Riprendo a raccontare la mia storia di Cuckold .... nato.


L’avventura ebbe una coda durante le vacanze di Natale Capodanno 1976, quando Victor venne in Italia per una regata invernale e venne a trovarci. Si trattenne una settimana dopo la fine della regata e ovviamente Stefania andò a trovarlo in albergo due sere di seguito da sola, io sapevo che lei era con lui e mi martoriavo mentalmente e fisicamente (masturbandomi in modo quasi ossessivo, tre, quattro, cinque volte). Allora stavo ancora in casa con i miei e lei con i suoi, per cui per due giorni non la vidi proprio. Una sensazione talmente forte che a ripensarci ancora oggi mi si stringe la gola e mi si rizza il cazzo. La terza sera su mia richiesta insistente mi permisero di unirmi a loro, ma a quel punto lui non volle che partecipassi, la scopò, la riempì di sborra e poi me la lasciò a me. Anche io la montai e, come sempre in queste occasioni venni in pochi minuti. Ripartendo il giorno dopo Victor ci propose di andare con lui in barca l’estate successiva. Ci disse anche che a fine estate avrebbe portato una grossa barca a vela dai cantieri Finlandesi ai Caraibi attraversando l'Atlantico sulla rotta degli Alisei. La cosa sarebbe stata stupenda, gli dicemmo che avremmo tentato di andare con lui e gli avremmo scritto, ma ci saremmo anche sentiti per telefono prima dell'estate. A quei tempi non c’erano e-mail e cellulari, ci scrivevamo lettere con la penna e si chiudevano in una busta, si affrancavano e si imbucavano in una di quelle cassette rosse della posta che si trovano ancora, ormai scolorite e raramente nelle città.


Avevamo iniziato ambedue l’Università, io ingegneria, lei Scienza Naturali, voleva studiare biologia marina. Quello che era successo non aveva incrinato minimamente il nostro rapporto. Nessuno sapeva nulla delle nostre scappatelle estive e tutti ci consideravano una coppia di ferro ormai. Avevamo molti amici e nel tempo libero ci divertivamo. Anche quando eravamo soli insieme andava benissimo e scopavamo appassionatamente anche rievocando i ricordi delle nostre porcate. A volte lei mi diceva cose che mi facevano andare oltre il limite molto rapidamente, come quando una volta mentre la stavo leccando mi disse di pulirla da tutta la sborra di Victor ed io non riuscii neppure a risalire e metterglielo dentro che venni copiosamente ancora fuori della fica. Insomma le cose andavano piuttosto bene, anche se gli studi languivano. 


Fu di nuovo la nostra passione per il mare e la vela che ci fece fare un passo ulteriore nel campo della trasgressione. Un amico di famiglia di Stefania, Francesco, con la moglie Roberta avevano uno Swann 38 di seconda mano, già un po’ malandato, che tenevano in un cantiere nel nuovo Porto di Cala Galera all’Argentario. Lui le chiese se con me potevamo occuparci, per un giusto compenso, dei lavori di manutenzione invernali e di rimetterlo in condizione di navigare senza problemi. Ci avrebbero dato accesso alla loro casa al mare in inverno e primavera e noi avremmo potuto stare lì nei periodi necessari per seguire i lavori che, purtroppo, sulle barche, soprattutto quelle in legno, sono costosi e piuttosto impegnativi.


Molti lavoretti potevamo farli noi due che avevamo sviluppato una certa manualità ed esperienza e potevamo contare sull’aiuto e soprattutto l’insegnamento dei miei amici del luogo. