Storia vera


 Ho conosciuto da qualche tempo Marzia. Lei è una dominicana, mi attira veramente molto poiché ha tutte le caratteristiche che eccitano la mia mascolinità.. Lei è molto sciolta sotto tutti punti di vista, e mi desidera, tanto da farsi spingere a fare sesso telefonico. E' una attrazione forte fortissima. la voglia c’è. La sua voglia si sente...nella voce e si vede negli occhi. Non nascondo che quando una donna mi piace e mi entra in testa posso fare di tutto per averla…. Ormai ho deciso la voglio. So che le latino-americane sono belle polpose, e sugose. Marzia è una bomba sexy, grandi tette, viso da porca, culo bello e sodo anche se non grossissimo e irrimediabilmente maiala …..una mulatta che non vuole altro che cazzo. Tanta carne che insieme al suo modo di parlare un italiano spagnoleggiante e la sua voce arrochita mi fa sangue da morire. Seppure un pochino tesa dopo un pochino mi mostra la sua sesta misura di tette, mi sento esplodere, lei sa toccarsi, sa come si eccita un uomo e allora io sono grosso e le basta veramente poco per farmi eccitare ancora di più...così le posso promettere tutto e infatti...lei mi chiede di andarla a prenderla al treno, il sabato, la incontrerò tra tre giorni, e in men che non si dica mi devo impegnare a cercare un albergo, devo prenotare per il sabato e la domenica. Non vi è dubbio che se il colpo lo si vuole portare a termine bisogna assestare un uno due formidabile. Un po’ confuso ma risoluto avevo definito in breve tempo la questione e quando ho concluso la telefonata con la reception dell’albergo romano mi sono sentito più rasserenato. Era un albergo senza pretese particolari in zona stazione Termini ma ottimo per il bisogno.. Sorridevo del mio imbarazzo che ormai era svanito proiettando tutto a sabato. Per fortuna i tre giorni che seguirono furono ben goduti sessualmente e questo mi aiutava sempre Ukra e Jana  erano sempre ben disposte. Era giunto il sabato ...venerdì ci eravamo sentiti in video per l’ultima volta e avevo constatato che lei era pronta. Il sabato mattina mi ero svegliato con una erezione fantastica ero turgido e mi ero reso conto che il mio cazzo parlava per me. Non poteva sfuggire la mia eccitazione ad Ukra e non era sfuggita neanhe alla mia cognatona. Non vedevo l’ora di stringere fra le mie labbra i capezzoli di Marzia... pregustavo l’incontro. Arrivata l’ora giusta avevo avvertito le mie compagne di vita ucraine che ero stato invitato da un collega fuori Roma, ad una cena di anniversario, e che presumibilmente sarei tornato il giorno dopo. Ero molto disinvolto e tanto Ukra quanto mia cognata mi augurarono di divertirmi, quindi preparata una borsa, andai verso la stazione. Arrivai in un battibaleno, ero eccitato all’inverosimile, sapevo che lei aveva fatto un lunghissimo viaggio per arrivare da me ...Lei voleva sesso e io ero certo che non sarebbe rimasta delusa. Gli attimi di attesa furono interminabili...non si capiva dove il treno giungesse….quale fosse il giusto binario. Era in ritardo….. io stavo scoppiando ma dovevo attendere con una certa calma. Finalmente il numero del binario, l’arrivo, la corsa ed eccola...un pochino più bassina e tracagnotta rispetto a quanto me la aspettavo. Rideva in continuazione e abbracciandomi fece subito allusioni….la lasciai toccare… faceva bene. Ero intenzionato a prenderla subito, se non fosse che l’albergo era molto vicino...avrei voluto spingerla in un bagno pubblico e giustiziarla con il mio cazzo che ora era divenuto un martello. Senza perdere tempo demmo i documenti e prendemmo l’ascensorino che ci portò al 3 piano, mentre la mia lingua era già padrona della sua bocca, del suo collo e la slinguavo con piacere suo, mentre