Cappuccetto rosso e il segreto del bosco


Il lupo cattivo


La nostra storia inizia da qui...Rosina si addentrò nel bosco con la cesta per la nonna, ma oggi l'aria aveva qualcosa di strano, quasi elettrico.


Si era fermata un attimo a pisciare dietro un cespuglio quando lo vide: un tipo alto, con degli occhi che la fissavano come se volessero spogliarla.


 



"Ciao, ," le disse con una voce roca che le fece venire la pelle d'oca. "Dove vai di bello?"


 



Rosina strinse la cesta. "Dalla nonna. Sta male."


 



Il tipo si avvicinò, puzzava un po' di selvatico. "Ah, la nonna... E cosa le porti di così interessante?" Il suo sguardo le scorse il corpo, soffermandosi un attimo sulle sue tette che si intravedevano sotto il corpetto.


 



Rosina sentì le guance scaldarsi. "Dolcetti e vino."


 



Lui sorrise, un sorriso che le fece venire un brivido strano. "Il bosco è pieno di pericoli, sai? Una ragazza come te dovrebbe stare attenta." Poi si avvicinò ancora, e lei sentì il suo fiato caldo sul collo. "Però... ha anche delle belle sorprese, se sai dove cercare."


 



Il suo sguardo si fece più intenso, e Rosina sentì una strana umidità farsi strada tra le gambe. "Che genere di sorprese?" gli chiese, la voce appena un sussurro.


 



Lui si chinò e le sussurrò all'orecchio: "Sorprese che ti fanno dimenticare la nonna... sorprese che ti fanno venire voglia di urlare." Le sfiorò un fianco con la mano, e Rosina trattenne il respiro.


 



"Devo andare," disse, anche se una parte di lei non voleva muoversi.


 



Il tipo le bloccò la strada. "Perché tanta fretta? Non ti piacerebbe fermarti un attimo? Magari ti faccio vedere una di queste 'sorprese'." Il suo sguardo scese di nuovo sul suo corpo, e lei sentì un formicolio strano.


 



"Che ne dici?" le chiese, un sorrisetto malizioso sulle labbra.


 



Rosina si morse il labbro inferiore. Una parte di lei era spaventata, ma un'altra... era terribilmente curiosa. "Cosa... cosa vorresti farmi vedere?"


 



Lui le prese la mano e la tirò un po' più all'interno del bosco, lontano dal sentiero. "Vieni con me. Ti faccio vedere un posto... più appartato."


 



La portò in una piccola radura, dove il sole filtrava a stento. Lì, si girò verso di lei e le mise una mano sulla guancia. "Sei una ragazzina carina, Rosina." Poi il suo sguardo scese al suo decolleté. "Molto carina."


 



Le allungò una mano e le sbottonò i primi lacci del corpetto. Rosina non si mosse, troppo sorpresa e, in un modo strano, eccitata. Il suo tocco le fece venire la pelle d'oca.


 



Lui continuò a sbottonarla, rivelando sempre più pelle. Rosina sentiva il cuore batterle forte nel petto. Quando il suo seno fu completamente scoperto, lui si chinò e lo baciò, la sua lingua che le leccava il capezzolo. Rosina gemette, una scossa di piacere che le percorse il corpo.


 



"Ti piace, eh?" sussurrò lui, sollevando lo sguardo.


 



Rosina annuì, incapace di parlare.


 



Lui le sbottonò anche la gonna e gliela tirò su lungo le cosce. Rosina sentì l'aria fresca sulla pelle nuda. Il tipo la guardava con un'espressione famelica.


 



Poi si slacciò i pantaloni. Rosina sgranò gli occhi alla vista del suo membro eretto. Non ne aveva mai visto uno così da vicino.


 



"Vieni qui," le disse lui, prendendola per mano e facendola inginocchiare di fronte a lui.


 



Rosina obbedì, il suo cuore che batteva all'impazzata. Lui le guidò la mano e lei lo toccò. Era duro e caldo.


 



"Ora fammi vedere come ci giochi." le disse lui con un sorriso lascivo.


