…E’ l’anno 2068, le città sono caotiche e la delinquenza è in continua crescita e completamente fuori controllo, ogni giorno succedono crimini di ogni tipo e il suono delle sirene della polizia è il rumore più frequente che si sente per le strade delle città!


Le carceri sono piene di delinquenti, per le istituzioni il costo è divenuto insostenibile, fino al punto di rendersi necessaria la pena di morte per i crimini più efferati, ma la volontà popolare, anche se per pochi voti, è stata contraria, in alternativa si è deciso per l’assegnazione di una parte dei detenuti a società private, che ne gestiscono la detenzione autonomamente, abbassando notevolmente i costi per lo stato.


Una di queste società private è la Still Valley, che gestisce un carcere per ergastolani su di un isola disabitata e inospitale, ha la fama di essere una struttura di detenzione molto dura e rigorosa, sebbene nessuno sappia cosa avviene una volta trasferiti tra quelle mura, ha comunque la capacità di spaventare ogni malvivente all’idea di finirvi rinchiuso.


Katia è una ragazza molto bella con un corpo armonioso, capelli neri a ricci, occhi verdi e lo sguardo da donna capricciosa, …. Oggi 10 aprile 2068, sta per essere pronunciato il verdetto sulla sua colpevolezza, perché è stata complice in una rapina durante la quale i suoi compagni hanno ucciso due poliziotti, lei non ha sparato, ma sa che in ogni caso, non saranno clementi con lei perché non è la prima volta che finisce nei pasticci con la giustizia.


Il giudice si alza ed inizia la lettura della sentenza, lei lo guarda impassibile, non si scompone neppure quando viene pronunciata per lei la condanna alla detenzione a vita da scontarsi nella sezione femminile del carcere di Still Valley, non l’ha dato a vedere, ma dentro di lei si è sentita gelare il sangue. ..subito dopo viene portata via in manette e rinchiusa nella cella di sicurezza.


Quella notte stessa viene trasportata in elicottero sull’ isola e rinchiusa con una compagna.


La mattina seguente si sveglia e si guarda in giro attraverso le sbarre, è curiosa ed impaurita, ma vede che tutta la struttura è molto pulita e ordinata, non sembra neanche una prigione, ne aveva viste di peggiori, le portano perfino la colazione in cella, le guardie sono cortesi e con modi di fare educati.


A questo punto inizia a pensare che la cattiva fama di quel carcere sia tutta una leggenda, perché, tranne che per le sbarre, sembrerebbe più un albergo che una prigione, a questo punto inizia a passargli tutta la paura e l’ansia che aveva avuto fino a quel momento.


Nel pomeriggio, dopo il pranzo, due guardie la portano in una stanza, la fanno spogliare completamente e sdraiare su di un lettino e le dicono di stare tranquilla che dovranno prendergli un po’ di misure, …infatti misurano ogni parte del suo corpo, tutte le circonferenze, anche nei posti più impensati, mentre un’impiegata inserisce tutti i dati in un computer, dopodiché la fanno rivestire e la riaccompagnano in cella.


Quella notte dorme tranquilla e pensa che in fondo gli è andata bene, perché quella condanna se l’aspettava, ma comunque scontarla in questa prigione è come essere in albergo.


…Sono trascorsi tranquillamente un paio di giorni, durante i quali le hanno fatto una infinità di esami medici, dai quali è risultata in perfetta forma fisica, questa mattina le viene servito insieme alla colazione anche un bicchiere con dentro un medicinale, le raccomandano di berlo dopo aver mangiato perché è un calmante che la rilasserà molto.


Infatti pochi minuti dopo aver ingerito quella medicina si sente talmente rilassata che quasi dormirebbe e le procura anche una sensazione di benessere generale, nel frattempo viene accompagnata in una grande stanza, nel tragitto non le mettono neppure le manette, questo perché la medicina che le hanno dato le ha tolto ogni desiderio di ribellione e la fa stare bene, fa qualunque cosa le dicono senza esitare.


