Follia. Quel desiderio di spezzare l'abitudine e di sconvolgere la nostra quotidianità si è inserito nella mia mente come un tarlo; ho iniziato a farmi domande, a chiedermi se non fossi io quella sbagliata, ho provato a sfogare le mie fantasie con i sex toys, ma non mi basta. Quel tarlo e ancora di più quegli occhi azzurri come il ghiaccio mi hanno portata ad aumentare la voglia di rendere reale la mia più grande fantasia. Non lo so come andrà a finire, se il mio piano metterà a repentaglio la mia vita coniugale però io sono stanca di frenare i miei istinti. Dante, con cui sono sposata da ben dieci anni, ha un fratello gemello: lui e Disma sono fisicamente identici, invece caratterialmente sono l'esatto opposto, tant'è vero che ha affettuosamente ribattezzato suo fratello "Sisma" per via del suo temperamento vivace. Mio marito è un uomo pacato, sebbene a letto sia molto passionale, eppure non ha quella verve, quella fantasia, che dopo anni si sta aggiungendo alla monotonia della vita di coppia. Sempre le stesse posizioni, mai una proposta insolita e se mi azzardo io a proporre qualcosa di diverso, a essere più scurrile nel linguaggio, lui non apprezza, anzi mi redarguisce. Ho cercato di parlargli, di spiegargli quello che sento, quello che mi manca e lui ogni volta minimizza, allora ho deciso di prendere in mano la situazione e di organizzare questa festa di compleanno speciale per loro due. È tutto pronto , mancano solo i due festeggiati e ho pensato di scaldare l'atmosfera, mentre attendo che arrivino. Mi accomodo sul divano, stendo un asciugamano per non rovinarlo, scelgo un film erotico e prendo i miei giochini; sono già bagnata al pensiero di quello che potrebbe accadere. I ricordi si rincorrono, mi fanno tornare a quella festa; avevo indossato un vestito molto sexy, in pizzo nero, che metteva in risalto le mie forme e lasciava intravedere i miei seni prosperosi ma sodi. Dante come al solito mi aveva lasciata da sola per andarsi a fumare un sigaro con i suoi colleghi; era una serata stupenda, non volevo sprecarla rinchiusa in quel salone pieno di manichini, così avevo deciso di fare una passeggiata nel bellissimo giardino della villa, che ospitava la festa. Mi ero avvicinata a un piccolo terrazzino appartato, da cui c'era una vista mozzafiato su tutto il golfo di Sorrento, avevo chiuso gli occhi e mi ero concentrata solo sul rumore del mare e sul mio respiro, che inalava la salsedine a pieni polmoni. A un certo punto due mani mi hanno stretta forte, facendomi spaventare però ho riconosciuto subito i suoi tatuaggi sulla mano e il suo profumo intenso, che mi ha scatenato un fremito lungo la spina dorsale e una fitta al centro della mia intimità. Mi aveva solo appoggiato le mani addosso e io ero già bagnata… Mi aveva sfiorato il collo con il naso, aveva stretto ancora di più la presa sui miei fianchi e così vicina a lui potevo sentire la sua erezione. Mi aveva sussurrato: <<Mio fratello è proprio un coglione a preferire la compagnia dei suoi colleghi alla tua. Se ci fossi stato io al suo posto, adesso non avresti già più questo bellissimo vestito. Dio, Tecla, è meglio che non ti dico quello che vorrei farti>>. La sua voce si era fatta roca, il mio corpo era scosso da brividi caldi e avrebbe voluto abbandonarsi al suo per poter finalmente vivere quella passione che mi ardeva dentro e che ogni volta mio marito cercava di spegnere senza successo perché ormai faceva parte di me e sgomitava per uscire fuori. Mi ero girata a guardarlo, mi ero persa in quelle due pozze azzurre e la tentazione di baciarlo era irresistibile, eppure il senso di colpa prese il sopravvento e mi fece scappare via. Da quella sera però mio cognato non perse occasione per stuzzicarmi sempre più spesso e sempre più sfacciatamente, una volta lo fece addirittura a casa dei miei suoceri. Quanto vorrei farmi sbattere da lui e dare sfogo alla mia sessualità repressa… Mi fermo, tolgo il dildo e faccio scivolare dentro il plug senza bisogno di lubrificante, tanto sono fradicia e vogliosa. Proprio in quel momento suona il citofono, Dante avrà dimenticato le chiavi di casa come al suo solito. Vado ad aprire la porta, la lascio accostata, torno sul divano e ricomincio a toccarmi, coperta solo di un leggero babydoll di pizzo nero. Quando ascolto le loro risate sul pianerottolo, inizio a gemere forte e nel momento in cui sento la porta chiudersi, alzo lo sguardo verso di loro, esclamando: <<Sorpresa! Buon compleanno!