 



Rosina lo prese in mano, imbarazzata ma anche curiosa continuò ad accarezzarlo curiosa. Lui gemette di piacere.


 



Poi la sollevò e la fece stendere sul muschio. Si mise sopra di lei e le aprì le gambe. Rosina sentì il suo cazzo premere contro la sua figa.


 



"Sei stretta," ansimò lui prima di spingere.


 



Rosina sentì una fitta, poi una sensazione di pienezza. Lui cominciò a muoversi, lentamente all'inizio, poi sempre più veloce. Rosina si aggrappò alle sue spalle, il piacere che cresceva dentro di lei a ogni spinta.


 



"Oh, cazzo," gemeva lui, il sudore che gli imperlava la fronte. "Sei fantastica."


 



Rosina sentì il culmine avvicinarsi, il suo corpo che si contraeva. Poco dopo, anche lui si bloccò, il suo sperma caldo che si riversava dentro di lei.


 



Rimasero lì per un po', ansimando. Poi lui si tirò su e si rivestì.


 



"Ricorderai questo, ?" le chiese con un sorrisetto.


 



Rosina annuì, il suo corpo ancora scosso dalle sensazioni. "Sì," sussurrò.


 



Lui le diede una pacca sul sedere e si allontanò nel bosco. Rosina si sistemò i vestiti, sentendosi stranamente... diversa.


Tutto cambia


 



Tornò al sentiero, la cesta in mano, ma il suo sguardo sul bosco non era più lo stesso. Aveva scoperto un nuovo segreto, un segreto che la faceva sentire potente e un po' sporca allo stesso tempo.


Tornata al villaggio, Rosina si sentiva una puttana, ma in un modo che stranamente le piaceva.


Guardava i ragazzi con occhi diversi, immaginandosi cosa si nascondesse sotto i loro pantaloni. La nonna la guardava con sospetto, come se avesse annusato qualcosa di cambiato in lei. "Sei strana oggi, Rosina," le aveva detto, aggrottando le sopracciglia. Rosina aveva liquidato la cosa con una scusa, ma dentro di sé sapeva che non era più la stessa.


 



Quando incontrava Marco per strada, si scambiavano sguardi complici, un piccolo sorriso lascivo che diceva tutto. Una sera, dietro la stalla, si erano dati da fare di nuovo, ancora più selvaggiamente della prima volta. Rosina scopriva che le piaceva farsi toccare, farsi usare. Il suo corpo sembrava essersi svegliato con un nuovo tipo di fame.


 



Anche con gli altri ragazzi del villaggio Rosina aveva iniziato a flirtare in modo più spudorato. Si divertiva a stuzzicarli, a farli eccitare senza concedere loro nulla. Si sentiva potente, sapendo il segreto che si portava dentro.


Il bosco era diventato il suo bordello personale nella sua mente, un luogo dove le regole non esistevano e lei poteva essere la puttana che sentiva di essere diventata.


 



Un giorno, mentre parlava con Luca, gli aveva sfiorato la mano "accidentalmente", guardandolo negli occhi con un sorriso malizioso. Luca aveva subito capito, il suo sguardo era diventato più intenso. Rosina si era allontanata ridacchiando, pregustando la possibilità di un altro incontro clandestino.


I richiami dell’eccitazione


 



La sua innocenza era fottuta, ma in cambio aveva scoperto un lato di sé che non conosceva, un lato oscuro e desideroso che le dava una strana eccitazione. La cesta per la nonna ora le sembrava un pretesto patetico per le sue vere avventure. Il bosco la chiamava, promettendole altre "sorprese" e lei non vedeva l'ora di scoprirle tutte


Rosina aveva preso gusto in quel nuovo lato di sé. Il bosco non era più solo il sentiero per la nonna, ma un parco giochi segreto per le sue voglie. Iniziava a frequentarlo con una scusa, ma il suo vero scopo era un altro.