Ora è sdraiata su di un lettino, le hanno depilato tutto il corpo in modo definitivo, anche la testa, l’hanno disinfettata tutta da capo a piedi, le hanno legato delicatamente polsi e caviglie con delle fasce, poi le posizionano sulla bocca una mascherina come quelle che si usano per l’ anestesia nelle sale operatorie, in pochi secondi si sente stordita, non sente più il suo corpo, è tutto addormentato ed insensibile, ma la sua mente per un breve tempo è rimasta lucida ….poi li sente trafficare intorno a lei e su di lei, ma quell’anestetico la fa sentire felice e lentamente, senza che lei se ne renda conto, la sta’ rendendo incosciente, ma non le importa cosa stanno facendo perché sa che non le faranno comunque del male e poi non riesce più neanche a sollevare la testa per curiosare.


Lavorano su di lei per una decina di giorni consecutivi, facendo delle pause solo durante la notte per dormire, …si è resa conto che sono trascorsi tanti giorni, ma i farmaci l’ hanno tenuta comunque tranquilla e l’ hanno fatta dormire per quasi tutto il tempo, solo alla fine gli hanno messo una specie di casco sul capo che però le lascia fuori la bocca e gli occhi, infatti per la maggior parte del tempo ha fissato quel rosone nel soffitto sopra di lei.


Adesso hanno smesso di lavorargli attorno, le tolgono la mascherina dalla bocca, mentre una voce le sta dicendo che tra un po’ si addormenterà nuovamente, di stare tranquilla che al suo risveglio l’anestetico avrà cessato il suo effetto e lei si ritroverà sveglia e lucida come se nulla fosse accaduto.


…Sono trascorse un paio d’ore, ora sente che si sta svegliando, l’anestetico è scomparso, la sua mente è lucida come se avesse dormito tranquillamente per tutta una notte, ma non riesce a muoversi, neanche di un solo millimetro, poi alza gli occhi e scopre che non è più sdraiata, ma bensì è in posizione eretta, davanti a lei c’è una parete a specchio, … ma sta’ per fare una scoperta terrificante!


Vede che il suo corpo è stato interamente ricoperto di metallo, aderentissimo e non ci sono aperture, è completamente saldato, la ricopre tutta dalla testa fino alla punta dei piedi, se lo sente molto aderente e stretto ovunque, le uniche parti visibili sono una piccola porzione della bocca e due fori attraverso i quali si intravedono i suoi occhi stupiti e impauriti, non può più muovere nulla, ne le braccia, ne le gambe, ne il busto, nemmeno la testa.


… Katia è stupita e perplessa, si sforza di capire, sta cercando di dare una spiegazione a ciò che vede nello specchio, quando compare di fronte a lei un uomo distinto, è il direttore, che le da il ben venuta nel carcere di Still Valley.


Le dice subito che quello è il metodo di detenzione di questo penitenziario, vale a dire: immobilizzazione totale e permanente mediante contenimento metallico.


Le fa notare, senza mezze parole, che lei da questo momento, rimarrà rinchiusa ed immobilizzata dentro a quella guaina d’acciaio fino all’estinzione della pena, il ché significa per tutta la vita.


Il rivestimento che ricopre tutto il suo corpo non potrà mai più essere rimosso per nessun motivo, in quanto ha uno spessore costante di cinque millimetri ed è costruito con una speciale lega di acciaio traspirante e resistente a qualsiasi tipo di manomissione, interamente saldato mediante processo elettrolitico, se si tentasse di tagliarlo o forarlo, non si scalfirebbe neppure, ma trasformerebbe tutta l’energia in calore ustionando il corpo contenuto al suo interno, arrivando perfino a causarne la morte.


La informa anche, che come avrà già potuto notare, lei da questo momento non potrà più muovere nulla, neppure un solo dito, infatti le hanno bloccato anche le dita delle mani, questo per evitare episodi di autolesionismo, perché dopo un po’ di tempo, qualche detenuta, in preda alla disperazione, potrebbe desiderare la morte e tentare di ferirsi con le unghie , infatti le sono state asportate chirurgicamente tutte le unghie delle mani e dei piedi, anche per impedirne la ricrescita e le dice che in seguito le sarà bloccata anche la bocca.


