Dopo l'ultima avventura nella quale ho provato sensazioni fortissime ma che comunque mi aveva lasciato un pochino con un senso di umiliazione e si sottomissione, avevo deciso di "vendicarmi" con Luca e trovare il modo di farlo un po' soffrire, soprattutto mentalmente, pur sapendo che alla fine gli sarebbe piaciuto.



Avrei potuto colpirlo trascinando nei giochi qualche suo amico che so che sarebbe impazzito di gelosia, oppure farmi il suo nuovo dipendente, Francesco, un gran bel ragazzo che lui tratta malissimo usandolo come factotum. Ma quel che ci siamo sempre detti che i giochi erotici dovevano essere fatti con sconosciuti o almeno con persone che vivono lontano da interessi familiari o lavorativi. Pensate se fossero uscite notizie o addirittura foto che la moglie del capo del più importante studio di commercialisti della città si faceva i suoi dipendenti o i suoi amici rendendolo cornuto e che addirittura lui fosse complice e soddisfatto di ciò... via non percorribile in una piccola città di provincia.



"Stasera esco", gli dico a pranzo di un venerdì. "Con chi esci amore?" mi chiede. "Esco sola. Vado al Privè di Brescia, ho contattato il ragazzo delle gang. Mi vedo con lui. Vediamo cosa succede, poi torno a casa, aspettami sveglio in camera che prima di dormire ti racconto tutto". Lo vedo deglutire a fatica, guardarmi con gli occhi spalancati. Appena prova a dire "Ma..." lo interrompo immediatamente e metto in chiaro chi è il cornuto e chi decide. "Senza ma. Stasera mi vendico. Scopo con lui fino alla morte, poi torno e se sei riuscito a non masturbarti al solo pensiero, ti faccio una sega raccontandoti tutto." Capisco che la cosa lo sta già intrigando da morire quando mi risponde "Che riesca a non masturbarmi al pensiero non te lo garantisco... ma mi troverai sveglio, curioso e eccitato sicuramente".



Verso le 21 cena a casa, poi doccia. Esco nuda dal bagno, vado da Luca e gli chiedo di scegliere il mio outfit per la serata. "Voglio vedere come vuoi che tua moglie seduca quel bel ragazzone e si faccia scopare alla morte".
Ubbidiente va nel mio guardaroba e mi presenta un completino intimo delle Perla molto elegante pur se molto trasparente, una gonna corta nera sbarazzina e un maglioncino scollatissimo con zip sulla schiena. Neanche troppo sexy, ma le scarpe di Jimmy Choo non lasciavano spazio a dubbi. 



Mi vesto, mi guardo allo specchio, mi piaccio. Mi trucco, bacio Luca sfiorandogli l'uccello con il dorso della mano e lo saluto "ciao amore, la tua mogliettina zoccola va a prendersi un bel cazzone, tutto per te".



A dir la verità uscire sola soletta, in un ambiente che definire un po' particolare è un eufemismo, non mi lasciava proprio tranquilla. Anche perchè il bresciano il giorno della gang non era stato particolarmente gentile con me, anche se ammetto che fosse un ragazzo bellissimo, ci sapeva fare a letto e aveva un gran bell'arnese tra le gambe. Confidavo sul fatto che conoscevo tutti in quel club e se qualcosa fosse andato storto potevo contare su tanti amici.



Parcheggiata la mia piccola Audi, entrai nel locale sotto lo sguardo un po' stupito della ragazza alla reception che mi aveva sempre visto in coppia. L'adrenalina cominciava a fare effetto e le mutandine iniziarono ad inumidirsi.


Presi un Hugo al bar in attesa di essere raggiunto dal mio amico e nel frattempo dovetti respingere almeno un paio di avances da parte di singoli attempati e bruttini. "Buonasera signora" sento la voce del mio appuntamento. Mi giro, è Filippo, il bresciano. Con modi completamenti diversi al nostro incontro precedente e con un sorriso che non ricordavo.


