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Francesca era una persona intraprendente. Lavorava sodo qualunque cosa facesse, non era importante che si trattasse di servire ai tavoli, rispondere al telefono o fare un foglio Excel. Era molto brava nel suo lavoro, aveva studiato duramente per laurearsi al massimo nei voti in economia aziendale, parlava fluentemente Inglese, Francese e suonava il violino nel tempo libero. Per la sua età aveva venticinque anni, aveva già un curriculum impressionante.


Negli ultimi tempi lavorava per una famosa azienda di materie plastiche. Questa era un’attività molto redditizia che cresceva anche in momenti di crisi economica. Tutti avevano bisogno della loro plastica, il rapporto con i fornitori erano buoni e ancora migliori erano i rapporti con i clienti. Questo aveva mantenuto alti i loro margini e i loro profitti.


Francesca sapeva che questa era un’azienda che le permetteva un’ampia carriera, crescita professionale e soprattutto avere molti soldi. Era molto brava nel suo lavoro, le sue capacità erano decisamente superiori a quelle dei suoi colleghi, ma non aveva mai avuto problemi ad utilizzare il sesso a suo vantaggio. Lavorava in un call center e faceva regolarmente sesso con il suo manager per ottenere promozioni, bonus e aumenti, all’università era andata a letto con professori e assistenti per ottenere voti migliori, pur non avendone assolutamente bisogno. Vedeva semplicemente la sua bellezza come uno dei tanti talenti che le aveva dato madre natura, da sfruttare allo stesso modo di tutti gli altri per ottenere i risultati che si era prefissata.


Aveva imparato presto questa lezione della vita quando aveva perso la verginità con un maestro di danza, che in seguito le aveva riservato un trattamento speciale in classe. Da allora aveva imparato che il duro lavoro poteva arrivare fino a un certo punto dal quale in poi il sesso aiutava molto.


Stava anche attenta a non dare troppo.  A volte concedeva solo un piccolo flirt innocente o mostrava le tette. Tuttavia, quando era necessario allo scopo faceva anche pompini o scopava sia con uomini che con donne. Parte di questo comportamento derivava dalla determinazione ad ottenere i suoi obiettivi, ma un’altra parte era che semplicemente amava il sesso.


Francesca era una giovane donna attraente, aveva preso lezioni di danza, aveva fatto la cubista e pole dance. Faceva palestra sei giorni alla settimana, era bionda, occhi azzurri, faceva le lampade per mostrarsi abbronzata tutto l’anno su tutto il corpo, senza i segni dell’abbronzatura da nessuna parte.


Aveva provato a fare la modella, ma aveva capito che avrebbe potuto avere più successo e soldi nel mondo del business.  Sapeva che la sua bellezza non sarebbe durata e non voleva costruire la sua carriera su qualcosa che sarebbe sparito a quarant’anni. Sapeva che avrebbe potuto usare la sua bellezza per ottenere qualcosa e ottenere un lavoro dirigenziale che avrebbe potuto portarla fino alla pensione.


Quando lavorava indossava abiti che lasciavano intendere sottili sfumature sessuali. Indossava gonne corte e camicette scollate, ma mai niente di troppo ovvio o rivelatore. I suoi vestiti erano sempre piuttosto attillati e aderenti per mostrare le sue curve.


Nell’azienda di materie plastiche, non aveva avuto tante possibilità di fare sesso come nei lavori passati. Aveva ottenuto un lavoro di base che consisteva nel rispondere al telefono. Da allora aveva ottenuto la laurea di secondo livello, un master ed era alla ricerca di un modo per fare carriera.


La sua manager era una brava donna e non sembrava il tipo da cedere alle avance di una ragazza più giovane, quindi non ci aveva neanche provato.


Aveva visto una nuova opportunità con Marco. Questi era diventato da poco il nuovo direttore delle vendite, era bellissimo e Francesca adorava stuzzicarlo. La sua manager faceva in modo che fosse sempre stracarica di lavoro, quando Marco doveva passare per il suo ufficio, ma Francesca aveva i suoi metodi per farsi notare.


Marco aveva sostituito il vecchio direttore delle vendite, quindi probabilmente prima faceva il venditore. Era sempre ben vestito, abiti eleganti e curati. Aveva modi sempre affascinanti, amichevoli e diceva sempre la cosa giusta al momento giusto.


Francesca sapeva che Marco andava in palestra dalle conversazioni che era riuscita a fare con lui. Era amato e stimato da tutti, ma sorprendentemente non era né sposato, né fidanzato cosa sorprendente avendo 38 anni.


Il destino le aveva dato un’opportunità, Marco aveva mandato una mail nella quale informava che ricercava un assistente. Caratteristiche richieste erano la laurea in economia, la conoscenza delle lingue, un forte senso di appartenenza all’azienda e saper usare bene i software necessari alla produttività d’ufficio.