 


Le guardie la nutriranno, le permetteranno di fare i bisogni fisiologici ad intervalli regolari, le faranno la pulizia alle parti accessibili e tutto quanto sarà necessario a garantirle la vita nella sua nuova condizione e verrà masturbata quattro volte al mese, quello sarà l’unico svago che le sarà concesso.


Da Still Valley non si evade, il solo rivestimento immobilizzante pesa mediamente oltre 300 kg, ogni detenuta rinchiusa in questo carcere dovrà scordarsi eventuali grazie o amnistie, perché non ci sarebbe comunque modo di togliere anche un solo pezzo del rivestimento che le contiene, quindi  sarebbe inutile qualsiasi riduzione della pena, verrebbe considerata libera, ma sarebbe in ogni caso costretta a vivere rimanendo immobilizzata lì dentro …e comunque dopo che avrà scontato qualche anno di questo tipo di detenzione, se anche riuscissero a tirarla fuori dal metallo, il suo corpo avrà subito danni fisici e debilitazioni tali per cui non riuscirà mai più a riprendere le funzionalità che aveva prima, praticamente si ritroverebbe paralizzata e costretta a vivere in un letto.


Per ultimo il direttore del carcere gli consiglia di prendere confidenza e fare l’abitudine a quel suo nuovo vestitino di metallo che la tiene stretta e la blocca per bene, perché d’ora in poi sarà il suo abito e la sua casa per tutta la  vita.


E’ solo grazie a questo sistema di carcerazione, che la Still Valley ha abbattuto notevolmente i costi di gestione, infatti sono sufficienti un ridotto numero di guardie, non è necessaria la costruzione di celle con sbarre ed ha la possibilità di accogliere un numero considerevole di detenuti rispetto ad altre prigioni, inoltre viene a sparire il rischio di violenza nelle celle e tra carcerati.


 


 


A questo punto l’uomo se ne va, ma all’improvviso Katia scopre che non c’era solo lei, perché sente li vicino il pianto improvviso di un’altra donna che urla disperata, implora e supplica.


Katia invece è rimasta in silenzio a fissare lo specchio, è terrorizzata da tutto questo, dalla sua bocca non esce nulla, non riesce a credere che tutto questo sia vero, vuole pensare che sia solo un brutto sogno, un incubo da cui si sveglierà e si ritroverà nuovamente nella sua cella, libera di muovere  gambe,  braccia, di sedersi e di fare tutto ciò che faceva fino ai giorni addietro.


…Ma col passare delle ore inizia a rendersi conto della situazione in cui si trova e che non è affatto il più brutto sogno della sua vita,…ma che è tutto vero! …sente che in quella stretta guaina di metallo non può davvero muovere nulla, ci ha provato, ma le sue braccia unite saldamente dietro alla schiena non si spostano neppure di un millimetro, perfino le dita gliele hanno serrate, una ad una, in stretti cunicoli alle sue spalle, i suoi piedini forzati e schiacciati nelle punte di quei gambali iniziano già a fargli male per la posizione forzata delle caviglie e le dita tutte compresse nelle punte coniche.


Si sente stringere fastidiosamente tutta la pancia e intorno alla vita, anche le cosce sono pressate con forza dal metallo che le avvolge, solo la parte superiore del torace non la stringe, infatti ha lo spazio strettamente necessario per respirare ….ma a questo punto si rende conto di quanto sia pazzesca la situazione in cui si ritrova, che tutto questo è per sempre e non avrà nessuna possibilità di cambiare le cose e di essere liberata, allora le viene il panico, è terrorizzata, esplode in un disperato urlo, piange e singhiozza ininterrottamente, mentre tenta invano di muoversi, di rompere quell’acciaio che la ricopre e la tiene ferma come una mummia, li supplica di liberarla, grida ripetutamente che non ce la fa a sopportare tutto questo e che impazzirà, ma la sua voce è diversa dal solito, le parole le escono dalla bocca quasi incomprensibili perché le hanno estratto tutti i denti, questo perché non si possano cariare e causarle dolore, le hanno lasciato solo le morbide gengive.