 



Un pomeriggio, mentre fingeva di raccogliere more, adocchiò il taglialegna, un tipo robusto con le braccia grosse. Gli sorrise sfacciatamente, un'aria maliziosa negli occhi. Lui la guardò, sorpreso da tanta sfrontatezza.


 



"Ciao, Rosina," disse, asciugandosi la fronte con il dorso della mano.


 



"Fa caldo, vero?" rispose lei, avvicinandosi un po' troppo. Il suo sguardo indugiò sul suo torace muscoloso che si intravedeva sotto la camicia aperta.


 



Il taglialegna sembrò capire al volo. "Un bel po'."


 



Rosina si avvicinò ancora e gli sfiorò un braccio. "Magari potremmo trovare un posto più fresco... all'ombra." Il suo tono era un invito neanche troppo velato.


 



Il taglialegna non se lo fece ripetere. La prese per mano e la condusse un po' più all'interno del bosco, dietro un gruppo di alberi fitti. Lì, senza tanti preamboli, la baciò con foga. Rosina rispose al bacio con lo stesso ardore, le sue mani che si insinuavano sotto la sua camicia.


 



Le cose tra loro si fecero subito bollenti. Il taglialegna le alzò la gonna e la scopò lì, appoggiata a un tronco d'albero, senza troppi complimenti. Era rude e diretto, e a Rosina, in quel momento, piaceva da morire. I suoi gemiti si mescolavano al fruscio delle foglie e al canto degli uccelli.


 



Dopo, si sistemarono i vestiti in fretta, con un sorriso complice stampato in faccia. Rosina si sentiva eccitata e soddisfatta nel sentire la sua fighetta usata gonfia e pulsante colarle ancora tra le cosce. Il bosco le aveva regalato un'altra avventura.


 



Non si limitò al taglialegna. Presto, Rosina conobbe altri "segreti" del bosco con diversi ragazzi del villaggio. Ogni incontro era diverso, ognuno le lasciava una nuova sensazione, una nuova sfumatura di piacere. Si stava trasformando in una vera ninfomane, sempre alla ricerca della prossima eccitazione.


I segreti del bosco


 



Il bosco era il suo santuario, il luogo dove poteva dare libero sfogo ai suoi desideri senza il giudizio degli altri. E lei non aveva intenzione di smettere presto.


Rosina era diventata una vera esperta dei sentieri nascosti e delle radure appartate del bosco. Sapeva esattamente dove appartarsi per non essere vista e come lanciare un'occhiata o una parola che accendesse il desiderio nei ragazzi del villaggio.


 



Un pomeriggio, mentre tornava dal ruscello con una brocca d'acqua, incrociò il pastore, un ragazzo timido ma con un paio di occhi che la spogliavano ogni volta che la vedeva. Rosina gli sorrise sfrontatamente e gli fece un cenno di seguirla in un piccolo anfratto roccioso nascosto dalla vegetazione.


 



Lì, senza troppi giri di parole, gli si avvicinò e gli slacciò i pantaloni. Il pastore sgranò gli occhi, sorpreso da tanta audacia, ma non si tirò indietro. Rosina gli prese il cazzo tra le mani e iniziò a masturbarlo con movimenti esperti, guardandolo negli occhi con un sorrisetto malizioso. Lui gemeva piano, chiaramente eccitato.


 



Poi, Rosina si inginocchiò e gli offrì la bocca. Il pastore esitò un attimo, poi si lasciò andare, godendosi la sua boccuccia calda . Rosina si divertiva a sentirlo gemere e a sentirlo diventare sempre più duro nella sua bocca. Quando lui stava per venire, lei si tirò indietro all'ultimo momento, lasciandolo con il fiato sospeso e un'espressione frustrata. "Magari la prossima volta," gli sussurrò all'orecchio,"Te lo bevo tutto" prima di lasciarlo lì con il cazzo tosto pronto ad esplodere.


