Arrivò il giorno dello smistamento destinato delle caserme dedicate e così fini anche il Car io fu spedito a Bologna a 40 km da Modena mentre a lui lo mandarono a Palermo cosi anche lui era a pochi km da casa.


Arrivato a Bologna mi fecero vedere la caserma ma non era operativa ma erano tutti gli uffici dei graduati superiori (Capitano, Colonello e Generale) ma purtroppo qui ci rimasi per un mese e mi mandarono sempre a Bologna in una caserma operativa, punitiva. 


Per prendere la patente C per mezzi pesanti e così mi trasferirono là.


Anche qui appena entrato “apriti cielo” i caporali maggiori istruttori esaltati più che mai.


Una frase che mi ricordo fu “qui sai che entri ma non sai se esci” immaginatevi che caserma era.


Di fatti qui entrai in depressione e ansia per la cattiveria che c’era con le reclute. Se non eseguivi bene gli ordini ti facevano fare 10 flessioni a terra (troppi film dei marines avevano visto). Comunque tenni botta e andai avanti, cominciai il corso per la patente C e dopo 30 giorni la ottenni ,ma la sfiga volle che invece di ritornare al dipartimento dove ero stato assegnato dovetti stare in quella caserma per 4 mesi abbondanti perché molti partirono per una missione in Libano e cosi dovetti anzi fui costretto a rimanere in quel manicomio.


Qui le cose erano molto serie. Nonostante il mio desiderio era quasi impossibile attuarlo. Specialmente quando si andava a fare la doccia che ci mettevano in 10 tutti nudi dentro le docce e li apriti gli occhi essendo docce aperte chi voleva ognuno guardava l’altro e immaginatevi che marea di gioiellini a penzoloni tutti insaponati. Altra visione era quando si faceva la guardia notturna nelle camerate essendo poi nel mese di Luglio. Alza bandiera a gogò. C’era chi gli usciva da boxer. Una delizia.


Un giorno io e altri due commilitoni con la patente e tre camion portammo al poligono militare le reclute per l’addestramento con il materiale alla mattina per poi portarli di nuovo in caserma e fino a qui nulla di interessante. Un giorno invece dovemmo portali anche di sera per l’addestramento notturno. Scaricammo tutto l’armamento l’impianto luci, munizioni, fucili e le reclute e andammo a parcheggiare i camion nell’area dedicata lontana 50 metri dal poligono e dovemmo aspettare che ci chiamassero quando ebbero finito per ricaricare tutto e le reclute. Il bello che noi tre dovevamo a stare a guardia dei camion, quindi, relax assoluto.


Erano quasi le 20 di sera e cominciava a diventare quasi buio anche perché non era stata una giornata di sole ma di nuvole. Tra sigarette ( se ci beccavano erano giorni di rigore punitivo) e chiacchere arrivarono le 21 due di loro si sistemarono su un camion in cabina mentre io ero fuori e mi scappava di fare la pipì e dissi se volevano farla anche loro e cosi vennero giù a farla. Logicamente io cercavo di sbirciare ma erano molto timidi di fatti tutti e due si girarono dai lati opposti a me per non farsi vedere. Visto che io ero una civettuola mi misi riverso contro di loro e mi tirai fuori il mio gioiellino e cominciai a fare pipì. mi dissero “che fai maiale”. Ma io lo avevo fatto apposta per farmelo vedere. Poi gli esclamai non avete mai visto un cazzo pisciare? Se lo fate voi davanti a me io non mi scandalizzo mica anzi lo guardo volentieri. Con quella frase, apriti cielo, ricchione, frocio, gay e più non posso. Allora gli andai vicino e gli dissi che per vedere un cazzo non si deve essere per forza gay (senza discriminazione). E così il mio intento non andò a buon fine. I camion erano in fila laterale a distanza di 2 metri dalla cabina dell’altro. Decidemmo di metterci tutti e tre in una unica cabina, cosi cominciammo a chiacchierare, su che lavoro facevano (loro avevano già quasi 20 anni mentre io 18) che auto avevamo e cosi via. Poi per entrare più nello specifico cominciai a fare domande sul privato. Hai la ragazza, uno mi disse di si bella, bionda e magra, mentre l’altro disse che non ce l’aveva. Cosi io gli dissi che avevo una ragazza ma al giorno del Giuramento quando doveva venirmi a vedere mi aveva smollato, loro mi risposero “che stronza” io esclamai pazienza. Poi andai sempre nel più specifico parlando dei nostri cazzi come erano e quante storie avevano avuto e se avevano scopato. Qui cominciarono a tirarsi indietro, ma poi quello con la ragazza mi disse che aveva avuto 3 ragazze con quest’ultima ci ha fatto sesso. Io gli chiesi come era il suo cazzo e lui mi rispose 


Sono normo dotato, poi passai all’altro e logicamente mi disse che alle medie aveva una ragazza ma poi si lasciarono e dopo fece fatica a trovarne una di fatti a 20 anni era ancora singolo. Toccò il mio turno e qui libro aperto, ma sapevo che se parlavo di quello che avevo fatto da ragazzino sicuramente si sarebbero eccitati. Proprio quello che volevo. Cominciai col dirgli che alle medie cominciai ad avere (nonostante etero ) un desiderio, quello di vedere un cazzo o più cazzi di un amico o amici per confortarcelo. Di fatti mi piaceva guardare quando nell’ora di ginnastica negli spogliatoi quando eravamo in mutande e si vedeva la forma e pensavo dentro di me come poteva essere. Ho preso dei nomi e anche delle botte e sono stato allontanato dai compagni di classe quando un giorno chiesi a un compagno se mi faceva fare vedere i l suo cazzo anche pagandolo. Un giorno riuscii a farmelo vedere e da quel giorno il desiderio poi fu di prenderlo in bocca cosa che poi feci  


col tempo e poi ne ho fatte tante altre.


