La giornata scorreva nella sua consueta routine: il lavoro di ufficio, il pranzo, il rientro in ufficio e infine il ritorno a casa, la doccia e la tuta. Sembra tutto orientato a ripetere le solite azioni, i soliti gesti, anche quando mia moglie mi chiede di andare sul terrazzo a stendere i panni. Anche questa risulta una routine per l’indisponibilità della mia lei a salire sul tetto a causa della sua acrofobia. Il terrazzo condominiale è un’area dedicata per stendere le biancherie dei condomini, ben diciotto famiglie, ed è costituita da una serie di pali tra cui una serie di fili tesi che percorrono l’intera area. C’era ancora il sole e la temperatura era buona, appena entrato vidi impegnata anche la signora del secondo piano, anche se non ci siamo mai presentati, só che si chiama Carmela. È una bella signora mora sui quarantacinque anni, ha una figlia ventenne e non porta la fede al dito. Ha la fama di essere molto acida, poco colloquiale e molto, ma molto spigolosa. Saluto come mio solito, ma ricevo un’occhiataccia e un gesto del capo, probabilmente voleva essere un gesto di ricambio al saluto. Comunque, preferisco occupare il lato opposto alla fila di Carmela e mentre mi accingo nella faccenda domestica, noto che la vicina indossa dei pantacollant neri che esaltano due glutei tondi e sodi. Lei si abbassa per prendere dalla bacinella il suo bucato, con gesti molto naturali, ma che lasciano trasparire le intimità. Una situazione che non mi lascia indifferente facendomi avere una erezione ben visibile sotto il pantalone della tuta. Carmela si abbassa per l’ultima volta per prendere la bacinella ormai vuota e poi si gira facendo il solito gesto con il capo. Noto che il suo sguardo di meraviglia fissa la mia protuberanza. Imbarazzato, anch’io, allargo le braccia in segno di impotenza alla situazione. Lei con un grigno sul volto dice: ma è tuo? Modestamente, rispondo. Carmela: No dai! Hai messo qualcosa sotto i pantaloni. Istintivamente mi abbasso le braghe ed esce fuori il cazzo come una molla, per poi ricompormi. Noto che Carmela inarca le sopracciglia, spalanca gli occhi, e le labbra lasciano intendere un sorrisino di felicità. Poi si dirige verso il lavatoio, una stanza frequentato solo dal personale delle pulizie per rifornire i secchi di acqua. Sull’uscio mi fa un cenno con il dito per raggiungerla. Una volta all’interno e chiusa la porta, Carmela si inginocchia davanti e mi abbassa con le due mani la tuta e le mutande, poi con la mano mi massaggia prima l’asta con un movimento molto lento dal basso verso l’alto. Poi, seguito da un mugugno, appoggia la sua lingua sulla cappella per poi slinguare il membro nella sua interezza. Mi dà l’impressione come se volesse farmi chissà cosa ma alla fine sembra impacciata come una verginella alla sua prima esperienza. L’ impasse lascia subito il posto alla natura umana e comincia a succhiare mentre accompagno i suoi movimenti con la mano sulla nuca. Si spalanca la porta e la bionda del quarto piano, la caposcala detta Nella, si mette la mano alla bocca e inizia un riso fatuo. Carmela spontaneamente si alza e dice qualcosa di incomprensibile, Nella invece entra e chiude la porta. Carmela nasconde il viso tra le mani e Nella allunga una mano sul mio cazzo, poi si rivolge alla vicina e dice: volevi tenertelo tutto per te! Nella e una cinquantenne, si mantiene giovane ma avrà perso un po’ di massa muscolare e presenta delle decadenze. Ha la fama di essere una donna che si interessa dei problemi condominiali e per questo viene additata come una ficcanaso. Il marito è un banchiere e in giro si vedono poco insieme, probabilmente per una crisi coniugale di mezza età. Nella al contrario di Carmela