lei subiva la mia carica. Aprimmo la porta e io la scaraventai letteralmente sul letto senza aspettare nulla. Andai subito ad impadronirmi delle sue magnifiche tettone e lei me le offriva grosse e sode con orgoglio. Succhiavo, ciucciavo e leccavo mentre lei era in mia balia. Il copione fu scritto: io dominavo e lei subiva. Fui io a decidere cosa fare. L’ho messa di fronte al tavolo nell’ingresso, appoggiandola con le mani, in modo da potersi reggere, le ho strappato il reggiseno e le ho strappato il perizoma, ho tuffato le mie dita in figa ed era bagnatissima. Mi aspettava. Era piena di umori. Più La mia azione nella vagina l’aveva portata a serrare le cosce, ma io le stavo sgrillettando il clitoride con energia, con vigore, titillandolo tra l’indice e il pollice. Ansimava, godeva e soprattutto la sentivo gemere, ogni tanto, poi, volgeva lo sguardo all’indietro, verso di me, e sorrideva la porca. I suoi occhi erano soddisfatti. Le ho infilato il bastone nella figa. Desiderava il mio cazzo sino alle palle in maniera risoluta. Lei parlava, mi diceva che la facevo sentire donna assecondava con il movimento del bacino i miei colpi che erano sempre più possenti, la facevo saltare tanto la sbattevo forte, aveva imparato a godere e a farmi godere e spesso sbatteva la testa al muro per l’energia che le mettevo dentro. Giocava con le sue poppazze, le ammassava, le impastava, le soppesava e poi le faceva ciondolare, sotto i miei colpi poderosissimi. La sbattevo sempre più forte per il gusto di vedere saltare le sue tettone, mentre lei si teneva forte al tavolo, questa volta con sempre maggior forza. Era diventata rossa in viso, per lo sforzo e la tensione. La spingevo e soprattutto le spremevo quelle tettone, dominandola ...lei era troppo piccola per resistere alla mia prepotenza. Ho pompato ad un ritmo forsennato, e lei aveva cercato di riuscire a tenermi testa fino a quando aveva potuto, poi è divenuta liquida, lasciva e ha iniziato ad implorarmi di arrivare. Lei era già venuta innumerevoli volte, e non riusciva più a tenermi testa. Io, tuttavia per quanto l’abbia sbattuta e continuavo a sbatterla non ero ancora pronto a siringarla con la mia sborra. Ero solo eccitato in maniera bestiale. L’adrenalina mi aveva reso furibondo mentre lei col passare del tempo era sempre più in mia balia. Ero colto dalla frenesia, l’ho liberata, le ho tolto il pene dalla figa, l’ho rivolta di nuovo verso di me, ho visto il suo seno debordante ed era ancora più grande. Sapevo di non essere adatto alle sveltine e sebbene Marzia mi implorasse di orgasmare continuai a goderla e a farla venire .... Mi buttai sul suo seno, la trascinai di forza nell’altra stanza sul divano, con lei che provava a fermarmi. Era fradicia, zuppa, gocciolante di umori, di orgasmo suo e io avevo iniziato a leccarla tutta, senza lasciarle scampo, senza farla pensare. Lei teneva con le sue mani giù la mia testa, godeva e gemeva fino a perdersi, in balia delle sensazioni che la mia lingua e le mie labbra impartivano al suo clitoride. L’altro lo fecero le mie dita nella sua vagina..,in modo arrapante ossessivo violento con lei che finalmente urlava sconquassata dal godimento. Il mio cazzo era turgido, troppo grosso, non si aspettava di essere assaltata si sistemò in modo che potessi godere anche io. Si preparò le poppe, scese in una posizione ottima tanto per me quanto per lei e il mio cazzo si insinuò nella valle piena di mia saliva fra le due montagne di carne, a farcire il suo petto mentre lei con la voce roca in spagnolo mi incitava. Mi fece impazzire con una spagnola favolosa. Il suo seno era così grande che il mio pene scomparve fra le poppe e io sbattevo, mentre tratteneva il