Uomini deboli meritano donne arrabbiate 


Parte 2


 



Pensato e scritto da agostino g.  (contattatemi pure a dottorbrisco@virgilio.it)


 



-Può essere quello che hai detto tu, ma LUI stasera scopa in un modo o nell’altro, perché ha un cazzo bello lungo, bellissimo e libero! Tu invece sei un piccolo ragazzino triste  con un piccolo pisellino e servi…-


 



“Gli ho fatto un pompino prima di venire qui… lo senti il sapore?” 


 



E come un ragazzino triste, di fatti, ero li sdraiato nella mia cameretta-studio, con le cuffiette alle orecchie a sedarmi con la playlist dei classici degli anni 2000 di festivalbar, gli stessi  che ascoltavo sul pulmino per scuola natura...


 



Vecchi classici a quel punto. (?)


 



Il tempo che mi era concesso, il tempo per cui era ancora accettabile l’ essere un “piccolo ragazzino triste”, sentivo, volgeva inevitabilmente al termine…


 


15 anni erano passati da quei momenti spensierati, 15 anni dalle scuole medie, e sentivo che il mondo venuto a bussare alla mia porta mi trovava impreparato.-


 



Sandra, alla fine, non era altro che la personificazione dell’ennesimo scrutinio della società:


Come, per un uomo, lo sono bene o male tutte le donne importanti, (alcune più di altre forse) e nel suo caso Lei quel giudizio lo impersonificava alla perfezione, con il suo fisico procace e i suoi atteggiamenti esasperatamente lascivi, ma con me puntualmente severi e sminuenti


 



-Può essere quello che hai detto tu, ma LUI stasera scopa in un modo o nell’altro, perché ha un cazzo bello lungo, bellissimo e libero! Tu invece sei un piccolo ragazzino con un piccolo pisellino e servi…-


 



Era inutile tentare di assorbire il colpo, a 3 giorni da quella sera, tutto cio’ che aveva detto mi era rimasto impresso e bruciava, la verità era una:


 



Ero un ragazzo di 23 anni, infatuato di una donna adulta 38enne, attratta a sua volta dai tipacci peggiori e che mi disprezzava animatamente.


 



“Mi sono innamorato di una stronza…”


 



La canzone di Silvestri, beffarda e scanzonata, con inquietante tempismo  attacco’. 


 


"... ci vuole una pazienza..."



-Beh io da quella sera, mi sono masturbato furiosamente pensando alla “stronza”-


 



“La tua Dea Marco… la tua Dea”


 



Sapevo, da Lucia, che Sandra dopo quella fatidica sera, per le volte in cui si era vista con la mia lei, era stata particolarmente vocale nei miei confronti. Ovviamente in maniera totalmente negativa.


 



Quando le avevo chiesto di formulare meglio, Lucia era stata vaga… per non ferirmi e non catalizzare ulteriore negativita’ nei rapporti fra quello che era il fidanzato e la sua vicina/ amica e confidente…


 



“Ma e’ successo qualcosa?”


 



Mi aveva chiesto di contro.


 



“Le hai detto una delle tue solite cattiverie Marco?”


 


-In che senso?-



“Mah solitamente neanche lei e’ felice di… insomma di averti fra piedi, pero’ fa cosi’ proprio quando ci vede assieme, invece da un po… dal nulla, puntualmente ti tira in ballo con insistenza.”


 



-In ballo?-


 



“Marco, le solite cose, varie… “considerazioni sul tuo conto”, nerd, sfigatello, le solite che sai… ma in maniera cosi’… gratuita, aggressiva e insistente. Avrei quasi detto che era incazzata per la tua assenza piu che il contrario… hahaha”


 


Apro una parentesi, non è che quando non avessi davanti donne dominanti come Sandra fossi particolarmente chiuso o socialmente carente, a 23 anni ero magro, ma con un fisico piacevole e armonioso, non un filo d'acne, gli occhi chiari, ma facendo il creatore di contenuti ai tempi, in paricolare sul panorama videoludico, potete immaginare come una volta scopertolo dalla mia ragazza, l'arpia non mancasse di stuzzicarmi per quel dettaglio, ricamandoci sopra con tutti gli stereotipi legati al genere.