dimostra molta dimestichezza con il sesso, lo prende, lo insaliva, lo succhia e lo muove con molta esperienza, slinguando anche i testicoli e spingendo con la mano il pube per godersi la massima erezione. Carmela allora ritorna sui suoi passi e si inginocchia accanto la vicina e partecipa con trasporto. Deliziosamente accarezzo le due teste impegnate nella fellazione, mentre gemiti di piacere echeggiano nella stanza. Strani rumori sembrano provenire dall’esterno e mentre le vicine si rimettono in ordine, io sollevo la tuta e sbircio fuori. Nicolò era in attesa sul terrazzo come sapesse che dentro ci fossimo noi. Poi esordisce dicendo ho sentito ansimare, tutto bene? Quella parola ansimare mi lascia perplesso, non so cosa rispondergli, lui si avvicina incuriosito e dice posso entrare? Guardo imbarazzato Nella e Carmela che mi fanno cenno con il capo di no. Poi Nicolò forse il più giovane capofamiglia del condominio, appena trentacinquenne, sposino di una ragazza straniera che si vede molto poco in giro. Con un sorriso spinge la porta e chiede permesso, faccio resistenza per evitare l’imbarazzo e chiede di Nella, che sbarra gli occhi e fa un cenno con la mano per dire “ a me? “ poi lo faccio entrare e Nella esordisce: ciao mi cercavi? Ho immaginato che due contro uno fosse impari e cosí mi offro per pareggiare i conti. Sono perplesso sul da farsi e non capisco questa eccitazione collettiva. Nella allora spiazza tutti e risponde: Piero ha un cazzo che basta a soddisfare entrambe, però se tu ci dimostri che sei altrettanto, allora sei il benvenuto. Nicolò illumina il viso con un sorriso beffardo e avvicinandosi a Nella le prende la mano e la pone sulle sue parti intime sopra i pantaloni. Un chiaro invito che Nella accoglie inginocchiandosi conseguentemente. Carmela acquista la strada dell’uscita e io mi calo nuovamente la tuta facendolo uscire turgido e pronto il cazzo fuori. Lei allora ferma la sua corsa e lo prende tra le mani, poi mi si avvicina e mi sussurra quanto è duro! Ci abbracciamo calorosamente e le nostre bocche si incontrano in un bacio alla francese che ci lascia senza respiro e che ci invoglia a ripeterlo in un vortice di emozioni. Carmela inizia a strusciarsi avvicinando le sue parti basse sul mio cazzo e a tastare la mia schiena con le unghie, poi mi mordicchia le labbra. Io ricambio leccandole il collo, scendo sui suoi seni ma ha un reggiseno molto coprente che me lo impedisce. Mi inginocchio e le abbasso i pantacollant e mentre contemplo le sue nudità lei apre le gambe a voler accogliere la mia lingua che non si lascia sfuggire l’occasione. Le slinguo le labbra della vagina sino al clitoride con movimenti ritmati dal basso sino all’alto e viceversa, con la lingua a cucchiaino. Lei sembra apprezzare mettendomi le mani sulla testa e accarezzandomi i capelli. Sento che mi dice : sbattimi dai, lo voglio dentro! L’ appoggio alla parete e le alzo una gamba che trattengo sul mio avambraccio. Poi adagio la mia cappella sulla sua fessura che se anche ben lubrificata, fa fatica ad entrare. Con movimenti decisi forzo l’ingresso fino a sentire il suo calore sul mio membro che tenta di farsi strada. Carmela alterna gemiti di piacere a riluttanze di dolore e mi confessa di averlo troppo grosso e che le faccio del male. Poi mi chiede di aspettare un attimo, esco il membro mentre lei si gira di fronte la parete, appoggia le mani al muro e si china. Ha un mappamondo al posto delle natiche che mi invogliano e mi eccitano ancora di più. Ha un’ano troppo stretto e allora entro nella sua figa. Questa volta scivola meglio e riesco ad entrare tutto dentro sollecitato anche dalla sua voglia di riceverlo tutto sino in fondo. Quel mappamondo sodo