tutto con le mani e io che infilavo ancora mentre il mio cazzo venne forte, imperioso, pieno. Marzia lasciò i suoi seni, e io ho così potuto dilagare, allagare tutto. Il primo schizzo le aveva riempito volto collo e seno. Marzia era soddisfatta e vedeva nei miei occhi tutta il mio desiderio, tutta la mia riconoscenza e anche lei si sentì molto sollevata carezzandomi. Potevamo essere soddisfatti. Io, comunque ero appena arrivato per la prima volta e molto di più mi aspettavo, mentre lei cercava di bloccare i miei ardori. La buttai sul letto ricominciando a lavorarla partendo dai seni. Quei seni che sapevo di dover maneggiare con molta cura perché in grado di farmi arrivare subito. Dopo aver leccato succhiato, munto le sue poppone ero sceso a rigenerare il suo desiderio nella fica succhiandole nuovamente il clitoride. Marzia era un gemito continuo e urlava tanto. Io potei così dedicarmi alla zona vicina al buco del culo. La insalivai molto bene, leccandola e lavorando con le dita tutto compreso il suo secondo canale. La cosa che io ho sempre desiderato è impormi a donne vogliose, ma qui Marzia cercò di bloccarmi. Sapevo che Marzia era dall’ano vergine e io dovevo prendere proprio questo fiore...raccogliere questo frutto. Cosicché in maniera risoluta la misi a pecora e senza parole la infilai con fermezza e decisione nel culo mentre lei che ormai aveva capito cercava strenuamente di resistere e di togliermi da sopra. Mentre me la inculavo con la mano le lavoravo il clitoride, con lei che gemeva e ansimava….non voleva ma non poteva liberarsi da questa violenza….urlava la porca...urlava e cercava di bloccarmi ma io ormai ero una bestia aumentai la mia potenza nello stantuffarla pensando solo che volevo spaccarle quel solco profondo che divideva le due natichone dure, massicce, infilando nel suo buco quanta più panna potessi, mentre le titillavo i capezzoli duri delle tettone ciondolanti. Marzia era sottomessa e pronta per esplodere in nuovi orgasmi. Chiuse gli occhi e si arrese. La lavorai al clitoride, quindi le infilai due dita in figa con lei che si dimenava ancora. Il suo bacino era un vortice e io cavalcavo quel buco come impazzito. I muscoli dello sfintere avevano ceduto un po'...scoparle il culo fu sensazionale. Lei finalmente aveva capito stringeva e allargava come un mantice il buco e io la godevo tutta…sia quando si allargava l’ano sia quando si restringeva. La inculai per molto tempo e quando vidi che iniziava a dare segni di cedimento la impostai a culo alto e la riempii in tutto il suo intestino nonostante le sue urla. Venni di nuovo e mentre Marzia pensava che era finita io continuai...volevo fare una doppietta e per lei fu un calvario. Il mio cazzo era sempre ritto, quando lo metto nel culo, per cui non mi fermo mai….grazie a dio, continuando a pompare, aprire e spaccare. Ero Ripartito e questo aveva messo in difficoltà le residue forze della dominicana. Mi piaceva quel culo e lo stesso desiderio sentivo per quel seno enorme. Ricominciai a leccarle il collo e la parte interna delle orecchie si era posta di culo quasi come avesse capito che la mia scelta era di ripartire dal secondo canale. Ero sceso giù le avevo aperto le cosce e avevo iniziato la danza della mia lingua attorno alla sua figa, e poi dentro e poi fuori, la penetrai con la lingua mentre lei si squagliava nuovamente in preda alle sue emozioni, sospirando e gemendo. Sapevo che al mio gioco di lingua non avrebbe retto. Erano gemiti sempre più frequenti che diventano grida e urli di eccitazione e che segnavano il suo godimento. La mia bocca fu preda di tutti i suoi umori, dei suoi liquidi e intanto leccavo e succhiavo tutto il miele di Marzia. La sua figa era un