Mi legavo le scarpe con un occhio sui lacci e uno sul cellulare.


L'applicazione meteo dava pioggia, forte, nel preciso momento in cui stavo per uscire.


Alzai gli occhi verso lo spicchio di cielo che si vede dalla finestra del mio appartamento al quarto piano, non era di certo la giornata migliore dell'anno ma neanche l'apocalisse metereologica prevista.


Strinsi i lacci pensando che in fondo un pò di pioggia non mi avrebbe di sicuro ammazzato e uscii, pronto a un ora di corsa dove dimenticare tutte le menate di una settimana di lavoro


Pensare solo ai muscoli che lavorano, il cuore che pompa sangue e che il meteo non ci coglie mai.


Scelsi un percorso un pò più prudente del solito, più urbano, evitando di passare da campi isolati dove non passava neanche un cane col sole, figuriamoci col diluvio.


Partii e coprii tre quarti del percorso senza alcuna difficoltà, né una goccia e con un passo che mi dava soddisfazione.


L'unica preoccupazione era l'aspetto urbano del percorso, tra auto elettriche che non si sentono e automobilisti che confondono la tangenziale per l'Autodromo di Imola.


Fu una di queste a colpirmi particolarmente.


Ero appena entrato in un parcheggio e da lontano vedevo questa macchina che aveva i fanali accesi, poi spenti, poi di nuovo accesi...


Passandogli accanto sentii il rumore tipico della macchina che non parte, con la batteria che fa i capricci.


Tirai dritto, proseguendo per la mia strada, dando un occhio per vedere se a forza di provare qualcosa si sbloccava, al momento di lasciare il parcheggio vidi che non si era sbloccato proprio niente.


Così mi fermai, tornai indietro e andai a vedere se gli sfortunati automobilisti avessero bisogno di aiuto.


Mi avvicinai, dentro c'era una coppia di ragazzi che alternavano tentativi e imprecazioni.


"Ciao, avete bisogno di una mano?"


"Ciao, non parte, forse la batteria. Si, forse si, hai la macchina qua, hai mica i cavetti"?


" Mi dispiace, sono a piedi, ero a correre...


"Cazzo... "


"Vuoi che proviamo a spingere? "


Il ragazzo annui', uscì dalla macchina e si rivolse al passeggero.


"Clara mettiti al volante, metti in folle e appena c'è un pò di velocità metti la marcia e lascia la frizione."


Clara, la ragazza che si mise alla guida si chiamava Clara, che se la avessi vista passando mi sarei fermato subito senza alcun dubbio.


L'operazione fa semplice e al secondo tentativo si mise in moto.


Salutai il ragazzo, salutai e sorrisi a Clara, mi ringraziarono e il nostro buona serata fu accompagnato da un fulmine, un tuono e un acquazzone che cominciò a cadere improvvisamente con grande intensità.


"Giusto in tempo... Scappo che sennò mi faccio il bagno"


"Sali che ti accompagniamo"


"Non importa, poi sono sudato, vi sporco la macchina"


"Dai non dire stupidaggini, sali"


Mi ritrovai in macchina, i vetri si appannarono velocemente, un pò perché ero accaldato, un pò per la pioggia esterna e la temperatura che stava scendendo rapidamente.


"Abiti vicino?"


"Si, in teoria, a piedi dieci minuti, in macchina a quest'ora con la pioggia è un delirio, se mi portate in fondo al parcheggio, alla fermata del bus aspetto li che smetta."


"E se non smette? "


"Vabbè male che vada mi bagno"


"Facciamo così... Ti accompagniamo a casa nostra. Ti asciughi, aspetti al caldo, bevi un pò d'acqua, prendi un caffè.. Insomma se non era per te facevamo serata qua a aspettare un carro attrezzi. "


Dissi di si, avevo freddo, ero stanco e morivo di sete.


I ragazzi mi fecero accomodare in bagno mi portarono una maglietta, calzini, mutande e una tuta e mi dissero che mi aspettavano per un caffè .
Mi spogliai e mi buttai sotto la doccia, uscii, mi misi i vestiti prestati dal ragazzo e cercai un sacchetto per mettere i miei panni sporchi.


Mi affaccia dal bagno e il mio chiamare ragazzi ragazzi non aveva risposta... Provai con Clara, visto che non sapevo il nome di lui.


"Si hai bisogno""


"Si Clara, scusa, avresti un sacchetto per metterci le mie cose"


Clara arrivò subito dopo con una busta di plastica, mentre me la consegnava mi guardò e disse.


"Ti stanno stretti"


"Lo so" risposi sorridendo.


Anche lei sorrise continuando a guardarmi.


"Ti stanno troppo stretti... Talmente stretti che in certi punti sembra che tu lo abbia fatto apposta per farlo vedere"


Clara sorrideva e il suo sguardo non era rivolto verso il mio viso.


In effetti erano davvero molto stretti, a peggiorare la situazione c'era una ragazza sensuale, provocante, ammiccante che mi guardava le parti basse e io di colpo mi sono trovato con un erezione evidente.


Andammo in cucina, dove prendemmo il caffè.