Le guardie sono li e assistono indifferenti alla sua disperazione, quando la guardano hanno un sorriso ironico, come per dire che a loro non importa nulla, poi mettono in funzione l’argano e la alzano di qualche centimetro da terra per mezzo della catena che la sorregge fissata sopra alla sua testa, e katia inizia a girare leggermente su se stessa verso sinistra, a questo punto può vedere l’altra ragazza che aveva sentito piangere fino a poco prima, ora sta singhiozzando sommessamente, perché è stremata dalla fatica per quanto aveva urlato e implorato, la osserva a lungo e vede che la sua compagna di sventura è stata immobilizzata in una posizione diversa dalla sua, è accucciata e ha le gambe piegate come se fosse inginocchiata, è chiaramente una posizione ancora più costrittiva di quella che hanno riservato a lei, ma la guardia li vicino, gli fa notare che la posizione in cui una detenuta viene immobilizzata dipende dalla gravità del reato che ha commesso, ve ne sono di ben più scomode e costrittive, ma è un particolare di poca importanza, perché la prigioniera ne soffrirà solo per i primi mesi, poi il corpo vi si adatta ed avrà deformazioni tali per cui qualunque posizione diventerà naturale e non se ne accorgerà più.


 


Katia ascolta ciò che dice la guardia, ma non riesce comunque a smettere di piangere, ha come un nodo alla gola e ad ogni minuto che passa l’angoscia aumenta sempre di più….poi alza un po’ lo sguardo e vede lungo la parete tante altre detenute, allineate a circa un metro l’una dall’altra, tutte rigorosamente ricoperte dallo stesso acciaio con cui hanno rivestito il suo corpo, tutte ancorate a delle catene che scendono dal soffitto fino sopra la testa di ognuna, poi nota che al soffitto, da dove parte ogni singola catena c’è una targa con incisa una data, è chiaro che quella deve essere la data in cui è stata incarcerata ed immobilizzata la detenuta attaccata a quella catena, inizia a leggerne qualcuna, poi si sofferma su di una a la fissa con stupore, infatti quella poveretta è lì sempre ferma e completamente immobile da 22 anni, il suo rivestimento ha cambiato leggermente colore, è un pò più scuro, ma è ancora perfetto e lucido come se fosse nuovo, adesso Katia stà pensando a come sarà ridotto il corpo di quella donna dopo tutto quel tempo rinchiuso la dentro, cosa starà pensando in questo momento, ma probabilmente non penserà più nulla perché sarà certamente impazzita, le sembra impossibile che dopo più di vent’anni in quelle condizioni la mente di una persona possa resistere e rimanere lucida od essere ancora in grado di pensare e ragionare, probabilmente sarà ridotta come un vegetale,….ma subito cerca di non pensarci perché si rende immediatamente conto che il suo destino è lo stesso di quella detenuta che ora la stupisce e le fa pena.


…le guarda nuovamente tutte, sono lontane da lei, non riesce a vederne i particolari, ma nota la grande varietà di posizioni in cui sono immobilizzate, poi si stupisce del fatto che con tutte quelle donne nello stesso locale, non se ne senta neppure una parlare o almeno lamentarsi, ….ma ben presto ne capirà lei stessa il motivo !


Pochi minuti dopo una guardia le si avvicina e le mette un coperchio metallico che gli copre completamente le fessure degli occhi, lo blocca per mezzo di una serratura con la chiave, lei si ritrova al buio, non filtra neppure uno spiraglio di luce, poi gli applica un coperchio anche alla bocca, ma questo fa fatica ad entrare, perché ha una grossa protuberanza di metallo rivestita in gomma, viene subito chiuso, sente gli scatti delle serrature, questa protuberanza è fissa e posizionata all’interno della sua bocca, gliela riempie tutta, fino alla gola, non può sottrarvisi o espellerla, la costringe a stare con la bocca completamente spalancata e forzata, il perno ha la forma esatta del suo palato, dalle gengive alla gola, sembra un calco perfetto, con lo spazio per la lingua, questo d’ora in poi sarà il suo bavaglio e nello stesso tempo le impedisce di muovere anche minimamente la testa all’interno del rivestimento.


