6. Il "contratto".


Alice aveva detto ai suoi genitori che aveva trovato lavoro: avrebbe dovuto stare fuori casa la sera tardi, ma a lei andava bene così, e oltretutto avrebbe guadagnato una cifra ragguardevole... Ovviamente, non gli aveva raccontato di cosa si trattava nello specifico, ma semplicemente che si svolgeva in un pub.


Cosi, quella sera, assieme alla sua vecchia compagna di scuola, puntualissime, alle ore 22,00 si trovarono a bussare alla porta di servizio del locale.
Come per il provino, anche quella sera gli andò ad aprire lo zio in persona:
- "Benvenute, ragazze... Siete pronte? Vedrete che sarà un lavoro divertente, che vi metterà in tasca parecchi soldini... Come dire: l'utile e il dilettevole!", disse tutto contento l'uomo.
Le fece passare nel suo ufficio che – con grande sorpresa di Alice – non era più quello stanzino squallido dell'altra volta, ma un ambiente più ampio e con un bello scrittoio in mogano.
Le fece sedere su due confortevoli poltrone in pelle, e lui si andò ad accomodare di fronte a loro.
Poi, cominciò a parlare, spiegando quali sarebbero state le loro mansioni, e alla fine – presentando a ciascuna un foglio con una penna – le incoraggiò a firmare:
- "Ecco il vostro primo contratto... E chissà che un giorno non possiate raccontare orgogliose di questo vostro inizio, del vostro primo impresario...", disse sornione.
Alle due, questo sembrava l’avverarsi di un sogno: avrebbero fatto soldi facili semplicemente avvalendosi del loro corpo... E allora – pensò tra se e se Elisabetta – sia benedetto quel “video dello scandalo” e quel porco dello zio!


7. Il debutto.


Luca ripose con cura quei documenti, e quindi le scortò al loro camerino, dove potersi cambiar d'abito e prepararsi per la serata.
Un'ora dopo, le ragazze si presentarono al banco del bar nella sala grande, che si presentava già affollata di maschi di mezza età, tutti tra i 45 e i 55 anni, in attesa dello show pubblicizzato sui manifesti affissi sui muri della città...
Alle pareti, videro che erano piazzati dei divanetti in velluto, e al centro una serie di tavoli rotondi si affacciavano su un palco sopraelevato, dove l'orchestra già stava suonando, e dove era montato un palo da “lap dance”.


Elisabetta, quella sera, era ancora più affascinante del solito: indossava un vestitino nero tutto d'un pezzo, con la gonna scampanata che si allargava man mano che scendeva verso le ginocchia, e sopra un corpetto sostenuto da due bretelline sottili, mentre ai piedi calzava un raffinato paio di infradito da sera color argento.
Alice, invece, pur potendo sembrare fuori luogo con quella sua maglietta verde casual che dalle spalle le scendeva giù restringendosi poco sopra il ginocchio, era ugualmente una favola con le sue inseparabili Vans.


La loro avvenenza, non sarebbe comunque passata inosservata, e infatti non appena uscirono dal camerino Alice fu "vittima" del socio di Luca, il quale le si parò dinanzi e con galanteria e le disse:
- "Complimenti, signorina, ma lo sa che ha proprio delle belle tette?”.
La ragazza, rimase stupita da quell’affermazione alquanto inconsueta, ma quello riprese:
- “Mi scusi se mi sono presa questa libertà, ma la sto osservando da quando è entrata nel locale con la sua amica… e non ho proprio resistito…. Mi consenta di augurarle buon lavoro...".


Intanto, ad un cenno perentorio di Luca, la musica cambiò, facendosi più avvolgente, più “calda”, e le due giovani – con fare lascivo - si appressarono alle loro postazioni.