>>. Mio marito è pietrificato, si scompiglia nervosamente i capelli biondi e non riesce neppure a guardarmi, invece mio cognato mi accarezza il corpo con lo sguardo carico di desiderio, osserva i sex toys appoggiati sul tavolino, le scene di sesso che provengono dalla televisione per poi tornare verso di me; sta per dire qualcosa, ma Dante lo interrompe. << Tecla ma cosa cazzo ti dice il cervello?! Sei impazzita per caso? Vai subito a vestirti!>>. Prima che possa rispondergli a tono, interviene Disma: <<Smettila di fare il bigotto! Non capisci che lei ha bisogno di dare sfogo alla sua vera natura? Se glielo impedirai, la perderai per sempre. Guardala! Guarda quanto è meravigliosa, mentre si tocca e geme. Adesso siediti, rilassati e ammira la sua vera natura>>. Inaspettatamente mio marito si tranquillizza e si siede sulla poltrona davanti al divano. Mio cognato mi fissa e quegli occhi… Dio, mi fanno tremare le gambe. <<Disma>>, sussurro tra i gemiti. Lui si siede sul divano, mi accarezza prima una gamba e poi l'altra e il suo tocco fermo mi fa impazzire; si toglie la camicia e inizia a baciarmi e leccarmi l'interno coscia, facendomi tremare compulsivamente le gambe. Nell'istante in cui si avvicina al mio fiore di carne, esclama:<< Cazzo… Tecla sei un lago! Non vedo l'ora di assaggiarti>>. Mi dà un'ampia leccata, che mi fa sussultare. <<Ti prego, non smettere>>, lo imploro, mentre afferro i suoi ricci biondi. Comincia a lapparmi sempre più velocemente e avidamente e io mi dimentico di qualsiasi cosa, sprofondando in un piacere così intenso, che non pensavo potesse esistere. Infila due dita dentro e continua a leccarmi senza sosta; io non riesco più a controllarmi, il mio corpo si contorce in preda ai fremiti e, quando raggiungo l'orgasmo, mi volto verso mio marito, che è ancora completamente vestito, nonostante sia evidente che ha il cazzo che gli sta scoppiando nei pantaloni.


 


Seconda parte


 


Fisso mio marito negli occhi, mentre gli spasmi dell'orgasmo mi arrivano fino al cervello; leggo le fiamme nei suoi occhi, eppure è ancora lì rigido come un tronco d'albero e non riesce a lasciarsi andare. Io sono stanca di concentrarmi su di lui, stasera voglio pensare solo e soltanto a me. Mio cognato si alza, si spoglia e tutta la mia attenzione si dirige su di lui, sul suo corpo tonico, sui suoi tatuaggi e sul suo palo di carne… Non è lungo come quello di Dante, ma è molto più largo. Disma si avvicina, mi accarezza i capelli e mi struscia la sua dura e umida erezione sul viso, me lo schiaffeggia e in ogni momento i nostri occhi restano agganciati gli uni negli altri, acuendo la nostra voglia matta l'uno dell'altra. Me lo spinge in bocca con un colpo secco, provocandomi un conato di vomito, ma poi il suo cazzo trova spazio nella mia bocca, come se ci fosse sempre stato. Mi stringe forte i capelli in una coda e mi dice:<<Fammi sentire quanto ti piace avere il cazzo in bocca, troia!