Francesca si candidò immediatamente, era il posto e l’opportunità che cercava da tanto tempo. Sapeva però che doveva fare in modo che Marco vedesse che lei era interessata a quella posizione. Aveva molti tipo di strategia nella sua borsa dei trucchi. Aveva imparato che non doveva avvicinarsi agli uomini in modo troppo aggressivo, a meno che non si trattasse di persone che volevano proprio quello. A volte recitava in modo timido e innocente e lasciava che facessero quello che volevano. A volte, assumeva il ruolo di dominatrice e cercava di imporsi.


Non riusciva a capire come si doveva comportare con Marco a parte il fatto che ogni volta che si incrociavano le guardava le tette e non riusciva a distogliere lo sguardo dalla sua scollatura.


Un giorno mente Francesca stava comodamente seduta nella sedia del suo ufficio le si presentò davanti l’opportunità che cercava da tempo.


La sua manager le chiese di portare un pacco all’ottavo piano. Quello era il piano dove Marco aveva l’ufficio e questa era un’occasione imperdibile per vedere Marco per qualche minuto da sola, anche se solo per consegnare un pacco.


Francesca andò in bagno, si guardò allo specchio, si sistemò il trucco e i capelli. Poi uscì dal bagno, prese il pacco, lo mise in un carello e lo spinse verso l’ascensore.


Quando l’ascensore arrivò all’ottavo piano, Francesca si incamminò verso l’ufficio di Marco. Vide Carlo il direttore delle risorse umane un uomo molto muscoloso, ma timido aveva capito che la voleva scopare anche se non aveva mai avuto il coraggio di dirglielo. Aveva saputo però che si faceva dare i video dei circuiti di sicurezza per masturbarsi e che li proiettasse addirittura a casa sua mentre scopava con sua moglie.


Francesca disse “Ciao Carlo come stai?”


Carlo rispose “c’è sempre troppo da lavorare qui. Hai un pacco per me?”


“No, non ho niente per te” rispose Francesca


“Questo non dovrebbe essere il lavoro da affidare auna brava signorina come te” disse Carlo, mentre scrutava con fare allupato Francesca dall’alto al basso. Questa risposta sorprese molto Francesca, infatti era la cosa più intraprendente che Carlo avesse detto da quando lo aveva conosciuto.


Aveva anche pensato che il direttore delle risorse umane dovesse essere l’ultimo a farsi vedere allupato, mentre guardava una dipendente.


Francesca si allontanò da Carlo e proseguì nella direzione dell’ufficio di Marco mentre costui le guardava in modo sempre più voglioso il culo.


Francesca arrivò davanti all’ufficio di Marco. La porta era chiusa e lei guardò attraverso la serratura per vedere se lui era dentro. Vide la luce accesa e lui che digitava al computer e allora bussò.


“Entra sono qui” disse Marco


“Sono Francesca, ho un pacco per te come stai?” disse lei


Smise rapidamente di battere i tasti al computer e si rivolse a lei dicendo “ Bene grazie”


Si alzò dalla scrivania, si aggiustò disinvoltamente i pantaloni, per nasconderle il suo cazzo visibilmente in crescita vedendola davanti a lui.


Francesca gli diede il pacco e mentre faceva questo gli toccò lamano fino quasi a toccargliela. Le sue labbra rosso vivo contrastavano con i suoi denti bianchi. La sua camicetta era leggermente aperta in alto e Marco poteva vedere la sua scollatura che gli faceva capolino.


Lei teneva la testa rivolta verso il basso in modo sottomesso e manteneva un livello innocente di contatto visivo e poi scambiò con lui uno sguardo profondo.


“Ecco qui il tuo pacco” disse Francesca


“Spero non sia stato troppo pesante” rispose lui


“Niente affatto sono felice di dare una mano quando serve…. in ogni modo che mi è possibile, non avevo mai visto il tuo ufficio Marco, è proprio carino” rispose Francesca


Lui si voltò e la guardò camminare verso la finestra e ammirò la vista…di lei. Guardò i suoi fianchi oscillare da un lato all’altro mentre faceva ogni passo. La gonna le aderiva perfettamente al sedere e i capelli le ricadevano sulla schiena in riccioli che si muovevano a ogni suo spostamento. Sentì il suo profumo lo trovò inebriante.


“Be Marco stavo per chiedertelo. Ho visto che hai pubblicato un lavoro come assistente e. Penso che sarei perfetta per quella posizione. Sono laureata e sono una gran lavoratrice. Volevo chiederti se mi consideri… per quella… posizione?