Clara guardò il suo ragazzo e sorridendo gli disse.


"Non avevo notato che la tuta fosse così stretta. Guardalo, è stretta strana, un pò stretta di petto, stretta sulla gambe e strettissima proprio li"


Questa frase mi fece andare di traverso il caffè, Clara continuò come nulla fosse.


"A te sta solo leggermente stretta di gambe, ma non ho mai notato nulla li, amorino.. Sei il mio amorino piccolino".


Lui ascoltava in silenzio, Clara lo guardava e insisteva.


" Guarda, piccolino, guarda, è quasi osceno, guarda, sembra nudo "


Clara dicendo queste parole allungò la mano verso il mio cazzo e lo toccò chiedendo al suo ragazzo di guardarla.


"Vedi, guarda come si vede bene e poi guarda com'è grosso"


Clara si sfiorava il cazzo dicendo al suo ragazzo quanto fosse grosso, la situazione era a dir poco assurda, poi si rivolse a me.


"Scusa, non volevo metterti in imbarazzo, è che non sono abituata, di solito è tutto ino qua."


Guardai il ragazzo che ascoltava a testa bassa, finii il caffè e dissi a Clara


"In effetti sto molto stretto"


Clara guardò il suo ragazzo e gli disse


"Amorino non hai nulla di più comodo? Certo che no, che te ne faresti, che figure mi fai fare, si ferma la macchina, troviamo un bravo ragazzo che ci aiuta e lo facciamo soffrire in vestiti da .. non si fa così."


Clara si avvicinò a me e mi abbassò la tuta e subito dopo mi sfilò le mutande, rimasi fermo, immobile e lei cominciò a succhiarmi.


Il suo ragazzo mi guardava, immobile, seduto al tavolo dove aveva servito il caffè, non vedevo le sue mani, sul momento ero troppo preso da Clara in col mio cazzo in bocca per accorgermi che si stava toccando.


Misi le mie mani attorno al viso di Clara, lo portai davanti al mio e le parlai


"Ti piacciono i cazzi grossi e al tuo ragazzo piace guardare, vero? A me piacciono le belle ragazze, ma le voglio nude mentre mi fanno i pompini... Spogliati"


Clara non esitò un momento e in un attimo fu nuda davanti a me.


Aveva un corpo perfetto, due tette meravigliose, un culo alto e sodo e gambe affusolate.


"Ora puoi succhiarmi il cazzo"


Clara riprese da dove aveva lasciato, ogni volta che si allontanava con la bocca le mettevo una mano dietro la testa per spingerla a succhiare più a fondo.


Il suo ragazzo ci guardava.


"Portami il caffè, amorino"


Stavo bevendo il caffè con una figa meravigliosa in ginocchio che mi faceva un pompino e il suo ragazzo che ci guardava eccitato.


Anche Clara era eccitata, le sue mani correvano lungo le sue cosce e tra le sue gambe, la feci alzare di nuovo, abbassai una mano verso la sua figa e la trovai bagnatissima.


"Girati, vuoi essere scopata davvero? Girati"


Clara si girò e si appoggiò al tavolo, entrai dentro di lei con un colpo secco che spostò il tavolino in avanti.


Tiro' un urlo di piacere e io continuai a affondare con dei colpo forti, entrando con violenza, spostandola in avanti, uscendo quasi completamente e rientrando di colpo.


Ogni volta lei urlava e il suo ragazzo la guardava con le mani nei pantaloni.


Avevo voglia di farla godere, di farla urlare, smisi di alternare colpi secchi e cominciai a scoparla con intensità.


Clara urlava e il suo piacere le colava lungo le gambe.


Smisi di scoparla a pecorina per guardarla negli occhi mentre godeva, volevo vedere la sua faccia mentre veniva, i suoi occhi durante l'orgasmo.


La misi davanti a me, le sollevai le gambe con le mani e entrai di nuovo, ma stavolta senza pause, profondo, intenso e continuo.


Chiamai il suo ragazzo, gli dissi di venire accanto a me così poteva vedere che faccia fa la sua ragazza quando viene.


A sentire quelle parole Clara urlò ancora più forte e cominciò a incitarmi.


"Dai, dai, spingi, cazzo, spingi"


Vidi Clara che buttò la testa indietro e tirò un urlo, sentii la sua figa contrarsi intorno al mio cazzo e la lasciai godere fino in fondo il suo orgasmo continuando a scoparla sul tavolino.


Poi uscii, le ordinai di inginocchiarsi e di ricominciare a succhiarmi, accanto a me il suo ragazzo si toccava senza pudore e venne sul pavimento.


Clara cominciò a succhiarmi le palle menandomi il cazzo con entrambe le mani , sentii il piacere che saliva e mentre stavo venendo glielo misi in bocca, dicendole di continuare, ancora, ancora..


Clara lasciò il mio cazzo dopo aver bevuto ogni singola goccia del mio sperma, la lasciai in ginocchio, nuda, che mi guardava, mentre mi mettevo quella tuta troppo stretta.


La tuta del suo ragazzo, che stava li, fermo, senza dire nulla e anche io, senza dire nulla, recuperai il mio sacchetto e andai via.