Betty, salì sul palco e – agguantando con padronanza il palo – cominciò con fare conturbante ad incantare il pubblico. Lentamente, fece scivolare giù le spalline, in modo tale da dare l'impressione di voler risolvere la faccenda in poco tempo.
E invece, lanciando uno sguardo malizioso agli astanti che già si stavano agitando, le fece risalire al loro posto.
Compì un giro completo attorno al palo a tempo di musica, e poi tornò ad armeggiare con quei sottili lembi di tessuto... Li spostò nuovamente verso il basso, facendoli scavallare dalle spalle, prima l’una e poi l'altra, e reggendo nel frattempo con l'avambraccio il corpetto – all’altezza del seno – che iniziava a muoversi autonomamente.


Dalla sala cominciarono a levarsi i primi discreti e isolati applausi di incoraggiamento, ai quali Elisabetta rispose ancheggiando ed iniziando ad fare scendere le coppe e poi – con una mano sul fianco – l’intero bustino, esponendo alla vista un bel reggiseno nero, semitrasparente, che lasciava scorgere già buona parte delle mammelle e immaginare i bei capezzoli.
Il suo sguardo andò a spaziare su tutta la platea, finché incrociò gli occhi lucenti di libidine dello zio che finalmente poteva ammirare sua nipote in azione, dal vivo. 
Luca, perso in un mondo tutto suo, si lasciò sfuggire, improvviso, un grido:
- "Bra-va! Sei bellissima!".


Tutti si voltarono nella direzione da cui era venuto quell’apprezzamento, mentre Betty abbassò lo sguardo e riprese a svelare le sue grazie tanto gradite: con entrambe le mani sui fianchi, spinse la gonna verso il basso, la quale ondeggiando abbandonò la sua posizione... Giù, sempre più giù, scoprì prima le cosce, poi le ginocchia, e infine si abbatté a terra.
Con un movimento aggraziato, la ragazza sollevò prima una gamba e poi l'altra, liberandosi completamente da quell'abito.
Fece per aggrapparsi, ancora una volta, al palo, ma si guardò i piedi, poi il guardò quello che era diventato già il “suo” pubblico, e mettendosi una mano sulla bocca con un gesto “alla Betty Boop”, finì per liberarsi di quelle eleganti infradito.


Il suo incantevole fisico era ormai lì, sotto gli sguardi di quei maschi "affamati", che sembravano dire: "Non fermarti proprio adesso!".
Ancora, cercò lontano, in fondo alla sala, un cenno di consenso dello zio, il quale le fece di si con la testa, come a dire: "Non vedi che sono tutti ai tuoi piedi? Vai avanti!".
Elisabetta, allora, si voltò dando le spalle a quella moltitudine, spingendo all'indietro quel suo bel culetto sodo ma non troppo, e spudorato. Voltò il capo verso di loro, e intuendo dove avevano posato gli occhi, muovendo a destra e a sinistra il dito indice fece segno do no, che non era ancora giunto il momento di offrirglielo in versione “full nude”.
Invece, artigliò – risoluta – il ferretto del reggiseno, e lo sganciò...
Mentre i due lembi di quel capo d’abbigliamento le cadevano lungo la schiena, in sala si udì simultaneo un coro di entusiasmo, seguito da un primo fragoroso applauso.


La fanciulla, aveva davvero un grande senso della teatralità, tanto che si strinse con tutte le dita delle due mani alla pertica, e piano piano – ruotando su se stessa – sfoggiò apertamente quel gran bel paio di tette che finora erano state apprezzate da pochi fortunati, privatamente.
Agli applausi, stavolta, si unì una istintiva "standing ovation", mentre Luca, soddisfatto, gongolava...