-Ti ha detto che le ho fatto, detto, qualcosa?-


 


“E’ stata vaga”


 



-Bah Lu, non le sono mai andato a genio, non noto un possibile peggioramento nei rapporti con l'arpia.-


 



“Non hai mai provato a farlo… pero’ stamattina ha esagerato, cioè eri letteralmente il fulcro della sua conversazione.”


 



Se Lucia avesse anche solo minimamente sospettato di cio’ che provavo veramente per la nostra vicina… del bacio che c’era stato fra noi,..


 



Il corso dei miei pensieri fu interrotto da un colpo secco sulla porta. Era Lucia.


 



-Amo, io sto andando…-


 



-Ci vediamo stasera- mi alzai e feci per baciarla senza troppa convinzione…


 



-Senti, ho incrociato Sandra sul pianerottolo poco fa…-


 



Girai gli occhi cercando di sembrare minimamente interessato, ma il mio cuore aveva cominciato a battere.


 



-Lui l’ha…- corresse.  -Lei si e’ lasciata… ed e’ a pezzi, confido che eviterai battutine o i tuoi soliti scherzi…-


 



-Si beh… Ahmed l’ha lasciata, adesso anche Amir, chi manca Abdullah o possiamo passare alle B?-


 



-MARCO!!!-


 



Annui’ distrattamente e la lasciai andare, rimanendo solo...


 



“Ho voglia di vederla”


 



-Sono terrorizzato al pensiero di incrociarla di nuovo.-


 



“Ma voglio disperatamente rivederla”.


 



E il mio cuore batteva disperatamente…


 


 


 


 


 


 


-Oh guarda guarda… il coglioncello…-


 



Rimasi imbambolato.


 



Sandra mi apri’ la porta completamente struccata e scalza.


I capelli dorati erano legati in alto, costretti in un voluminoso chignon e anche cosi’, con il viso un filo stanco e sudato, l’espressione insoddisfatta e aggressiva, riusciva ad essere divinamente bella.


Giunonica, rubenesca e bellissima.


 



Indossava una tunica etnica verde marcio, (di quelle per farvi capire che portano gli africani in spiaggia mentre tentano di appiopparvi la bigiotteria) che doveva essere il suo vestito di “conforto”, ampio, con un’unica grossa scollatura sul davanti e una collana abbondante nodosa a spaccare la carne abbronzata del busto dal collo.


Il suo corpo procace riempiva la veste completamente, con arroganza, rendendola seducente.


 



Rimasi ammutolito… non avevo la piu’ pallida idea di cosa dirle, e il suo sguardo, quello da arpia che mi riservava sempre, da quel tipo di donna che ti vede e ti squadra per capire due cose (quanto ce l’hai lungo e come sei messo socialmente) mi stava completamente annichilendo.


 



-Em… ciao…-


 



-Ciao?!- sbuffo’ inarcando un sopracciglio.


 Le sue braccia incrociate proiettavano ancor più in alto e in largo i seni giganti e arrabbiati.


 



Poi notando la mia espressione e evidentemente equivocandola, un’ombra di imbarazzo le addolci’ il viso.


 



“Che c’e’? Non ti piaccio? Il verginello sta scoprendo che le donne non si svegliano truccate?”


 



-Io… io non…-


 



Si volto’ bruscamente facendomi segno di entrare.


 



-Dai entra imbecille!-


 



Obbedii. eravamo già stati nel suo appartamento,  intervenuti quando il suo penultimo “manzo” (come li chiamava lei) , un tunisino, l’aveva inseguita con la cinghia, pero’ in quella situazione di intimità era la prima volta che potevo soffermarmi sull’ambiente.


 



Il caos regnava. 


