I ragazzi incontrati al mare del racconto precedente mi avevano divertita. Avevo avuto solo in po' di timore quando mi avevano bendata e in questa settimana ho ragionato. Qual è il mio limite in questi giochi? E ho capito che quando mi intimorisco, mi vergogno, ho paura (non tanta perché mi bloccherei), ecco che sono al limite, a quel confine che forse posso superare. Èquel bisognodi superarmi continuamente che mi carica. Sicuramente si potrebbe arrivare ad una situazione in cui più niente mi provochi quegli effetti, ma finora il limite invalicabile l'ho sentito, quel limite che da sola non riesco a superare. Coi ragazzi al mare ero lontana da casa, c'erano i miei consolidati sei amici che hanno organizzato molte situazioni per me e che mi hanno dato sicurezza. Ero bendata in spiaggia e legata col guinzaglio a un palo. C'era un sacco di gente, l'avevo vista bene prima che mi bendassero e mi sono poi sentita distante da tutta quella gente. C'era un po' di vento, il rumore del mare e un brusio indistinto di chiacchiere. Non riuscivo a capire se qualcuno si avvicinava. Mi sentivo delle mani addosso, un pene che sfiorava le labbra ma la scena esterna in spiaggia poteva essere cambiata dall'ultima volta che l'avevo vista. Dopo un tempo che mi era sembrato un'ora ma non ne sono certo sicura, avevo soddisfatto un sacco di sconosciuti, avevo la sensazione che la gente fosse aumentata ma non so spiegarmi il perché. Non sentivo i ragazzi. I miei amici vigilavano sicuramente ma non si erano avvicinati nemmeno una volta a rassicurarmi. Questa sottile tensione mi eccitava e mi manteneva non bagnata ma proprio fradicia.
A uno di questi ragazzi avevo dato il numero. Mi aveva chiesto se ero disposta ad essere di nuovo obbediente senza fare domande. Durante questa settimana mi ha messaggiato e mi ha detto ci sarei venerdì. Se ti va passo a prenderti con la macchina. Non mi spieghi niente? Niente... sarai bendata da quando sali a quando ti porterò a casa e avrai il collare e il guinzaglio. È almeno lontano? Vengo alle otto di sera e non arriveremo prima delle undici. Allora va bene. Lui diciannove anni. Io 53. Ma ci sarai solo tu? Si. Poi dove arriveremo ci sarà gente. Mi si prospettava un viaggio noioso. Ieri sera quindi sono salita in macchina. Una bella macchina ma non so dire il modello. Lui mi ha dato la mascherina e siamo partiti. Ma non è ridicolo se mi vedono? Mi dice che non gli interessa. Mi ha detto di mettere un vestitino corto che si chiuda davanti. Ho mandato le foto. Al terzo ha detto questo! Si apre e si chiude con una cordicella sul fianco sinistro. Sotto niente. In macchina mi dice di aprirlo ma di tenerlo anche se completamente aperto davanti così se ci fermano in un attimo puoi chiuderlo e togliere la mascherina. Ha messo la musica. Ogni tanto allungava la mano e mi toccava. Ho avuto la sensazione che abbia imboccato l'autostrada e poi il tempo passava. Mi sono anche appisolata. Poi, davvero dopo tre ore si ferma. Mi dice siamo arrivati. Mettiti nuda. Scende e mi lascia in macchina. Sento fuori dal finestrino gente che parla. Mi guardano, criticano positivamente il mio seno e notano il guinzaglio. Torna dopo un tempo che mi è sembrato eterno. Non mi dice niente. Mi aggancia il collare. Lo tira quindi scendo, e gli sto di fianco. Mi guida e io nuda solo con le scarpe col tacco sento che c'è gente intorno. Le critiche sono positive qualcunomi apre i glutei e apprezza il fattoche i buchetti sono stretti. Mi sento tranquilla. Sono lontana da casa. Non me ne frega niente dei giudizi ma di provare un'esperienza originale. La gente aumenta. Qualcuno mi tocca di nuovo. Mi fermano e così, in piedi, succhiano i capezzoli. Sento appoggiare due cose al seno bagnato sono delle specie di bicchierini. Sento qualcosa come una pompetta. Nei bicchierini si fa il vuoto. Godo talmente che mugolo. Nel frattempo mi apronodi nuovoi gluteie mi leccano. Sorrido in estasi. Sento anche voci di donne. Non capisco la situazione. Siamo per stada o forseancora