Con il cuore in gola le dico, sussurrando: “ti va se scendiamo veloci e andiamo a farlo nel bagno?”, arrossendo per il desiderio lei mi guardo stringendomi forte il cazzo tra le dita: “sì, voglio farlo con te”. Ricordo che appena la corriera si fermò, dimmi i primi a scendere e quasi correndo andammo verso il bagno, chiudemmo la porta e ci abbassammo i pantaloni, alzando anche le maglie, quasi con un unico gesto. Un corpo stupendo: magra con due seni da fare invidia a qualsiasi donna e un culo così sodo che ad ogni mio schiaffo risuonava di piacere. Io le dissi subito di girarsi perché la volevo prendere da dietro e lei mi disse: “non mi dai qualche bacio prima?”. Ripensandoci capii che era la cosa migliore e dopo esserci baciati le dissi di succhiarmelo. Lei scese e mentre si masturbava con una mano, con l’altra me lo segava mentre aveva la cappella in bocca. Furono attimo d’estasi finché le dissi se era pronta e allora lei si alzò e si mise con la pancia rivolta verso il muro. Io la presi per i fianchi e sentivo le sue dita che indirizzavano il mio cazzo verso la sua figa colante di umori. Appena sentii la cappella entrare, fu quasi un riflesso incondizionato stringere i suoi fianchi e farlo scivolare tutto dentro fino in fondo. Il che le causò un gemito, sicuramente riconosciuto dai presenti, che mi eccitò a dismisura portandomi ad andare sempre più veloce mentre stringevo i suoi seni e le baciavo il collo in preda ad un’eccitazione mai provata prima.

Si trattava della gita di 3a media: ai tempi io avevo 14 anni e J 15, ci siamo rivisti ancora 3 o 4 volte negli anni per donarci sempre momenti di piacere reciproco, in luoghi non convenzionali.

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