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Federica da quel giorno non aveva più privacy: potevo leggere i suoi messaggi privati su Facebook, vedere cosa scriveva su WhatsApp e su Telegram, vedere dove si spostava cosa faceva durante il giorno, non c’era nulla di lei che io non potessi controllare.


La sua situazione finanziaria continuava a peggiorare e di tanto in tanto continuava a chiedermi prestiti per poter uscire ogni tanto con le amiche, soprattutto quando si avvicinano compleanni o ricorrenze particolari, cifre per me irrisorie ma che per lei erano elevate non potendomele restituire e quindi il suo vincolo di schiavitù aumentava di giorno in giorno e non mi serviva neanche pretendere interessi usurai dato che lei era completamente impossibilitata di restituirmi i soldi che le avevo prestato e il rischio di vedere le sue foto nel mio blog era troppo elevato per ribellarsi.


Il giorno del mio compleanno la sottoposi alla prima sessione Bdsm della sua vita. Sapevo che non aveva mai avuto rapporti anali con i suoi fidanzati, era un tipo di rapporto che non aveva mai avuto e verso cui aveva sempre nutrito molta paura; quindi, come suggello della sua schiavitù mi sarei appropriato della verginità del suo ano.


Il tardo pomeriggio sera la portai a bere l’aperitivo in una nota terrazza di un grande albergo di Riccione. Federica era vestita con l’abitino che le avevo regalato per l’occasione e che l’aveva messa in sensibile imbarazzo: si trattava di un abito corto nero scollato e legato al collo con laccetto che metteva bene in risalto le grosse mammelle di Federica, dato che sotto il vestito non portava il reggiseno quindi le tette ballavano sensibilmente provocandole una profonda vergogna.


Come slip invece portava un minuscolo tanga rosso che stava sotto il vestito


Una volta seduti dissi:” Allarga le gambe!”


Federica esitò un attimo, ma capì subito di non avere scelta e disse.” Va bene, lo faccio subito.”


Chiamai allora il cameriere e dissi:” Un Americano e uno spritz con campari.”


Federica si sentì terribilmente imbarazzata dal fatto che il cameriere vedeva che aveva la gonna alzata e le gambe aperte, anche se probabilmente era abituato a vedere questi spettacoli di quel tipo in un famoso locale della riviera romagnola.


Le dissi:” Togliti le mutandine”


Federica era visibilmente imbarazzata, non riuscì a trovare il coraggio per farlo e mi fissò negli occhi.


“Togliti le mutandine” dissi con più forza


Federica allora si tolse il minuscolo tanga rosso da sotto il vestito, fino a tenerlo in mano.


“Metti le mutandine sopra il tavolo!” le dissi


Federica rispose “Va bene” Molto lentamente mise le mutandine sopra il tavolo.


Le dissi “allarga le cosce, metti un dito dentro la figa e fammi sentire l’odore”


Federica disse “va bene”. Mise il dito dentro la sua fighetta e mi fece sentire l’odore, era chiaramente impregnato dei suoi umori, era terribilmente eccitata.


Le dissi allora” Mostrami le tette”


Federica abbassò il vestito fino a scoprire le sue grosse mammelle, ma per infierire di più chiamai il cameriere e gli dissi “ ti piacciono le tette di questa cagna?”


“Sono bellissime!” rispose lui


“E come fai a dirlo! Toccagli le tette e poi dai un giudizio” gli dissi, con una Federica sensibilmente imbarazzata e che ormai aveva capito di essere solo una bambola di pezza nelle mie mani il cui unico scopo della vita era soddisfare il mio piacere.


Decisi però che non mi bastava e volli infierire ancora di più e dissi al cameriere “sei timido tocca in modo più energico!”


il ragazzo allora palpò le tette più energicamente e Federica si eccitò visibilmente dando spettacolo e i suoi capezzoli diventarono dritti.


La vergogna per quella che era stata una brava ragazza di mostrarsi così davanti a tutti con i capezzoli visibilmente dritti ed eccitati fu tremenda.


“Ora rivestiti e possiamo tornare in camera” le dissi.


Una volta arrivati in camera le ordinai di seguirmi in bagno e le ordinai di indirizzare il mio cazzo contro il water che doveva fare pipì, cosa che fece immediatamente.


Una volta finito di pisciare le ordinai di prendere il mio cazzo in bocca e di pulirlo bene dalla pipì. Per Federica fu una prova tremenda, mentre lo faceva le veniva quasi da vomitare, ma cercava di trattenersi in tutti i modi. Dopo qualche minuto che la ebbi sottoposta a questo supplizio dissi “può bastare” e la portai in camera da letto.


Per prima cosa le dissi “Spogliati devi essere punita per non aver mostrato piacere nell’assaggiare la sacra pipì del tuo padrone”


Presi un pezzo di legno in bambù e cominciai a frustare il soffice culetto di Federica che sentiva un dolore tremendo dato sia dal bambù, che dal fatto che era la prima volta che veniva frustata. Per più volte piangendo mi implorava di smettere, ma continuai finché le sue grida di dolore non furono veramente lancinanti.


Decisi poi di occuparmi delle grosse tette di Federica, avevano anche dei capezzoli molto grossi, quindi molto adatti a essere torturati. Presi delle mollette, ne misi due sui capezzoli tra le grida di dolore di Federica per accentuare il quale le muovevo con le dita. Questo però non mi bastava e misi altre quattro mollette sulle tette di Federica che urlava sempre più forte per il dolore. Decisi allora di metterle un bavaglio per evitare il rischio che ci sentissero nelle camere accanto.


Si avvicinò allora il momento clou della serata quello in cui avrei tolto la verginità anale a Federica: avevo deciso di non avere pietà non le avrei lubrificato l’ano in nessuna maniera doveva provare il dolore più grande possibile.


“Vedrai ti farà male, ma goderei come una pazza” le dissi ridacchiando


In un colpo solo glielo affondai tutto e cominciai a sbatterla violentemente. Lei urlò con tutto il fiato che aveva in gola, ma non mi sarei fermato per nessun motivo al mondo. Il grido era diventato un lamento che si acuiva ogni volta che affondavo. La girai, mi sedetti sulle sue tette, le strinsi il naso costringendola ad aprire la bocca e le misi il cazzo in bocca. Era inesperta ed era affannata a respirare, a tenere il mio cazzo in bocca. Le presi la testa tra le mani per darle il ritmo fino a che eiaculai nella sua bocca.


Decisi però che non mi sarebbe bastato, presi un grosso dildo con un diametro spaventoso e lo misi nel suo culo, per fortuna le avevo messo il bavaglio, altrimenti le grida di dolore si sarebbero sentite a un chilometro di stanza.


Quando tolsi il dildo dal suo culo Federica cascò tramortita giù dal letto, l’avevo completamente distrutta.


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