Segue il racconto “ fuga clandestina “.


 



È mattina, o meglio la notte non è ancora finita che il chiarore di un nuovo giorno rischiara un cielo ad oriente. Io adoro questi momenti solitari dell’alba, gli ospiti dell’albergo a quest’ora non vengono a passeggiare sulla spiaggia. Io ne approfitto e lasciato il letto caldo alla mia compagna mi godo l’energia che mi dà la frizzante temperatura del sorgere del sole. 


Il silenzio è totale, solo lo sciabordio del mare mi accompagna sul bagnasciuga. Sono nudo, il naturismo qui viene tollerato. 


Approfitto delle prime luci per fare una passeggiata naturista. 


Ripenso a quanto è successo ieri prima di cena sul nostro terrazzo, ci siamo divertiti alle spalle della coppia del  bungalow vicino.


I due erano discordi nel giocare con i loro corpi. Non c’era complicità, erano due entità fisiche differenti e distanti.


Eppure lei non è una brutta donna, ha lineamenti nordici, bella di viso ma il corpo è sciatto. 50 anni abbondanti, due tettine che non potranno mai cedere, un culo quasi piatto, fianchi stretti e conseguente ventre ad imbuto, il sesso depilato nascosto tra le cosce.  Non è certo il mio tipo. Mi riprometto di capire cosa ci sia tra loro se riuscirò a parlare con lui in spiaggia. 


Mentre ero assorto in questi pensieri mi sento chiamare, mi volto e vedo il mio vicino che mi sta raggiungendo a gran passo. Lo aspetto, ci salutiamo e riprendiamo a camminare godendoci la spiaggia deserta, il colore del cielo e il silenzio totale.


Vedendomi nudo anche lui si toglie un mini costume che anche io usavo tanti anni fa tagliato in modo da mettere in evidenza gli attributi maschili, ammesso che li si abbia. Devo riconoscere che il tipo ne era particolarmente dotato. Bisogna ammettere l’evidenza, un bel cazzo è bello da guardare se è ben fatto e se è ben portato. Io non ho remore nel affermare che quello che è bello è bello. Lo ammetto oltre alle donne, se capita, guardo anche un bel culo maschile o un bel pisello. 


Noi due non siamo coetanei, ma la differenza di età è poca cosa, e anche lui si mantiene molto bene, fisico asciutto, corpo quasi depilato ma non intorno al sesso. Mi spiega che questo è un motivo di contrasto con l’attuale compagna a cui non piacciono i peli pubici. Mi confessa che ieri sera era rimasto attratto e affascinato dal vedere il cespuglio di peli naturali sul sesso della mia Lei, da non riuscire a staccarci gli occhi, cosa che fece irritare la sua compagna che abbandonò momentaneamente il campo avendo intuito il motivo dell’interesse. 


Camminando e parlando scopriamo di avere idee comuni su molte altre cose. Tutti e due mettiamo il pompino come primo nella scala dei piaceri sessuali, poi il culo, segue la figa, ed infine anche lui ammette che non gli ripugna guardare un bel pisello gonfio e duro.


Quasi scusandosi mi dice che la sera prima era rimasto affascinato nel vedere noi due così in sintonia nell’atto di giocare e di come liberamente giocassimo, mentre tra loro due ormai non c’era più complicità sessuale. Insomma alla compagna non piaceva fare i pompini, non piaceva ricevere lo sperma in bocca, non piaceva baciare e leccare il culo del compagno, non piaceva giocare con il culo del compagno, era ferma al  semplice rapporto da letto , anche se restare nuda sia in spiaggia che in casa era divenuta consuetudine. 


Era inutile dirgli che noi non abbiamo difficoltà a farci guardare mentre spudoratamente ci masturbiamo, o che a noi piace giocare col il culo dell’altro, e che la mia Lei ha orgasmi anali quando la penetro, di tutto questo ne era stato spettatore. 


Confrontandoci ci siamo aperti, forse mi invidia. Gli chiedo se volesse essere coinvolto in qualche gioco, magari più soft senza un vero scambio, una reciproca eccitata provocazione. 


Alle mie parole il suo viso si rattrista e volgendo lo sguardo a terra mi conferma che la sua compagna non avrebbe accettato. 


Quest’uomo mi faceva  pena.


Il sole si era alzato sull’orizzonte. I raggi in pieno viso cominciavano a riscaldarci la pelle. Il mio pisello cominciava a dare segni, torcendosi prende vita.


Il calore del sole e parlare di sesso deve aver eccitato il mio amico, lo vedo in difficoltà, quando gli dico che ha un bel pisello lui si irrigidisce, ma il suo pisello non si ammoscia, capisco che nel suo intimo sta vagando nelle fantasie ispirate dalla visione del nostro spettacolo di ieri.


Lo invito a non farsi remore e a non vergognarsi, anzi lo stimolo a rilassarsi e lasciarsi andare ai sogni.


Dopo le prime ritrosie comincia titubante a raccontarmi cosa avesse legato loro due, cosa sessualmente li aveva uniti. 


Presi in questa piacevole conversazione siamo andati lontano, il sole comincia a scaldare l’aria, è ora di tornare indietro verso l’albergo.


