Amo le donne, sono etero nel senso che mi piace trombare con le femminucce, ma mi piace anche fare pompini indecorosi, profondi, da urlo. Mi definirei un bisex porcone e vizioso, che quando ne ha l’occasione spara belle pompe e si gusta il cazzo di turno piantato nella bocca. Ovviamente la cosa che più mi eccita e la sborra, quella sensazione di disgusto iniziale quando la percepisco mentre mi riempie la bocca, calda, densa, perlacea non fa che aumentare il mio senso di eccitazione, amo giocherellarci con la lingua, con le labbra per poi mandarla giù da vera troia.


Grazie ad una app di incontri, ho contattato e ciucciato ad oggi più di 30 cazzi in circa 2 anni di attività da appassionato pompinaro, il primo che mi ha “sverginato” la bocca è stato un quarantaduenne molto orso, scostante, un po' grassoccio e dotato di un cazzo meravigliosamente grosso e largo, con una cappella viola appetitosa e odorosa (amo prendere in bocca il cazzo che puzza un po'). Lui è uno dei miei amanti fissi a cui lo succhio periodicamente. Ricordo la timidezza che mi attanagliò quando, dopo uno stretto giro di messaggi, mi disse di raggiungerlo a casa sua dove vive da solo. Non era solo il primo pompino che avrei fatto a lui, ma il mio primo cazzo da succhiare in assoluto. Pochi chilometri mi dividevano dalla destinazione ed in quei pochi minuti di viaggio, tanti pensieri mi affollavano la mente. Mi sentivo spaventato, imbarazzato ma molto eccitato al pensiero che finalmente le mie fantasie erotiche sarebbero da li a poco diventate reali e mi sarei gustato finalmente il mio primo cazzo in bocca.


Arrivai a destinazione che erano circa le 23:30, la strada era deserta, vi erano alcune macchine parcheggiate, una banca e una serie di negozi chiusi, c’era silenzio a parte il ronzio di un frigorifero di un supermercato lì vicino. Con mani sudate e tremanti, emozionatissimo, citofonai al suo numero civico e passarono dei secondi che mi sembrarono interminabili senza che ricevessi risposta quando finalmente sentii la serratura del portone scattare ed aprirsi. Sempre in silenzio, salii al secondo piano e, vedendo la porta d’ingresso socchiusa, entrai senza esitare. 


Mi ritrovai in un salottino ben arredato, con un angolo cottura, un bagno sulla sinistra e, dopo il bagno, una camera in penombra – la sua camera da letto pensai – da cui mi arrivarono degli ordini: “non dire nulla, spogliati completamente nudo e raggiungimi qui”. Con il sangue che mi pulsava nelle tempie, molto eccitato, mi denudai completamente e a piedi nudi lo raggiunsi nella camera in penombra. Nella poca luce vidi questo uomo (il mio primo uomo), completamente nudo e disteso su un letto matrimoniale; era panciuto, molto peloso, ben in carne e si segava il cazzo semi rigido e di ragguardevoli dimensioni con aria sorniona e perversa. Rimasi impietrito dalla scena, guardavo quella cappella dura che mi attirava e mi chiamava a se con un richiamo silenzioso ma assai convincente.


“Vieni vicino a me” mi disse ed io ubbidii in silenzio, stendendomi accanto a lui. Aggiunse: “leccami dal torace a scendere senza parlare, fammi vedere cosa sai fare con la lingua, gran pompinaro”. Capii subito di essere caduto nelle mani di un gran porcone, autoritario e perverso, e la cosa mi eccitò ancora di più. Con tanta buona volontà, cominciai a leccare a lingua piena tutto il suo torace soffermandomi sui capezzoli, poi presi a scendere a mano a mano sull’addome lappandogli la pancia e i fianchi opulenti. Il porcone mugolava, era evidente che gli piacesse da morire essere leccato da me sul corpo e mi ritrovai a dirmi tra me e me: “vedrai quando te lo prendo in bocca come ti piacerà”. 


