Storia Vera


Ukra aveva telefonto a me da poco. Mi avvertiva che avremmo avuto ospiti per il fine settimana e che non mi sarei sicuramente lamentato perché sarebbe stata una ospite gradita. Ci pensai mentre chiudevo il telefono e poi sorrisi. Chissà che sorpresa mi stava preparando la mia compagna sempre piena di idee porche. La mia cognatona era andata  per il fine settimana a casa di Sveta, la cugina, dove viveva anche Lyba, l'altra cuginetta, si fa per dire. Tornato il pomeriggio dal lavoro impaziente di scoprire la sorpresa ho trovato Ukra molto felice. Mi prese da parte e mi portò nello studio mentre io ancora non avevo visto la sorpresa. Mi disse che voleva chiedermi se potevamo ospitare per il week and una sua amica di nome Valentin; io rimasi un attimo perplesso ma Ukra sapeva come farmi superare le perplessità. Vi era il letto a una piazza e mezzo dove dormiva di solito la mia adorabile cognatona e lì Ukra mi fece appogiare, mi tirò fuori il cazzo dai pantaloni e iniziò un lungo dialogo tra la sua bocca e la mia nerchia. Non sborrai, ma rimasi molto turgido e soprattutto dissi più volte si; tornammo in soggiorno e soddisfatta del suo capolavoro Ukra mi presentò Valentin che ora era sul divano e sorrideva guardandomi. Era una gran bella signora, ben vestita e ben truccata. Era una donna matura, sopra la cinquantina, ma molto ben portati, direi una granny con forme molto, molto prosperose. Ukra mi sorrideva sapeva che le donne ucaine mature e così formose mi eccitavano molto. Era molto spiritosa, di compagnia e soprattutto anche se non parlava alla perfezione l'Italiano, lo capiva bene ed aveva una luce porca nel viso e negli occhi che la rendeva molto sensuale. I suoi atteggiamenti e i suoi comportamenti erano erotici. Io la guardavo, anzi non le toglievo gli occhi di dosso e lei faceva lo stesso con me. Ukra le disse che sarebbe potuta andare in camera a riposarsi, mentre lei sarebbe ritornata a lavoro e sarebbe passata al supermercato. Di scatto diede un bacio a Valentin, rivolgendole alcune parole in ucrino e poi mi diede un bacio in bocca, strizzandomi l'occhio e dicendomi: vedrai che non te ne pentirai..... Valentin era rimasta seduta sul divano e io le dissi se voleva riposare, lei mi rispose niet...no e sorrise....io mi ero avvicinato e mentre lei parlava la baciai sul collo, mentre lei era rimasta perplessa.... visto che le piaceva le misi le mani sui seni grossi, molto grossi e iniziai a spogliarla...mentre lei continuava a sorridere e a prenderci gusto. Mi aiutò mentre la spogliavo e rispose con la lingua ai miei baci ed io iniziai a limonarla. Fu molto attiva, iniziò a rispondere sempre più a tono e mentre oramai eravamo spogliati ci prendemmo tra sospiri, gemiti, e i suoi da, da da, da, che erano si sempre più convinti. Faceva tutto con molto piacere e desiderio, aveva una grande passione e spesso diceva mi piacce, si, da, mi piacce. Andammo in camera sua. Io la conducevo ma lei era carica, i seni grandi li mungevo e la sua figa era bagnata di umori. Ero più alto ed ero esperto, ma lei sapeva fare sesso molto bene. Con la lingua le dominavo la bocca. Era  una gran bella donna,  e quando ebbi definamente i suoi due popponi tra le mani e nella bocca per lei fu la fine. Mi scaraventai senza tregua, iniziando a mungerla come fosse una vacca ucraina, in maniera aspra, violenta, ciucciando quei capezzoloni maturi fantastici, aveva dei capezzoloni enormi che facevano impressione succhiarli per quanto erano turgidi grossi. Potevo strizzare a piacimento il suo seno e lei era senza fiato ansimava come avesse l’asma, e tra gemiti e ansimi, sentivo solo i suoi si misti a da, da da, da intervallati e a frasi di desiderio e passione in ucraino e quando scesi ad omaggiarle la figa con la lingua mi trovai di fronte ad una cascata di sugo bianco; come latte, grumi di umori collosi intensi, in un sesso depilato alla perfezione e lì nel lago, inserii la mia lingua, le mie dita e leccai a più non posso il suo clitoride che era pronto ad esplodere tante volte. Le mi teneva sulla figa a cosce aperte con entrambe le sue mani sulla figa e godette molto, fino a quando mi chiese a gran voce di essere penetrata e io che la sentivo pronta e matura lo feci. Mi posizionai per farle sentire il mio cazzone duro pronto a riempirle la figa.  