Sotto i tre soli artificiali che illuminavano il deserto di New Arizona, Ping controllava il display olografico del suo braccio bionico mentre il suo cavallo robotico attraversava le dune di sabbia radioattiva. L'aria era densa di particelle nanometriche che brillavano come polvere d'oro nel crepuscolo perpetuo di quel mondo corrotto.
Le megalopoli del futuro avevano fagocitato gran parte della civiltà, lasciando le terre selvagge in balia di corporazioni spietate e bande di predoni ciberneticamente potenziati. Ma era proprio qui, nel territorio più ostile del pianeta, che Ping aveva scelto di combattere la sua battaglia per la giustizia.
Il suo poncho olografico ondeggiava nel vento caldo, mentre i sensori impiantati nella sua retina scannerizzavano l'orizzonte alla ricerca di minacce. Non dovette attendere molto: un gruppo di mercenari della CyberTech Corp stava rastrellando un villaggio di coloni indipendenti, l'ennesimo atto di prepotenza contro chi rifiutava di sottomettersi al controllo aziendale; mentre le bagasce se la spassarono con i puttanieri.
"È tempo di fare ciò che è giusto", mormorò Ping, estraendo il suo revolver quantico dalla fondina in pelle sintetica. L'arma, un'elegante fusione di tecnologia antica e moderna, era letale quanto silenziosa.
Con movimenti fluidi appresi in anni di combattimenti, Ping si avvicinò al villaggio. I suoi stivali magnetici gli permettevano di muoversi silenziosamente sulla sabbia metallica, mentre il suo cappello a falda larga schermava i sensori nemici.
Il primo mercenario cadde senza nemmeno accorgersi della sua presenza, colpito da un proiettile che ignorava le leggi della fisica convenzionale. Il secondo ebbe appena il tempo di attivare il suo scudo energetico prima che Ping lo disattivasse con un impulso elettromagnetico dal suo lazo neurale.
"Lasciate questa gente in pace", tuonò la voce di Ping, amplificata dai suoi impianti vocali. "Questo territorio non appartiene alle corporazioni."
I coloni guardavano con stupore questo straniero, metà uomo e metà macchina, che combatteva per loro con la determinazione di un antico eroe del West. I suoi occhi cibernetici brillavano di una luce blu intensa, ma conservavano ancora quella scintilla di umanità che nessun upgrade tecnologico poteva replicare.
Mentre il sole artificiale tramontava all'orizzonte, Ping contemplava il villaggio ora al sicuro. Sapeva che questa era solo una piccola vittoria in una guerra molto più grande. Le corporazioni avrebbero mandato altri mercenari, robots più letali, droidi più sofisticati. Ma lui sarebbe stato lì, guardiano silenzioso di queste terre dimenticate, cavaliere solitario di un West che si rifiutava di morire.
Montò sul suo destriero meccanico e si diresse verso il tramonto, mentre il vento del deserto cancellava le sue tracce digitali. In questo futuro distopico, dove la tecnologia aveva divorato l'anima dell'umanità, Ping rappresentava una speranza: la prova che giustizia e libertà potevano ancora esistere, anche nell'anno 3000.
FINE
