldo. Immaginando di dover ballare e lavorare cazzi tutta la sera, decisi di indossare un vestitino rosso, leggero e svolazzante, che accarezzava la mia pelle senza alcuna barriera. Niente mutandine sotto, perché a volte l’eccitazione più grande nasce proprio da quel senso di libertà nascosta, quella malizia invisibile che solo chi sa guardare può intuire.
E poi, immaginando che possibile piega la serata avrebbe preso, la mia figa era già bella gonfia e protesa come una bocca pronta ad assaporare leccornie.
Per andare in discoteca, mi feci venire a prendere da uno dei tanti maschi a cui di solito chiedevo un passaggio e che in cambio si accontentavano soltanto di mettermi un pò le mani sotto il vestito e di farsi prendere il cazzo in mano durante il tragitto…Infatti, la serata iniziò proprio così: neanche il tempo di arrivare in discoteca e le mie manine avevano già afferrato il cazzo duro del mio autista mentre guidavo. Glielo avevo tenuto prima stretto in una mano e poi avevo iniziato ad andare su e giù avvicinando anche l’altra per accarezzargli palle e cappella. Appena arrivati all’ingresso della discoteca, però, quando lui mi aveva fatto segno di abbassarmi con la testa per finire il lavoro con la bocca gli avevo detto che i piani per la serata erano ben altri ed ero scesa dalla macchina ridendo e promettendo di farlo sborrare al ritorno.
La mia figa era già proiettata altrove, già umida all’idea dell’abbuffata che mi attendeva dentro. Scesa dalla macchina ero andata direttamente all’ingresso, saltando la fila, da uno dei buttafuori che conoscevo e che una volta mi aveva sbattutto il suo grosso cazzo in gola nel bagno di quella stessa discoteca. Appena mi vide infatti, già pronto ad un secondo round, mi fece entrare passando velocemente una mano sotto al vestito per controllare se avessi o meno le mutande e dandomi appuntamento per la fine della serata. Sulla pista da ballo e al bar c’erano già un sacco di maschi eccitate e alcune troiette che ballavano strusciandosi o prendevano cazzo sui divanetti laterali, quelli meno illuminati.
Io per prima cosa andai al bar per portare al massimo il mio desiderio di cazzo e infatti già al primo drink due maiali mi si erano buttati addosso vicino al bancone. Uno dei due mi si era avvicinato da dietro appoggiando direttamente il suo cazzo duro sul mio culo. Voleva sondare per capire quanto fossi troia e per farlo mi iniziò a toccare la figa da dietro continuando a premere il suo cazzo sulla mia natica sinistra. Io non solo non mi sottrassi ma iniziai anche a toccargli il cazzo da sopra al pantalone mentre lui mi affondava le dita nella figa ormai bagnatissima. Davanti a quella scena anche l’altro maiale mi si era avvicinato già con il jeans aperto e il cazzo duro da fuori. Aveva un cazzo bello spesso e una cappella pronta ad esplodere: mi venne subito l’acquolina in bocca!
Li presi entrambi per mano e, con la figa ormai grondante, li portai verso il bagno degli uomini. Volevo assolutamente scoprire anche il cazzo di quell’altro e assaggiarli entrambi. Appena entrata in bagno, infatti, aprii la patta del pantalone dell’altro e gli tirai fuori un altro bel cazzone duro pronto ad essere lavorato!
Ero entusiasta! Mi misi subito in ginocchio e chiesi loro di scoparmi la bocca. Nel frattempo mi avevano praticamente spogliato e, per prima cosa, mi ritrovai con un cazzo premuto sulla bocca e uno che con la cappella mi accarezzava i capezzoli. Spalancai la bocca pronta ad ingoiarlo. Prima però gli leccai bene la cappella e le palle. Gli feci segno di prendermi la testa e di farla muovere sulla sua verga dura a suo piacimento. Lo fece quasi affogandomi col suo cazzo. Neanche il tempo di prendere fiato, mi ritrovai il cazzo del suo amico, spesso come una lattina di coca cola, che mi aspettava. Mi ci lanciai sopra con ancora più entusiasmo. Ancora con il sapore del primo cazzo in bocca, feci cadere un pò di saliva sulla cappella e iniziai a ciucciarlo e segarlo con entrambe le manine come una matta. Segavo, succhiavo, leccavo come una brava cagnetta in calore e infatti mi dicevano che avevo un vero talento per i pompini, mentre instancabile di nuovo ero ripassata al primo cazzo con la stessa eccitazione. Ad un certo punto me li riuscii a mettere, con difficoltà, entrambi in bocca. Mi faceva male la mascella ma continuavo a spalancare la bocca e quando non ce la facevo più ne mettevo uno dopo l’altro fino alla gola alternandoli velocemente. Erano eccitatissimi. Uno dei due mi fece alzare per toccarmi la figa. Grondava! Dandomi della troia mi fece mettere a pecora per sbattermelo nella figa. Mi infilava all’inizio solo la cappella dicendo che me l’avrebbe dato tutto solo se continuavo a ingoiare il cazzo del suo amico. Lo supplicai di sfondarmi la figa e mentre lo dicevo mi misi l’altro cazzo in gola quasi fino a strozzarmi tra dolore e piacere. Più mi pompava la figa più ciucciavo con foga e, infatti, ad un certo punto mi arrivò uno spruzzo gigante e caldo di sburra dritto in gola. Non feci cadere una sola goccia e ingoiai tutto sapendo che quello era solo l'entrée.