"Sei molto bella stasera, ancora più affascinante del solito". Bevemmo un altro cocktail, poi ballammo abbracciandoci e scambiandoci effusioni. La temperatura saliva e le sue mani incollate al mio culo iniziavano a produrre effetto. Sentivo il suo membro in erezione quando mi stringeva e la voglia di scopare stava diventando insostenibile. Non facendo lui il primo passo, lo feci io. E per mettere in chiaro che stasera non ero alla mercè di una gang come la volta scorsa, gli sussurrai all'orecchio "ho voglia del tuo cazzo, ora".



Trovammo una stanza libera con possibilità di chiuderci all'interno, anche se da fuori tramite feritoie potevano vedere tutto. Mi spogliai da sola alla velocità del fulmine rimanendo in lingerie e tacchi a spillo. Poi mi gettai sul mio uomo di serata, tolsi la camicia e gli leccai il petto muscoloso. Poi fu la volta dei pantaloni e dei boxer. Ecco il bell'uccellone che ricordavo. Impressionante. Filippo sapeva di avere un cazzo extralarge e ci giocava con questa cosa. Mi chiese di leccarglielo a lungo perchè aveva voglia di un pompino fatto bene e la sua fidanzata era refrattaria a questo genere di pratica. 



Lo portai quasi all’orgasmo, ma fu bravo a dirmi di fermarmi in tempo. Pretesi che contraccambiasse il servizio e con stupore appresi quanto fosse bravo con la lingua. Dopo un quarto d’ora di leccate avevo veramente bisogno di essere scopata e glielo dissi chiaramente.


“Scopami ora, stallone”. Dovevamo essere un bello spettacolo visto l’assembramento che si era creato fuori dalla nostra stanza e mi eccitava vedere alcune coppie che si toccavano guardandoci.



Il cazzo di Filippo era pura poesia, lo sentivo veramente allargarmi e riempirmi e poi era durissimo. Bravo anche a muoversi, a tenere il ritmo dei colpi e i miei orgasmi arrivarono copiosi. L’apoteosi fu quando mi girò come fossi una bambolina e prese a scoparmi a pecorina con una foga pazzesca alternando colpi profondi ad altri più soft, schiaffeggiandomi il culo. Ebbi un orgasmo pazzesco tanto da urlare come una cagna in calore. Proferendo anche porcate che eccitavano Filippo come un toro. “Che puttana che sei… godi troia”. Mi piaceva farmi insultare e ricambiavo “Tu pensa a scoparmi e a resistere, che ne voglio ancora per tanto tempo”. Filippo era un vero stallone, controllava l’orgasmo, rallentava quando doveva per poi accelerare e affondare i colpi portandomi in paradiso.


Mi sembrò giusto premiarlo.


“Sbattimelo nel culo, ora. Sfondamelo, ti prego”. 



Non se lo aspettava e rimase qualche minuto attonito, poi prima con un dito poi con due allargò il mio orifizio aiutandosi con la saliva. Ero troppo eccitata, il mio culo si allargò docile pronto a ricevere il cazzone. Fu sconvolgente farsi inculare da Filippo, qualcosa di mistico. Dopo pochi minuti raggiunsi un orgasmo squirtando come una pornostar. Il mio stallone cominciò a vacillare e gli concessi di uscire, togliersi il profilattico e inondarmi di sperma caldo che mi colò sui capelli, sul viso, sul seno. 



Appagati, stanchi, rimanemmo sul lettino per almeno venti minuti abbracciati e circondati da odore di sesso. Poi uscimmo, nudi, e andammo a fare una doccia assieme. Mentre eravamo sotto la doccia, Filippo mi si avvicina, mi sussurra “una scopata da cinema”, poi mi prende una mano se la porta sul basso ventre e mi dice “ma lui è ancora duro…”.


Ero distrutta ma davanti a un cazzo così neanche una santarellina avrebbe resistito e presi a menarglielo. Poi mi inginocchiai e gli feci un altro pompino sotto la doccia con tanti spettatori intorno. Lo portai fino all’orgasmo e stavolta volli bere tutto obbligandolo però dopo a baciarmi. 



Verso le 3 tornai a casa e trovai Luca sul divano, sveglio, nudo che mi aspettava. Lo liquidai con un “amore, sono distrutta, mi ha scopato per delle ore e mi ha anche inculato come non ci fosse un domani.


Ora vado a letto e ti racconto tutto domattina, quando mi porterai il caffè in camera. Ti amo”.