Ma Elisabetta sapeva bene che era lì per darsi in pasto a quei degeneri, sapeva esattamente cosa doveva fare, e quindi proseguì ostinata in quel gioco perverso, dal quale stava cominciando anche a provare piacere.
Scese le mani dal palo, giù fino all'altezza dei fianchi, dove inserì i pollici a mo' di gancio nella fettuccia del perizoma che le cingeva la vita e che le metteva delicatamente in evidenza le sue provocanti "maniglie dell'amore".
Tirando verso l'esterno, calò adagio quella fettuccia elasticizzata all'altezza delle anche, principiando a svelare – nuda – la spacca delle natiche, fino a quando non la abbassò del tutto, prima alle ginocchia e poi alle caviglie... Come già fatto con la gonna, puntò a terra le dita dei piedi sollevando i talloni, si tolse il perizoma, lo raccolse, e – facendolo roteare sull'indice della mano destra, da consumata pornostar – si voltò e lo lanciò verso gli spettatori...
Ora era completamente nuda, ma stranamente non provava vergogna di tutti quei maschi, anzi il suo corpo le trasmetteva una sensazione di grande sicurezza.
Portando l'avambraccio all'altezza della vita, salutò come fosse in teatro,  ricevendo in cambio una raffica di applausi interminabile.
E a premiare il pieno successo dello spettacolo, si alzò in piedi uno degli astanti che fece voci:
- "Sei meglio di una pornostar! Non andar via… Non puoi lasciarci così…".


Ma Betty, non ascoltava più le grida provenienti da quella platea, raccolse le sue cose, indossò un’elegante vestaglia da scena, e si ritirò nel suo camerino...


Dal canto suo, Alice – che aveva seguito con viva partecipazione le evoluzioni della sua amica – si era data da fare in platea, passando tra tavoli e divanetti a "tener compagnia" ai clienti che si stavano scaldando grazie alle voglie che forniva loro Elisabetta...
Lei – che aveva ancora molto da imparare – non si era spogliata, ma quando si sedette la maglietta che indossava fece sì da mettere in bella mostra la sua di  “nudità”, dall'anca alle caviglie.
Era sì piccolina di statura, ma ogni centimetro esprimeva pura sensualità, tanto che più di un avventore la notò… In particolare, un facoltoso signore, che le chiese di venire vicino a lui e le garbo le disse:
- "Ehi, bellezza, hai delle cosce che sembrano scolpite, sono la fine del mondo...".
Ed iniziò ad accarezzargliele, a mano aperta, con sempre maggior intensità e brama di saggiarne e goderne le forme.
Un altro le si dichiarò:
- "Potrei fare follie per queste delizie... Guarda che polpacci, ben torniti, lisci... da non credere, se non li vedessi di persona...".


Alice stava al gioco, consapevole di non essere inferiore a Betty, ma che doveva percorrere la sua strada, e che ognuna di loro aveva le sue specifiche “qualità”.
Ad esempio, quando lo "spettacolo" dell'amica era arrivato al culmine, ci fu un tizio che – disinteressandosi di Betty – puntò i suoi interessi morbosi sui piedini della giovane... Incurante di coloro che gli stavano intorno, dopo averle levato le Vans, avvicinò quelle estremità al suo naso, e – benché fossero sudate – con estrema gentilezza le sorrise, annusò tutto a pieni polmoni, ed ebbe solo la forza di balbettare:
- "Sono di una raffinatezza… Due babà... Vedi, per uno come me che adora il piede femminile, non c'è niente di meglio... Non ho mai visto un particolare più sublime...".
Insomma, anche Alice aveva avuto la sua parte di ammiratori… Poteva sembrare poca cosa, ma questo era nulla a confronto di ciò che sarebbe ancora dovuto accadere!


8. La lotteria.


Per movimentare la serata, che sembrava stesse languendo dopo l’eccellente prova di Elisabetta, Luca prese il microfono ed comunicò ai presenti:
- "Gentili ospiti, ho il piacere di annunciarvi che le nostre showgirl si sono rese disponibili a fare da premi – e che premi! – per una fantastica lotteria... I due fortunati primi estratti, avranno il piacere di potersi appartare con loro, per un'ora di puro piacere... Potranno scegliere, ciascuno, due posizioni di loro gradimento da sperimentare con le ragazze... Le inservienti, passeranno ora tra i tavoli per la vendita dei biglietti. Buona fortuna, e ancora buon divertimento!".


