Il Bar della Piscina 1 - 1
La prima ammucchiata


Vicino casa mia avevano aperto un nuovo campeggio, nel periodo di agosto cercavano personale da inserire al Bar della piscina, avevo conosciuto il proprietario, e anche per l’aspetto e la presenza mi chiese di darle una mano, aveva, un barman che mi insegnò a preparare i cocktail più richiesti e come fare cappuccini, caffè ed un po’ di acrobazie con bottiglie e shaker.


Eravamo una coppia affiatata, facevamo scena e quando ci dilettavamo in scene acrobatiche del tipo come nel film cult “Cocktail”, film del 1988 con Tom Cruise, gli avventori rimanevano a guardarci.


Molte ragazze ci gironzolavano in torno, ed una sera quando terminammo di lavorare, abbassato le saracinesche del bancone e ritirato i tavolini, due ragazze si avvicinarono.


“Avete chiuso?” Si signorine rispondendo quasi insieme “potremmo avere da bere prima che ve ne andate”


Un po’ stanchi volevamo veramente andare via, ma loro con faccina imbronciata, insistevano.


Guardai il mio collega, le feci l’occhiolino e guardando loro risposi “Si, va bene” ma volli mettere una condizione “dobbiamo entrare dentro per non farci vedere ancora aperti dal titolare”.


Si guardarono, si sorrisero e accettarono, entrammo chiudendo dietro di noi la porta di ingresso, si sedettero ad uno dei tavolini.


Giulia e Barbara venivano da Como ed erano venute per stare in tenda con degli amici. Avevano preso una tennent's e bevendola continuavamo a chiacchierare.


Giulia era quella più spregiudicata e provocante, bionda, capelli lunghi lisci, indossava un bichini veramente ridotto che copriva a malapena il suo culetto rotondo e metteva in risalto una patatina carnosa ed anche il pezzo di sopra nascondeva appena i capezzoli di un seno che era una terza abbondante.


Barbara era molto carina, la classica ragazza acqua e sapone, castana chiara, occhi enormi, labbra accentuate e messe in risalto da un filo di rossetto rosa confetto, indossava un pantaloncino di jeans che metteva in risalto i glutei, erano talmente stretti che la cucitura aderiva perfettamente alle sue forme insinuandosi dentro di lei, sembrava non indossasse costume e nemmeno mutandine, aveva una canottiera smanicata che lasciava intravedere le sue tette con capezzoli di un colore più scuro della pelle.


Era piacevole parlare con loro ed anche a loro sembrava gradissero la nostra compagnia, il mio collega era preoccupato che il titolare ci beccasse nel locale e poi dovevamo consegnare l’incasso della giornata.


Decidemmo di invitare le ragazze a fare un giro con la macchina, destinazione Santa Maria di Leuca, loro accettarono ma dovevano liberarsi dei loro amici con una scusa e si allontanarono per cambiarsi ed informare la comitiva della loro gita fuori programma, appuntamento dopo un’ora al parcheggio del campeggio.


Fatta una doccia ci trovammo con il collega nel parcheggio, le ragazze tardavano a venire, dopo un’ora abbondante le intravedemmo sbucare dal portone del campeggio, lampeggiai con i fari ci raggiunsero.


Scusandosi per il ritardo, a guardarle sembravano più eccitate loro di noi, Giulia invitò al mio collega a cederle il posto davanti improvvisando la scusa che soffriva il “mal d’auto”, si capiva benissimo che si erano divise le prede.


Messa in moto la macchina ci avviammo verso Leuca, Barbara da dietro continuava ad incalzare e stuzzicare Giulia, “Hai visto come si è vestita Giulia?” io naturalmente anche se stessi guidando ogni tanto davo una sbirciatina, in concomitanza con le luci stradali vedevo Giulia in tutto il suo splendore, aveva indossato un gonnellino di maglina corto che gli copriva a malapena le cosce, una magliettina traforata e sotto si intravedeva un reggiseno, sembrava il sopra di un costume da bagno.


