Ricordo quel giorno, a pranzo, in cui si arrivò a sfiorare l'argomento del sesso. Io avevo 15 anni e mia sorella 13, io francamente mi vergognavo anche un po' a parlare di sesso con i miei genitori. Mi sembra che avevo preso in giro mia sorella, lei aveva detto che a scuola aveva dei nuovi compagni tunisini e io le avevo detto Stai attenta che non ti nasca un figlio tunisino, e mio padre mi aveva chiesto se io avevo idea di come nascessero i bambini e io avevo risposto, con aria saputa, di sì. Poi lo aveva chiesto a mia sorella che disse, Mah, credo di sì. In realtà sapevo genericamente che l'uomo ficcava l'asta nella passera della donna, ma non avevo un'idea precisa di come si verificava la cosa, non avendola oltretutto mai fatta.
A sera, prima di cena, i miei genitori andarono a farsi la doccia insieme. Ci feci caso perchè mi pareva che non lo avessero mai fatto.
Poco dopo ci chiamarono dalla camera da letto. Io e mia sorella andammo di là e li trovammo completamente nudi. Gli chiesi perchè erano nudi, e risposero: Perchè ora vi spogliate anche voi. Ma come, rispondemmo noi. Mia sorella in particolare non voleva che io la vedessi nuda. Mia madre le disse che non aveva nulla di cui vergognarsi. Infine un po' riluttanti, ci spogliammo. Io ero molto imbarazzato. Non solo perchè io ero nudo, ma anche perchè lo erano i miei genitori e le loro parti intime mi sembravano spaventose. L'uccello di mio padre mi sembrava enorme, e quello che aveva mia mamma tra le gambe aperte, un buco tutto rosso e umido, aveva un aspetto che per me non era particolarmente invitante, a dispetto delle sue gigantesche tette. Eppure, anche il mio uccello era diventato durissimo. Mia sorella teneva le gambe strettissime, e un po' tremava. Aveva un pochino di tette, e qualche pelo sulla passerina, mentre quella della mamma sembrava una foresta.
Nostro padre disse: "Allora, per fare nascere i bambini bisogna che questo" e si indicò l'uccello "entri là dentro" e indicò la voragine tra le cosce della mamma. "Ora vi faccio vedere". La mamma aveva le gambe completamente divaricate e leggermente piegate. Papà si chinò su di lei e tenendosi la verga in mano l'accompagnò all'ingresso di quella caverna. Poi con un colpetto lo infilò dentro, e la mamma ebbe un gemito. Lui cominciò a muoversi avanti e indietro, ed entrambi gemevano al ritmo dei colpi. Io sentivo il mio uccello scoppiare. Mia sorella si era appoggiata con le spalle al muro e con una mano si copriva gli occhi per metà. Nostro padre continuava a scopare la mamma stringendole le tette con le mani. A un certo momento aumentò il ritmo dei colpi ed entrambi cominciarono a urlare, finchè mio padre non tolse il cazzo dalla passera ed inondò la pancia della mamma di roba bianca. Nello stesso momento anch'io schizzai un'enormità. La mamma si era appena pulita e mi allungò dei fazzoletti di carta.
Nostro padre disse "Se io non lo avessi tirato fuori e quella roba fosse finita nella pancia della mamma, ora potreste avere un fratellino in arrivo".
Mia sorella disse: "Ma mamma, non ti faceva male?" La mamma rispose "No, se c'è una cosa che non fa male è questa. E' sempre bellissimo farlo, anche quando non si desidera un ." Di colpo chiesi: "Ma potremmo farlo io e lei?" e indicai mia sorella che rispose "Ma sei scemo, scordatelo!" La mamma disse "Se lei non vuole no. ma è un modo di darsi felicità reciproca, e tutti quelli che lo vogliono fare dovrebbero farlo.E tutti dovrebbero imparare come dare piacere."
Quello fu il giorno in cui scoprii il sesso. Poi imparai con l'esercizio a dare piacere, e proprio esercitandomi con mia sorella. Ma questo ve lo racconterò un'altra volta.

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