Questo per me è un momento molto felice, infatti, dopo aver saputo di aver ingravidato la mia figliastra, ho scoperto di aver messo incinta anche la mia adorata cognatona… e ciò mi darà la possibilità di essere padre di due magnifici figli da due splendide donne ucraine e per me che non ho mai avuto figli ciò è molto importante. Non mi interessa il perché e il come sia avvenuto questo miracolo, ma a sessanta anni so che è un dono bellissimo e me lo voglio godere tutto. Adesso è giunto il momento di fare le prime visite tanto per la mia figliastra, quanto per mia cognata, e devo dire che è stata Ukra a compiere un atto molto bello, cioè quello di telefonare alla sua ginecologa: Adriana, che è veramente scrupolosa ed è una ottima professionista e che si è messa a disposizione. Adriana è una specialista ospedaliera, che svolge la sua attività anche in studi privati e soprattutto è senza dubbio molto, molto riservata, come serve a noi. Quando l’abbiamo conosciuta, in occasione delle prime visite ginecologiche di Ukra, le abbiamo raccontato della nostra famiglia, a dire la verità molto particolare, e che adesso si è ampiamente allargata, e Adriana ha ascoltato senza commenti impropri, senza giudicare, e professionalmente ha dimostrato una correttezza straordinaria. Ha subito accettato di seguire ginecologicamente zia Toma e poi, successivamente anche Jana mia cognata, tanto che credo di poter dire che Adriana abbia oramai un quadro molto chiaro di tutto il nostro mondo sessuale e con il passare del tempo è diventata anche una buona amica per cui tutte le donne della nostra famiglia non nascondono nulla sessualmente parlando. Io e Ukra abbiamo molta stima di lei e Adriana si è dimostrata estremamente disponibile a seguire tutta la fase della gravidanza di Ilenka, la mia figliastra, continuando ovviamente il lavoro con Jana, e offrendosi ora che ha saputo che ho messo incinta anche lei. Adriana ha accettato con piacere, sapendo che la mia figliastra è sposata con un altro uomo e che mia cognata è stata per diverso tempo con un altro uomo il quale ha tentato di farle prendere la pillola anticoncezionale senza riuscirvi. Quando Ukra ha telefonato per prenotare le visite per la mia figliastra e per mia cognata, Adriana ha però voluto fissare prima di tutto un appuntamento con me in quanto padre dei nascituri, questo prima delle visite ginecologiche alle future mamme. A dire la verità non mi aspettavo di essere chiamato in causa, ma ho accettato di buon grado, sicché Adriana ha fissato l’appuntamento alle 19,30 del mercoledì e io l’ho raggiunta in uno dei suoi studi dove esercita la libera professione. Ho suonato al citofono e mi è stato aperto. Ho salito le scale sino al primo piano, e ho notato che la porta era aperta. Sono entrato ma non ho visto nessuno: evidentemente la segretaria era andata via. Vista l’ora avevo compreso che la mia era l’ultima visita. Sarebbe stata una cosa rapida. Mi aspettavo sicuramente quattro chiacchiere piacevoli tra amici. Del resto Adriana si era presentata quasi subito, considerato che io avevo fatto appena a tempo a sedermi in uno dei due comodi divani della sala d’aspetto. Mi accolse con un ciao e un sorriso di buonasera molto gentile. Adriana era una donna assai piacevole, sopra la quarantina, alta, bruna, sempre con capelli cortissimi. Il suo corpo slanciato evidenziava un seno piccolo ma assai sbarazzino, un corpo sodo ed elastico e due cosce fantastiche, come avevo già notato dai primi incontri e soprattutto era molto brava a valorizzarsi. La cosa stupefacente, però era il deretano, un culo veramente straordinario direi poderoso. Mi accolse in un bellissimo vestito che le donava molto. Le cosce lunghe erano inimmaginabili e ogni volta che le vedevo era un’emozione, ma anche un trauma, specie quando si accavallavano facendomi impazzire. Mi