Moira sgranò gli occhi.
-Ma che roba è!- esclamò, nel silenzio di quella soffitta. L’odore di quell’erba nascosta dentro il cassettone di quel vecchio armadio le riempiva le narici.
-Franco!!!- gridò chiamando il marito, che svelto dal piano di sotto la raggiunse.
Erano stati gentili Marcello e Lucrezia, io loro vicini, a lasciar a loro a disposizione per un intero week-end, la loro baita in montagna, ma chi l’avrebbe mai detto che quei due tenessero dell’erba in soffitta.
-Hai capito i nostri cari vicini?- ridacchiò Franco, fissando meravigliato il contenuto di quel cassetto, proprio come continuava a fissarlo sua moglie Moira.
-Lui, tutto perbenino … e lei santarellina.- commentò Moira.
-Che ne dici se ci facciamo una canna?-propose lui. -Ne prendiamo un po’ e la portiamo di sotto, in salotto. Guarda, qui ci sono anche le cartine.
-Ma sei matto!- protestò lei. -E se i ragazzi scoprono che figura ci facciamo?
-Uffa!- sbuffò lui. -I ragazzi sono scesi in paese … incontreranno altri giovani e faran baldoria tutta la notte.
Lei sospirò.
-Va bene … ma facciamo una cosa veloce,- bisbigliò, guardandolo dritto negli occhi.
Giada e Marco, i due figli, rispettivamente di venti e diciott’anni, rincasarono quella sera verso mezzanotte, ritrovandosi di fronte agli occhi una scena inaspettata. Ovvero, mamma e papà che ridendo come matti si passavano una canna, dentro un soggiorno annebbiato dal fumo.
-Ma che fate!? Siete fuori!?- protestò la ragazza.
-Forte! I vecchi stanno fumando!- esclamò invece divertito il figliolo.
-Dai su venite ragazzi … fatevi un tiro pure voi!- invitò il padre.
-Ma sei pazzo!- protestò la donna ridendo. Intanto il figlio la canna se l’era già infilata in bocca.
-Okay … fammi fare un tiro pure a me,- borbottò allora Giada, con il suo fare snob.
-Fermi ragazzi!- protestò la madre, alzandosi barcollante dal divano.
-Lasciali fare … è solo un po’ d’erba … che vuoi che faccia!- la tranquillizzò il marito.
-A me sta mettendo addosso un gran caldo!- gli rispose la moglie, e senza aggiungere altro, si sfilò il maglione che aveva addosso ritrovandosi a seno nudo di fronte al marito e ai due figli … Ma questo suo osceno gesto non fu niente, in confronto a ciò che successe poco dopo.
Moira sgranò gli occhi.
-Ma che stiamo facendo!?- esclamò nel silenzio del soggiorno riempito da gemiti e sospiri. Il cazzo di suo figlio le martellava la fica calda, gonfia e bagnata, e sopra di lei poteva ammirare un’altra fica calda, gonfia e grondante di umori, ovvero la giovane pussy della figlia Giada, ora virilmente penetrata dalla verga paterna.
-Ma che stiamo facendo!?- ripeté Moira, quella situazione orgiastica la stava facendo godere, ma la sua coscienza di madre, se pur “fumata” ne soffriva.
-Non pensarci amore,- le rispose il marito, sopra di lei. -Sarà anche peccato ma è così eccitante …
-Okay! Ma non venirle dentro!- si raccomandò lei. -E anche tu tesoro,- mormorò poi al figlio,- non venirmi dentro … casomai imbiancami il boschetto.
-Okay mamy,- le bisbigliò il ragazzo.
Dopo quella raccomandazione Moira riprese il suo gioco di lingua e dita, sulla fighetta di Giada. Sì, aveva proprio ragione Franco, era peccato ciò che stavano commettendo, ma come peccato era davvero estasiante.
Poco dopo gli uomini di famiglia furono di parola, e all’apice del piacere sfilate le loro verghe imbiancarono i due neri boschetti.
A quel punto onde evitare gravidanze indesiderate, Moira avrebbe preferito ricorrere a un bidè sia per lei che per Giada. Fu Franco a fermarla, e convincere madre e figlia a lasciarsi andare in un saffico gioco erotico.
E così Moira si ritrovò sopra a Giada e tra le cosce di Giada, a strofinare il suo sesso inzozzato dal figlio sul sesso della figlia inzozzato dal padre.
Franco e Marco di fronte a lei la osservavano segandosi, e quando a lei si avvicinarono con quei due cazzi eretti, spalancò la bocca, e con un abile gioco di lingua cominciò a soddisfare entrambi.
Gemeva sua figlia sotto di lei, scopata dalla sua fregna e accarezzata in viso dalle sue enormi tette, mentre le piccole mani affondavano negli abbondanti glutei. E gemevano di fronte a lei pure suo marito e suo figlio, ora, i cazzi di entrambi ce li aveva in bocca, e contemporaneamente marito e figlio li spompinava.
E pure Rex, il loro pastore tedesco rimasto in un angolo del soggiorno tutta la sera stava mugolando.
-Guardate Rex continua a osservarci!- osservò il ragazzo. Tutti risero.
-Chissà cosa penserà di noi?- commentò Giada.
-Tranquilla sorellina … su Focus ho letto che nel mondo animale l’incesto non è un tabù!- le rispose Marco. E, intanto il cane, sentendosi chiamato in causa si avvicinò.
-Che fai Rex?- gli domandò Franco, vedendolo annusare il culetto della moglie.
-Uuuh, ora me lo sta leccando,- ridacchiò lei. Spontaneamente la figlia spalancò i glutei della madre, e tra quei glutei Rex iniziò a far scorrere la sua lingua.
-Ma che li prende a questa bestia…- mormorò Marco. -E ora che sta facendo?- domandò poi quando vide il cagnone salire in groppa alla madre.
-Rex!- esclamò il ragazzo sconvolto e preoccupato.
-Lascialo fare,- gli mormorò il padre appoggiandogli una mano sulla spalla, per poi fargliela scivolare sulla schiena e ancora più giù.-Anche lui è uno di famiglia,- aggiunse, varcando con due dita i glutei del figlio.
-Oh mio!- gridò poco dopo la donna sconvolta ed eccitata. -Ho il cane in culo! Sììì, il cane in culo!!!

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