Il sole che sale ci scalda la schiena e, cosa che mi solletica, riscalda le mie natiche. Mi piace sentire il calore del sole sul mio culo dandogli una ulteriore sensibilità. 


Per godermi questo piacevole stimolo rallento il passo, il mio amico se ne accorge e mi chiede il motivo. Glielo spiego. Gli racconto il mio piacere e la sensibilità che ho nel mio lato B. Rimane un po’ perplesso alla luce di quanto è accaduto il giorno prima non pensando che potessi essere coinvolto anche in giochi tra uomini.


Quando gli ripeto che a me piace guardare ciò che di bello può avere un uomo, vedo il suo sesso avere dei piccoli movimenti e gonfiarsi, il glande fare capolino. È l’inizio di un erezione, ed io continuo per scoprire qualcosa di nuovo con cui potermi divertire.


Prendo il mio pisello nella mano sinistra, stringendolo alla base, e con la destra strofino la cappella come per levare un po’ di sabbia. Lo sfregamento stimola e si gonfia nella mia mano, rimanendo un po’ barzotto. La cosa non è sfuggita al mio compagno di passeggiata che vedo interessato a quello che ho nelle mani dimostrato dal continuo crescere del suo sesso. 


Io faccio il vago, poi mi tocco i glutei che trovo belli caldi e tonici per la camminata, e con noncuranza allungo una mano e accarezzo il suo culo chiedendo se anche il suo si è scaldato e poi stringo una sua natica per valutarne la consistenza. 


Alla mia stretta vedo il suo corpo irrigidirsi di piacere ed il suo pisello gonfiarsi totalmente, evidentemente la mia carezza è stata molto apprezzata. La sua mano lentamente stringe il cazzo ormai eccitato e lentamente comincia a masturbarsi, scoprendo totalmente la cappella  di quel bel pisello che avevo visto ieri.


Io non mollo il suo culo e continuo a stringerlo nella mia mano destra e con la sinistra tengo stretto il mio sesso  ormai totalmente  eccitato felice di mostrarsi.


Momento di imbarazzo, per lui, lo vedo e lo sento piacevolmente rilassato ed eccitato contemporaneamente. La sua carica sessuale deve essere piena e la compagna nella notte non l’ha consumata, vista la velocità con cui il cazzo si è gonfiato, gli ormoni in circolo sono al massimo. 


Continuo a stringergli la natica e lui aumenta la velocità della mano sul cazzo. Lo sguardo è perso avanti nel vuoto, sta sognando o godendo il piacere che fra poco esploderà. Mi piace provocare il piacere, mi piace masturbare me stesso guardando chi si sta dando del piacere. Devo capire se gode più della mia mano sul culo o della sua masturbazione o uno è causa dell’altro.


Lentamente si ferma, mi guarda, il viso è rilassato, gli occhi velatamente lucidi, il suo sguardo un po’ vuoto come se si aspettasse da me cosa fare.


Mi metto di fronte a lui, lo guardo fisso negli occhi ma non apro bocca. Spingo il mio cazzo verso il suo, tutti e due continuiamo a far scorrere la mano su e giù sul proprio pisello. I due cazzi si toccano, si strusciano, le due cappelle si incontrano e premono una contro l’altra.


Le nostre mani si sfiorano, istintivamente io afferrò il suo sesso e lui il mio, senza perdere il tempo della masturbazione. 


Con la mia mano spingo il suo cazzo verso il mio, voglio farli incontrare e voglio che ci diano un piacere recondito ed inusuale. Nella mia mano sento i suoi fremiti e le sue contrazioni, sento il suo cazzo diventare più duro e le vene gonfiarsi prendendo un colore blu, la cappella è ormai viola, le prime gocce di dolce precum rendono lucidi i nostri prepuzi.


Capisco che sta per venire e mi fermo. Lui continua a giocare col mio sesso, mi guarda e vedo i suoi occhi spaesati, forse impauriti da una realtà a lui sconosciuta.


Gli prendo la mano libera e gli faccio toccare il trasparente liquido che esce dai nostri turgidi cazzi, poi lo invito la leccarsi la mano mentre io faccio lo stesso.


Sento nel mio ventre le contrazioni, sto per venire. Nella mia mano sento le sue contrazioni. Lui ha le mie stesse sensazioni. Veniamo insieme, uno sull’altro, uno contro l’altro. Uno sperma si unisce all’altro, ci riempie le mani. La pelle diviene scivolosa , continuiamo fino agli ultimi spasmi. Svuotati. 


Rimaniamo immobili, quasi a trattenere nella mano il più possibile ciò che ci ha dato quel piacere inaspettato . 


Sgonfiandosi il suo pisello si ritrae nella mia mano, scivola via, lo lascio andare.


Lui cerca di trattenere il mio  cazzo stringendolo tra le dita, ma il viscido liquido non lo permette. 


 Abbiamo giocato tra di noi. È stato appagante. 


Mi tuffo in mare seguito dal mio compagni di giochi.


L’ acqua fresca mi scuote e. I riporta alla realtà. 


Riprendiamo la strada del ritorno in un silenzio complice. 


Lo vedo sorridere, finalmente ha capito la libertà del proprio corpo.


Lo lascio riflettere sul futuro del rapporto con la nordica compagna.