 



Sul tavolo del soggiorno, vicino a un posacenere colmo, una bottiglia di vino rosso semivuota e un vaso con dei fiori appassiti tenevano a ricalcare lo stereotipo della donna emancipata. Mi sarei aspettato di vedere un libro di Marguerite Duras aperto da qualche parte.


 



-Quindi? Venerdi’ ero la tua “Dea” e poi nulla? Ti sei trincerato nella cameretta con il pc a farti i seghini e a evitarmi?- Disse dopo aver richiuso la porta.


Il suo corpo giunonico e florido, alto avrei detto almeno quasi 1 e 80 anche da scalza emanava un’aura di erotismo e minaccia.


 



-Rispondi ti ho fatto una domanda! Pensi di presentarti qui a fare il cavalier servente perché speri di avere qualche chance?


 



Rimasi in silenzio. Non potevo dire che avesse torto, i miei sentimenti erano confusi. Non sapevo neanche io cosa rispondere, provai a farlo sui suoi toni.


 



-A essere sincero, e’ da che ti conosco che tento di evitarti…- abbozzai un sorriso tremulo.


 



Il viso di Sandra si fece paonazzo.


 



-Senti lo stronzetto! Forse avrei dovuto dire a Lucia del finale di serata.-


Incalzo’. 


-Avrei dovuto dirle bacio passionale… anche quello alle mie scarpe.-


-Avete scopato in questi giorni almeno? Sono sicura di no… magari glielo chiedo! “No”?! Cara penso che al tuo Marco piacerebbe piu’ avere il mio alluce in bocca…-


 



-Sandra…-


 



-il MIO alluce in bocca, magari dopo che l’ho avvolto intorno intorno al glande di un bel cazzone prima di farlo sborrare.-


 



Mormorai. 


credo. 


Non so neanche se lo feci. Avevo il sangue al cervello, e quello restante si convogliava nel membro. Mi dovetti sedere, mentre lei sempre piu’ rabbiosa, torrengiando sopra di me mi vomitava addosso il suo torpiloquio bellicoso (aime estremamente eccitante)… 


 



-Eh si Cara! Ti sei scelta un maschio beta, un sottomesso affidabile, che vorrebbe servire… purtroppo non te…-


 



Mi girava la testa.


 



-Non riesci a replicare vero? Sei cotto… sei ipnotizzato… scommetto che il tuo piccolo patetico cervellino sottomesso sta andando in tilt. “Come mai questa donna cattiva mi fa venire le farfalle nel pancino”.-


 



Tentai di chiudere gli occhi, di sottrarmi da quel suo discorso ipnotico, ma con decisione mi senti prendere il viso fra le sue mani abbronzate facendomi rialzare. 


 



-A me gli occhi, stronzetto… non azzardarti…-


 



-Sandra adesso basta! Non capisco neanche cosa tu voglia da me….-


 



-Ma basta cosa? Abbiamo appena cominciato! Ti presenti qui, a mani vuote, come se nulla fosse, con la vostr… con la TUA vita perfettina e ipocrita… ma non sei un uomo Marco, mi hai baciato la scarpa… nessun uomo… Cristo  chiamato Dea…-


 



-Lo sei!-


 



Non tentai di metttere altre maschere. Non potevo. Mi lasciai andare, avvicinandomi lentamente al suo viso che era una maschera d’odio, mai parso tanto attraente..


Facendolo tenevo le mie mani sulle sue che a loro volta continuavano a ghermirmi.


 



E le carezzavo come fossero preziose…


 



Sandra esito’ rimanendo in silenzio quell’attimo che mi permise di prendere parola..


 



-Non ti ho mai visto cosi arrabbiata. Mi aggredisci con “Non mi serve un cavaliere”, ma si sente che hai bevuto, hai il viso gonfio e arrossato… scommetto che hai tutta la notte l’hai passata a piangere e ubriacarti.-


 



Se un’occhiata di donna avesse potuto uccidere sarei morto li, sul colpo. Invece continuai. Mi fu concesso di continuare.


 


E non smisi di carezzarle le mani.


