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Mutuo il titolo di un famoso docufilm anni 60, realizzato da Gualtiero Jacopetti in varie zone dell’Africa equatoriale. Il film fece scandalo per alcune scene di sesso esplicito che il regista aveva ripreso senza alcuna remora.​
Perchè, allora, uso il titolo ? Perchè vi racconterò cosa accadde a mia moglie durante un bellissimo tour in Africa. Vi risparmio i nomi dei luoghi, il racconto dei safari, le popolazioni incontrate (ho anche un po’ paura di essere individuato da qualche mio conoscente che, per caso, leggesse queste righe.
Eravamo molto più giovani di adesso e lei (mia moglie) era molto, molto bella. Non immaginatevi la classica strafiga, no, una bellezza “ normale”, ma molto attraente. Debbo dire che lei non faceva mai assolutamente niente per mettersi in mostra e suscitare l’attenzione di altri uomini.
Dopo un lungo volo intercontinentale ed un altro interno, siamo finalmente giunti a destinazione ed accompagnati al resort che avevamo scelto. Resort gestito da un gruppetto di italiani, con capo il direttore della struttura che chiamerò Lorenzo (nome di fantasia).
Ambiente del resort molto carino, ospiti di varie nazionalità con una piccola percentuale di italiani.
Fin dalla prima sera, Lorenzo fu estremamente gentile con noi e si preoccupò di sapere se avevamo trovato tutto come atteso. La risposta fu ovviamente positiva e ci avviammo a trascorrere la prima delle 6 notti che avevamo prenotato. Come di consueto siamo andati a letto ed abbiamo fatto sesso con un super fimale anale che, quando ne ha voglia, la fa godere in maniera folle. Perde letteralmente la testa.
I primi giorni sono trascorsi splendidamente: due fotosafari al giorno (mattino e pomeriggio), poi un giorno abbiamo fatto un’ escursione ad un bellissimo lago lì vicino con annesso villaggio di pescatori.
C’è da dire che Lorenzo, safari esclusi, era sempre con noi; pranzava e cenava al nostro tavolo, facendoci sempre omaggio delle bevande. Grandi chiacchierate con mia moglie (originari della stessa città) che pareva gradirne molto la compagnia. Una sera, dopo cena, mi allontanai pochi minuti per andare al bungalow dove avevo lasciato le sigarette. Tornando al tavolo intravidi Lorenzo parlarle nell’orecchio e lei ridere con una strana espressione sul volto. Tornai al tavolo e mi sembrò strana, anche se, appena rientrati nell’alloggio, volle nuovamente il mio cazzo nel suo culo, godendo come una grandissima troia.
Il giorno dopo, Lorenzo ci chiese se poteva interessarci tornare al villaggio ed andare, in piroga, con i pescatori a ritirare le nasse e le reti con i pesci catturati. Ci assicurò che era un’esperienza molto interessante, ma che lui non avrebbe potuto accompagnarci per precedenti impegni. A me l’idea piacque subito, mentre mia moglie non parve entusiasta affermando che se avesse dovuto bagnarsi, avrebbe preferito farlo nella piscina del resort, ma subito aggiunse che se a me interessava, non avrei dovuto rinunciare per la sua assenza. Non sapevo cosa fare, ma poi accolsi la proposta e attesi, all’orario fissato, la Land Rover con l’autista locale che mi avrebbe condotto al villaggio.
La lasciai in piscina e partii con l’autista per un percorso che richiedeva una ventina di minuti o anche meno. Arrivati al villaggio fui colto da un sospetto – che strano che fosse voluta rimanere in piscina, lei, sempre entusiasta di fare nuove esperienze. Dissi all’autista di attendere un minuto, fumai una sigaretta e decisi di tornare indietro. Avrei sempre potuto fingere un’indisposizione (mai rara nel climi caldi). Arrivati all’ingresso del resort dissi all’autista di continuare fino alla reception e di non dire a nessuno che ero tornato indietro e quindi, all’orario previsto ripartire per il villaggio come se dovesse tornare a prendermi. Non ricordo che gabola gli inventai, ma la rinforzai con una mancia molto generosa.