Ora capisce perché quelle detenute che aveva osservato poco prima stavano tutte in silenzio, sono tutte imbavagliate come lei, nessuna di loro potrà mai emettere un solo gemito.


A questo punto prova ad urlare per farsi sentire, quasi per mettere alla prova tutta questa attrezzatura, ma con sorpresa, scopre che al di fuori non si sente alcun lamento, non può neppure muovere la lingua, allora si contorce e tenta ancora di muoversi, ma è tutto inutile, non riesce a fare proprio nulla e quel rivestimento d’acciaio che ha su tutto il corpo è robustissimo e spesso, non flette neppure di un solo millimetro.


Adesso ascolta la guardia mentre gli sta dicendo che il coperchio degli occhi non le verrà più tolto se non per motivi eccezionali, per cui d’ora in poi lei non potrà più vedere nulla, lo sportello della bocca con il relativo bavaglio, ha quattro serrature di sola chiusura, vuol dire che non vi sono chiavi o fessure per poterlo aprire, quindi una volta che è stato inserito non può più essere tolto, ha solo due fori di piccole dimensioni chiusi a chiave, uno comunicante con l’esofago per l’ alimentazione e uno comunicante con le cavità nasali per ispezionare, pulire e controllare le vie respiratorie, poi le annuncia che ora le metterà i tappi metallici alle orecchie, questi le impediranno di sentire qualsiasi rumore e che non le saranno più tolti, lei vorrebbe supplicarla di non farlo, di lasciargli almeno la possibilità di sentire le voci, i rumori , ma per quanto si sforzi e tenti di parlare da quel bavaglio che si ritrova in bocca non esce assolutamente nulla , neppure l’aria, se non dei goffi mugolii nasali incomprensibili, ma sente già dei perni lisci e rigidi che spingono decisi ed entrano il più possibile nei buchi delle sue orecchie, si capisce chiaramente che li stanno avvitando, poi dei colpi metallici sull’elmo che le riveste la testa, prima a destra e poi a sinistra, é la guardia che ha tranciato e ribattuto le viti, in modo che nessuno possa più toglierli.


Quei  tappi alle orecchie non le impediscono di percepire i rumori e le voci dall’esterno, ma rendono tutto incomprensibile e anche se le parlano lei non può più comprendere nulla, sente solo dei rumori ovattati e totalmente deformati da tutto quel metallo che la riveste, praticamente ai suoi timpani arriva solo un continuo risuonare metallico che non può assolutamente comprendere, l’unica cosa che percepisce chiaramente è quando le toccano il metallo del rivestimento, anche se solo la sfiorano lei lo sente subito e amplificato, perché quell’acciaio conduce il rumore di qualsiasi contatto direttamente nelle sue orecchie e a volte le risulta anche molto fastidioso, ma lei non potrà farci nulla.


  


 


Ora è lì già da un po’ di tempo, ma le sembra ancora impossibile che le stiano facendo tutto questo, è troppo assurdo e crudele per essere vero, in poche ore si è stravolta tutta la sua vita, si è ritrovata completamente al buio, non può più sentire nulla, non può assolutamente parlare, il suo corpo è completamente bloccato da cima a fondo, ormai l’ hanno privata di tutti i sensi …la sua mente non riesce a crederci, lei ha solo ventinove anni, non può essere vero che d’ora in poi dovrà vivere in queste condizioni per tutto il resto della sua vita, aveva sognato tante cose belle , di viaggiare, di sposarsi, di essere felice e di essere amata, invece si ritrova qui come una statua d’acciaio senza diritti, in mezzo a tante altre con le quali non potrà mai neppure comunicare, tutti questi pensieri le fanno male e all’improvviso scoppia di nuovo in lacrime, è disperata e terrorizzata, ha paura di impazzire, piange per ore ed ore pregando e supplicando nella sua mente che qualcuno la liberi, ma ormai ha capito che nessuno avrà considerazione di lei, tanto più che all’esterno non si noterà nulla, nessuno si potrà rendere conto della sua disperazione e poi le guardie sanno bene che è una reazione normale e prevista, è una fase di panico e angoscia che succede a tutte, non appena si rendono conto della situazione in cui si trovano, che non potranno mai più uscire da lì dentro, di cosa le aspetta d’ora in poi e che nessuno potrà più farci nulla, in quanto il loro destino e segnato per sempre,  comunque tra qualche tempo, che lei lo voglia o meno, ci si dovrà abituare come tutte le altre, certe urlano e piangono anche per molti giorni, ma poi tutte vi si rassegnano.