brodo caldo e Marzia godeva tutto…... aveva ancora una volta perso la testa e questo anche per la capacità delle mie dita di inserirsi ovunque. La mia lingua giocò con il suo buco anale e l’orifizio si aprì a far passare prima un dito, poi due e quindi tre. La stimolai in maniera continua e senza darle riposo. Leccavo la figa e l’ano quindi la fistai con entrambe le mani. La carne era carne, e il desiderio era una sensazione indefinibile ma Marzia mi sentiva tutto. Senza perdere tempo prese di sua iniziativa il mio cazzo teso duro e grosso e senza aspettare consenso da parte mia se lo calò nella bocca partendo con un pompino esaltante che mi mise in debito di ossigeno per quanto era intenso. Dovetti fare del mio meglio per resistere a quell’attacco e anzi cercai di trovare tutti i modi possibili per rallentare il suo ritmo indiavolato ma sembrava incredibile, presa da una voglia pazzesca e più io tentavo di rallentarla più Marzia era scatenata. Ebbi l’impressione concreta che il gioco era nelle sue abilità e per quanto provassi con tutta la mia capacità a riprendere il controllo non potevo fare nulla. Provai a toglierle il cazzo dalla bocca ma era una ventosa… lei era padrona e mi portò all’orgasmo mentre il mio cazzo come un idrante impazzito spargeva la sborra sul suo seno grandissimo. Non contenta mi spinse a succhiare e a leccare tutto condividendo il mio seme con baci appassionanti. Io ero forte ma lei aveva preso vigore. Mi prese per mano e mi portò in bagno e li facemmo una magnifica doccia, mentre io per sua volontà le onorai per l’ennesima volta il clitoride succhiandola intensamente. Era ora di cena e Marzia ridendo mi fece notare che era riuscita a farmi godere molto più di quanto le avevo promesso. Difficilissimo, infatti è indurmi all’orgasmo...ma lei era riuscita. Ci vestimmo e Marzia mi apparve favolosa. Aveva messo una gonna rossa con corpetto color amaranto che si intonava perfettamente con la sua pelle mulatta. La generosità del suo corpo traspariva da una sontuosa scollatura e dalla gonna che fasciava i suoi glutei a mandorla. Ero arrapato e lei non fece nulla per soddisfarmi, anzi sembrava sorridere e compiacersi di vedermi così. Arrivammo a Testaccio in un localino niente male. Sedemmo in un tavolo appartato per due. Rimasi tutta la serata magnetizzato da quel seno enorme e dalle sue continue allusioni alla mia potenza sessuale e alla sua forza nell’aver resistito ai miei assalti. Non facevo altro che avere in mente che mi faceva sangue e che la volevo…. L’avevo avuta più volte ma non mi bastava e lei lesse il mio desiderio nei miei occhi e più lo leggeva più si muoveva arrapante. Fu una cena buona, il vino contribuì e io le infilai le mani nelle mutandine. Si era alzata ancheggiando arrivò alle scalette e scese nel bagno….... Io aspettai qualche secondo e poi la seguii. Chiudemmo la porta a chiave e la denudai alla meglio.. Io volevo di più ma lei si impose prese tutto in mano e mi sollecitò ad essere svelto a godere di quegli attimi non potevamo bivaccare in quel bagno. La feci venire a pioggia...tre...quattro, cinque, tantissime volte… davanti allo specchio il suo viso prima sfottente era ora soddisfatto. Ero arrapatissimo non riuscivo a venire e lei ormai aveva capito che lo avrebbe scontato il mio arrapamento in una notte senza tregua. Il mio cazzo era di marmo. La mia voglia di lei era aumentata a dismisura e non sapevo come trattenere voglia e rabbia che si comprimevano dentro me. Avevo un bastone in mezzo alle gambe, non potevo stare. Lei volle il dolce e il caffè poi pagammo e io feci di tutto per traghettarla sino in albergo. Sul taxi a forza le imposi le mie dita sotto la gonna, strappai il perizoma