Dopo circa una mezz'oretta di suspance, tutto si era concluso, e i vincitori, Marcello ed Enzo –  accompagnati dalle fanciulle – si erano ritirati nelle stanze loro assegnate.
Tutti gli altri, erano rimasti ai loro posti, benché delusi, a sorseggiare delle bibite offerte dall'organizzazione, ma sopratutto tenuti fermi ai loro posti da una allettante prospettiva che Luca gli aveva segnalato:
- "Signori clienti, siete pregati di rimanere seduti ai vostri posti, perché quando i vincitori della lotteria avranno riscosso i loro premi, ci sarà una gradita sorpresa per tutti quanti".


La prima a chiudersi la porta dietro di sé con il “suo” uomo fu Alice, a cui il fato volle assegnare proprio quell'avventore che poco prima – sul divanetto – le aveva annusato i piedi.


Senza indugiare oltre, Marcello le ordinò:
- "Tu non lo sai, divina creatura, ma io sono da sempre un feticista dei bei piedini femminili... Per favore, togliti quelle inutili calzature...".
La ragazza, ligia al suo incarico, non esitò a farlo, e glieli porse sulle ginocchia.
Al che lui, tutto tremante per il grande onore ricevuto da quella ragazzina, li prese sorreggendoli per le palme, e portandoseli alle labbra li baciò con venerato rispetto. Poi, alzò gli occhi verso Alice, e ammirato proclamò:
-"Sono due gioielli, due splendidi diamanti da custodire con infinita attenzione...".
E si rituffò con avido desiderio su quei frutti gustosissimi.
Ma stavolta, anziché stamparvi sopra solo un tenero bacio, dischiuse le sue labbra e vi introdusse – una ad una – le dita, che prese a succhiare come se potesse con quel gesto estrarne un imperscrutabile alimento per sé  indispensabile.
Si dedicò ad ogni fenditura, risalendo infine, con la lingua saettante a far da pennello, lungo il dorso fin sulla caviglia.
Ripetè l’azione su entrambi i piedi, e poi soddisfatto depose quelle sue conquiste e tornò a parlare:
- "Hai visto che rispetto ho portato per loro? Adesso, però, tocca a loro, a te, ricambiare, e farmi vedere come sei brava ad usarli".


Detto ciò, si alzò in piedi, si sbottonò i pantaloni, se li abbassò insieme ai boxer, e tranquillamente tornò a sedersi, sollevando la camicia su fino all'ombelico e mostrandole il suo membro ancora flaccido.
Quello era il secondo cazzo che aveva davanti, dopo quello del suo ragazzo, e le parve promettere molto bene… 
Alice capì subito, da ragazza intelligente qual'era, cosa Marcello volesse da lei, e si mise subito all'opera: si allontanò quel tanto che bastava per poter distendere le gambe e azionare correttamente i muscoli delle cosce, serrò stretta – tra gli alluci – l'asta, e cominciò a muoversi in su e in giù, con la stessa facilità che avrebbe mostrato se avesse usato le mani. 
Scendendo, si portò con sé la pelle del prepuzio, scoprendo la cappella e mettendo in tensione il frenulo; risalendo, ricoprì quel cazzo, finendo per accarezzare con il pollice il glande ormai avvolto di nuovo nella sua protezione...
L’uomo era al settimo cielo:
- “Ohhhh… Siiii… Vai alla grande, tesoro… Non ti fermare, sei il mio premio, l’unico che potessi mai desiderare… Dovresti insegnarlo a mia moglie che ha il triplo dei tuoi anni… Vai… Vai… Non fermartiiii”.
Anche Alice, però, era andata fuori di testa:
- “Daiii… mettiti a sborrare al più prestoooo…”
Quel movimento alternato durò per una buona decina di minuti, fintanto che l'arnese di Marcello non raggiunse il massimo dell'erezione.
A quel punto, lui si ritenne assolutamente soddisfatto:
- “Se non ti avessi qui davanti, faccia a faccia, ti farei più grande… E invece, ti faccio i miei complimenti… Sei riuscita a farmi godere senza farmi sborrare! E’ questo che mi eccita di più… E vedrai, che avrai tempo per assaggiare il mio seme…”. 