al parcheggio. Poi qualcuno dice portala di qua. Bella. Ci divertiremo! C'è musica altissima. Ho capito. Una discoteca. Mi tolgono i bicchierini tirando. Sobbalzo e sento che dicono che ho i capezzoli gonfi e anche le areole. Mi si spegne un po' la sorpresa pensando alla discoteca. L'ho già fatto e spesso. Solo non ero bendata. Mi toccano in tanti, qualcunomi inserisce in modo rude qualcosa nel sederino. Capisco che èun plug. Si divertonoa toglierloe ad inserirlo velocemente. Mi sistemano su un tavolino girevole. Sotto i ginocchi qualcosa di morbido. Sono a 4 zampe iniziato con le dita. La bocca è presa d'assalto. Mi piace come situazione e inizio a impegnarmi. Lui, il ragazzo che mi accompagnato non c'è più. Sento che il guinzaglio è legato corto a qualcosa. Ho poco movimento ma mi basta per essere sodomizzata e per averne sempre uno o due in bocca. Molte mani sui seni che stringono e mi rimettono quei bicchierini portando il vuoto a livello sempre maggiore. Le schiaffeggiano anche e mi piace veramente molto, mentre dondolano per il ritmo deciso che mi danno i cazzi in bocca e nel sederino. Il primo viene spruzzandomi il viso poi me lo spinge in bocca per finire. Sento applaudire. Mi schiaffeggiano forte anche il sedere. Mi lascio andare. Non la trovo una situazione al limite, niente brividi. Non so se è una festa privata o una discoteca con il proprietario che è d'accordo. Sono ambedue situazioni che conosco bene, comunque godo e l'atmosfera è positiva. Poi qualcuno mi sfila la mascherina. Ci metto un po' ad abituare la vista. Ecco, è una discoteca. Poiché ho molti ragazzi intorno che mi toccano e che aspettano il loro turno, non riesco a vedere molto. Poi capisco dove sono. È la discoteca a meno di venti chilometri da casa mia! Mi seppellirei! Mi rendo conto che molti di quelli che ho intorno li ho visti in giro. Il guinzaglio è legato ma sono anche paralizzata dentro. Uno mi saluta e mi chiama per nome. Mi dice che sono proprio bella e me lo mette in bocca. Mentre fa mi chiede se sono venuta da sola. Gli dico che sono arrivata con un amico che ora non vedo. Mi sepellirei dalla rabbia e dalla vergogna. Arrivano altri. Ma allora è vero, sei tu! Non sapevo che ti piacesse fare la troia così perché non me l'hai mai detto! Ho riso per disperazione. Gli chiedo. Avevo una mascherina. Per favore me la rimetti? Mi era sembrata l'unica soluzione immediata perché se quei cinque mi avevano riconosciuta, gli altri prima, quando avevo la mascherina, con quelle luci intermittenti probabilmente avevano colto solo un corpo di donna. La cerca ma non la trova. Mi chiede perché la voglio mettere e decido di spiegargli la situazione. Che ho fatto in viaggio lungo in macchina e credevo di essere lontana da casa e invece lì è veramente imbarazzante. Ride. Mi dice sei bellissima. Ho la fila e mi usano senza sosta. Cerco di chinare il capo per non essere vista in viso ma me lo tirano su con forza prendendomi per i capelli e me lo infilano in bocca. Allora lo prendo fino in fondo. Schiaccio proprio il viso contro la pancia perché so che piace un casino e così non mi si riconosce. Mi vengono direttamente in gola. Appena uno si avvicina mi immergo proprio e, complici le luci l'interesse per godere, ho l'impressione di farla franca. Torna il tipo al quale ho chiesto di trovare la mascherina. Me lo mette in bocca. Gli dico che vorrei andare via da lì. Lui mi dice che è una situazione piacevole, che tutti sono contenti. Si farebbe odiare. Sono esasperata. Ma mi riconoscerà un sacco di gente! Ride e mi ordina di succhiare. Mi fa dei nomi. Mi dice che sono li e che lo sanno già. Temo per qualche nipote. Glielo dico. Ride. Due di loro ci sono e uno è già venuto in tutti i sensi ma non mi ha riconosciuta perché te l'hamessoin culo. Poi mi dice: se ti rimedio qualcosa per coprire un po' il viso fai la brava e stai fino alla fine? Non mi resta che dire che va bene. Sparisce ma mi affida ad uno che conosce e affondo il viso nella sua pancia e il cazzo in