…è trascorso un po’ di tempo, quando s’accorge che le stanno aprendo il foro della bocca, perché sente uno spiraglio d’ aria entrare da tutto quel meccanismo che la imbavaglia, la nutrono, il tutto dura circa un paio di minuti, poi le rimettono immediatamente il tappo-chiave, ha potuto sentire lo scatto della serratura mentre si richiudeva, .. avrebbe voluto chiedere qualcosa, ma non ne ha avuto la possibilità neppure attraverso quel foro, è da un po’ che ha bisogno di fare pipì, ma non saprebbe come fare, per cui ha cercato di trattenerla, ma adesso sente che stanno armeggiando tra le sue gambe, sente anche li il rumore di una serratura, in pratica si rende conto che le uniche aperture che le sono rimaste accessibili hanno una serratura che può essere aperta solo con la chiave, adesso però non ce la fa più e tenta di fare pipì, ma con stupore scopre che non riesce, si sforza ma non può, infatti le hanno applicato un catetere e finché non glielo apriranno non potrà neppure urinare, è un catetere particolare fatto per durare negli anni, la parte interna è molto grande e  la parte che si dilata nella vescica è stata riempita con della resina che una volta indurita non permetterà più di sfilarlo, tutto questo avviene per motivi igienici.


Ora le hanno permesso di espletare i bisogni fisiologici e l’ hanno lavata a dovere, si sente un po’ meglio, … gli stanno già richiudendo il coperchio, ma qualcosa la spaventa, improvvisamente il suo cuoricino si mette a battere forte, sente qualcosa che la penetra, sia davanti che dietro, qualcosa di grande e gelido che le entra nella vagina e nel sedere con molta fatica, ci mettono un po’ di tempo per riuscire ad introdurli un poco alla volta dentro di lei senza arrecarle danno, lei non sa cosa succede ed ha paura, perché quello dietro le fa male, si contrae tutta e tenta di respingerli con forza, ma sente già il rumore delle serrature che si richiudono nuovamente tra le sue gambe,.. spinge ancora, non c’è niente da fare, quegli oggetti non si muovono più, restano sempre fermi, dentro di lei, ora capisce che le hanno applicato un nuovo sportello munito di due grossi perni d’acciaio che le penetrano ed ostruiscono gli orifizi, lei ha già intuito che sarà costretta a tenerseli dentro anche se quello nel sedere le procura un fastidio insopportabile.


In realtà il coperchio che le hanno messo ora è completamente diverso da quello precedente, ha sei serrature di sola chiusura e quindi anche questo una volta applicato non può più essere rimosso se non per seri motivi di salute della detenuta e in quel caso la sua rimozione richiederà varie ore di lavoro da parte dei tecnici del carcere, in corrispondenza dell’ ano ha uno speciale tubo metallico molto grande che le entra nell’ intestino per una lunghezza di quattordici centimetri, chiuso all’ esterno con un tappo metallico a tenuta stagna con serratura a chiave, necessario per evacuare le feci, invece nella parte anteriore, in corrispondenza della vagina il coperchio ha un grosso perno che la penetra per circa dodici centimetri, le riempie tutta la vagina fino all’ imbocco dell’ utero, questo perno ha un foro per tutta la sua lunghezza sempre chiuso con tappo a chiave, per permettere alla detenuta di espellere in quei periodi il flusso mestruale, un’ altro piccolo foro ovale, in corrispondenza di uretra e clitoride, anch’esso chiuso a chiave, consentirà al personale di aprirle il catetere per lasciarla urinare e anche di poterla masturbare nei momenti stabiliti.