Decise, quindi, di passare alla seconda "posizione"...
Alice, fu lesta a calare il suo asso nella manica: si alzò in piedi, ed agguantando la sua bella maglia verde per il pizzo inferiore, la sollevò tirandola su verso il capo.
Quel gesto, fece sobbalzare come caprioli impazziti le sue tettone, che poi ripiombarono immediatamente giù per via della gravità in un bellissimo movimento sussultorio.
Sfilata completamente la maglia, il cliente restò imbambolato ad osservare quel topless da urlo, e benché fosse così impressionato da tanta bellezza, non si dimenticò del suo “secondo desiderio”. 
Pretese, inoltre, come fosse un extra, che la ragazza facesse un giro completo su se stessa, poiché volle contemplare anche il suo culo: 
- “Tesoro è proprio bello, formoso… in una parola, stratosferico… Incredibile! Con quel culo, potrai fare tanta strada… E’ un portento… Sembra fatto apposta per far venire strane idee… Me ne sto innamorando, e voglio vederlo nudo!”, le disse, mentre lo schiaffeggiava per saggiarne bene la compattezza.


Alice assecondò quel porco anche in quella sua fantasia, in fondo le piaceva essere guardata, le scatenava dentro tanta adrenalina da non credere.
Perciò, sapendo di avere un “lato b” molto invitante, non si fece pregare… Indossava ancora un bel perizomino rosso, con il triangolo di tessuto anteriore molto compatto – così da non permettere la visuale della sua micetta – mentre sul di dietro era praticamente ridotto a una strisciolina in vita, raccordata con quella che le passava in messo alle chiappe da un elegante ricamo.
Quelle poderose chiappe erano già così bene in vista, ma lei tentò di copiare Betty nel togliersi lo slippino, e bisogna dire che ci riuscì alla grande, suscitando in Marcello che guardava una reazione ancora più estasiata.
E quando quel sedere fu completamente nudo, lui ci passò sopra le sue mani, palpeggiandolo con impegno, in ogni dove; lo leccò, inumidendolo con la saliva, e poi spargendo il suo liquido su tutta la superficie.
A tratti, insinuandosi tra le sue gambe, andò anche a lambire la sua passerina, che mostrò di gradire quell’inattesa attenzione… 


Ma era il momento di “riscuotere” la seconda posa, non c’era più tempo per tergiversare, e soprattutto non poteva domandare altre prestazioni…
Erano entrambi ormai nudi, perciò disse alla ragazza:
- “Appoggia le mani sulla porta, e piegati a 90 gradi”.
Alice, docile ai comandi, obbedì, posò le mani sul legno dell’uscio, a mezza altezza, e contemporaneamente divaricò leggermente le gambe, ben tese.
Poi, Marcello le ordinò di nuovo:
- “Adesso, stai rilassata, e vedrai che ci divertiremo…”.
Le si avvicinò al culo con il cazzo ancora in tiro, anzi sempre di più, striscò la mano in mezzo alle gambe e saggiare la sua eccitazione, e poi afferrando con forza le sue natiche le separò il più che potè.
Finalmente, si palesò, in tutto il suo splendore, quel rosone che era stato già violato durante il provino…
Non appena quel maschio lo toccò per valutarne la cedevolezza, Alice ebbe un fremito di piacere, e sospirò:
- “Ohhh… Siiii… Entra, ti prego… Non fa male… E’ molto meglio che davanti, credimi…”.
Marcello non si aspettava quella “sfacciata” reazione, ma ne fu contento: “almeno”, si disse tra se e se, “non ho a che fare con una ragazzina schizzinosa…”.
Le disse:
- “Sei pronta?”
E senza attendere risposta, dopo un altro breve tocco alla fica gocciolante, e dopo essersi inumidito la cappella con quel succo, si appoggiò di peso al suo orifizio e spinse con decisione…
La ragazza, provò un dolore pungente, sebbene fosse ormai “ben disposta”, e gli urlò:
- “Ohhh… Sei grosso! Mmmhhh… Possiedimi… Sono il tuo premio… Aahhh…”
Ma ormai il cazzo era entrato nel culo, e stava percorrendo il suo giovane  intestino, giù fino a sentire le palle sbattere sulle sue chiappe sode…
La stantuffava con forza e potenza, veloce e più lentamente.