Il resort non era grande, ma neanche piccolissimo e la piscina, come il nostro bungalow si trovavano all’estremità opposta dell’entrata. Ero nervoso, teso e forse eccitato e mentre camminavo molto lentamente verso la piscina, mi dicevo che ero proprio uno scemo a farmi strani film in testa. Arrivai alla piscina, ma lei non c’era, guardai, guardai molto attentamente al bar, alle docce, ma niente, di lei nessuna traccia. Il cuore cominciò a battere forte e mi diressi verso il nostro bungalow che, come tutti gli altri, era fatto con fibre vegetali. Poteva essersi stancata di stare in piscina, insomma cercavo di immaginarmi ogni possibile motivo per il quale avesso potuto decidere di rientrare. Arrivai con il cuore in gola, niente, la porta era chiusa e osservando dentro (le pareti in fibra non garantiscono grande privacy) vid che non c’era nessuno. La chiamai, con voce bassa, ma non arrivò nessuna risposta. Entrai nel marasma più completo e mi avviai verso il bungalow di Lorenzo, distante non più di cinquanta metri dal nostro. Mi avvicinai in silenzio e quando fui a pochi metri mi sembrò di sentire la voce di lei, ma non parlare, bensì gemere come ben sapevo che lei faceva in certi momenti. Cercai uno spiraglio nella parete e rimasi di sasso: Lorenzo la stava inculando come un forsennato e lei si teneva, con le mani, le natiche aperte per accogliere tutto l’enorme cazzo di lui. Ero come inebetito, a continuavo ad osservare quell’enorme mazza che entrava e usciva dal culo di lei e mi accorsi che il cazzo mi stava diventando duro. Sì, mi stavo eccitando nel vedere lei sodomizzata da un altro. Resistetti alla tentazione di segarmi fino a quando non gli chiese di riempirle il culo di sborra. Lui venne quasi immediatamente ed anch’io mi trovai completamente bagnato dal mio sperma.
Mi risvegliai come da un sogno e corsi a cercare il mio autista per simulare il rientro dal lago. Per perdere tempo andammo al villaggio a bevemmo diverse birre (io ne avevo proprio bisogno).
Rientrai e la trovai in piscina che aveva appena fatto il bagno e, vedondomi, un po’ stravolto, mi chiese se andasse tutto bene. La rassicurai pur dicendole che non mi sentivo in perfetta forma. Le chiesi la chiave del bungalow dove stetti un buona oretta a ripensare all’accaduto. Tornato alla piscina, la trovai in allegra conversazione con Lorenzo che mi chiese se mi ero divertito al lago. Alla mia risposta affermativa lui soggiunse di essere molto allegro perché nel pomeriggio aveva concluso un affare di cui non si sarebbe facilmente dimenticato.
A cena mangiai poco o niente e dissi che mi sarei ritirato molto presto, visto il lieve malessere che persisteva, Lei mi disse, con espressione stranissima: vuoi che venga anch’io ? Le risposi che non era necessario e che poteva rimanere al tavolo finché avesse voluto. Mi stesi sul letto e lasciai volutamente la luce accesa fingendo di dormire,ma con gli orecchi tesi a percepire qualsiasi runore. Sentti, infatti un lieve scalpiccio ed io rimasi immobile come sprofondato nel sonno. Non attesi molto ad alzarmi e tornare al bungalow di Lorenzo dove si consumava il secondo tempo del film. Questa volta il grosso arnese era affondato completamente nella sua fica, poi lo tirò fuori e lo infilò nella sua bocca. Un cazzo enorme – credo non meno di 25 centimetri che la sua piccola bocca aveva difficoltà a contenere. Mi segai nuovamente, sborrando sulla parete esterna del bungalow, poi tornai a letto e mi addormentai pesantemente per un sonno senza sogni.
Partimmo due giorni dopo e non so se si é fatta scopare e inculare di nuovo da Lorenzo, penso di no visto che siamo stati (quasi) sempre insieme, ma chissà.

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Categorie: Racconti Cuckold