Marco scosse leggermente la testa “Ah sì la posizione da assistente penso che saresti fantastica per quel lavoro Francesca, ma ci sono”


“Be, Marco voglio che tu sappia…che sono davvero una gran lavoratrice…e che saprei fare davvero un ottimo lavoro per te……”. Lei poi sorrise toccò il braccio di Marco e lo avvicinò alle sue tette.


Marco cominciò a singhiozzare per l’emozione cosa che rese più sicura Francesca di rendere esplicite le sue emozioni. Si ritrovò quasi ad essere eccitata cosa assai strana, perché di solito non si sentiva attratta dalle persone che incontrava in ufficio.


Il respiro di lui si faceva sempre più profondo. Decise quindi di allungarsi e baciarlo dolcemente sulle labbra. Restituì immediatamente le sue avances e la baciò mentre le avvolgeva le braccia intorno al corpo. Lei sollevò la coscia e gliela strofinò contro la gamba. Le sue mani le scivolarono lungo la schiena fino alla coscia, su per la gonna e sotto le mutandine per accarezzarle il culo.


Si sbottonò la camicetta rivelando le sue tette in tutto il loro splendore. Lui si tuffò sulle sue baciandole e succhiandole i capezzoli. Dopo qualche minuto, lei si allontanò e si inginocchiò sul pavimento davanti a lui. Gli tolse la cintura e gli aprì la cerniera dei pantaloni tirandoli leggermente verso il basso lasciandolo solo con i suoi boxer… Era chiaramente eretto poiché i suoi boxer facevano poco per nascondere il suo membro dal dondolare su e giù davanti a lei. Gli tirò giù i boxer mentre lui guardava verso le finestre spalancate e vide il suo enorme cazzo eretto di fronte a lei con una piccola goccia di liquido pre eiaculatorio che colava dalla punta.


Lei lo guardava e lei lo stava fissando. Aveva massaggiato abilmente il suo cazzo e lo aveva lubrificato tutto con la sua saliva. La sua mano destra si muoveva su e giù per la sua asta mentre ruotava la testa con la lingua. Poi cambiò ritmo e mosse la testa su e giù sulla sua verga,  mentre lui  chiudeva gli occhi per godersi il lavoro che gli stava facendo.


Francesca si era sentita davvero coinvolta da Marco. Spostò la mano sinistra su per la gonna fino alle mutandine di pizzo bagnate fradicie. Le mani di Marco si spostarono sulla sua testa e prese il controllo mentre iniziava a tenerla ferma e a fotterle la sua bocca. Lei lo guardò con una faccia arrossata, mentre lui la scopava in bocca. I suoi occhi si chiusero e poi iniziò a gemere. All’improvviso si fermò e Francesca capì cosa stesse succedendo. Lei si preparò e lo inghiottì mentre lui iniziava a sborrare schizzando il suo seme nella sua bocca. Succhiò il suo e strinse le labbra per raccogliere tutto il suo sperma.


Dopo averlo prosciugato, aveva tenuto il sperma di Marco in bocca. Lei lo guardò dalle ginocchia e giocò con il suo sperma in bocca, facendoglielo vedere sulla sua lingua. Poi lo inghiottì davanti a lui e aprì la bocca per la sua approvazione. Aveva ripulito il suo cazzo da ogni residuo di sperma e poi si era alzata lentamente sistemandosi vestiti e capelli.


marco si era appena appoggiato alla sua scrivania con il suo cazzo che si stava lentamente afflosciando e aveva uno sguardo sbalordito e con gli occhi spalancati sul viso. “Oh, mio Dio, Francesca! È stato fantastico!”


Francesca sorrise mentre si abbottonava la camicetta. “Beh, Marco…questo era solo un esempio. È difficile arrivare fin qui, ma se fossi la tua assistente, potremmo lavorare insieme…tutti i giorni” concluse la sua frase con sfregando il suo corpo sul cazzo di Marco…


Fece un passo indietro, sollevò i lati della gonna e infilò i pollici nelle mutandine che le pendevano strette sui fianchi. Facendole scivolare giù, la sua gonna ricadde al suo posto. Lasciandole cadere a terra, uscì lentamente dalle sue mutandine di pizzo nero attorcigliate. Si inginocchiò lentamente per raccoglierli.


“Ecco qualcosa per ricordarmi di me” disse mentre glieli metteva in mano baciandolo profondamente sulle labbra.


Francesca tornò al suo lavoro e ha trovò un’e-mail nella sua casella di posta di Marco. Diceva: “Francesca, sei stata fantastica oggi. Vieni nel mio ufficio dopo il lavoro che dobbiamo parlare della tua promozione. Non vedo l’ora di rivederti”.


Francesca sorrise. Pensò che le sue avances sembravano aver funzionato. Tuttavia, sapeva che doveva stare attenta.  Era stata scottata in passato dove aveva fatto troppo subito e poi non aveva ottenuto nulla o poco in cambio.


 


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