Intanto, nell’attesa di proseguire la serata, Luca aveva lasciato per un momento i suoi clienti e stava facendo un giro nei corridoi prospicienti le stanze in cui i fortunati avventori stavano copulando con le “sue” dipendenti.


Passò davanti alla stanza in cui sapeva si fosse appartata Alice con quel feticista dei piedi… Indugiò a lungo, e all’improvviso sentì quella porta sbattere forte… 
- “Ma che sta succedendo?”, si chiese. 
Era sorpreso, però non voleva entrare e interrompere il tutto sul più bello… Si guardò intorno, e non vedendo nessuno nei paraggi decise di chinarsi a spiare dal buco della serratura…
Spettacoloooo… Ecco cosa stava succedendo! Vide Alice piegata a 90 gradi, appoggiata proprio a quella porta, e dietro di lei Marcello che se la stava pompando alla grande…
E’ ancora più sorpreso, ma riflettendo a bassa voce si disse:
- “Bene, ci sa proprio fare, questo! Guarda come se la chiava e come le ballano quelle tettone di quella sgualdrina… Maria e Giulia ci hanno visto lungo…”.
Nel frattempo, l’uomo le era venuto nel culo, con un’espressione quasi animalesca:
- “Ohhh… Vengoooo… Ferma così troia!”.
E dopo averle rovesciato dentro tutto ciò che aveva, si sfilò lasciando quel pertugio oscenamente spalancato… Una mucosa rosso fuoco dal buon uso che i due ne avevano fatto…


Poi passò davanti alla stanza di Elisabetta, e sentì degli strani “rumori” provenire dall’interno. Si disse:
- “Perfetto, si stanno proprio divertendo! E mia nipote si sta confermando proprio una bella macchina da sesso…”.
Infatti, anche se per Elisabetta Enzo aveva scelto la posizione più classica, quella femmina sapeva proprio come trasformare anche un morto in perfetto macho…
In quel frangente, mentre Luca si fermò a spiare, Betty aveva appena domandato a quel maschio di mettersi il preservativo, ma lui le aveva risposto, con disprezzo:
- “Bella, con tutto quello che ho pagato per entrare… voglio sentire tutto, e al naturale!”.
Stava già supina, e in breve assunse la tipica posizione del missionario, che a lei piaceva molto. Poi gli disse:
- “Dai, entra…”.
Enzo, che era un tipo cerebrale e voleva sentirselo chiedere, non esitò, entrò dentro e cominciò a scoparla per bene… Più la scopava e più la fica di Betty si allargava in modo incredibile, ma lei era tranquillissima, pareva che lasciasse lui guidare quella penetrazione ma invece era lei a fargli fare ciò che voleva…
Anche costui, a un certo punto, essendo vicino a eiaculare e non volendo rischiare di ingravidarla, si sfilò in tempo e le fece assumere la seconda posizione prevista da regolamento quella del cucchiaio.
Le ordinò:
- “Mettiti lunga su un fianco, e chiudi un pò le gambe…”.
Poi si sdraiò anch’esso, dietro di lei, aderendo al suo corpo quasi come un guanto, e le chiese: 
- “Alza la gamba sinistra, per favore, così riesco a penetrarti meglio in fica”.
E sentendo su di sé quel fantastico culo, si spinse a stropicciarle dolcemente le tette, la pancia, i fianchi soffici e tutte curve… e finalmente a penetrarla a fondo, molto a fondo!
Quanto le piacque, ad Alice, la sensazione che provò giacendo con lui in quella posizione a lei sconosciuta! 
Il moto era indolente, placido, ma allo stesso tempo molto appassionante. 
Il desiderio crebbe esponenzialmente, e lei gli prese una sua mano e se la portò fra le labbra, succhiandola, leccandola, in un certo senso “consumandola” di saliva. 
Le bocche si unirono, ed i giochi di lingua crebbero con la stessa cadenza dei colpi che lui le dava in vagina.
Ad un certo punto, un non voluto morso di passione manifestò la sopraggiungente pace dei sensi: Enzo – che era riuscito così bene a controllare i suoi impulsi fino a quel momento – le era venuto dentro… 
Troppo bello, anche per lei, ma… Che rischio che stava correndo!


