2. La Scoperta Silenziosa
Il muro sottile non aveva potuto trattenere i suoni. Nella sua stanza, il figlio, un adolescente nel limbo tra l'infanzia e l'età adulta, aveva percepito il crescendo sommesso, i respiri affannosi del padre, seguiti da un silenzio improvviso. Poi, un altro suono aveva rotto la quiete, un gemito più sommesso, quasi soffocato, che proveniva dalla camera dei genitori. Un suono diverso, carico di una tensione che non gli era nuova, ma che quella notte gli sembrava stranamente isolato.
La curiosità, mista a un vago disagio, lo aveva strappato dal sonno. Si era alzato dal letto, i piedi scalzi che sfioravano il pavimento freddo. La porta della sua stanza era socchiusa e una fessura di luce fioca proveniva dal corridoio. Si era avvicinato in silenzio, il cuore che gli batteva leggermente più forte.
La porta della camera dei genitori era appena accostata. Con un movimento lento e cauto, l'aveva spinta quel tanto che bastava per sbirciare all'interno. L'ombra era densa, illuminata solo dal debole chiarore lunare che filtrava dalla finestra. Riusciva a distinguere le due figure nel letto. Il padre giaceva immobile, la schiena rivolta verso di lui. La madre, invece, era leggermente di lato, un braccio piegato sotto il cuscino.
Poi, l'aveva vista. La sua mano si muoveva con un ritmo lento e concentrato sotto le lenzuola. Il suo viso era contratto in un'espressione di intensa concentrazione, gli occhi socchiusi, le labbra leggermente dischiuse. Un altro gemito, più intenso del precedente, aveva rotto il silenzio. Il figlio aveva compreso, con un'intuizione improvvisa e imbarazzante, ciò che stava accadendo.
Un rossore gli aveva acceso le guance. Si era sentito un intruso, un voyeur involontario di un momento intimo e privato. Il disagio si era fatto più forte, mescolandosi a una strana forma di tristezza indefinita. Aveva ritratto lentamente lo sguardo, richiudendo la porta con la stessa cautela con cui l'aveva aperta. Era tornato nel suo letto, il cuore che continuava a battere un ritmo strano, la mente confusa da ciò che aveva visto e compreso. Il sonno, ora, sembrava un rifugio lontano e irraggiungibile.