A quel punto ebbi un violento orgasmo mentre l’amico continuava a chiavarmi ancora più forte, eccitato all’idea che avessi bevuto tutta quella sborra godendo come una troia col suo cazzo dentro. Mi fece infatti rimettere in ginocchio ancora stordita dal piacere e mi ordinò di cacciare la lingua. Neanche il tempo di prendergli quel grosso cazzo duro in mano per segarlo un pò mentre lo leccavo, mi arrivò un’altra esplosione di sborra calda sulla lingua. questa volta ero impreparata e quindi non riuscii a ingoiarla tutta e me la feci colare calda dalla bocca verso il mento. qualche goccia mi cadde anche sulle tette ma con le dita la raccolsi con cura e mi leccai le dita guardando il porco che aveva ancora il cazzo mezzo duro e mi chiese di pulirglielo bene con la lingua come sapevano fare soltanto le vere troie come me.
Ero già esausta. La bocca ancora sporca di sburra che mi era colata anche addosso…Il sapore e l’odore forte di due cazzi ovunque, le manine ancora appiccicose, la figa grondante e un pò dolente…Mi sciacquai rapidamente la bocca con un pò d’acqua e mi asciugai con la carta la figa. Nemmeno il tempo di finire che sentii la porta del bagno aprirsi e qualcuno entrare, credevo per pisciare…I due porci a cui avevo svuotato poco prima le palle dovevano aver fatto circolare la voce che c’era una troia ninfomane che lavorava bene i cazzi in bagno. Infatti prima uno alla volta e poi a due a due iniziarono ad entrare maiali con la stessa pretesa.
Sono un pò spaventata ma l’idea di perdere il conto dei cazzi che avrei preso quella sera mi carica anche di un’eccitazione strana molto adrenalinica. Penso che mi potrebbero far male ma la mia figa sembra non provare quello stesso timore perché è bagnatissima e gonfia di desiderio. Vuole cazzo ! Infatti mi ritrovo appoggiata al lavandino del bagno a pecorina che con le mani mi spalanco le labbra della figa e mi apro il buco del culo. Mi arriva di tutto dentro…Lingue nella figa, dita nel culo…Poi iniziano a infilarmi verghe dure senza più controllarsi…Alcune grosse mi fanno quasi lacrimare ma supplico come una cagna di andare avanti…è la mia figa a decidere…Quando sento un cazzo davvero fuori misura…Sento che è il momento di assaggiarlo…Ho bisogno di sentirne il sapore e di riempirmi tutti i buchi…mi giro e mi metto in ginocchio per gustarmi quella verga durissima: la succhio, la lecco tutta, infilo la punta della lingua nel buchetto della cappella, finché lo vedo al massimo dell'eccitazione. A quel punto l’avevo pregato di sburrarmi in bocca ma prima di vederlo esplodere un altro cazzo mi era già entrato in bocca e poi dopo poco un altro e un altro ancora a turno. Senza interrogarmi troppo su quei cambi come una brava cagna iniziai leccando le cappelle, succhiando le palle, lasciando che ogni porco sentisse il calore della mia bocca. Mi faceva male la mascella. mentre ciucciavo in ginocchio senza sosta qualcuno mi invitò gentilmente a rialzarmi per tornare a pomparmi anche la figa.
Avevo cazzi ovunque. Ebbi anche molti orgasmi e durante uno di questi un porco mi affogava col suo cazzo. Mi piaceva godere con un cazzo che mi scopava la bocca fino alla gola. Poi iniziarono gli schizzi. Il primo arrivò come un getto caldo e denso che mi colpì le tette, scivolando lentamente verso il capezzolo. Aprii la bocca per accogliere il secondo schizzo, che mi finì dritto sulla lingua. Ingoiai di nuovo senza battere ciglio, e quel gesto fece scattare qualcosa negli altri porci…