gola. Torna con un tovagliolo e dei forbicini. Ha fatto un buco per un occhio, fa il secondo prendendo le misure ma non ci vedo perché è sulla tempia, taglia molto poi me lo mette e annoda. Sono più tranquilla è una cosa minima ma con quelle luci puòbastare. Lo ringrazio. Ho come una sensazione di essere stata protetta, salvata, e gli dico che la posizione inizia a pesarmi. Ho i ginocchi indolenziti. Slega il guinzaglio, mi fa alzare. Vedo poco ma un po' sì. Mi dice che comunque devo continuare a giocare. Alzandomi in piedi ho sentito lo sperma uscire dal sedere. Cerco di stringere ma non riesco bene perché il buchetto è dilatato dall'uso che hanno fatto fino a un secondo prima. Mi cola dalle gambe. Mi sento a disagio più che mai. Mi porta al suo tavolo un po' indietro rispetto alla pista da ballo piena ma non primadi avermi fatto fare un lungo giro. In pista ha preteso che ballassi. Ho capito che gli piaceva farsi vedere in quella situazione. Mi ha portata in bagno, in quello dei maschi dove qualcuno, ne ha approfittato e io ho fatto la pipi senza privacy. Li qualcuno mi toglie il guinzaglio e il collare. È il tipo che aveva la pompetta. Mi mette due pinzette metalliche unite da una catenina ai capezzoli, e a questa aggancia il guinzaglio. Si fa un altro giro del locale fra toccate e schiaffi al sederino. Mi tira dai capezzoli. Mi fa impressione. Fa un po' male ma lo trovo veramente eccitante. Mi fa sedere poi mi solleva le gambe e mi dice tienitele tu su, così. Non è scomodo poi il viso è abbastanza in ombra e la fila riprende a penetrarmi un po' in un buchetto è un po' nell'altro. Andiamo avanti così un po' poi arriva uno veramente forte, mi solleva dalla catena dei capezzoli poi mi prende su come se non pesassi niente. Si siede lo tira fuori e mi dice succhia. Ora sono a gambe divaricate e dritte col sedere rivolto verso la pista. Mi piego in avanti e lo succhio. La situazione mi eccita e in più il viso lo vede solo lui. Mi toglie il tovagliolo. Mi guarda intensamente mentre dietro m'inculano ridendo. È eccitato. Mi ordina di prenderlo dentro. Una gamba a destra una a sinistra, lui seduto mi siedo sopra e siamo petto contro petto. Provvedo. Mi penetra davanti. Mi appoggio a lui. Il viso è invisibile. Un altro mi entra nel sederino. Sento dire ... è proprio brava, ma non mi sembra lei! Uno mi prende per i capelli e me lo mette in bocca. Chiudo gli occhi. Troppo bello. Il viso è in ombra. Dalla schiena e dal sedere non mi riconoscerà nessuno. Sento dire ma non è mia zia! Cosa t'inventi! La voce di mio nipote reagisco. Dico col tipo che ho sotto. C'è mio nipote, coprirmi il viso. Mi bacia e mi nasconde stringendomi col braccio intorno al collo. Mio nipote va dietro. Me lo ritrovo nel sederino. Dura poco, se ne va, mi rilasso. Ripreno anche con la bocca. Dopo aver sentito la lingua coprirsi di sperma, una voce mi dice. Vai a casa con lui e indica il tipo che ho sotto. È il ragazzo che mi ha portata. Mi chiede: ti diverti? Stanno spingendo in due dentro di me. Ansimo ma riesco a dire sì e mi saluta. A fine serata verso le due e mezza quello che mi deve accompagnare a casa mi dice: mi sei costata cinquecento euro ma ha ragione, li vali tutti. Mi ha portata al guinzaglio tirando il seno e bendata, al parcheggio, li mi ha fatto succhiare un'altra marea di cazzi e poi, mi ha portata fin sotto casa. In macchina c'era anche il mio vestitino. Non ero per niente stanca e stavo bene gliel'ho detto. Allora abbiamo fatto un giro in macchina chiacchierando. Ogni tanto rallentava se vedeva gente per esempio in un parcheggio, mi faceva scendere e tirando col guinzaglio attaccato ai capezzoli, improvvisamente feroce, mi costringeva a farmeli. Due volte ci siamo fermati per questo gioco e sembrava tutto naturale. Avrei voluto che la serata non finisse ma non c'era gente in giro. Allora mi ha fatta scendere e sono tornata a casa. È stata veramente una notte sorprendente e intensa.

«Wooow spettacolare devo fargli fare una serata cosi alla mia compagna»