>>. Quella frase fa scattare qualcosa nella mia testa e cancella le ultimi inibizioni che mi erano rimaste. Lo spompino con foga, spingendomelo fino in gola, la saliva mi cola fino ai seni, gli stringo forte le palle con una mano, lui rantola come un porco e mi incita a succhiarglielo sempre più veloce. <<Puttana,se continui così, mi fai sborrare subito>>. Non vedo l'ora di assaporare il suo miele bianco, così aumento ancora di più il ritmo e Disma mi conficca la sua mazza in gola fino a quasi soffocarmi, spinge il bacino, sento le vene gonfiarsi e pulsare e i suoi copiosi e deliziosi schizzi si riversano sulla mia lingua, mentre lui grida e si dimena sulla mia lingua. Con la bocca ancora piena di sborra, mi giro verso mio marito, che è ancora vestito, ma perlomeno ha tirato fuori il cazzo; ha la cappella rossa, gonfia e lucida, so che si sta trattenendo… Bè, peggio per lui perché io al contrario mi sto divertendo un mondo. Vado verso Dante, camminando a quattro zampe come una cagna in calore, muovo i fianchi, come se stessi scodinzolando, osservo il suo cazzo e poi la sua bocca, che sa baciare così bene. Mi lecco le labbra, mio marito sbarra gli occhi e, inaspettatamente, mi bacia con una foga mai vista. Sono eccitata da morire, percepisco le mie labbra più intime gonfiarsi e contrarsi compulsivamente e i miei umori colare sul nostro costosissimo tappeto persiano. Avverto la lingua di mio cognato leccarmi le cosce per poi arrivare al mio buchino più stretto, da cui estrae il plug senza la minima delicatezza, strappandomi un urlo di dolore e piacere. <<Adesso ti sfondo questo bel culetto stretto, capito troia?>>. Non mi dà nemmeno il tempo di rispondere, che mi ritrovo il suo palo di carne dentro a stordirmi i sensi, a farmi cedere le gambe e a implorargli di fottermi senza pietà. <<Scommetto che questo cazzo moscio di mio fratello non ti ha mai inculata. Cazzo, Tecla hai un culo stupendo, da sfondare continuamente e sei così meravigliosamente stretta>>. Mentre Disma mi scopa, Dante inizia finalmente a spogliarsi. Si siede sul tappeto vicino a noi e si limita a osservare la scena e, nonostante non si sia nemmeno toccato, il suo cazzo è sempre più duro e gonfio. Io e mio cognato stiamo godendo come animali, lui non ha mai diminuito il ritmo e i suoi colpi forsennati mi trapanano fino al cervello. <<Invece di stare lì come un coglione perché non ti dai una svegliata e fai qualcosa?>>. Mio marito guarda prima suo fratello e poi me e nei suoi occhi vedo piano piano svanire tutta quella rigidità impostata, che lo fa sembrare un manichino come i suoi colleghi; chissà invece cosa combinano quei porci, li noto bene i loro sguardi fugaci sul mio culo e le mie tette durante le feste. Dante si stende sotto di me e comincia a leccarmi la figa e a succhiarmi il clitoride; io ho il suo cazzo davanti alla faccia e sotto i colpi veementi di Disma di tanto in tanto lo sfioro con le labbra. Ho la visita appannata, non sono più capace di trattenermi, mi lascio andare e grido che sto per venire. <<Adesso ti riempio il culo di sborra>>, urla Disma, mentre mi schiaffeggia forte le natiche e Dante mi succhia il clitoride sempre più velocemente. Percepisco gli schizzi di mio cognato inondarmi fino alle viscere e nello stesso istante raggiungo l'apice in un modo così forte e intenso, che ogni parte di me viene raggiunta da una forte scarica elettrica. Mio marito si sposta, si alza e osserva il miele bianco colarmi dal culo; hanno entrambi il cazzo ancora in tiro e io non sono ancora sazia. Mi avvicino, li prendo e li sego entrambi e lì Dante non è più capace di controllarsi, finalmente! Mi afferra la testa, mi scopa la bocca come un pazzo, cerca di resistere il più possibile però dopo poco mi riempie la bocca di sborra. <<Bevi tutto, puttana!>>, mi dice con voce roca e io non me lo faccio ripetere due volte, lo ripulisco tutto fino a farlo tornare lucido. Mi giro verso Disma, osservo la sua mazza e mi lecco le labbra. Lui si gira verso suo fratello, sorride e gli dice:<<Guarda che zoccola tua moglie, ha ancora voglia>>. Mi prendono, mi buttano sul divano , mi fanno sdraiare su un fianco , mio marito m'incula e mio cognato scivola nella mia figa fradicia e calda. <<Cazzo, Tecla sei bollente>>, mi sussurra Disma e nel frattempo sento i rantoli di Dante aumentare di volume; mi scopano entrambi con foga, facendomi venire più volte, finché non mi riempiono di sborra quasi simultaneamente per poi infilarmi in bocca le loro mazze ancora gocciolanti.