Sono una puttana e non faccio niente per nasconderlo, così anche all'Università ho saputo crearmi una nomea niente male. Le voci girano, tra un pompino in un bagno o in un'aula vuota e leproposte fioccano. Così ho conosciuto L. un messaggio molto diretto: "so che ti piace il cazzo" e il gioco è iniziato. L. mi ha preso molto, un ragazzo bono, fresco, con un bel cazzo, decisamente diverso da quelli che mi trovo a scopare, unico tratto comune, il desiderio di ridurmi ad una lurida troia. Con questo intento un giorno mi ha obbligata ad andare ai corsi con un plug anale piantato nel mio culo. Un appuntamento nei cessi maschili, io costretta a girare con quel gioiello che mi porta a sentirmi ancora più troia del normale. "Ho voglia di pisciarti in bocca" mentre ero già inginocchiata a succhiargli il cazzo. Innaffiate e dissetata dalla sua pioggia dorata e io eccitatissima a rivendicare il cazzo e lui ad abusare delle mie voglie. "No, ora vai in giro sporca di piscio, ci vediamo a fine lezione nel parcheggio". Ho contato i secondi per correre poi al multipiano, dove L. lascia sempre la sua auto, era già li ad aspettarmi e nel vedermi arrivare, sceso dalla sua macchina mi fa: "puttana spogliati". Dopo qualche resistenza, mentre il buio cominciava a scendere ovunque, ho iniziato a spogliarmi restando con le sole scarpe e con il plug ancora dentro il mio culo. Bagnata e quasi invocante di cazzo, L. ha fatto un cenno che non ho capito, se non dopo all'arrivo di due regazzi che si sono lanciati su di me, con i loro cazzi già duri. Mentre macchine e studenti passavano a pochi metri da noi e sono certa qualcuno ci ha visti, io messa a pecora prendevo a turno i loro cazzi, abusata come una lurida troia, prima di essere sborrata in bocca e lasciata nuda, troia, desiderosa, in quel parcheggio, il parcheggio dell'università.