 



-Lo sento anche dal profumo della tua pelle calda e sudata e… mi fa impazzire. Da che ti conosco sei sempre stata spudorata e oggi ti vergogni di cosa? Di essere cosi? Sei stupenda, non ti ho mai visto tanto bella, anche senza il trucco sei una Dea.-


 



Mi portai il suo polso alla labbra e lo baciai delicatamente.


 



-Ho passato questi giorni a pensarti. Vuoi sentirtelo dire?


Sono ipocriti. ma e’ normale. Lucia e’ perfetta, mi ama, mi sostiene nonostante sia un insicuro cronico, un timido... cervellotico a tratti.


Mi sono diplomato due anni fa e deciso che per lavoro avrei acceso una telecamere mentre giocavo ai video game, cosa che tu non hai mancato di deridere più’ volte, e lei mi ha incoraggiato a farlo, a credere in me. 


L’hanno scorso mi hanno pagato 15 euro, e lei era orgogliosa.


Lucia e’ fantastica.


Ma io penso a te.


Lucia e’ perfetta.


Ma la prima persona a cui sto dicendo che questo mese ho fatto 2500€ a fare le mie “cosine da nerd” sei tu!


Sono qui, perché c’e’ una parte di me che non capisce, non ragiona. 


Che nonostante tu non mi piaccia come persona, perché mi sei stata ostile fin dall’inizio, perché quell’amicizia che Lucia decanta per te e’ solo una dinamica di potere unidirezionale, perché nessuna “amica” degna di un tale nome tenterebbe di convincere l’altra a investire in una parafarmacia del cavolo. Perche’ ho tutte le ragioni di questo mondo per non nutrire sentimenti positivi nei tuoi confronti…


Eppure una parte di me, completamente irrazionale mi urla “e’ una Dea! Sandra e’ una Dea!” e vorrebbe…-


 



Annaspai riprendendo fiato.


 



-Non sono neanche libero di godere del fatto che l’ennesimo stronzo con cui ti sei messa di abbia fatto le scarpe!


Non sono neanche libero di odiarti…


Lucia mi ha detto cos’e’ successo e io… ho provato una tenerezza, un bisogno di… ho sentito l’impulso di…-


 



-L’impulso di?!-


 



 -Tutto quello che ho pensato e’ stato di…-


 



-Dillo avanti!-


 



-Di compiacerti…-


 



Mi bacio’. 


Lei posava le sue labbra sulle mie e io gustavo il sapore di quella meravigliosa nemica.


Non poteva essere altrimenti.


Sentivo il suo stupendo corpo caldo, morbido, premuto contro il mio.


Io che mi ero tolto un peso e mi sentivo svuotato e leggero e lei col suo seno prepotente mi circondava, trattenendomi.


Si stacco’, mi guido’ verso il divano, ci sedemmo e continuammo a baciarci.


Si sottrasse ancora, mi guardo’ intensamente e mi carezzo’. Gli occhioni scuri leggermente velati.


Per quanto mi riguardava, riavendomi da quella trance che mi aveva portato a mettermi quasi completamente a nudo, capivo di aver appena fatto domanda formale per essere il suo schiavetto, con tutto quello che sarebbe comportato.


 


 


 


-Lo farai Caro, mi compiacerai… non e’ che tu abbia altra scelta ormai.-


 



Sussurro’ Sandra, come se mi avesse letto nel pensiero.


Lo aveva detto con una punta di tenerezza, ma con una determinazione tale da farmi passare gli ultimi rimasugli di ebrezza per l’effetto dei suoi baci.


 


-No… non credo di averne.- Deglutì.


 



-Non la vorresti nemmeno…-


 



-No… non credo…-


 



Mi teneva le mani sulle spalle sfregandomi il collo.


Ero piccolo, gracile, impotente e infatuato.


Mi sentivo un il primo giorno di scuola.


Una parte di me era in paradiso, tanto felice che avrei potuto cantare.


Un'altra mi diceva "che cazzo hai combinato Marco?"