fece accomodare nel suo studio. Sorridemmo mi offrì del vino bianco in calice ed era un Pecorino di Chieti molto gradevole, poi ci spostammo nella sala attigua, lei mi fece strada e io la seguii affascinato dalle sue curve e dal suo modo di fare elegante. La sala era una bella stanza con mobili comodi e funzionali. Tutto era moderno e i divani larghi apparivano particolarmente ospitali. Vi era una scrivania anche e delle comode poltrone, tappeti, tutto molto raffinato ed elegante più in là vi era anche un divano letto che dava l’idea di essere assai comodo già apparecchiato. Io lo guardai e Adriana sorrise, senza imbarazzo; mi disse che era per le terapie di coppia che faceva la sessuologa del gruppo di studio… Non osai chiedere altro e Adriana fece un sorriso molto malizioso. Più guardavo Adriana più mi rendevo conto che lei era una donna charmant, era sempre gioiosa, allegra con brio, con la risposta pronta e molto intelligente. Il suo sorriso era assai sensuale e contagioso. Sorrisi anche io e nonostante la guardassi molto spesso e non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso, lei era assolutamente a proprio agio e ciò mi rendeva molto tranquillo poiché mi dava il senso di questo incontro. Mi resi conto che le luci erano volutamente soffuse quando Adriana iniziò a parlare della mia figliastra. Lei sapeva quanto io volessi un figlio, gliene avevo già parlato, e lei mi chiese come avevo iniziato a frequentare la figlia di Ukra sessualmente. Mi chiese se mi creava problemi il fatto che la mia figliastra era sposata con un altro uomo, e se vedevo come un problema la differenza di età, tenuto conto che Ilenka doveva compierne 34 mentre io di anni ne avevo di più; sorrisi e visto che lei giocava sulla confidenza le dissi: “hai ragione 60 anni” e lei ancora sorridendo mi ribattè:“ a quanto so e vedo molto ben portati” poi mi chiese se sapevo dei rapporti sessuali fra la mia figliastra e suo marito e cosa ne pensassi o se ne ero geloso. Io le risposi che il primo incontro con Ilenka era stato un incontro voluto da lei, specificamente per soddisfarla, visto che con suo marito aveva rapporti molto brevi, che non riuscivano a soddisfarla pienamente, sebbene avesse già avuto due figli. A suo dire io invece la soddisfacevo perché avevo una notevole resistenza e questo le consentiva di godere intensamente di rapporti sessuali completi e soddisfacenti sotto ogni aspetto, visto che mutavamo molto spesso le posizioni in una sorta di kamasutra senza regole, basato solo sul desiderio che provavamo di volta in volta. Le dissi che Ilenka come sua madre Ukra era multi orgasmica e mi piaceva molto farla squirtare. Riguardo al fatto che lei era molto più giovane di me, non sentivo alcuna differenza a giudicare da come lei si donava e dal piacere che manifestava. Le dissi anche che dopo i nostri incontri la mia figliastra era sempre totalmente appagata e felice e che io non ero per nulla geloso. Adriana aveva annuito… in realtà della mia potenza sessuale gliene avevano parlato abbondantemente tanto Ukra quanto zia Toma e mia cognata. Devo dire che Adriana mi sembrava abbastanza presa da questo discorso, so che aveva chiesto curiosa delle mie qualità erotiche e mentre parlavamo avevo notavo in lei un certo nervosismo o forse era un misto di eccitazione che aveva iniziato a farsi sentire. Accavallava e scavallava molto spesso le lunghe cosce, si toccava i capelli, si sistemava gli occhialini, poi umettava con la lingua le labbra e sorrideva molto, mordicchiandosi le labbra inferiori, quasi torturandole. Per me questi erano indizi di eccitazione. Ad un certo punto mi disse una frase che non mi aspettavo: “Devo dire che dalle visite ginecologiche che ho fatto a Ukra e a Zia Toma, nonché quelle a tua cognata Jana, ho compreso quanto fisicamente tu sia molto ben dotato e come tu sia