Mi ritrovai con il viso a pochi millimetri dal suo cazzo ora durissimo e completamente scappellato. Disse: “ora fammi vedere come fai un pompino”. Io cominciai a leccare dapprima i coglioni pelosissimi, li ciucciavo delicatamente e li prendevo in bocca a turno, prima uno poi l’altro, poi presi a leccare l’asta dura e venosa andando su e giù con un lavorio di labbra serrate attorno al cazzo e di abili colpi di lingua e finalmente presi la mia prima cappella in bocca. La ciucciai per alcuni secondi temendo di provare ribrezzo al suo sapore, invece era buona, un sapore neutro non fastidioso, anzi piuttosto piacevole e eccitante. Con le labbra strette, scendevo con la bocca sulla sua cappella cercando di farmi entrare il suo cazzo il più in profondità possibile nella gola. Eravamo sul letto con uno specchio dell’anta dell’armadio di fronte da cui mi guardavo mentre, nudi, succhiavo con passione il grosso cazzo a questo sconosciuto nel mio primo pompino in assoluto. La cosa che più mi colpì, fu il calore del suo corpo peloso, la sua nudità, insieme alla mia, mi mandò in visibilio ed infatti, almeno così disse, gli stavo sparando un pompino incredibilmente bello ed arrapante. Ero eccitato all’inverosimile, mi sentivo sporco, indecoroso, un grande pompinaro intento a succhiare il cazzo ad un uomo sconosciuto, ma mi piaceva da morire questa cosa, mi mandava in sollucchero, mi resi conto che mi piaceva tantissimo fare pompini.


Una quantità incredibile di saliva umettava la sua nerchia, che pulsava sotto i colpi della mia lingua e delle mie labbra, pompavo il suo cazzo come se non ci fosse un domani, volevo letteralmente mangiarmelo con un unico, irrefrenabile impulso, ovvero di assaggiare finalmente il sapore della sborra. Eh si, avevo tutta l’intenzione, in quel mio battesimo del pompino, di assaggiare la sborra, di prenderla in bocca, assaporarla e, se mi fosse piaciuto il suo sapore, mandarla giù nello stomaco come una troia.


Speravo che fosse un grande sborratore, desideravo beccarne tanta in bocca. Sapevo che per ottenere da un maschio un’eiaculazione densa e abbondante, dovevo solleticare la sua prostata con un dito ficcato nel suo culo, ma sapevo pure che non tutti gradiscono questa pratica invasiva. Così, mentre il porco mi teneva la testa con una mano sulla nuca ed io gli sparavo quel bocchino eccezionale, piano piano, dopo essermi leccato il dito medio per umettarlo, saggiai il suo culo, accarezzando la rosellina e ficcandone una minima parte nel suo sfintere. Quando lo sentii esclamare: “bravo, che troia che sei, mi piace il dito in culo”, capendo che gli piaceva una cifra questa pratica, intensificai il pompino con la lingua che sembrava impazzita sulla cappella, con la bocca che accoglieva ritmicamente quella grossa nerchia calda e dura fino a che con un urlo liberatorio, il mio maschio mi scaricò una bella sborrata direttamente in bocca. Il primo approccio non fu dei migliori, mi sentii disgustato dallo sperma che mi impastava la bocca e in parte la gola, ma poi cominciai a goderne, ne godevo come un matto, mi rendevo conto che ero veramente goloso di sborra e così la ingoiai praticamente tutta con suo grandissimo piacere e soddisfazione.  


Con lo stomaco e la bocca impregnati di latte di maschio, mi disse: “non ci credo che questa è stata la tua prima volta con un cazzo in bocca, sei stato troppo bravo”. Risposi: “ti garantisco che è così, tu sei il mio primo cazzo, ma l’ho desiderato così tanto che mi è venuto spontaneo farlo in questo modo”.


Lui ha apprezzato così tanto quel primo bocchino che siamo divenuti amanti clandestini e, ogni tanto mi convoca a casa sua per….. beh, non c’è bisogno di dire per fare cosa. Ovviamente lui sa che non è l'unico a cui sparo pompini con ingoio.... 


 

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