Tutto questo le risulta incredibilmente umiliante, le provoca frustrazione e vergogna, il constatare che non può più decidere nulla del suo corpo, saranno sempre gli altri a decidere e disporre di lei in tutto e per tutto, anche delle sue parti più intime, si sente come un oggetto completamente indifeso privata della più elementare dignità nelle mani di quelle guardie che non potrà neppure vedere o sentire la loro voce, se sono uomini o donne, o se ridono di lei ridotta in quelle condizioni mentre l’accudiscono.


…Ormai sono trascorsi giorni, immagina che siano trascorse poco più di un paio di settimane  da quando l’ hanno rinchiusa li dentro poiché l’ hanno masturbata già due volte, ma a lei sembra un eternità, in quelle condizioni le ore sembrano lunghissime e le giornate non terminano mai, per il fatto di non poter vedere né sentire nulla, non riesce a rendersi conto  se è giorno o notte, è già da  parecchio che ha perso la cognizione del tempo, …così ridotta, tutto perde senso.


Durante i primi giorni ha sofferto molto, aveva parecchio dolore alle caviglie e ai piedi, perché i suoi piedi sono stati bloccati in posizione estremamente tesa e sulle punte, per le caviglie si tratta di una postura molto forzata ed innaturale, i suoi piedini tutti compressi nella punta di quei gambali, con le dita tutte schiacciate e ammucchiate nella parte conica al punto di non sentirseli più, tra l’altro quei gambali le stringono parecchio le cosce, aumentandole il fastidio lungo tutte le gambe e se le sentiva tutte gonfie, le hanno fatto male per molto tempo anche le spalle, a causa delle braccia costrette dietro alla schiena, ma prima di tappargli definitivamente le orecchie, gli avevano detto che per qualche giorno avrebbe avuto dei dolori alle articolazioni e a varie parti del corpo, ma che era una cosa normale e che poi le sarebbero passati, infatti quei fastidi le stanno già sparendo un po’ alla volta, addirittura le sembra di non sentirsi più le braccia e le gambe, come se avessero perso la sensibilità e questo le fa ancor più paura.


Perfino quegli enormi oggetti che le hanno introdotto nell’ ano e nella vagina e che per parecchio tempo l’ hanno fatta soffrire, ora non le danno più fastidio, il suo corpo vi si è adattato e non li sente quasi più.


Ha pianto e si è disperata per giorni e giorni fino ad esaurire le forze, ora queste crisi di sconforto, le vengono meno di frequente, ma quando le capitano durano a lungo.


…E’ da qualche giorno che sente prurito un po’ dappertutto, ora alle gambe, ora alla schiena, alla pancia, ai piedi, sembrerebbe una cosa da poco, ma per lei diventa insopportabile, non può grattarsi, ne toccarsi, non ha assolutamente modo di alleviarlo, nel silenzio e immobilità  in cui è costretta, non riesce a pensare ad altro e quando le succede è una vera tortura, non avrebbe mai immaginato che dei piccoli fastidi quali pruriti, pizzicori, intorpidimenti, potessero diventare un supplizio, anche solo un colpo di tosse, diventa per lei un fastidio, perché il grosso perno che le ostruisce la bocca  mantenendola spalancata, le rende quasi impossibile deglutire.


…intanto il tempo scorre, sempre uguale, giorno dopo giorno, …giorni trascorsi interamente nel silenzio e al buio, tranne che per i brevi momenti in cui viene alimentata, sente che non ce la fa più, le sembra di impazzire, a volte si rende conto che da quando le anno messo quell’abito d’acciaio, non ha più mosso un solo arto, un solo piedino, vorrebbe poter parlare con qualcuno, ma anche in quei brevi momenti in cui le viene aperto il foro della bocca per mangiare, non riesce ad emettere nulla di comprensibile,  avrebbe una gran voglia di muoversi, di fare anche quelle piccole cose che una volta le sembravano scontate e perfino noiose, ma appena finisce di sognare, si ritrova sempre immobile dentro a quell’acciaio,  poi con sgomento si rende conto di essere solo all’inizio, sarà trascorso forse un mese, che a lei è sembrato un’eternità, ma in realtà non è nulla se paragonato a tutta la sua vita che dovrà trascorrere come una mummia.


