Cerco di guardarlo in faccia mentre gli propongo la cosa. "Oh ciao, ciao Eric...certo mi farebbe piacere, oggi poi non ho niente in programma..." "Perfetto, allora ci vediamo alla fine delle lezioni giù in cortile e poi pranziamo fuori!" "Sì oppure, se non ti dispiace venire da me, sono un ottimo cuoco! Abito a neanche cinque minuti dalla scuola, davanti alle palestre comunali". Ed eccomi qui, fantasticando sulla scottante giornata che mi attende dopo le lezioni. Oggi finisco piuttosto tardi, riuscirò ad essere da lui per le due e mezza e non prima. Dice di essere un buon cuoco, ma a chi importa? Già tanto sarà se riuscirò a nascondere l'erezione appena lo vedrò entrando! Comunque, i miei compagni impiccioni continuano a chiedermi quando vedranno la mia sexy fidanzata (o meglio, quando potranno vederle le tette, anche in foto) e stavo pensando di pagare una ragazza tra le amiche di mia sorella per farli smettere, è piuttosto imbarazzante. 


Mancano solo dieci minuti al suono dell'ultima campanella e devo cercare di contenermi o sarà difficile anche solo camminare, con le tre gambe che mi ritroverei. Solitamente faccio la strada con gli altri verso casa, ma ho detto loro che dovevo vedermi con la mia bella e non hanno insisito di seguirmi più di tanto. Arrivato davanti casa di Ide, leggo solo il nome suo e di suo padre sul campanello: ho già trovato il primo elemento di conversazione per allegerire la (mia) tensione (imminente erezione). Abita al quarto piano e l'ascensore non aiuta a contenere il mio amico ai piani bassi. Prima di scendere tiro un respiro più che profondo e vado verso la porta: l'apre con addosso una delle solite felpe strette del cazzo, sopra un grembiule altrettanto stretto (che non mi aiuta), pantaloncini hawaiani corti ed infradito ai piedi. "Ciao Eric, prego entra sto preparando dei ravioli ripieni, spero siano di tuo gradimento perchè non so fare altro!" "Ma come, amico? Non mi avevi detto che eri un ottimo cuoco? Haha" "Si dicono tante cose pur di scopare!", sussurra al mio orecchio dopo che ha chiuso la porta dietro di me con delicatezza e dopo che mi son girato con gli occhi fuori dalle orbite. "Credi che non ti abbia visto spiarci al parco, Eric?", continua sussurrando mentre sono immobile guardandolo slacciarsi quel grembiule di dosso, lentament tirando un filo poi l'altro, abbassando lo sguardo verso il mio cazzo (ormai palesemente durissimo) con un ghigno in faccia, prima di saltarmi addosso, ritrovandomi contro il muro e ansimante.