Valeria aveva 19 anni in quel giorno di Ottobre in cui decise di andare a fare una passeggiata nel centro della città in cui viveva da sempre.


Doveva anche acquistare il libro che il suo professore aveva consigliato alla classe di leggere proprio quella mattina a scuola. Non era certo la


prima della classe nè aspirava ad esserlo ma il suo dovere ci teneva a farlo. Era partita da casa vestita come sempre: nè elegante, nè sportiva,


quello che si definirebbe un abbigliamento insignificante. L' unico tratto distintivo era il maglione lunghissimo e larghissimo che portava quasi ogni giorno e che smetteva solo quando era proprio da lavare. La ragione che lo rendeva tanto speciale ai suoi occhi era che riusciva a nascondere più di ogni altro le forme del suo corpo. In modo particolare il seno. Quel seno era il cruccio più grosso di Valeria, il suo complesso.


Aveva iniziato a perseguitarla fin dalla scuola media .I suoi compagni di classe infatti la tormentavano, con quella crudeltà tipica degli


adolescenti, con continue richieste. Volevano toccarlo , volevano vederlo ,  lei sentiva gli sguardi dei compagni,dei ragazzi più grandi, financo di


qualche professore e se ne vergognava. Ogni volta che andava a comperare un reggiseno tentava di barare con se stessa.Chiedeva la quarta misura e si sforzava nel camerino davanti allo specchio di indossarlo ma era troppo piccolo ed allora, rassegnata,con la voce affannata per lo 


sforzo, chiedeva alla commessa la sua misura enorme.


Molte ragazze la invidiavano e sua madre sosteneva che quel seno era una benedizione del signore.


Mentre stava uscendo di casa incontrò suo padre che stava tornando dal lavoro.


"Dove vai Valeria?" le chiese.


"Devo andare in centro a prendere un libro per la scuola" rispose


"Se vuoi ti posso accompagnare in auto" disse ancora suo padre.


Lei accettò il passaggio volentieri dato che suo padre si offriva raramente di accompagnarla in qualsivoglia posto, Valeria scese ed entrò, mentre suo padre aspettava fuori.


Poco dopo la ragazza usci' dalla libreria e risalii in auto. Dieci minuti dopo erano di nuovo a casa .


Appena entrati Valeria, trovò un biglietto di sua madre sul tavolo della cucina. Avvertiva che sarebbe stata fuori a cena e che c'erano delle lasagne già pronte in frigorifero. Bastava solo metterle nel forno.


Era ancora presto per mangiare ed allora si sedette sul divano di fronte a quello su cui suo padre si era allungato per leggere il giornale e cominciò a leggere il libro appena comprato.


Improvvisamente suo padre le disse:"Ma perchè porti sempre lo stesso maglione? Ti fa sembrare una mongolfiera."


Valeria arrossi'.Non poteva certo spiegare a suo padre il problema. Si limitò a dire:"uffa che rompi che sei".


Suo padre si mise a ridere e disse:"Guarda che conosco il motivo.Tua madre me lo ha detto."


Lei divenne ancora più rossa ed indignata rispose:"Se lo sai, sei proprio scemo a chiedermelo!"


Suo padre rise ancora , poi si fece serio e si alzò dal divano. La ragazza finse di non seguire i movimenti del padre. In un attimo lo senti' dietro di se; senti' le sue mani posarsi sulla sua testa e fu intimamente felice di quel gesto d'affetto. Si girò sorridendo verso suo padre , che ricambiò il


sorriso,e tornò a leggere. Si stupi' però nel sentire le mani di suo padre scendere fino alla nuca, poi


posarsi sulle sue spalle,sul suo collo ed infine sul suo seno. La ragazza rimase turbatissima da quel gesto e non reagi' minimamente. 


Le mani di suo padre intanto continuavano a toccarle i seni, a stringerli, mentre Valeria cominciò a sentire caldo. Senti' poi che suo padre smise per un momento di toccarla ; le sue mani si dirigevano più in basso a cercare il bordo del maglione. Lo prese e lo sfilò lentamente dal corpo di sua figlia; prese poi ad accarezzarle la schiena. Nel momento in cui suo padre le aveva sfilato il maglione, lei si era sentita senza difese ed un calore mai provato prima aveva invaso il suo corpo. Suo padre intanto le aveva slacciato il reggiseno, toccava con forza quei seni generosi ed ormai nudi. Ad un certo punto l'uomo mollò la presa ,  girò intorno per contemplare il corpo della figlia. "Spogliati" disse . La ragazza obbedi' eccitata. Si sfilò i pantaloni, le calze,le mutandine, restò completamente nuda. "Adesso toccati" disse ancora suo padre. Valeria cominciò a toccarsi prima piano poi sempre più freneticamente. Suo padre si sbottonò i calzoni e tirò fuori il suo cazzo cominciando a toccarsi. Alla vista del membro del padre Valeria si senti' quasi svenire dall'eccitazione " papi, quanto e' grosso..." Era la prima volta che ne vedeva uno, le sembrava un oggetto misterioso ed affascinante.


Era come in trance quando suo padre disse: "Apri la bocca". Obbedi' meccanicamente, si senti' invasa la bocca dal caldo pene di suo padre. L'uomo andava avanti ed indietro nella bocca della ragazza, era quasi arrivato a sborrare. Valeria era stremata dalle sensazioni che stava provando. Il calore in lei montava fino a che senti' uno spasmo percorrere tutto il suo corpo e si senti' torcere da una forza sconosciuta. L'uomo, sentendo la figlia venire, non resse più e 


eiaculò in bocca urlando " piccola mia siiii a papà... fammi godere 


ahhhhhh...siiii.mmmmmmm...sto sborrando amoreeee...." crollando poi sfinito sul divano. La ragazza assaporò quel liquido, lo inghiotti', si alzò poi dal divano , prese il suo maglione,  andò in camera sua. Ritornò poi in sala , diede un bacio a suo padre e disse: "Non lo metterò piu'"

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