mi stimolava a sculacciarla e lei ad ogni schiaffo reagiva con un bastardo! La sua figa pulsava sul mio cazzo in evidente stato pre-orgasmo che non tardava a venire con urla soffocate. Mi chiede di fermarmi e di volersi sedere al bordo del lavatoio. Io intanto l’abbraccio e la stringo a me, viene spontaneo baciarci. Sei stato magnifico mi dice, quanto sei bona gli rispondo e ci ribaciamo. Nella fa capolino tra di noi e ci chiede com’e andata? Carmela : mi ha portata al settimo cielo. E tu? Io invece sono rimasta a secco, Nicolò ha svuotato tutto per terra. Ho il clito come un bottone e sono ancora eccitata, soprattutto quando ti ho sentita godere. Piero non è venuto? No! Dico. Nella allora continua: ma Carmela non si oppone se ti sequestro per qualche minuto. Io, ancora in tiro, ero pronto, do uno sguardo a Nicolò che sta lì fermo a guardarci. Poi giro lo sguardo a Carmela che acconsente con un cenno del capo. Mi stacco dall’abbraccio di Carmela e sotto lo sguardo curioso di Nicolò abbraccio Nella. Gli passo la mano nella fessura per sentire il grado di eccitazione e sentendolo molto secco decido di insalivarlo. Anche lei allarga le gambe per accogliere la mia lingua che si sofferma sul bottone gonfio. Continuo a roteare la lingua sul clitoride e ad assaporare i liquidi che escono copiosi insieme ai suoi gemiti. Dai, trombami tutta! Mi alzo e anche lei si gira di fronte la parete di fianco a Nicolò, che gli mette il cazzo moscio in bocca, io invece le entro da dietro nella figa. Non la sento aderente come quella di Carmela, così le appoggio la cappella sull’ano e spingo. Il suo ano è elastico e accoglie dentro il mio cazzo, dandomi quella sensazione di calore e di piacere. Carmela si avvicina dall’altro lato a quello di Nicolò e infila la mano nella figa di Nella, incominciando a toccare e a ravanare. Nella prova piacere sentendola gemere sotto i colpi di cazzo fino a quando il suo respiro non diventa sempre più ansimante lasciando spazio all’orgasmo condiviso. Le sburro dentro continuando a penetrarla fino a quando è possibile. Una volta fuori, lei si ricompone e dice: mamma mia! mai sentito un piacere così grande. Siete stati fantastici! Quando lo rifacciamo ? Io e Carmela ci guardiamo, poi rispondo: vabene poi ci organizziamo. Carmela una volta ordinata, cerca di riconquistare l’uscita e sull’uscio della porta dice: quando vi organizzate mi fate sapere. Nella altrettanto, una volta composta , bacia sulla guancia Nicolò e a me sulle labbra, poi dice mercoledì prossimo alle cinque. Rimaniamo io e Nicolò che tentiamo di resettare o meglio di togliere eventuali tracce di liquido sul pavimento. Commentando l’accaduto, Nicolò mi confessa che quella stanza se potesse parlare racconterebbe cose inimmaginabili. Quindi gli chiedo: allora non è la prima volta? No, mi racconta che è il luogo preferito da alcune signore per cornificare i propri mariti. Non sapeva di Carmela, ma di Nella si era accorto che ogni volta che salivo a stendere i panni anche lei mi raggiungeva. Lui non è la prima volta che partecipa e già in altre occasioni ha avuto modo di fare sesso in quella stanza. Un paio di volte anche con Nella. Chi altro chiedo: Nicolò mi risponde la tua dirimpettaia ad esempio, che se la fa con il professore del terzo piano e poi c’è Anna, la figlia dei signori anziani del sesto piano ch’è una vera e propria ninfomane insieme a una coppia di amici che non abitano qui. Gli chiedo, sai qualcosa di mia moglie? No, mi risponde, mai sentito nulla. Allora, acqua in bocca.
Ti stendo...i panni
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Aggiunto: 6 mesi fa
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Confessioni
Sesso di gruppo