L’unica cosa che ha potuto sentire in questo periodo sono state le urla strazianti di una detenuta, che evidentemente era appena stata rinchiusa nel proprio rivestimento immobilizzante, aveva urlato talmente forte che era riuscita a superare la barriera di metallo che ostruisce le sue orecchie, infatti lei le percepiva solo come un frastuono risonante, ma si capiva bene che erano le urla della disperazione, le era sembrata una persona giovane, che stava scoprendo che da quel momento, da lì dentro non ne sarebbe mai più uscita e che sarebbe vissuta assolutamente immobile come una statua per tutta la vita, proprio come lei.


Katia aveva cercato di ascoltare il frastuono generato da quelle urla per tutto il tempo, finché quella detenuta non è stata imbavagliata come avevano fatto con lei e tutte le altre, ma non le aveva fatto pena, anzi, aveva provato un piacere quasi sadico, nel sentire tutta quella disperazione, che anche lei aveva provato, come se qualcun’altra stesse condividendo la sofferenza che aveva straziato lei e che in modo diverso prova ancora, avrebbe voluto infierire, dirgli di urlare e piangere quanto voleva, che non ci sarebbe stato nulla da fare e che in seguito sarebbe stato anche peggio, ma poi si era stupita di tanta cattiveria nel suo animo, in seguito non l’aveva più sentita, ma sapeva benissimo che dietro quel rigido bavaglio le lacrime di quella donna, stavano bagnando tutto il suo volto e avrebbero bagnato l’interno di quell’armatura per giorni e giorni.


Ogni tanto pensa a tutte quelle donne, centinaia di detenute come lei, tutte rinchiuse nei loro rivestimenti immobilizzanti, completamente immobili da anni, in preda alla loro disperazione e con la certezza che tutto questo non avrà mai fine………


All’ improvviso si ricorda di quelle statue che abbellivano il carcere, posizionate negli uffici e nei corridoi, le erano sembrate bellissime, rappresentavano tutte delle donne in varie posizioni, ora le è chiaro, non erano statue, ma erano detenute imprigionate per sempre nel metallo come lei e usate per arredare i locali, il loro rivestimento metallico era stato lucidato a specchio ed erano perfettamente lisce, non si vedeva neppure una giuntura, non avrebbe mai potuto immaginare che al loro interno vi erano delle donne vive ed inconsapevoli di essere li in bella vista.


Si chiede se anche lei sarà usata come statua per arredare qualche ufficio dove tutti potranno vederla e ammirarla oppure rimarrà li in quelle stanze con tutte le altre sventurate, ma non lo saprà mai  con certezza perché essendo stata privata di tutti i suoi sensi, non riesce più a rendersi conto di dove si trova e di ciò che la circonda, ma si è convinta di essere stata messa in bella mostra da qualche parte, perché quelle stanze dove si trovano tutte le detenute sono silenziose per ore, mentre adesso lei non è in grado di riconoscere se sono voci o rumori, ma le sue orecchie, anche se sono chiuse percepiscono un continuo frastuono ovattato come di persone che vanno e che vengono.


In realtà lei è stata lucidata fino al punto di potersi specchiare sul metallo che la ricopre, le hanno applicato sul davanti delle mensole e dei piedistalli ai piedi e ora si trova nell’ ufficio del direttore ed è un bellissimo mobile per sorreggere bottiglie e bicchieri.


Infatti le più belle vengono preparate con cura facendo sparire, per mezzo della lucidatura, ogni traccia delle giunture sul metallo che le immobilizza diventando vere e proprie opere d’ arte viventi e vengono utilizzate per arredare il carcere, alcune sono diventate dei tavolini, altre dei portalampade, altre ancora delle sedie, ecc…….


 


"fantasia"