Il primo rapporto sessuale risalte all'estate a cavallo tra la prima e la seconda media. Lei si chiamava Paola aveva 19 anni ed era ( all'epoca a mia insaputa) ritardata mentale. Era di una bruttezza disarmate. Grassa occhialuta e con dentoni sporgenti.
In passato ci eravamo già visti poiché mia cugina e sua sorella erano amiche. Paola aveva un debole per me, quelle volte che ci vedevamo voleva assolutamente che io giocassi con lei. A me non andava, non la sopportavo, era appiccicosa e puzzava.
Stavo sviluppando e iniziavo ad interessarmi alle ragazze. Con i compagni di classe parlavamo di seghe, di tette e ci scambiavmo materiale porno .
Mia cugina aveva una casa al mare. Io ci passavo diverse settimane durante la stagione estiva. Un giorno venne a trovarla la sua amica e porto sua sorella. Non fui mai così felice di vedere Paola. Pensai che avrei potuto usarla per consumare le miei prime esperienze con l'altro sesso.
Paola parlava poco e pure male. Si esprimeva per lo più con grugniti. Aveva un vocabolario limitato come i bambini. Fu molto difficile instaurare un rapporto intimo.
Era solita prendermi per mano e trascinarmi da qualche parte contro la mia volontà. E quella volta non fui più felice di correrle dietro.
In quella striscia di spiaggia dove andavamo, camminando un per un bel po si raggiungevano delle grotte.
La portai lì. Ero eccitato da morire. Mi abbassai i pantaloni e le feci togliere il costume.
Non avevo visto molti corpi femminili nudi, per lo meno da così vicino.
Notai ogni lembo di pelle. Non avrei mai immaginato che quel corpo grasso mi sarebbe piaciuto. Era orrendo e peloso. Lei era orrenda. Ancora oggi ho ben stampato in mente il suo corpo. Se chiudo gli occhi posso vederlo davanti a me.
Vedo lei un po' confusa. Ma ride perché io non la evito o la tratto male, anzi sto con lei mano nella mano a giocare. I suoi capelli unti come sempre, gli occhiali con le lenti tonde che le scivolano sempre in punta di naso. Quel naso che spesso colava muco che lei tirava via passandoci la lingua. Aveva l'apparecchio ai denti, storti e sporgenti, tendenti al giallo, ingrari dell'esistenza dello spazzolino da denti. Aveva lo stesso seno di mia nonna, grande e calante. 3 o 4 rotoli di ciccia per fianco. Aveva un cespuglio di peli neri che di solito uscivano dal costume. Delle gambe corte e grosse. I piedi erano enormi. In compenso aveva le dita della mano corte.
A distanza di quasi 20 anni ricordo perfettamente il suo corpo.
Torniamo a quella volta...
Era nuda davanti a me. Avevo il cuore che mi batteva forte. Eccitato per la situazione e spaventato perché temevo che potesse venire la sorella da un momento all'altro. Non la lasciava mai troppo da sola. Quindi mi affrettai. Le toccai tutto il corpo. Tette, culo, fica. Ero come una piovra. Le misi perfino la lingua in bocca. Avrei voluto fare di più ma mi dovetti fermare perché in lontananza sentii le voci della sorella e di mia cugina che gridavano i nostri nomi. Mi ricomposi in un lampo. Ma vedevo che Paola non si rivestiva. E stavamo per essere beccati. Allora mi viene un colpo di genio. Esco dal nostro nascondiglio e dico a Carla che sua sorella era entrata nella grotta per fare la pipì.
Nei giorni seguenti ripensavo in continuazione a quel breve momento. Era la prima volta che toccavo un corpo femminile. Il ricordo mi eccitava e finivo per masturbarmi.
Alcune settimane dopo, in un giorno di domenica, la mia famiglia ed io veniamo invitati a pranzo da mia cugina. C'era anche Carla con Paola, e la loro famiglia. Era una bella tavolata. Carne alla bracie accompagnata da una bella quantità di viso rosso. Dopo pranzo tutti se ne stavano stravaccati al sole. Ne approfittai e portai Paola nella stanza degli ospiti, dove ero solito dormire.
Questa volta avrei avuto più tempo. E non osavo sprecarne neanche un secondo. Ci sedemmo sul latto e cominciammo a toccarci e a baciarci. Poi mi abbassai i pantaloni e glielo misi in mano, lei fece qualcosa che si avvicinava ad una sega. Lo teneva tra la mano e lo muoveva lateralmente. Inutili i tentativi di spiegarle il gusto modo di farlo.
Quando lo prese in bocca per poco non me lo staccava. Mi strappò un pezzo di pelle con l'apparecchio. La fuoriuscita di sangue decretò la fine dei giochi.
Anche quella volta non andò come speravo.
Ma ci fu un altra occasione, e quella volta andò tutto bene, finalmente riuscii a scopare.
Ricordo l'emozione provata quando le entrai dentro. Non fu per niente facile. Era secca e stretta. Provavo a farlo entrare ma niente. Facevo forza. Ma di entrare non ne voleva sapere. Alla fine ci riesco. Ricordo come fosse ieri la sensazione di calore che mi avvolgeva il pene. Restai fermo. Non mi muovevo. Credevo che fosse tutto li. Aspettavo di venire, ma con mio stupore persi l'erezione. Non capivo dove avevo sbagliato. Ma ero felice perché avevo scopato. E non vedevo l'ora di raccontarlo a tutti i miei amici. 
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Categorie: Prime Esperienze