animato da un notevole appetito sessuale…Del resto anche zia Toma mi ha detto che sei instancabile e so che con tua cognata Jana il sesso è molto vario e completo; fate costantemente orale vaginale e anale o mi sbaglio? Io con calma le risposi che non si sbagliava affatto e che anzi con zia Toma e con Jana più che con le altre vista l’abbondanza del loro seno, spesso facevamo anche delle ottime spagnolone….e lei rimase colpita da quella frase. In quel momento Adriana sorrise dicendomi: “Bhe certo con le mie tettine non potrei mai fare ciò che fate tu e la zia Toma… o Jana, loro hanno seni veramente molto abbondanti, ma forse io potrei fare altre cose magari altrettanto piacevoli”. Sorrise e ci guardammo per degli attimi negli occhi…Io a quel punto le dissi: “e ancora non conosci Anzhela, non sai che belle tettone che ha lei… e vidi che lei rimase sorpresa, chiedendomi: “ma c’è pure un’altra nuova che io non conosco?....Anche lei è ucraina?” Io le risposi affermativamente. Ero indeciso se dirle quello che mi passava per la mente; avrei voluto prenderla in quel momento sul divano o sul letto a pecorina violentemente fino a spaccarle la figa e il culo a sangue, ma sorrisi e lei accavallò nuovamente le cosce e si aggiustò nuovamente gli occhiali, tentando di concentrarsi dopo lo stupore di sapere dell’esistenza di un’altra donna nel nostro gruppo. Sorrise e mi disse: da come ne hai parlato credo di aver capito che anche lei potrebbe essere una mia nuova cliente o mi sbaglio?” Sorrisi e risposi che non si sbagliava affatto. Il sorriso che le venne fuori era abbastanza sensuale, direi erotico, si toccò il collo, i capelli ed il petto, sorrise mentre io mi gustavo la scena. Mi chiese di Jana e io le dissi che era un rapporto maturo e che spesso facevamo a tre anche con Ukra. Mi chiese come era per me questo rapporto con le due sorelle ed io le risposi che era molto appagante e che mi eccitava fare sesso con due sorelle; lei mi chiese se Ukra fosse davvero partecipe e io le risposi di si… Mi chiese se avevo avuto molti triangoli con donne ucraine e io le parlai ancora di Anzhela e anche di Sveta la cugina di Ukra e delle altre amiche che aiutavano Ukra a farmi felice. Ero riuscito ad incuriosirla, infatti mi chiese di Anzhela e dei rapporti fra Anzhela Ukra e Jana, mi chiese quanti anni aveva Anzhela, io le dissi trentotto e mi chiese se i rapporti a tre coinvolgevano anche Ilenka, comprendendo che stava andando molto nello specifico, forze troppo. Ebbi la sensazione che si stava eccitando e io glielo feci notare, soprattutto riguardo ad Anzhela e lei sembrò aver capito. Si scusò di questa sua curiosità che poteva sembrare morbosa ma io ero ammirato da lei. Con lo sguardo imbarazzato mi dava l’impressione di essere ancora più eccitante: la vedevo e la sentivo oramai come una cavalla impazzita e io ebbi l’impressione che avrei dovuto fare di tutto per domarla. Sentivo che eravamo vicini ad un punto di non ritorno. Non vedevo via di mezzo. In quel preciso momento lei non era più la ginecologa della mia compagna, ma una cavalla da assoggettare, conquistare a costo di qualsiasi costo. Il mio sorriso fu ancora più evidente, volevo fottermela e lei a quel punto parse indispettita pur non dicendo nulla, ma era attratta. Si alzò e io rimasi seduto colpito dal suo vestito che era rimasto leggermente aperto facendo notare le cosce e quel bel culotto maturo. Poi accadde l’irreparabile: mi chiese da quanto tempo non facessi sesso con una donna esterna alla mia cerchia ed io le dissi che spesso facevo sesso con amiche di Ukra; mi voltò le spalle e mi chiese se avevo mai provato il desiderio di fare sesso con lei….e non aspettò la risposta. Fu una questione di attimi… sentii la frase come un via libera, un attimo di follia, mi alzai e senza rendermi neanche conto di quello che stavo facendo, la