Le bollenti avventure di Matteo.
A ottobre, dopo un mese di scuola, le lezioni erano diventate noiose. Matteo aveva perso l’entusiasmo che ogni anno si riprometteva di mettere nell’affrontare la scuola. Era subentrata la monotonia. Mentre la professoressa si esibiva in un monologo sulla storia della Mesopotamia, Matteo era distratto da ben altri pensieri: Martina a qualche banco di distanza, era stupenda. Era biondina, con due occhi e un sorriso favoloso, era più grande di un anno, era stata bocciata. Aveva un aria molto intelligente e Matteo non riusciva a spiegarsi come potesse aver perso l’anno. Non era alta, ma aveva un culo da favola e due tette proporzionate alla statura. Matteo fu invaso da un pensiero sconcio: l’altezza di Martina era perfetta per un bel bocchino. Gli comparve sul volto un mezzo sorriso segno del suo divertimento e del suo godimento ad immaginare quella scena e cominciò a sentire la minchia indurirsi nei pantaloni…”MANDRIANI MATTEO!!! Ci faccia sapere a tutti, che cosa ci trova da ridere!”, Matteo ritornò nel mondo reale e rispose: “Nulla, mi scusi prof, mi ero distratto…” La prof. “Bene, Mandriani visto che le mie lezioni non sono di suo interesse, vada fuori, si faccia un giro e ritorni quando si sarà rinfrescato le idee. Ah e…Mandriani domani sarà interrogato, e sono stata fin troppo magnanima ad avvertirla”. Matteo si alzò dalla sedia e si diresse verso l’uscita dell’aula, dinoccolandosi tra i banchi, prima di uscire passò davanti al posto di Martina, le sorrise, le fece un occhiolino, le disse “grazie” ed uscì. Martina si guardò intorno stupefatta e farfugliò alla compagna di banco, “questo è matto”. 
Dopo qualche minuto passato fuori dalla classe, Matteo aveva deciso di andare in bagno fare i suoi bisogni, rinfrescarsi, uscire a fumare e rientrare, ma mentre era in bagno sentì della voci. Erano due ragazzi più grandi: “dai facciamo alla svelta, io non resisto più, mi fai impazzire…”, Matteo aprì la porta senza farsi sentire e cominciò a spiare quello che stava succedendo. Erano due del quarto anno, li conosceva solo di vista, Lei era una strafiga, castana, riccia, corpo perfetto, secondo Matteo le tette erano troppo piccole, ma il culo era una pesca, piccolo e sodo. Lui era pure piazzato bene, anche se ai maschi Matteo non era interessato. Le baciava il collo e le metteva le mani sulle chiappe, ci sapeva fare pensò Matteo, insistendo: “dai abbiamo un’ora buca nessuno ci disturberà”, rispose lei “ e se entra qualcuno, finiamo nei guai”, ribatte lui subito “ non entra nessuno, sono tutti a lezione e gli altri sono fuori a farsi i torcioni, e poi lo sento che anche tu mi vuoi” mentre le diceva così, allungo la mando e le toccò la figa da sopra  i pantaloni. Matteo non riusciva a credere ai suoi occhi, era eccitato, tirò fuori il telefono dalla tasca e cominciò a filmare, cercando di non essere visto. 
Lui cominciò a spingere con la mano tra le gambe di lei, “Senti quanto sei calda, lo so che lo vuoi anche tu, dai non farti pregare” mentre continuava con una mano tra le gambe e l’altra sul culo, e la lingua che le stuzzicava collo e orecchie. Lei si sciolse “ e va bene ma facciamo in fretta, cosa vuoi fare?” lui di tutta risposta si slacciò i Jeans e tirò fuori il cazzo dai boxer “guarda quanto ti voglio, non mi ci sta più nei pantaloni”. Matteo stava avendo anche lui un erezione e cominciò a toccarsi il cazzo da dentro la tuta. “Marco mi fai impazzire, ma siamo a scuola, oggi a casa mia sarò tutta tua”, lui le prese con forza una mano e se la portò sul cazzo, “dai prendilo che lo vuoi, hai una faccino da maialina, lo so che non resisti” cominciò a segarsi muovendo su e giù la mano di lei. La faccia della ragazza cambiò espressione, le piaceva quello che stava succedendo e si lasciò andare: “leva la mano stronzo, faccio da sola, sei un vero porco”. Iniziò una  sega, dapprima piano e poi veloce; Su e giù con la mano fino alle palle, “guarda che bei coglioni pieni che hai, ti piace come ti sego èh?”. Matteo era in visibilio, tirò giù i pantaloni e libero il suo di cazzone, stava assistendo ad un porno dal vivo. 
“oh si, Brava sega così, ti piace la mia minchia tra le mani, sentirla bella dura, brava sega, non ti ci sta nemmeno in mano”. Nel frattempo le aveva infilato una mano nei pantaloni “ti infilo un dito nella figa che ce l’hai tutta bagnata, mi vuoi Sara, senti come sei bagnata”. Lei non capiva più niente era come se fosse in trance, “dai fammi godere, oh sì, così dai…”
“Dai mettiti in ginocchio e prendimelo in bocca” e le spinse le spalle e la abbassò all’altezza del cazzo, spompinami da brava cagnolina che sto per venire”. Lei prese il suo cazzo in bocca, cominciò a spingerselo in gola. “Tutto, tutto, fino alle palle, come sai fare tu, cagnolina, pompa, così”. Le prese i ricci e cominciò a spingerle la testa. cioc , sbev, cioc, sbev, cioc. Le strappò la bocca dal cazzo e cominciò a segarsi con foga, “adesso leccami i coglioni che sto per sborrare”. 
Matteo si masturbava cercando di non fare rumore ma era una scena fantastica. Stringeva il suo cazzo tra le mani e lentamente faceva su e giù. 
“Non sborrarmi sui capelli e in faccia” disse Sara, “zitta cagnolina, continua a ciucciarmi i coglioni che ci sono, così, così…AH Siiiii”, mentre godeva si staccò rapidamente da lei e si girò verso il lavandino, la sborra schizzò sullo specchio e dentro il lavandino. Lei lo abbracciò da dietro e gli massaggiò il cazzo che si stava rimpicciolendo “Ti è piaciuto porco? Ti aspetto stasera a casa mia, i miei non ci sono, così mi sfondi, che non puoi godere solo tu, ora vado, abbiamo già rischiato abbastanza” e se ne andò. 
Marco si stava risistemando per tornare dagli amici; Matteo aveva goduto poco prima che Sara uscisse dal bagno, si stava sistemando anche lui, quando Marco guardandosi allo specchio si accorse di lui, nel cesso alle sue spalle, si voltò di scatto aprì con violenza la porta e disse: “e tu chi cazzo sei, che cazzo ci fai qui?” non gli diede il tempo di rispondere, gli sferrò un pugno nello stomaco, Matteo subì il colpo e si accasciò a terra, “tu non hai visto niente, se spifferi qualcosa ti infilo la testa nel cesso”. “Tranquillo, non ho visto niente” rispose Matteo dolorante, “Ti conviene!” E se ne andò. 
Matteo si riprese pensò a tutto quello che era appena successo, si guardò allo specchio e sorrise maliziosamente: “io non ho visto niente, ma lui si…” riferendosi al suo iPhone. 
…Continua!