"Sei molto carino... Mi piacerebbe renderti la mia femminuccia troia".


A Luca piacque subito Armando, quando lo conobbe in chat. Gli piacevano i suoi modi schietti, la sua allegria contagiosa, il fatto che fosse incredibilmente porco e dominante, le sincere reazioni di approvazione alle sue foto. E poi era divorziato e viveva, completamente solo, in una fattoria ristrutturata nei pressi di Castiglione della Pescaia, isolata e lontana da tutto: unica cosa vicina la spiaggia gay di Marina di Grosseto. Estremamente intrigante, si ritrovò a pensare Luca.


Luca aveva 25 anni, era alto un metro e sessantacinque e la natura, insieme al nuoto, gli avevano regalato un fisico tonico, snello ed armonioso. Il viso faceva pendant col fisico: lineamenti delicati e femminili, pochissima barba, occhi verdi, una bocca carnosa a rosa e in cima una lunga chioma di capelli color del miele. Insomma: Luca non era esattamente un modello di virilità.


Aveva scoperto presto la sua omosessualità: aveva iniziato a 13 anni succhiando il cazzo di un compagno di nuoto negli spogliatoi, poi quello del custode (che li aveva beccati, una volta) nel gabbiotto all'uscita dalla piscina. Poi tre storie importanti di fila, ma la voglia di trasgredire era rimasta, come braci sotto la cenere. E dopo che a Natale era finita la storia con Fabrizio era riemersa ed era cresciuta di intensità.


"Ti piacerebbe indossare per me? Essere la mia puttanella fino in fondo? Quando sei libero potresti venire a passare una settimana da me. Ci sono un sacco di posti carini qui dove andare a... giocare, diciamo".


Un attimo di esitazione, prima di rispondere: "Veramente non ho mai provato a indossare, non avrei nulla da mettere...". Luca era spiazzato ma l'idea di essere donna per Armando lo stuzzicava un bel po'.


Armando, detto dagli amici "armadio", era un omone di 64 anni, imprenditore agricolo. Alto un metro e novanta, ex rugbista, pesava sui 120 chili di muscoli e pancia. Peloso in tutti i posti giusti dalle foto sembrava avere anche un attrezzo non indifferente; completamente calvo e con una barba corta e curata che incorniciava un sorriso aperto ed occhi del colore del mare.


"Se ti fidi potresti darmi il tuo indirizzo e ti faccio arrivare un pacchettino anonimo con qualcosa per iniziare. Sarebbe carino se tu facessi il viaggio già travestito, mi ecciterebbe". Luca deglutì. Una parte di lui gli urlava"che cazzo stai facendo?", ma non l'ascoltò e mandò indirizzo e numero di telefono. Sapeva che si stava prendendo un rischio ma sapeva anche di averne bisogno, di avere bisogno di un uomo forte e deciso che lo prendesse nel corpo e nella mente. Voleva che fosse la sua ragazzina? Sarebbe stato il suo giocattolo, fino in fondo.


"Brava la mia troietta. Ti mando un messaggio su WhatsApp, così hai il mio numero. A presto".


Luca staccò la chat in un misto di eccitazione e nervosismo quando il telefono vibrò. "Ora siamo in contatto e non mi scappi più. Da oggi per me tu sei Martina. Ti chiamo domani, bella cagnetta ".


Luca si mise a letto, si masturbò col suo dildo preferito fino ad un orgasmo devastante pensando al suo bel contadino e si addormentò come un angioletto.


 


II


 


Armando era stato di parola e la sera dopo aveva chiamato Luca. "Ha pure una bella voce", pensò il giovane. Una voce calda, roca, maschia e avvolgente.


"Ciao Martina. Hai pensato alla mia proposta?". "Sì ", rispose Luca nella sua voce da Martina, accentuandone la dolcezza. "Io a fine mese avrei una settimana libera e mi piacerebbe molto venire a vedere come... Come sai trattare la tua cagnolina, ecco."


Armando scoppiò in una risata bassa e controllata. "Benissimo, sarà mio piacere mostrartelo. Sarai completamente mia, Martina?".


"Sì, senza limiti".


"Benissimo. È da tanto che cercavo una bambolina come te. Aspettati un pacchetto o due, la settimana prossima".


Era stata una telefonata eccitante, Luca aveva percepito in Armando un cambiamento rispetto alla sera prima. Più deciso, più assertivo, con una vena dominante che aveva scatenato nel giovane le fantasie più sfrenate.


Passò una settimana ed il maturo imprenditore dimostrò ancora una volta di essere un uomo di azione.


Due pacchi grandi, uno piccolo: tre miniabiti e tre diversi set di biancheria intima in un pacco; tre paia di scarpe e un set di trucchi nel secondo. Nel terzo tre plug di misure diverse con un bigliettino che diceva: "Una richiesta ed un consiglio: Ti chiedo di indossarne uno durante il viaggio, ti consiglio di usare il più grosso così quando arrivi sei già pronta per me ".


Luca, rosso in viso e ansimante per l'eccitazione si spogliò e, davanti allo specchio, provò tutto.


Dopo un'oretta di dubbi e combinazioni optò per un prendisole azzurro a fiori rossi molto corto e scollato sulla schiena, un perizoma alla brasiliana nero e basta, voleva mettere in bella mostra le sue gambe abbronzate, toniche e perfettamente depilate. Ai piedi optò per dei sandali di pelle in stile schiava romana. Non vedeva l'ora che arrivasse il la fine del mese e la fine di maggio arrivò.


Luca si preparò alla perfezione: giro dall'estetista con epilazione totale, unghie delle mani e dei piedi con smalto azzurro abbinato al vestito, epilazione dei peli facciali.


Si recò in stazione con tutto in un trolley, prese il treno per Firenze e attese nervosamente di essere solo nel vano di fronte alla toilette. Appena fu sicuro di essere solo entrò e dieci minuti dopo dal gabinetto uscì Martina.


Luca aveva completato la trasformazione con un trucco leggero ed un rossetto color pesca, aveva acconciato i suoi lunghi capelli in due vezzose treccine ed indossava un paio di occhiali da sole a cuoricino.


Si andò a sedere sentendo addosso gli sguardi di un sacco di maschi, sguardi di desiderio. Se solo avessero saputo...


Aveva seguito il consiglio di Armando ed indossava il plug più grosso. Mise il trolley sulla cappelliera inarcando la schiena e spingendo il sedere all' indietro. Completata l'operazione si mise a sedere, accavallò le gambe ed iniziò un gioco di sguardi con un affascinante cinquantenne in completo di Armani che, purtroppo, scese a Prato.


"La settimana inizia bene", pensò Martina.


 


(Continua)

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