UN VERO SCAMBIO DI COPPIA.
Lo spettacolo da noi organizzato era stato un successo assoluto, i complimenti fioccavano da tutte le parti, sia dala parte dello staff del privè, che dal pubblico presente. Il più euforico di tutti era senz'altro il gestore del club, Carmelo, che già pregustava altri spettacoli e altre serate di lauti incassi. Nemmeno una settimana dopo, io e Abdul, eravamo nuovamente invitati da Carmelo, che voleva parlarci di altri suoi progetti. Per starsene nella massima tranquillità, scelse per un pranzo, approffittando del fatto che a quest'ora il locale è chiuso. Con la normale illuminazione, il locale fa un effetto completamente diverso, da intrigante ed eccitante, adesso sembra un posto normalissimo, quasi familiare, forse è tutto merito di Carmelo che è molto accogliente e raggiante e non ci fa mancare assolutamente nulla, facendoci sentire veramente come a casa nostra. Per il pranzo di oggi, c'è anche il figlio del gestore, Silvio, che indossa una camicia color verde militare, combinando perfettamente con i suoi splendidi occhi. Il bel giovane è accompagnato da Regina, la bionda brasiliana indossa un comodo e largo vestito bianco e sandali con tacco alto che le sprigionano tutta l'eleganza possibile. Mentre Regina si siede vicino a Carmelo, il bel Silvio si siede proprio accanto a me ed ogni tanto le nostre ginocchia si scontrano provocandomi forti emozioni adolescenziali. Durante il pranzo, il vino scorre un pò in eccesso, parliamo un pò di tutto, Carmelo ci spiega che vorrebbe organizzare più eventi e quando scopre che Abdul, a fine estate vorrebbe lasciare il suo lavoro per passare un paio di mesi in Ghana, il gestore gli propone di assumerlo nel locale, ufficiosamente come guardiano e buttafuori, ma al tavolo, non siamo ingenui e capiamo tutti che il suo lavoro, più che di buttafuori, sarà quello di buttarlo dentro a qualche vogliosa frequentatrice del privè o ballerina in un altro spinto spettacolo. Con un bel sorriso, che vale più di un sì, Abdul risponde:
“Adesso c'è tempo, poi ci penseremo.”
Quest'ora tascorsa a pranzo, è riuscita a schiarimi una cosa, non so come, non so perchè, non so cosa ci trova, ma Silvio è cotto per me; alticcio dal vino bevuto, pende dalle mie labbra e i suoi occhi non si schiodano dai miei, disinteressandosi degli altri. La cosa non passa inosservata a Regina e anche se sono una coppia di mentalità aperta, forse per ripicca incomincia a complimentarsi con Abdul per il grande spettacolo offerto l'altra sera. A fine pranzo Carmelo ci abbandona per recarsi al supermercato e l'aria si satura di un mix di emozioni, tra fantasie, gelosie ed incredulità. Parlando liberamente di fantasie sessuali che si vorrebbero vedersi realizzate, Abdul dice che il suo sogno sarebbe quello di scoparsi contemporaneamente una madre e la figlia. A questo punto, si apre involontariamente un piccolo giochetto erotico, parchè a seguito delle fantasie del mio ganese, Silvio dice:
“Giulia, qual'è la tua fantasia mai realizzata”
Con un pò di imbarazzo, rispondo:
"Vorrei avere un uomo-giocattolo, da usarlo a piacimento quando voglio e poi rinchiuderlo nel guardaroba fino a che non ne avrò nuovamente bisogno. E la tua Silvio?"
Silvio non si nasconde più, guardandomi negli occhi, dice:
“Fare sesso con una gran milfona”
Questa dichiarazione così esplicita davanti a tutti, non me l'aspettavo e rimango molto imbarazzata, abbozzo un sciocco sorriso ed immediatamente, cerco di cambiare assunto come se niente fosse:
“Adesso tocca a te Regina, qual'è la tua fantasia che vorresti realizzare?”
Dopo un paio di minuti di tentennamento, la bella brasiliana, timida e taciturna fino al momento, sicuramente infastidita dalle parole di Silvio, lo ripaga con la stessa moneta:
“Se proprio insistete, ve la dico. Anni fa in Brasile c'era un reality che ha stuzzicato la mia fantasia, si trattava di una ricca famiglia brasiliana che doveva cavarsela a vivere in una tribù africana, rispettando le loro usanze, ed io trovavo attraenti quei guerrieri africani "
“Quindi? Quale sarebbe la tua fantasia?”