-Cuckold…- richiamo’ la mia attenzione a lei.


 


Quella parola mi causava un erezione che pareva partire dallo stomaco.


 


-CUCKOLD!- insistette la Matrona.


 



-Si… - risposi sommessamente.


 



Fui per prenderle la mano e baciarla ma con un gesto imperioso Sandra mi blocco’.


Mi fece il cenno di andare verso il tavolo.


 


Obbediente le recuperai il posacenere e le sigarette. 


 


-Grazie.-


In un angolo, vicino alle tende, scorsi una borsetta e un portafogli rivoltati.


-Ho detto "Grazie"-


 


-Prego Signora.-


 


Sandra ghigno soddisfatta.


 


Le baciai il polso. Sentivo bruciarmi lo stomaco di imbarazzo e passione.



Lasciai che mi conducesse con lo sguardo verso le sue estremità.


 



-Si signora…- mormorai.


 



Vinsi un’altra carezza prima di inginocchiarmi sul pavimento, mentre lei mi poggiava un piede abbronzato su una spalla e uno in faccia.


 



Le sorressi la gamba con delicatezza, diedi qualche casto bacino a farfalla sul tallone screpolato e posi il naso in prossimita’ della pianta chiudendo gli occhi, Inspirando l’odore acre, imperioso e volitivo.


Mi sentivo umiliato ed eccitato oltre qualsiasi immaginazione.


-Allora?- Sorrise Sandra compiaciuta. -Visto che come dice la tua Lucia hai tanto "il cuoricino da poeta" descrivimi com'è li sotto...- col piede che mi teneva sul trapezio mi carezzo il viso.


Tenendo gli occhi chiusi, lasciai che i miei pensieri e la mia immaginazione avessero libero corso.


Cos'era successo con il suo compagno? Avevano scopato, forse fra un pompino e una pecorina, lei gli aveva davvero fatto uno stupendo footjob odoroso con quelle piante ocra come le dune d'Egitto.


Forse aveva chiuso in bellezza massaggiandogli il pisellone nero e mentre la sborra luccicante le si seccava fra la carne e i calli avevano discusso.


Si Sandra per suo definirsi "Sottona" ci aveva detto, (fra l'altro in una delle prime uscite!), come amasse dopo il sesso serale lasciare che il seme dei suoi manzi le si asciugasse addosso, le piaceva sentirsi marchiata, la doccia la rinviava piu tardi possibile in quei casi per necessita mondane.


-Immaginavo lui ricevere una notifica qualche ora dopo, o subito dopo, tu sbottare come ai fatto con me poco fa, gelosa, oppure gelosa solo superficialmente perche in realtà speranzosa di essere rincuorata del ruolo che vorresti avere nella sua vita, lui che reagisce a palmo aperto, forse.


Tu che piangi, lui che si riveste e si dilegua servendosi dalla tua borsetta,


Poi l'odore fruttato del vino, quello pesante del fumo, il sale delle tue lacrime, il profumo del tuo sudore, del tuo stress, e tutto questo lo respiro...-


Aprì gli occhi e feci per baciarle l'avampiede carnoso, dove la pelle era rosata e giallognola, morbida, abrasa e maleodorante... 


 


E un calcio sul naso mi fece vedere le stelle!


 


-Tu non stai bene...-


 


-Sandra...-


 


-Sandra un cazzo!-


 


-Ma mi hai chiesto tu...-


 


-COME OSI?!-


 


-Io...-


 


-Tu hai seri problemi Marco, SERI. Oltre che essere alto uno e settanta, bigotto, insicuro, petulante, impacciato, vermiciattolo... quello è il meno...-


Mi rialzai mentre lei senza troppe cerimonie mi spintonava alla porta.


 


-Mi spiace!... Sandra mi sp...-


 


-Esci immediatamente! Sparisci subito dalla mia vista!-


 


-Sandra mi dispiace... mi...-


 


SBAM


 


Mi ritrovai solo sul pianerottolo.


Continua...