Non sarà un racconto erotico, almeno non con sfumature e dettagli doviziosi come molti altri. 


Tre anni fa circa, forse quattro, scoprii un tradimento della mia compagna. Ne parlammo, non mi arrabbiai, fu onesta nella confessione.


L'eccitazione che provai nella scoperta del fatto, il senso di mancato controllo, l'idea di avere accanto una donna infedele e libertina, ha segnato la mia sessualità senza soluzione di ritorno.


Ne abbiamo parlato più volte, dentro e fuori dal letto, sempre con toni ilari e leggeri.


Non sono mai andato dritto al punto (mio evidente desiderio di saperla con altri), non è mai andata dritta al punto (suo eventuale - o meno - interesse nel praticare questo gioco).


Questo fino a lunedì mattina.


Quando va al lavoro, non sempre ma abbastanza spesso, giochiamo sulla sua mise: io la invito a mettersi "poco o niente", lei si lamenta per il freddo o per eventuali sguardi indiscreti, troviamo comunque un compromesso che soddisfi entrambi.


Lunedì mattina no, non è servito il mio intervento. Niente di esagerato, semplicemente un abito molto corto, un tacco molto alto, un trucco&parrucco da uscita serale.


Senza esimermi dalle battute, le ho detto:



  • "hai un incontro particolare oggi?"



  • "sempre se ti va"

  • "No, cioè si, insomma mi prendi un pò in contropiede" mi sono seduto sul letto a guardare i suoi ultimi aggiustamenti senza riuscire a dir altro, sudacchiando, eccitato ai piani alti ma senza nessuna reazione ai piani bassi.

  • "Facciamo così, io vado a pranzo fuori con un collega dell'Abruzzo, se poi la cosa piace a te e piace a me, ne riparliamo giocando. Se a qualcuno dei due dà fastidio, sarà solo un pranzo" 


Non sono riuscito a togliere il pensiero da tutto questo neanche un attimo, mattina durante. 


Prima di pranzo, un messaggio "rassicurante" da parte sua, sul fatto che sarebbe stato un pranzo, niente di più.


Quando mi ha chiamato, verso le 14:30, non ho fatto domande, ho lasciato a lei il boccino ed è stata subito diretta:



  • "Pranzo fatto, soltanto pranzo, mi sono divertita ma non mi piace l'idea del filtro del telefono, ne parliamo stasera?"


Inutile dire che al suo rientro ci sia stato un gran sesso, molto breve da parte mia ma molto intenso. 


Ne abbiamo parlato soltanto dopo-cena, chiaccherando sul divano. 


Le ho, in maniera trasparente, fatto notare quanto la cosa mi ecciti ma quanto al contempo mi renda geloso.


Mi ha fatto leggere qualche scambio di messaggi con il collega, in parte (piccola) professionali, in parte di stuzzicamento. Lì, in quell'esatto momento, ho ceduto: l'ho invitata a farsi scopare, a dare il peggio di sè. L'ho fatto saltandole addosso, facendola sentire posseduta e amata.


Domani si vedranno, in un albergo appena fuori città, per questo sono qui a scrivere la mia gioia ed i miei tormenti.


pigman.vg@gmail.com