"Essere posseduta da un bruto come Abdul e provare quel suo cazzo che sembra largo come quello di un asino ”
Questo è letteralmente un fulmine a ciel sereno e rimaniamo tutti di stucco, ma il cerchio sembra essersi chiuso e non è ora di perdere tempo, in queste occasioni, più si pensa e meno si fa. Io mi alzo dalla sedia ed allungo una mano a Silvio:
“Silvio, se ti vado bene come milfona, vorrei essere io a realizzarti la tua fantasia”
Abdul mi osserva un pò sorpreso e anche se inizialmente fa un pò il finto tonto, non vuole assolutamente farsi scappare l'occasione di divorarsi questa bella bionda brasiliana. Senza dirci più parola per paura che si rompa l'incantesimo, io, Abdul, Silvio e Regina ci incamminiamo nel camerino privato delle ragazze. Si tratta di un vero e proprio piccolo appartamento, ha una piccola sala-cucina, un bagno e una camera da letto con 3 lettini singoli, sparpagliati in tutte le direzioni. Nemmeno il tempo di entrare, che Abdul ha già allargato le spalline del largo vestito della brasiliana, facendolo cadere a terra e lasciandola con il solo perizoma triangolare, velocemente le toglie anche quello e dopo averla coricata su di un lettino, incomincia a leccargliela. Mentre io sbottono la camicia di Silvio e lo bacio in bocca, Abdul è già nudo, con il cazzo durissimo tra le candide mani di Regina. Il mio vestito è molto aderente e Silvio fatica non poco a togliermelo, quando finalmente ci riesce, mi palpa  subito con grande passione e sensualmente mi sussurra:
“Impazzisco per te, ti sogno persino la notte”
Mi sento come una giovane liceale alle prese con i primi baci. Purtroppo il mio incantesimo è rotto dal forte cigolare dell'altro letto, infatti Abdul è già salito sopra la bella brasiliana e la sta scopando con la sua consueta foga.
“Era questo che volevi? Guarda come la tua bella figa sta riempiendo di cremina il mio cazzone nero”
Si passano solo alcuni minuti, che sotto quel ritmo incalzante, Regina dice qualcosa nella sua lingua, si tappa delicatamente la bocca con una mano ed inizia a gemere forte. Io non ci faccio tanto caso, mi giro dall'altra parte, spoglio e spompino per bene Silvio, ma appena si mette il preservativo perde l'erezione, forse è anche distratto da Abdul, che prendendola alla pecorina, sta facendo ansimare di piacere la sua fidanzata, che poco dopo, con una voce quasi supplichevole, grida nella sua lingua qualcosa di simile come:
“Vò gozar, vò gozar!”
Ed esplode in un intenso orgasmo che la lascia tremolante nel letto, Abdul ingordo come il suo solito e vedendo Silvio un pò in difficoltà, mi stende una mano, come per dirmi vieni da me. Questa volta non ci penso nemmeno, non mi faccio scappare l'opportunità di farmi una scopata con Silvio, infatti, giro le spalle ad Abdul e prendo il ragazzo per mano, portandomelo in cucina. Immediatamente cerco di tranquillizzarlo un pò:
“Vaffanculo gli altri, Silvio pensiamo a noi”
Gli bacio quelle belle labbra carnose, poi mi inginocchio a lui e do il meglio di me stessa con la mia lingua, sul suo bel cazzo profumato. La sua erezione ritorna velocemente al top, la mia figa è fradicia di quanto è vogliosa.
“Non perdere tempo con il preservativo, sbattimelo dentro così”
Sembrerebbe che Silvio non aspettasse altro, mi penetra alla pecorina e mi sbatte con buon ritmo. Nell'altra stanza, Abdul deve essersi sicuramente irritato con me e come un cane rabbioso che azzanna una gattina indifesa, propabilmente sfoga il suo cazzo nella figa della bionda brasiliana, che poverina, strilla di piacere come un insennata. Ma Silvio non si ferma più, non è indemoniato come Abdul, ed il suo cazzo non si avvicina nemmeno alla mostruosa larghezza del ganese, ma presa da lui, la mia fantasia galoppa, Silvio riesce a farmi tornare una ragazzina spensierata. Mi siedo sul tavolo, gli spalanco le cosce, lui rimane in piedi e me lo infila dolcemente, le nostre bocche sono attratte come gli opposti di una calamita, sono io che poco dopo mi stacco dalle sue labbra, perchè sto gemendo e ansimando forte.
“Silvio mi stai facendo venire, sto godendo!”
Neanche lui riesce a trattenersi e viene insieme a me.
Una volta finito tutto e ritornati nella sala principale, Abdul, come un bambinone mi tiene il broncio e non appena saliti sulla macchina per fare ritorno a Genova, tenta accennarmi qualcosa, ma io velocemente lo zittisco :
“Stai ben zitto Abdul, non fare il gelosone con me e non essere egoista, perchè odio gli ingordi,  e a pensarci bene, mi sembra che oggi, a te non sia andata poi tanto male!”
Abdul ride mezzo invergognato e alzando le mani in segno di resa, mi dice candidamente:
"Ma io non ho mica detto niente!
“No, ma stavi per dirlo”
Continua...

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Categorie: Sesso di gruppo