3. La Confrontazione Silenziosa
Il sussulto che le aveva attraversato il corpo era stato l'ultimo di un'onda lunga e intensa. Lentamente, la tensione aveva iniziato a defluire, lasciandola in uno stato di quiete appagata. Gli occhi si erano aperti, fissando il soffitto nel buio. Un senso di solitudine, mitigato dal piacere appena provato, la avvolgeva.
Si era girata lentamente, cercando il calore del marito, ma aveva trovato solo la sua schiena immobile. Un sospiro le era sfuggito. Poi, aveva percepito una strana sensazione, un'eco di una presenza diversa nella stanza. Un'ombra fugace le era parsa di intravedere nello spiraglio della porta appena accostata.
Un brivido, questa volta non di piacere, le aveva percorso la schiena. Si era alzata a sedere di scatto, il lenzuolo scivolato via dal seno. Il cuore aveva iniziato a batterle più forte. Aveva avuto un'improvvisa, inquietante certezza.
Si era alzata dal letto, il corpo ancora vibrante, e si era avvolta nel lenzuolo come in un mantello. Il silenzio della casa sembrava ora carico di una tensione palpabile. Si era avvicinata lentamente alla porta della sua camera, il passo incerto. L'aveva aperta con delicatezza.
Lui era lì, nel suo letto, immobile sotto le coperte, ma lei percepiva la sua veglia. Un'ombra scura contro il cuscino chiaro.
"Lo hai sentito?" aveva sussurrato, la voce appena udibile nel silenzio della notte.
Non aveva ricevuto risposta immediata. Poi, un leggero movimento sotto le coperte.
"Mamma..." la voce del figlio era roca, incerta.
Lei era entrata nella stanza, avvicinandosi al suo letto. Si era seduta sul bordo, il lenzuolo stretto intorno al corpo. La luce fioca della luna che entrava dalla finestra illuminava i loro volti, rivelando l'imbarazzo e la confusione negli occhi di lui, e una miscela di vergogna e preoccupazione nei suoi.
"Tesoro..." aveva iniziato, la voce tremava leggermente. "Non volevo..."
Le parole le si erano bloccate in gola. Cosa poteva dire? Come poteva spiegare l'inspiegabile, colmare il vuoto di una notte in cui un desiderio egoista aveva lasciato un segno silenzioso ma profondo?
Il figlio si era girato, fissandola con occhi interrogativi. Il silenzio era denso di domande non dette, di una nuova consapevolezza che aveva incrinato l'immagine rassicurante del loro mondo familiare. La notte, un tempo rifugio sicuro, si era trasformata in un palcoscenico di verità nascoste
e silenzi imbarazzanti.

«Spero abbia apprezzato...»
«Racconto delicato»