e le infilai l’intera mano nella vagina con decisione pastrugnai energicamente. Non dissi altro lavoravo a piena mano e lei ansimava mi accorsi che eravamo arrivati. Non le tolsi mai la mano dalla fica neanche quando giungemmo di fronte al portoncino… solo di fronte alla reception lasciai la presa. Marzia era eccitata e avrebbe voluto una pausa. Salimmo in ascensore e aprii la porta chiudendola dietro di noi. La spinsi verso il tavolo all ‘ngresso e scesi a impadronirmi con il viso della figa iniziai a lapparla, succhiarla, farle i ditalini più arditi. Le infilai alternativamente tutte le mie dita nell’ano e poi anche due alla volta, mentre Marzia non parlava più godeva soltanto. La sovrastavo e lei gemeva e guaiva laida come un cagna in spagnolo sguaiato. Era la situazione in cui la preferivo. Ansimava la porca. La godevo senza tregua sulla figa e il clito e Marzia si arrese ad una danza convulsa, con le mie dita che giocavano dentro il suo buco del culo. La leccavo senza ritegno. La mia lingua a punta era dentro la sua figa e intanto penetravo manualmente il suo ano. Era un bagno di umori che le fiottavano sul mio viso senza controllo, lei non riusciva a trattenere più nulla e orgasmava ansimando...urlava in spagnolo...non aveva più voce...sudava.
Continuai a leccare, e infilai un secondo dito nel buco del culo. Marzia emise un gridolino, poi tornò a gemere si sentiva invasa. Emise altri urli in spagnolo forti e poi strazianti. Le diedi un bacio in figa, e tirai fuori le due dita dal culo, respirava a fatica e prima che potesse dire qualche cosa ero sopra di lei a montarle quelle straordinarie poppone… mentre me la stavo facendo mi vennero in mente le sue parole… con cui più volte mi aveva detto che nessun uomo era mai riuscita a distruggerla, a metterla sotto e a possederla senza darle tregua...eccola la donna delle meraviglie...la superdonna ora godeva e orgasmava come una fontana. Avevo portato Marzia a squirtare di brutto. Voleva riposare ma io ficcai dentro il buco del culo il mio cazzo e iniziai a martellarla. Anche l’inculata fu brutale e li finalmente dopo quasi una ora di forcing venni spaccandola senza pietà. A quel punto ci fu un momento di relax...la penetrazione anale fu intensa...io ci misi tutto e lei si schiantò. Si abbandono ad un sonno ristoratore che durò qualche ora. Io rimasi sveglio toccavo le tette e ben presto cominciai a muovermi… pensavo che avevo perso troppo tempo per pippe mentali...questa dominicana era veramente una grandissima porca e io la volevo ancora.
Nel suo dormiveglia io ero già ripartito, leccando le tettone. Non aspettai che si svegliasse...la montai con forza sulle tette. Si sveglio e io la costrinsi a tenere il seno stretto intorno al mio cazzo. Iniziai a cavalcarla ancora una volta in maniera instancabile. Gli e lo sbattei per molto tempo, Marzia decise di prenderlo in bocca, non venivo per cui ci provai a farmi fare un bocchino. Sentivo la bocca, la lingua calda, la gola ...ma non venivo mentre lei continuava nel tentativo, ma niente. Rimisi il mio pene tra le sue tettone ma neanche così, mentre lei era impazzita. Fu così tutta la mattinata e lei continuò a venire...Le feci tutto poi facemmo una doccia lunghissima e anche li la feci godere, tanto che quando la accompagnai per prendere il treno, sfiancata come era mi disse che avrebbe recuperato dormendo nel viaggio e sognando il ritorno...la revencida… come diceva lei....ho capito che anche le latino-americane sono grandi porche


Salì sul treno con me che la aiutai e mentre continuava a dirmi che non si aspettava da me che fossi un amante. Si a questa dominicana concederò il bis e forse molto di più. Bella caliente la dominicana...