I due compagni in cabina rimasero sbalorditi di quello che dicevano e mi diedero del frocio, ma nello stesso tempo vedevo che uno se lo cipollava. Io gli dissi che ero etero ed era solo un desiderio di provare e basta. A questo punto gli esclamai a tutti e due. Vedo che vi siete eccitati se volete vi faccio un …….. No assolutamente la risposta, e quello che non aveva la ragazza uscii dalla cabina disgustato. Rimasi con l’altro e gli dissi se te lo tiri fuori ti accontento fai come se fossi una ragazza che te lo prende in bocca. Lui ormai si vedeva che era eccitatissimo anche perché il suo gioiellino era stampato bello duro sotto la mimetica. Gli dissi tu stai qui seduto e controlla che non arrivi nessuno mentre io mi metto in ginocchio e te lavoro. No ho paura che ci beccano i superiori, rispose, gli dissi che non durava tanto. Cosi imbarazzato si fece tirare fuori il cazzo, alla faccia del normo dotato, lungo e grosso, cominciai a leccarglielo ma lui era troppo imbarazzato e pauroso che ci beccavano, gli dissi di stare tranquillo e di pensare alla ragazza e lo presi in bocca e cominciai a mungerlo velocemente con la bocca. Era tutto bagnato sbrodolava a più riprese. Cominciai a infilarmelo sempre di più in bocca fino a spingermelo in gola. Ormai era mio si era sciolto non capiva più nulla. L’unica cosa che mi diceva di non fermarmi e gemeva dal piacere. Dopo 10 minuti sentii il suo gioiello che pulsava in gola e non ci volle molto che mi schizzo. Ci sistemammo e ci mettemmo ognuno su proprio camion e di fatti li a poco ci arrivò la chiamata tramite radio di andare recuperare le reclute e tutto il materiale.


Al mattino dopo in mensa a colazione ci siamo messi vicini per parlare del fatto della sera prima e il collega mi disse “Ma non ti capisco dici di essere etero e poi mi hai sbocchinato” io gli risposi che non dovevo essere per forza frocio come diceva lui per prendere un cazzo in bocca. Mi disse pur essendo un ragazzo che aveva provato una sensazione strana ma piacevole e mi disse anche che aveva goduto di più che quando scopava con la sua ragazza.


Grazie gli dissi, poi mi chiese come facevo a inghiottirgli tutto il suo cazzo e come facevo a ingerire la sborra e che sapore aveva. Gli esclamai” anni di tecnica e di abituarsi ai sapori” tutto qui.


Quindi pensavo che in quella caserma non potevo sfidare la sorte ma lo feci senza problemi.


Arrivò il giorno del trasferimento nella sede di appartenenza.


 


Altra caserma ma questa era solo uffici, quindi massima serietà, silenzio e rispetto, di bello che qui non si usava la mimetica ma la drop ( pantaloni, camicia, cravatta e giacca) e cominciai con il mio servizio e mi avevano graduato a Caporale Autista iniziai col portare con la macchina di servizio le commissioni e vari graduati in giro per le varie caserme.


Purtroppo qui dovetti fare il bravo anche se c’erano dei bei ragazzi, dovevo stare fermo non doveva mai venirmi il grillo in testa. Qui al nono mese di servizio militare passai al grado superiore  Autista del Colonnello” qui non si scherzava, dovevo stare serio, mai parlargli se non richiesto da lui, non dovevo mai superare i 50 km orari non potevo abbassare il finestrino. Quando ci si fermava dovevo scendere dal suo lato e aprirgli la portiera, fargli il saluto e aspettare i suoi comodi in macchina quando doveva fare le sue commissioni. Stessa cosa quando arrivava dovevo essere davanti alla portiera fargli il saluto e aprirgli lo sportello poi chiudere la portiera correre e partire.


Uno stronzo di prima categoria, per fortuna che ero al nono mese dopo tre mesi mi sarei congedato. Quindi portai pazienza.


Arrivò il giorno del Congedo e era la giornata più bella per me finalmente libero. C’è da dire che mi sono divertito anche se ho passato momenti bui e tristi per via della depressione e ansia scaturita nell’entrata di quella caserma per prendere la patente, però ho sfidato il pericolo e sia al Car che dopo sono riuscito a fare ciò che desideravo con i commilitoni.


Sicuramente gli ho lasciato un segno e un bel ricordo. Diciamo che hanno goduto.


E cosi finisce questa avventura .

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