Capito l’antifona iniziare a fare dei complimenti alla lontana, scusandomi di non poter apprezzare a pieno le loro grazie, ma aggiunsi volontariamente e volendo provocare qualche reazione, “non è che si veda molto”.


Giulia sembrò offesa e raccolta la provocazione si mise a trafficare con le scarpette da tennis che aveva ai piedi, le slacciò e tirò su le gambe appoggiandole sul cruscotto, come presa da piena competizione disse “Guardare e ammirare”, poi continuando si sfilò la maglietta rimanendo con solo il reggiseno.


La visione era strabiliante, mi uscì una esclamazione di ammirazione ed allo stesso tempo di sospetto e sempre per provocare dissi “Caspita, è bello quello che vedo, ma è tutta roba tua? Posso?” 


Nello stesso istante anche Barbara che indossava una gonnellina di jeans si tolse le scarpe e sollevando le gambe le appoggiò sulle gambe del mio collega. Ci fu un attimo che guardai nello specchietto incrociando lo sguardo del mio collega, gli feci l’occhiolino mentre Giulia incazzata nera mi rispose “Certo STRONZO che è tutta roba mia” Mi prese la mano e la guidò verso il suo seno, “Qua non ce silicone o imbottitura è una terza tutta naturale”.


Da vero estimatore presi a massaggiare quel seno, sotto le dita sentivo che il suo capezzolo si induriva, palpavo e strofinavo la mano con disinvoltura, come se stessi cercando qualche imperfezione, poi osando di più cercai il bordo del reggiseno e sollevandolo quanto basta infilai la mano accarezzando quella pelle e con le dita seguivo i segni dell’abbronzatura.


Era calato il silenzio, nello specchietto avevo notato quei due dietro indaffarati, il mio collega aveva le mani tra le cosce della Barbara e lei era distesa con la testa sul tirata indietro, non riuscivo a vedere il suo viso, ma capivo d a come teneva le gambe che il mio collega era già arrivato a meta e la stava masturbando con le mani.


Presi coraggio e lasciai il seno, le appoggiai la mano sul ginocchio e mi misi a percorrere la forma delle sue gambe con la mano, passai sulle cosce, passai ad accarezzarla delicatamente linterno cosce sfiorandole le labbra più intime.


Giulia alza il bacino solleva la gonna e abbassa completamente le mutandine sino a sfilarle e avvicinandosi a me mi chiede di poter cambiare lei la marcia.


La cingo con il braccio e infilo la mano tra le sue chiappe insinuando delicatamente il dito medio solleticando il suo buchetto e la figa. Dopo pochi istanti ritirando la mano sento tra le dita il frutto del suo piacere mentre la sua mano si appoggia avidamente sul mio pacco, sento strusciare la mano ed armeggiare con la cerniera dei miei pantaloni.


Riesce ad   far uscire il mio cazzo dai pantaloni, tra l’atro in piena erezione. Incomincia una sontuosa sega con quelle manine delicate e la sento avvicinarsi con la testa sempre di più al mio ventre, ad un certo punto sento sul mio cazzo il calore del suo respiro.


Sento sul prepuzio il tocco delicato della sua lingua, ho la sensazione che stia assaggiando prima di mangiare, mi sento avvolgere completamente la cappella tra le sue labbra ed incomincia un su e giù molto lento, si abbassa a prenderlo in bocca giocando con la lingua, nel tornare su sento aspirare, sento il piacere che le provoca a farmi un pompino, quindi torno con la mano ad esplorarle la figa ed il culo, guardando nello specchietto noto la Barbara china sul cazzo del mio collega intenta anche lei in un pompino.


Cerco un posticino tranquillo, accosto la macchina, invito Giulia a scendere lasciando Barbara   ed il collega in macchina.


Al buio con solo la luce della luna ci appoggiamo al cofano della macchina, la faccio stendere e piazzandomi in ginocchio davanti a lei tenendola per i fianchi e facendole appoggiare i piedi sulle mie spalle le ho affondato la lingua nella sua figa, raccoglievo e stimolavo, stimolavo e raccoglievo, alternando penetrazioni con la lingua a stimolazioni del suo clitoride,   sentivo la macchina muoversi, ondulare e guardando attraverso il vetro in macchina ho visto Barbara a cavalcioni del mio collega che con andamento inconfondibile si faceva penetrare dal cazzo del mio collega.


