A 15 anni ero già una gran troia, passavo il tempo a succhiare cazzi senza badar troppo a volti, età, colore. A volte mi capitava in un solo giorno di succhiare quattro o cinque persone diverse, due miei compagni di classe nei cessi di scuola, il prof di pianoforte che veniva a casa, il ragazzo che lavorava come facchino nel supermarket dietro casa e ovviamente S. che ogni volta che poteva e voleva correva a infilarmi in bocca il suo splendido cazzo storto. Accadeva con una frequenza sempre maggiore, a volte con lui veniva il fratello G. altre volte qualche amico. Finivo inginocchiata a succhiare quei cazzi, adoravo tenere in bocca quelle forme gonfie, mentre qualcuno mi stantuffava e io affamata reclamavo nettare che ingordamente trafugavo con le mie labbra voraci. S. mi condivideva allegramente in varie cirocstanze, in pubblico a sconosciuti, ma fu al suo compleanno di 23 anni che mi face fare una delle cose che mi hanno svaccata maggiormente. Invitò alcuni suoi amici a passare un weekend a casa sua, una casetta in montagna in un paese dell'entroterra che la sua famiglia frequentava rarissimamente. Io fui portata come attrazione della festa. Mi fece indossare una tuta bianca a rete con calze, uno di quei capi scadenti dei sexy shop che si trovano online, nel mio culo ficcò un plug anale, così li accoglievo come una cameriera puttana, la serva da scopare e sborrare senza sosta. Cominciai a scopare a turno ognuno di loro, 29 invitati, tutti maschi vogliosi, indossando sempre il plug anale, ricevendo insulti di ogni tipo, a ciascuno dei quali gemevo come una troia in calore. Quando arrivò il turno di S. mi avevano già riempita di sborra, tutti venendo tra le mie labbra voraci, così mi fece mettere in ginocchio al centro di tutti e dopo avermi pisciata addosso e in bocca, mi scopò davanti a tutti prima di sborrare copioso nella mia bocca puttana.