Andavamo al mare tutti i giorni io e mamma, per me vederla così bella era come un trofeo da sfoggiare. La guardavano tutti, papà era tranquillo perché c'ero io, lei non aveva un comportamento proprio irreprensibile, anzi a volte parlava con un ragazzo, nostro vicino di ombrellone. Lei me lo aveva raccomandato più volte di non raccontarlo a papà, quasi mi sentivo complice. Il ragazzo, Eugenio, era sempre più invadente, forse su consiglio di mamma, aveva cambiato strategia, più che lei frequentava me, in seguito ho capito che voleva avere la mia fiducia. Una mattina, Eugenio si è disteso sullo stesso telo di mamma, prendevano il sole e parlavano, ho pensato "Se li vedesse papà!" Cercavo di non guardarli, è stata mamma a chidermi se volevo qualcosa al bar, ho detto che non volevo nulla, loro si sono alzati dirigendosi verso il bar, non avevo motivo di seguirli con gli occhi. Sono tornati dopo un'ora circa, mamma non aveva lo stesso costume, ne aveva un'altro ridottissimo, non sapevo che l'avesse, forse era un ragalo di Eugenio? Può darsi, era difficile non guardarla, si vedeva l'intaglio della figa chiaramente, oltre che piccolo  era di un sintetico semi trasparente, il seno trasbordava lasciando coperti solo i capezzoli, lo indossava con tanta disinvoltura. Eugenio frequentava l'università, mi chiedeva spesso dei miei studi, facevo il quarto liceo, avevo qualche lacuna, non vitale comunque, si è offerto di aiutarmi, ho guardato mamma, mi ha fatto cenno di accettare. La sera ne abbiamo parlato con papà, lui tranquillo addirittura era felice, cosa non si fa per un figlio. Finalmente lo scopo di mamma era raggiunto, portare Eugenio in casa era il suo obiettivo, lo era anche per me, non potevo dirlo.

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