9. Orgia cerebrale.


Finalmente, l'ora di sesso è finita, e Alice ed Elisabetta – provate nel fisico ma appagate dalla loro prestazione – tornarono nel loro camerino.
Si accasciarono, ancora nude, sulle poltroncine che avevano a disposizione, e – lontane da orecchie indiscrete – cominciarono a chiacchierare tra loro:
- "Dopo tutto, è stato divertente", disse ridendo Alice all'amica, con la spensieratezza di chi poteva ancora essere considerata - dinanzi ai suoi cari – una “brava ragazza”.
E Betty:
- "Nonostante il mio precedente, pensavo che mi sarei morta dalla vergogna, davanti a tutta quella gente, e invece... Non so come dire... Mi sono sentita assolutamente normale, come quando sono nuda davanti all'uomo che mi scopa...".
- "Davvero, amica mia", le rispose ammiccando la recluta, "io, quando hanno cominciato soltanto a palparmi le cosce, ero terrorizzata... Vederti li, nuda, che ti muovevi con quella naturalezza, é stato per me un grande addestramento...".
- "Insomma, mi sono sentita così libera che mi sono pure bagnata dall'eccitazione!", tagliò corto Betty.
- "Proprio vero, e lo hanno notato tutti!", rise a crepapelle Alice...


E mentre le due amiche si stavano scambiando quelle confidenze, bussò alla loro porta un inserviente:
- "Scusate, ragazze, ma il signor Luca vi vuole vedere subito... Ah, mi ha detto di riferirvi di raggiungerlo in ufficio con solo l’accappatoio...".
Le due, si guardarono senza dir nulla... Elisabetta, conoscendo bene quel porco dello zio, temette un altro ricatto, e quindi – sentendo su di sé la responsabilità dell'amica – si mise sulla difensiva:
-" Alice, mi raccomando, se ti chiede ancora di scopare, o vuole scoparti, la risposta è no! Non ti deve coinvolgere in cose di famiglia!".


Ad ogni modo, fecero come le era stato chiesto, e dopo una bella doccia che le levò di dosso l'odore nauseabondo di maschio e di sperma, si recarono nello studio del padrone, il quale le ricevette con tutti gli onori:
-"Ecco qua le nostre showgirls", esordì lui non appena le vide, "ma lo sapete che avete avuto un gran successo? I due che vi hanno scopate in stanza, sono rimasti contentissimi e non vedono l'ora di rivedervi... Grazie a voi, il nostro pub farà un gran salto di qualità, andremo a finire persino sulle pagine di quotidiani nazionali... Ho già capito a cosa pensate, ma tranquille, che nessuno conoscerà mai la vostra vera identità... E per questo, voglio dirvi che vi raddoppierò il compenso...".
Ad ogni modo, Betty e Alice non riuscivano a crederci: tutto ciò era nato per uno sbaglio della più “esperta”, da una costrizione, ed ora si stava tramutando in una cosa seria e molto allettante...


Ma non è tutto oro quello che luccica, e infatti Luca – dopo i complimenti – le chiese un "servizio extra" sul palco. 
Nonostante quello che si erano dette in camerino pochi minuti prima, e tenendo conto della riconoscenza mostrata, non seppero rifiutare...