Inserii il mio cazzo che partì con forza, sbattendola a ritmo molto veloce. Quella bella troiona mi piaceva....Il cazzo era enorme grosso, duro, forte. Puntavo a penetrarla nel suo interno, con sempre maggiore forza e lei urlava finalmente, gemeva, ansimava, e godeva di ogni colpo che le sferravo. Penetravo dentro e lei aveva piacere. Continuavo a ripetere ad alta voce un detto popolare che diceva: “donna nana tutta tana”. Non che Valentin fosse una nana ma non era altissima forse 1 metro e 63 cm, ma era veramente abbondantissima. Con la bocca succhiavo ogni centimetro di quelle fantastiche tettone, quelle popponazze che mi facevano impazzire, erano delle bombolone non dei seni e quei capezzoloni in quell’aureola mammaria marrone mi facevano impazzire. Più la montavo forte più Valentin godeva senza ritegno, non riusciva ad articolare nulla che fosse la parola si o da, da, da, ripetuta parossisticamente dieci, cento, mille volte,  mentre sorrideva e veniva con i suoi squirtig prolungati e finalmente  la mia esplosione dritta in vagina e uno stato di acquietamento che mi durò poco, pochissimo, mentre lei ancora godeva. La ricaricai questa volta infilandole il mio cazzo ancora gocciolante in bocca ancora in tiro... Sembrava una cagna tutta da montare. Valentin dimostrò la sua ammirazione per il mio cazzone prendendolo con gusto e succhiandolo con esperienza. Sapeva mungere le palle e mise tutto il nerchione in bocca. Io lo volevo e così e le imposi la mazza finché mi fece ciò che doveva, facendomi venire ancora dopo un sapientissimo succhiamento irresistibile dei testicoli. Ebbi, tuttavia, l’accortezza di farle riversare tutto sulle tettone , quindi le caricai il decolleté. Le misi il bastone tra le tettone enormi, le dissi di stringere in modo da creare un sandwich farcito al cazzo e spinsi sino a quando l’orgasmo le irrorò tutto il florido pettone, il viso e la bocca. A questo punto la donna era out per cui ero certo avrei potuto fare ciò che volevo massimamente. Era molto esperta, e capì subito cosa volevo e si posizionò alla perfezione alla pecorina, allargando le gambe e inarcando il suo culo a 90 gradi. Si aprì le natiche mentre io le misi prima l'indice, e poi il medio dentro il buco del suo magnifico culo, bello depilato anch'esso come la figa. Il buco odorava davvero forte e ciò mi inebriava. Io con voglia lo leccai e rileccai, era molto sudato il suo culo e poi io inserii di nuovo le dita con la lingua. Lei seppe attendere e seppe godersi i miei giochi anali. Misi anche l’anulare, mentre lei singhiozzando mi disse di entrare, di aprirla di metterlo dentro, di spaccare il suo buco del culo...romperlo e io lo feci senza aspettare. Lei voleva essere presa nel culo e io volevo incularla. Tolsi le tre dita, inserii a questo punto il pollice, lo feci roteare per qualche minuto e poi via con il cazzo, stantuffando con forza, in maniera prepotente. Ero padrone di Valentin, mentre lei urlava dimenandosi frasi in ucraino, che avevo sentito tante volte: spaccami, aprimi, rompimi il culo, spaccami, inculami, mettimelo e io stavo per fracassarle nel modo più irruento il suo culo. Il cazzo era un pezzo di carne incandescente e lei non poteva che prenderlo, ma quando mi resi conto che ero entrato fino alle palle rallentai, e le diedi tempo di riprendersi, lei rispose con gratitudine voltandosi verso di me con un sorriso che era un orgasmo... mi disse "apri cullo me piacce, me piacce dentro cullo" e allora io affondai strizzando le tettone che tenevo saldamente in pugno. Me la galoppai rispondendo al suo piacere e anche se lei cadde un paio di volte a faccia in avanti la ripresi e ripartii, martellante, asfissiante leccandole e succhiandole le spalle, mordendole come facevo con Ukra e con mia cognata, leccandola con la lingua il collo e le orecchie. A questo punto iniziarono i suoi continui incitamenti a incularla a spingere dentro sempre di più e soddisfatto io lo feci. Era una magnifica troia vogliosa questa Valentin e continuava a godere e a sditalinarsi la figona. Continuai a caricarla in modo violento, duro e quando scoppiai in lei nuovamente ebbi l’impressione di dilaniarla. L’orgasmo era così tanto che uscì colando fino alla figa, e quindi preda delle succhiate della mia lingua. Ci volle poco e cadde addirittura dal letto, era cotta, sfatta, in preda a molti orgasmi e io continuai a mungere le sue tettone dolci, finché rinvigorito la alzai la feci mettere di fronte alla cassettiera e aperte le gambe e inarcato il bacino la inculai nuovamente, questa volta a secco . Con la Signora Valentin abbiamo iniziato a comprenderci davvero bene………………..Facemmo una doccia e godetti ancora delle sue mature tettone e della sua figa calda, poi io tornai in soggiorno mentre lei riposò finò a tarda sera. Ukra era tornata...mi chiese di Valentin ed io le risposi che stava riposando...mi guardò, mi sorrise e mi disse: "lo sapevo...ti conosco porco....sapevo che ti sarebbe piaciuta...Hai visto che tettone, e che figona?" Io sorrisi e le dissi: "ha il culo come il tuo....Allora lei ridendo mi rispose:..."Ah Porcone allora hai provato anche il suo culone?"... ed io: "lo sai che io non resisto alle Ucraine....specialmente con il culo grande...e le tette grandi....sei tu la mia rovina. Hai parenti tutte bone e amiche tutte bone"