Il giorno in cui decisi di scriverle una lettera probabilmente ero in preda di una crisi ormonale ed una voglia di far sesso da paura. Ero appena ed ancora vergine mentre Virginia era la mia prof di educazione fisica, donna matura, separata, corpo ben fatto, gambe toniche, vista la sua professione, capelli lunghi neri e mossi, seno non particolarmente prosperoso, ma ben rotondo. Mi è capitato spesso di guardare nella scollatura della sua maglietta quando spiegava qualche esercizio e devo dire che difficilmente ho tenuto a bada erezioni impressionanti (poi subito sopite con regolare sega in bagno).


Virginia era molto aperta al dialogo ed allo scherzo con gli alunni, anche su argomenti relativi al sesso (i più sfrontati dei miei compagni più volte facevano commenti sul suo corpo e lei devo dire che sorrideva sempre, capendo le necessità di un come eravamo noi allora. Un giorno di primavera mi decisi e le feci trovare in borsa una lettera nella quale le scrivevo di essermi innamorato di lei e che la desideravo tantissimo. All’epoca non avevo neppure la minima percezione di quale conseguenza avrebbe potuto avere quel mio gesto ma per fortuna le cose si evolsero in mio favore: di fatti, il giorno successivo a quella lettera Virginia, con la quale avevo lezione, mi prese in disparte, lasciando libertà ai miei compagni di giocare a basket, e mi chiese spiegazioni di quel mio gesto, ma non arrabbiata bensì incuriosita ed anche lusingata. Io confermai tutto e anzi rincarai la dose dicendo che il suo profumo mi procurava delle emozioni che non sapevo controllare, che non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso e che la immaginavo nei miei sogni. Virginia fece correre qualche giorno e poi, inaspettatamente per me, mi invitò a raggiungerla in casa sua nel pomeriggio. Mi recai all’indirizzo che mi diede la prof, puntualissimo e curioso di come si sarebbe svolto il nostro incontro; aprì la porta e si fece trovare negli abiti che di solito indossava a scuola, ovvero maglietta chiara sopra molto leggera, leggings neri e scarpe da tennis. Io andai in jeans e maglietta.


Mi fece accomodare, mi chiese se volessi qualcosa e subito ci mettemmo a parlare della lettera, lei mettendo subito in chiaro la differenza di età che c’era tra noi. Allora non capivo il senso del suo discorso né il rischio che aveva assunto nell’avermi lì da lei e neppure le conseguenze di ciò che di lì a poco sarebbe successo. Perché poi compresi quanto Virginia, donna calda e molto piacente, avesse allora bisogno di attenzioni e di amore, che trovò in uno sbarbatello . Mi baciò, come solo una donna esperta come lei poteva fare, nulla a che vedere con i baci che avevo scambiato con le ragazze coetanee di allora. Esplosi in un’erezione sbalorditiva, con il mio cazzo che spingeva sui jeans, quasi a volerli strappare e liberarsi da quella costrizione. Lei mi strinse a se, sentendo quel rigonfiamento vicino alla sua vulva e iniziammo a strusciarci uno sull’altro.


Mi portò nella sua camera da letto, sedendosi, si tolse la maglietta restando in reggiseno nero che lasciava poco spazio all’immaginazione: finalmente vedevo con i miei occhi quel seno che avevo sognato spessissimo ed immaginato quasi ogni giorno di toccare. Mi chiamò vicino a se e ci sdraiammo a letto uno di fianco all’altro: continuammo a baciarci appassionatamente, con la mia lingua che non stava mai ferma alla ricerca della sua; poi si mise su di me, allargando le sue gambe e facendo in modo tale che la sua vagina si trovasse esattamente sopra il mio cazzo rigido e sempre più dolorante. Iniziò a strusciarsi sempre più veloce su di me, emettendo gemiti continui. Chissà da quanto tempo quella donna era stata senza cazzo! Io mi godevo lo spettacolo, le toccai il seno voluttuosamente, aumentando i suoi gemiti. Dopo pochi minuti anche io iniziai a mugolare perché sentivo vicino il mio orgasmo: lei se ne accorse, così aumento il suo ritmo fino a quando io esplosi in un potente orgasmo che inondò i miei slip di tanta sborra da non poter essere contenuta, tant’è che bagnai tutti i jeans. Anche lei venne in maniera esplosiva, bagnandosi in maniera tanto importante che il suo liquido la inondò sino a bagnare i suoi leggings.


Ci abbandonammo ad un profondo ed appassionato bacio e ci abbracciammo, sfiniti.

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