circondai spingendola di prepotenza verso il divano in cui ero seduto: lei cadde, l’avevo presa dal culo, di dietro e sbattuta con inaudita violenza, era sotto, posizionata da dietro, lei si era già predisposta le ero sopra e la tastavo e rimestavo senza tregua con lei che cercava di chiedermi cosa le stessi facendo e cosa volevo farle, anche se sapeva molto bene cosa le stavo facendo e lei assecondava tutti i miei movimenti. L’avevo denudata senza molti complimenti; fu facile svestirla, e le mie mani erano corse a strappare il suo perizomino in pizzo che avevo squarciato senza complimenti e senza il quale potei infilare le mie mani ovunque in quel fantastico tesoro… un culo e una figa che erano odorosi in maniera intensissima. Adriana mi sentiva e già vibrava a questi primi attacchi; sembrava una corda di violino desiderosa e questo faceva il mio gioco. Le infilai le dita tra la clitoride e le grandi labbra, si sentiva il suo odore di donna misto al profumo sempre più intenso, la sua figa era dolce, voluttuosa, bagnata e soprattutto desiderosa e intanto la baciavo mentre lei chiedeva ancora cosa le volessi farle, e io le sorrisi dicendole che era una bugiarda, perché sapeva benissimo cosa le volevo fare. Baciai tutto senza pensare a nulla con foga e sicurezza, mentre lei ansimava, gemeva mi accoglieva aprendosi le natiche, da dietro, sulle cosce, sulle ginocchia. Mi ero esposto molto oramai non volevo ne potevo ritirarmi. Posta come era da dietro le infilai agevolmente il cazzo nella figa e lei si posizionò in maniera perfetta, era molto esperta la porcona, sapeva muoversi e sapeva come toccare. Lei sorrise e mi disse…se era questo quello che io volevo e mi chiamò più volte porco; mi disse che sapeva che avrei voluto farle provare il mio cazzone duro e che scommetteva sul fatto che non vedevo l’ora di scoparmela…Io le dissi che era proprio quello che volevo, ma che lei parlava troppo per i miei gusti e aumentai i colpi sempre più duri e insolenti in quella figa depilata….la sentivo guaire laida come una cagna in calore. Si me la volevo, scopare, trombare fottere senza limite e senza pietà, senza ritegno. Fu un momento di follia ma rividi quel culo fantastico che mi diceva possiedimi teso verso di me e non resistetti. Sapevo che la molla che era scattata era stata questa ed ora Adriana era sotto di me che mi implorava di penetrarla mentre io la fistavo la baciavo e poi la martellavo infilzandola ancora e ancora. Adriana non sapeva mai se fosse la mia lingua, le mie dita, il mio cazzo a prenderla e lei iniziava a toccarsi, a sgrillettarsi di brutto…. Sentivo il suo culo che comunque continuava a dirmi possiedimi, anche se la vagina che in virtù dei miei sforzi e dei miei giochi di dita era ormai un oceano di piacere e sembrava molto più facile da gestire. Lei mi incitava e io che la sentivo calda mi infilai con forza. Lei ebbe un attimo infinito di pausa in cui iniziai a montarla sicuro che questo era il momento giusto. Lei emise subito altri gemiti. Man mano che la pompavo Adriana sembrava avere il fiato sempre più corto. Lottammo a lungo mentre mugolava di piacere ma non urlava e quando trovai lo spiraglio giusto entrai ancora più profondamente in figa e fu un mio personale trionfo con lei che esplose per la prima volta. Cercai di zittirla ma non si controllava. Posizionata come era, alla pecorina, aveva pochissima possibilità di movimento. Per quanto facesse più lottava più subiva e lei lo capiva e gli piaceva. Sentiva il piacere di essere presa in questa maniera selvaggia, essere dominata. Oramai avevo chiaro in mente che si muoveva in maniera molto esperta e dondolava e dondolava, avanti indietro e indietro avanti sentendo i miei colpi sempre più duri e maturi che cercava affinché le dessero sempre più piacere. Sapeva dare i consigli giusti e soprattutto sapeva