Così, uscite dall'ufficio, si diressero direttamente nella sala grande, dove però era tutto cambiato: il palco, adesso era al centro della sala, e tutto intorno erano in febbrile attesa quegli uomini non ancora sazi di emozioni forti e che aspettavano l'ennesima razione di sesso.
Con il loro incedere, elegante e altero, e con lo sguardo perso nel vuoto, le ragazze parevano due condannate che stavano per scendere nell’arena per essere sbranate dai leoni… 
Avvolte solamente in una essenziale vestaglia di seta bianca, che le copriva a malapena l’inguine, sembrava che quella marea umana si facesse da parte, per lasciare il passo alle stelle nascenti del firmamento del porno...


Nel mentre, Luca annunciò:
- "Signori!, siamo finalmente giunti al clou della serata... Alice e Betty hanno accettato di mostrarsi a tutti noi... Siccome ho notato un po’ di malumore tra coloro che non sono stati estratti durante la lotteria, abbiamo deciso che le ragazze saranno ancora qui a per ognuno... C'è un detto che fa: guardare e non toccare, ma noi stasera lo cambiamo... Guardate e toccate pure! Buon divertimento, e alla prossima occasione!".


Intanto la musica impazzava ad alto volume, per coprire i gemiti delle ragazze che sicuramente sarebbero ben presto esplosi… 
Le due, avevano raggiunto le loro postazioni... Un rullo di tamburi fece da introduzione a questo momento; poi ogni rumore cessò, e Betty ed Alice iniziarono a sciogliere la stola che chiudeva le vestaglie.
In un momento, quel fragile tessuto cadde, in un impercettibile fruscio, ai loro piedi nudi, lasciando quelle due angeliche creature in balia di mille sguardi e pensieri lascivi.
Per la prima volta in vita sua, anche Alice era nuda davanti a tutti quegli uomini, lei che non si era ancora mai offerta totalmente a nessun maschio di sua spontanea volontà.
In quella che poteva sembrare una bolgia infernale, le venne spontaneo prendersi per mano, forse per darsi coraggio in quella nuova “avventura”, ma la platea interpretò quel gesto come qualcosa di assai spettacolare...
Ogni parte dei loro corpi era oggetto di morbose attenzioni... Emanavano un chiarissimo e indiscutibile profumo di femmina, mentre quei maschi le giravano attorno, come fossero dei manichini di carne...
Alice, allora, guardò supplichevole Betty, e sottovoce le sibilò:
- "Dimmi che sto sognando, che è un incubo... Meglio essere scopata cento volte per davvero che essere trattata così, come una bestia...".
Ma l'amica, che era molto più avanti di lei, le rispose:
- "Stai zitta, cretina, non è meglio aprire le cosce che spaccarsi la schiena in fabbrica? Perciò, pensa a godere anche in questo modo...".


Stavano ancora parlottando tra di loro che una voce – che Betty riconobbe non essere dello zio – all'altoparlante disse:
- "Signori clienti, potete avvicinarvi alle ragazze e toccare ciò che di più vi piace... Buonanotte...".
A quelle parole si scatenò il parapiglia: chi accarezzava il grosso sedere di Alice e chi le tette di Betty, che per reazione irrigidì i capezzoli; chi tastò il monte di venere della fanciulla e chi passò di taglio tutta la mano nella fessurina della nipote del padrone; chi massaggiò il ventre di Betty e chi la dolce micetta di Alice...


Alla fine di tutte quelle esplorazioni, alle due ragazze colava tra le gambe un liquido appiccicoso, mentre un rigagnolo di sudore imperlava le loro fronti... Avevano goduto di nuovo!


Quella sera rimase davvero indimenticabile, sebbene ne seguirono mille e mille altre, tutte spettacolari, e il pub dello zio Luca fu annoverato tra i migliori locali a luci rosse della regione...


FINE.

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