Tratto da:
Ciondolo d'oro: storie di un rent boy | qualunque cosa per il tuo piacere
di Bacchio Pilone
urly.it/3tk5t


Stavo rimettendo in ordine il negozio, riponendo negli scaffali alcuni nuovi oggetti arrivati da poco e controllando che tutto fosse a posto per l’apertura. Il mio titolare comparve all’improvviso, complimentandosi con me per il pomeriggio precedente. “Hai avuto successo con la signora amica mia, potresti farlo di lavoro Bacchio” e mi dette una pacca sulla spalla. Io lo guardai di traverso e lui sorrise e strinse l’occhio. “Anch’io da giovane ho avuto esperienze del genere” - mi disse “qualche volta va bene e qualche volta male, ma rimane sempre la soddisfazione del premio in denaro che non è poca cosa.”


Confermai la sua teoria e gli dissi che, se aveva amiche da soddisfare, sarei stato ben lieto di provvedere. La nuova occasione non tardò ad arrivare. “Bacchio, questa signora è sensuale e ricca. Il marito ha un pisello piccolo e moscio e lei cerca un batacchio per cavarsi le voglie. Che ne pensi se ti ci metto in contatto?” 


Il sabato pomeriggio arrivo alla villa in collina suono il campanello e mi viene ad aprire il marito di Marta, un signore panciuto e chiacchierone. “Mia moglie sta facendo una doccia, entra e accomodati dove vuoi. Fai come se fossi a casa tua.” 


Poi venne da me e mi consegnò cinquecento mila lire in banconote. Ringraziai con un po' di imbarazzo e lui mi guardò sorridendo “Fammela godere quella troia. Ricordati che è una schiava e vuole essere maltrattata pesantemente.” 


Scese la signora, minigonna di pelle nera, tacchi a spillo e seno di fuori. Si avvicinò al marito che si era seduto su una poltrona posta in un angolo. “Sei pronto a ricevere la tua dose di corna? Guarda come si fa per trombare e far godere la tua amata mogliettina” e il marito, per tutta risposta, si sbottonò i pantaloni e prese a segarsi il minuscolo pene. 


Devo dire che la scena mi eccitò fortemente, anche perché la bionda aveva un bel culone burroso e due tette cadenti ma voluminose. Poi rivolgendosi a me “ciao porco, ti va di chiavarmi e farmi godere come una vera puttana?” 


Io annuii con leggeri movimenti della testa e lei mi ordinò di spogliarmi, mentre mi toccava dappertutto. Le presi i capezzoli con le dita e strinsi forte fino a farla urlare e poi le detti un forte schiaffo sulla guancia sinistra da lasciarla a bocca aperta. Le infilai le dita in gola e le feci emettere grida gutturali misti a conati di vomito e la schiaffeggiai anche nella guancia destra. Poi le infilai con forza il cazzo in bocca, spingendola da dietro la testa fino a quasi soffocarla. Poi le detti degli schiaffoni ben assestati su quelle chiappone rotonde, tanto che ci rimasero i segni rossi delle mani, la misi a pecora e le infilai il pisello nella fica. La sbattei violentemente e glielo ficcai nel culo, facendola gemere di piacere. Lei si spostò e si mise a pecorina sopra alle gambe del marito, succhiandogli il pisello, mentre io la chiavavo da dietro alternando fica e buco del culo. Poi si alzò e mi chiese di sputarle addosso e in bocca e di continuare a picchiarla. Così le detti forti schiaffi sonori sulle guance paonazze e sberle e pizzicotti sulle tettone flaccide, mentre il marito si gustava la scena incitandomi a continuare. 


Anche il marito, che nel frattempo si era alzato dalla poltrona, cominciò a colpirla in faccia e nel sedere. L’avevamo messa in mezzo e la stavamo riempendo di botte, anche con un certo divertimento. Lui arrivò anche a darle un pugno nello stomaco da farla piegare in due e io, velocemente, glielo infilai ancora nel culo, sbattendola forte. La signora aveva il fiatone si accasciò sul divano esausta, mentre il marito le si era avvicinato e continuava a darle dei forti colpi sulle guance, chiamandola con appellativi dispregiativi e sputandole in faccia. Mi avvicinai e le ficcai il cazzo merdoso in bocca, mentre il marito ora le baciava le orecchie e le guance lacrimose. Poi sia avvicino alla bocca di lei leccandola e, così facendo, prese a leccare anche il mio pisello. Io capii cosa volesse, tolsi il cazzo dalla bocca di lei le lo infilai nella bocca dell’uomo che gradì e iniziò a pomparlo anche più voracemente della moglie. Lei ansimava e mi guardava implorante e io, prendendola per i capelli, le feci leccarle le palle, continuando a sputarle addosso per il disgusto. Poi tolsi il pisello dalle fauci del goloso marito e mi sedetti sul divano. Adesso i due ciucciavano con un’alternanza perfetta il mio grosso uccello, fini a farlo sborrare copiosamente. Mi ripulirono per bene e si baciarono fra loro accarezzandosi. Dopo la doccia e una flûte di ottimo champagne, Ernesto mi riaccompagnò al cancello e mi ringraziò per il servizio. Io corsi a casa a farmi una bella dormita.