toccarsi come mai avevo visto fare. Mi ero disteso su di lei, ci eravamo presi di fianco, poi di nuovo a pecorina, poi lei sopra e io sotto poi lei di culo sopra. Sapevo di averla in pugno e questo mi galvanizzava oltre ogni aspettativa. Ero arrivato a dominarle le tettine tutto capezzolo. Sapevo forzare al momento giusto il ritmo e lo feci costringendola sulla difensiva mentre la figona sbrodava sugo a non finire, e il mio pene nuotava un quel magnifico misto di umori e di miele, mentre lei si tratteneva i capezzoli, se li stringeva fa le dita, li torturava eccitata. Lei continuava a muoversi come volesse liberarsi da un giogo che le avevo imposto ma sentiva i miei schiaffi sulle natiche e soprattutto i pugni teneri ma decisi che le davo sui reni e sui fianchi. Protestava ma subiva mentre io iniziavo a mungerla. Titillai i suoi capezzoli tra le mie dita, senza fermare mai il mio ritmo di scopata. La volli senza tregua. Volevo godere di tutto e mi resi conto che ci scoprivamo l’un l’altro e più io pompavo più lei interagiva con le sue dolci manine a provocarsi ulteriore godimento giostrando la sua fantastica clitoride. La figona calda e bagnata era degna del mio nerchione ed io mi chiedevo come fossi stato scemo a non provarla prima. Ci conoscevamo da quasi tre anni e non abbiamo mai pensato di farlo… Era incredibile. Ora era lei che mi chiedeva di spaccarla senza tregua. Eravamo arrivati a questo punto. La ginecologa fotteva per fottere, ormai non avevo più dubbi, e non servivano tante incertezze o delicatezze, lei scopava l’uomo con passione rude. Questo sistema io lo conoscevo molto bene e lo avevo adoperato molte volte per cui continuai a schiantarla nonostante i suoi gemiti e le sue urla. Le feci un ottimo servizio e più sbrodava più io la penetravo. La feci cavalcare e lei ansimando e gemendo si dimostrava di un appetito sessuale quantomeno pari al mio. La sua vagina era magnifica e sebbene lei continuasse con la sua tattica la mia monta continua fece il suo effetto e lei perse il controllo chiese di cambiare posizione e di salire sopra ancora e io la assecondai, quindi partì in una cavalcata senza ostacoli urlando il suo desiderio. Saltava su di me con una forza e un ritmo indiavolato. Sentivo il mio cazzo in preda ai suoi orgasmi ma lei era sempre più indiavolata e fu fantastico..era stravolta e c’era da chiedersi dove era andata a finire la ginecologa così controllata e misurata. Non poteva certo essere quella che saltava sopra di me. La lasciai fare tutto quello che voleva e quando la sentii arrivare ancora e poi ancora e ancora, vedendo che rallentava la sollevai e la deposi sul divano e le chiesi che intenzione aveva. Mi sembrava abbastanza eccitata ma io ancora non avevo raggiunto il mio primo orgasmo per cui in maniera brusca la misi davanti alle mie esigenze. Le feci capire che il mio desiderio era aprirle il culo e possederla analmente, le dissi che la sodomizzazione mi avrebbe potuto sbloccare, ma lei sorrise e mi disse….:”dai tempo al tempo”. Nulla per me in quel momento era irrealizzabile e perciò le infilai con sicurezza prima un dito poi due e infine tre nel buco anale e iniziai a massaggiare con la giusta dose di umori e di saliva. Adriana cercava invece di soddisfarmi attraverso un pompino che io però non avevo alcuna voglia di farmi fare. L’eccellenza di quella donna era nel culo da favola, in una sorta di 69 molto violento, famelico, voglioso. In quelle natiche da paradiso io volevo usufruire a tutti i costi del suo culo, aprirle l’ano e impadronirmene. Senza badare ai suoi giochi aprii le due natiche e iniziai a lavorarle con voracità il buco. Adriana agevolò l’ingresso delle mie dita ritmando i suoi movimenti con i miei sonori ceffoni sulle natiche. Iniziò ad urlare per la mia penetrazione furiosa delle dita e della mia lingua famelica. Era