Invitai giulia a guardare la sua amica, si voltò dandomi le spalle appoggiò il bacino sulla macchina dando a me tutta la prospettiva del suo culo, la tenni ferma con le mani, le feci sollevare la gamba destra sul cofano, appoggiai la cappella sulla sua figa, strofinai per lubrificarmi bene con i suoi umori e per trovare la giusta angolazione ed affondai dentro di lei.


Sembrava stessimo in discoteca, ad ogni mio affondo lei muoveva il bacino verso il basso, un movimento ritmico e perfettamente sincronizzato.


Restava con la testa rivolta alla sua amica, sembrava godere di quella visione più della penetrazione, colsi l’occasione e a bruciapelo le chiesi “Vuoi che ci mettiamo vicino a loro” lei mi guardò e dopo qualche secondo mi rispose “SIIIII, si, si”.


Bussai al finestrino e guardando il mio collega a voce alta dissi “Fateci spazio, veniamo dentro anche noi” il mio collega mi guardò un po’ deluso, sembrava dirmi con gli occhi (proprio adesso dovevi venire a rompermi i coglioni, io non ho finito”, capita la situazione dissi “tranquilli ragazzi ma fuori le zanzare ci stanno massacrando, continuate pure”.


Giulia non curante del mio collega si mise a cavalcioni sul mio cazzo e ricominciò a cavalcarmi, Barbara assecondando l’amica tornò a cavalcare il mio collega.


Avevo Barbara vicinissima, vedevo le sue tette, mi uscì spontaneo farle un complimento, “caspita Barbara anche tu a tette stai messa bene, posso?”, Barbara guardò la sua amica e annuì, mentre stava cavalcando il mio collega le toccai la tetta più vicina, tastando con interesse e avvicinai la bocca prendendo il suo capezzolo tra le labbra, Giulia ebbe un orgasmo, sembrava che quella situazione la eccitasse ancora di più.


Barbara venne subito dopo, stettero un attimo ferme, entrambe con i cazzi nelle fighe, ad un certo punto facendo gomito al collega dissi “Caspita Giulia, hai il fuoco in mezzo le gambe” il mio collega preso da una ispirazione da copione disse “Perché non senti la Barbara, sembra che stia andando a fuoco”.


Cogliemmo il momento e con un gesto sincronizzato sollevammo le ragazze che sembravano completamente soggiogate, misi la mano tra le gambe di Barbara infilai dentro due dita cogliendo i suoi umori, tirai fuori la mano e la portai alla bocca, assaporando le mie dita del suo piacere.


Non lo so, Giulia ha un buon sapore, ma anche Barbara non è male, le due ragazze si guardarono in faccia e con un gesto di stizza si sollevò come per andare via e disse “Visto che ti piace il sapore di Barbara, continua con lei che io assaggio il tuo amico e si scambiarono di posto.


Il mio collega era su di giri, infilò la mano tra le gambe di Giulia e dopo averle infilato le dita nella figa, se le passò in bocca. Pieno di complicità e ridendo disse “Anche questo sapore non è male, vediamo la temperatura” e tirandola a se le infilò il cazzo dentro in un solo colpo.


Il collega era nella figa di Giulia, come complimento disse “lo sai, avevi ragione lei brucia davvero” ridendo dissi “bhe vediamo di surriscaldare anche questa allora”  tirando Barbara per i fianchi scivolai dentro di lei, ritornando ad essere sincronizzati avevamo entrambi un movimento unico, solo che la temperatura delle fighe era alta e questo giocava a nostro svantaggio, prendemmo i preservativi preventivamente acquistati e sempre pronti per le evenienze, li infilammo e dopo poche penetrazioni venimmo quasi contemporaneamente.


Riaccompagnammo le ragazze al campeggio e tornammo a casa.