Quella stessa sera al villaggio vi era la festa del raccolto, il pastore nel vedere Rosina non seppe trattenersi e con la complicità dei suoi due amici, il maniscalco e suo padre presero Rosina da parte, con la scusa del gioco si addentrarono nuovamente al limitare del bosco, il contadino non più così timido e con il cazzo ancora pieno, suo padre un vecchio viscido porco e il maniscalco, un tipo grande e muscoloso con un'aria un po' torva iniziarono a toccare rosina instillando in lei la curiosità di come potesse essere ricevere la sborra di tutti e tre insieme. Gli sussurrarono all'orecchio la proposta che le fece sgranare gli occhi e sorridere con un ghigno eccitato. La condussero in una radura isolata, illuminata solo dal chiarore della luna.


I frutti di Rosina


Li Rosina si spoglio completamente per farsi ammirare, era un'immagine eccitante, Rosina minuta,giovane e fresca con quell'aria da finta santarellina ma con la voglia di cazzo di una vera troia golosa fece risvegliare l'istinto più animalesco che un uomo possa provare. I tre erano come lupi affamati, la toccavano e leccavano bramosi di dare libero sfogo alle voglie più profonde, volevano fottere Rosina come mai avrebbero potuto fare.


"Senti come sei bagnata teoietta" le disse il contadine mentre le infilava due dita nella fighetta gonfia. il vecchio porco leccava e succhiava le dolci tettine gonfie e turgide riempendosi la bocca mentre il maniscalco le strusciava la cappellona sul musetto arricciato e bagnato dalla bava di cazzo, tenendola ferma per i capelli. "E' ora di farci godere babolina lo vuoi il cazzo vero?" Rosina come una cagna in calore guaì e annui con la testa e in quel preciso momento si ritrovo il cazzo in gola, succhiandolo con gustosa passione, il vecchio porco le sollevo le cosce spingendole le ginocchia contro le tette facendo si che il culo si sollevasse dal giaciglio su cui era stata adagiata, davanti a se aveva quella figa colante e il buchetto del culo pulsante e desideroso, ci si fiondo con tutta la faccia, la sua lingua dura e grondante di saliva passava dal buchino del culo alla figa aprendoli e leccandoli con gusto, passava da lappate succose a succhiare i frutti proibiti della giovane troia, la lingua turgida diede il via all'esplorazione più interna nei buchetti di Rosina scopandosela con la bocca mentre lei era in preda al godimento e alternava succhiate di cappella tra gli altri due.


Non passò molto dal mettere Rosina a carponi,"Girati bambolina, a quattro zampe come una cagnolina dai, ora ti facciamo godere come si deve!" disse uno dei tre, Rosina senti le punte grosse e calde strusciarsi su i suoi buchetti mentre grossi e copiosi sputi le arrivavano dritti nel culo, i due cazzoni spalmavano saliva e i suoi buchi ormai ben preparati dalla lingua del vecchio maiale erano desiderosi e pronti per essere riempiti, con foga gli sfondarono il culo mentre il contadino si divertiva a farle ingoiare tutta la sua mazza in gola facendola sbrodolare, Rosina con gli occhi lucidi e goduriosi era finalmente tutta piena, fottuta in ogni suo buco, colpo dopo colpo era sempre più troia, sempre più eccitata scoprendo come fosse speciale godere anche dal culo, era vogliosa di sborra e sapeva che non avrebbe mai più potuto restare senza sentì i cazzi pulsarle dentro, e spruzzi bollenti pervadere il suo corpo. "vuoi il latte caldo vacca?" disse uno , "prendi porca ingoialo e bevilo tutto." fece un altro "Tutto in culo dai che godo" e ancora "Ti sborro in figa si, ora hai il pancino pieno di sborra" ed era vero cazzo!!! Rosina aveva preso schizzi bollenti in ogni buco che l'avevano sicuramente riempita per bene.


 



Il bosco divenne il teatro delle sue perversioni, un luogo dove poteva essere la puttana sfrontata e audace che sentiva di essere. E ogni nuova avventura la spingeva a cercare esperienze ancora più estreme, sempre più "perverse", come le piaceva pensare. 


Racconto di Ylenia, vieni a scoprire tutti i nosri racconti e le prossime uscite delle porno fiabe su www.rubyrouge.it

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