uno spettacolo meraviglioso. Più lei urlava, più io desideravo il suo culo fantastico. Per quanto provassi a metterla sotto lei recalcitrava e non mi faceva accedere appieno dentro il culo. Le diedi una passata di sculacciate che le fecero le natiche rosse per quanto forte la colpii. In tono serio le dissi: “che c’è; la ginecologa vuole fare resistenza? Non vuoi che ti rompa il culo?” Lei rispose con un sorriso; rispose di no almeno mi disse che non le avrei rotto il culo come avevo fatto con tutte le altre, allora io continuai: “lo sai che mi impadronirò di tutto questo ben di dio?” e lei nervosa ma con un sorriso beffardo mi rispose: “non avrai il mio culo come hai fatto con le altre ma quando e come vorrò io” Cercò di alzarsi ma io la trattenni giù possedendola alla pecorina, mentre lei aveva alzato la voce e mi intimava di lasciarla. Attesi un attimo e poi la aggredii nuovamente infilandole di forza due dita nel suo adorato culo e l’ano si aprì nuovamente. Iniziai a martoriarle il buco anale facendo entrare e uscire le dita in un entra ed esci rapidissimo che la colsero impreparata. Non si aspettava che io continuassi a farmela nonostante lei cercasse di resistere. Sapevo cosa volevo e quando lei cadde a muso avanti tra i cuscini del divano io approfittai. La posizione era perfetta, il culo si alzò e così io potei entrare di cazzo, infilarla e incularla molto duramente e lei subì il colpo. Dopo una ventina di colpi insistenti potenti e mirati, finalmente sfondai entrando con violenza. Il buco era una piacevole caverna, un antro fantastico e lei si attorcigliava al mio cazzo come un verme all’amo e più forte si muoveva più il mio bastone si piantava profondamente all’interno del suo intestino. Saliva e scendeva, sembrava quasi si volesse sfilare ma io penetravo ancora e ancora e ancora. Il suo ritmo aumentava, e le sue tettine ballavano libere, ma anche il mio ritmo aumentava. Gliele presi tra le mani le tettine, sentivo i capezzoli duri contro il palmo, le stringevo forte e le spremevo. Gemeva. Adriana esprimeva tutto il piacere che sentiva. Quasi provavo un senso di piacere inaudito ma la voglia di spaccarle quel culo era troppo forte. La strizzavo forte, e lei cercava di sfuggirmi ma ero troppo forte per lei. Le lasciai il seno. Le infliggevo spinte sempre più forti con il cazzo; continuava a gemere, era eccitata. Il suo corpo si inarcava all’indietro, teneva gli occhi chiusi. Si dimenava ma non poteva più sfuggire. La sfottevo era diventata la mia ginecologa preferita e lei si innervosiva sempre di più con me che sottolineavo che le avrei aperto il culo anche se lei non voleva. Spingevo e la oltraggiavo. Me ne ero impadronito a tal punto che con le mie dita potevo suonare a mio piacimento le grandi labbra della sua figa e la clitoride mentre la sfondavo e lei era in preda all’orgasmo vaginale più forte e continuo che avessi mai sentito. La sorreggevo con incitamenti continui e Adriana era partita a mille e urlava finalmente il suo godimento; ora godeva anche dell’inculata. Per meglio prenderla la bloccai mentre lei era nel vortice del desiderio e sebbene protestasse la costrinsi a mettere le sue lunghe cosce sulle mie poderose spalle e il nuovo ingresso nel suo buco fu facile, molto facile. Adriana ora la potevo vedere torturarsi le grandi labbra ma soprattutto la clitoride, in maniera ossessiva. Si sditalinava senza ritegno. Sapeva godere e soprattutto sapeva far godere e questo mi provocò un’evidente eccitazione penetrandola nel culo. Ero io dentro lei e lei dichiarava nettamente e distintamente con voce stentorea il mio nome ad ogni colpo di ingresso nel culo. Potevo essere rude, il suo sfintere si stava prolassando e soprattutto aderiva magnificamente al mio cazzone che non intendeva ancora arrivare. Adriana iniziava a mostrare segni di cedimento e mi chiedeva quando avessi intenzione di arrivare ma il bello è che non lo sapevo neanche io quando l’orgasmo sarebbe giunto. Adriana veniva in continuazione, squirtava senza neanche il bisogno che le massaggiassi avidamente le pareti, senza che la fistassi, lei squirtava, in continuazione e alcuni suoi movimenti inconsulti, finalmente mi fecero sobbalzare. Il ritmo di inculata era frenetico e la donna mi incitava dicendomi che avevo voluto il suo culo e ora dovevo concludere la mia conquista sborrandola e riempiendola della mia crema, del mio piacere. Ero concentrato. Volevo esplodere in lei che si era stancata nella posizione in cui era, a cosce alte mentre io le ero totalmente dentro e sembrava la potessi sbranare tutta. Adriana agognava l’orgasmo, mi voleva nel suo culo rotto ed erano tutti si i suoi e iniziai a sentire che l’eruzione della sborra era oramai vicina. Lo annunciai alla donna che si impegnò ancora di più e dopo una serie di colpi ben attestati e in sequenza sbottai tutto quello che avevo annegandole l’ano e gettando un urlo gutturale che mi parve terribile, mentre Adriana si accartocciava e si contorceva al ritmo delle ultime pistonate arrivando ancora grazie alle sue fantastiche dita una volta di più in una miriade multiorgasmica. Il culo era pieno come l’intestino ma ora a me interessava leccare la sua figa prosciugandola di tutti i liquidi e gli umori vaginali che aveva versato sino ad ora come una cascata. Fu un’impresa perché era un oceano ma Adriana dimostrò di gradire tantissimo e godette a tal punto che uscì la bava dalle sue labbra. Aveva perso ogni controllo su sé stessa ed era oramai in mia balia. Le mie dita e la mia lingua facevano tutto quello che volevo su di lei mentre lei si dimenava senza tregua e fiottava e sentendo i suoi fuochi d’artificio la feci salire sopra e la invitai a fare la sua cavalcata a briglia sciolta di nuovo. Si inficava senza problemi ad un ritmo folle. Cavalcava come una cavalla di razza e gemeva, nitriva scalpitando. Più volte le dissi che era magnifica e che sarei stato ore a goderla e infatti godevamo da ore, ma il tempo a noi non sembrava più passare. Lei cavalcava e io domavo mungendo le sue tettine e i capezzolotti fantastici. Il suo ritmo era irresistibile ed io oramai libero da ogni esigenza di dominio potetti gioire di lei e della sua forza travolgente, iniziando a segnalarle che ero in dirittura d’arrivo per la seconda volta. Il mio secondo orgasmo stava maturando e Adriana sorridente aumentò l’andatura. Sembrava un vortice pazzesco. Lo smorza candela era irresistibile e lei parlava parlava, parlava, mi chiedeva se godessi, quanto godessi, e io le seppi dire solo di si, dei si interminabili……si, si si, si con lei che bruciava, aveva la figa calda, sudava e gemeva piena di liquidi, ed a quel punto il mio arrivo, arrivo, arrivo e la inondai ancora e ancora e lei lo sentì, vibrò con me mi percepì e godette ancora sorridendo e sottolineando che eravamo a due amplessi miei e che presto sarei arrivato al terzo. A questo punto mi sentii stordito. La vidi solo accasciarsi su di me impalata per l’ultima volta poi la vidi alzarsi con le sue lunghe cosce, prendermi per mano e portarmi sul letto e prima che potessi fare o dire niente stampò le sue labbra attorno al mio cazzo in un pompino a dire poco selvaggio. Sentii la sua lingua, la sua saliva il suo antro, le labbra voluttuose e la voglia come di gelato. Le sue mani lavoravano benissimo i miei testicoli, lavoravano la mia prostata e fu sublime. Mi sentii succhiato, osannato, consumato crebbi in lei e solo in lei. Tutto si svolse all’interno della sua bocca. Tentai una vana resistenza ma lei sapeva muovere bene le mani titillò ancora di più i testicoli, infilò due dita nel culo e il mio orgasmo partì inondando la bocca con lei che sapeva tutto: tempi, modi, voglie e sorrise con la bocca piena e sorrise anche con quel misto di orgasmo e saliva che inghiottì tutto. So che dovevo cercare di riprendere la situazione in mano, ma lei era ovunque, mi schiantava e non mi era mai successo che una donna fosse più famelica di me. Provavo a lavorarla ma Adriana sapeva come neutralizzarmi. Mi ritrovo con lei che mi ha fatto preda, la sento che mi ha preso da dietro, mi sta leccando l’ano, entra con le dita mi perfora, gioca con la mia prostata, mi massaggia dentro, non posso permetterle che le sue dita rovistino così profondamente il mio culo, il mio buco, mi penetra…. Cerco di dire i miei no, lei non risponde mi pentra l’ano…. È una sensazione di beatitudine completa, lascio stare quelle dita che mi invadono l’ano che mi massaggiano la prostata…è un piacere infinito. Ad un certo punto le sue mani sono sul mio cazzo sono sui miei testicoli, mi mungono, mi masturbano ma il massaggio alla prostata così sensuale, così erotico continua, capisco che non sono le dita, ma allora cosa mi fa eccitare così tanto…cosa mi sta facendo questo demonio….la mia prostata continua a godere…e finalmente comprendo…Adriana mi si è insinuata con la lingua nel mio bucotto del culo, sta leccando dentro, la sua lingua è dentro di me e mi sta violando, mi sta godendo con a lingua ed è sempre più dentro e io non posso più resistere a questo tormento che è anche estasi…e le sue mani sanno arpeggiare benissimo il mio corpo, il mio sesso le sue dita esperte e rapide mi gestiscono e io sento che sto per esplodere….è il momento buono, il vulcano è in eruzione, il cazzo staa per sbottare ma con un’opera di prestigio inaudita per me Adriana mi accoglie nella sua bocca….il mio cazzone svuota tutto nella sua bocca…la sborra è tanta scende e si riversa sul collo, sulle tettine, sulle spalle. Non ho ancora smesso di far culminare il mio ennesimo amplesso che lei mi sta sopra questa volta rivolta di spalle ed è lei che si infila il cazzone in culo ancora grondante di sperma. Parte per un’altra cavalcata e io posso solo assecondarla. Guida lei. Il mio cazzo fa il suo mestiere ed è tutto magnifico. Sa fare tutto e sembra così flessuosa nonostante sia altissima da farmi impazzire in una sorta di danza che parte dal suo ano. Quell’ano che ora mi dona lei. Tutto è piacere e inizio a credere che mi possa fare impazzire. Si volta e sorride. Sorride beata mentre mordicchia le labbra. Non vi è dubbio mi sta dando una lezione e io l’ho subita tutta. Utilizza la mia nerchia a suo piacimento e la trattengo per quanto posso capisce il mio ritmo, il mio corpo ed era entrata in sintonia. Passano momenti frenetici con lei che mena la danza e ad un certo punto mentre il mio tubo è dentro il suo intestino in maniera inossidabile si rivolge a me sorridendo e mi dice sono quattro fra poco esplodi ed io esplodo davvero senza parole come un idrante impazzito mentre lei prende tutto e si accascia accovacciandosi e scherzando mi dice ma non dovevi durare una vita? Sono già quattro orgasmi? Sono stanco veramente stanco ma lei ne approfittava e continuando a giocare tra mani bocca e tettine mi ritrovai prosciugato e furono cinque, con lei che succhiava beata il poco liquido rimasto. Non posso nascondere che mi aveva messo sotto e quando mi chiese se andassimo a fare la doccia assieme. Lo feci con l’intento di poterla solo in parte soddisfare ma lei fortunatamente mi lasciò fare e io la succhiai, la lovorai con le dita le presi d’assalto la clitoride tanto da farla godere di gusto tenendomi la testa incavata fra le sue splendide cosce. Fu fantastico. Ormai era tarda ora ci salutammo e io la aiutai a mettere tutto in ordine. La aspettai che prendesse il taxi, ci baciammo e lei prima di partire mi disse sorridendo: credo che dovremo approfondire molto….ero convinto anche io che avremmo dovuto fare ulteriori incontri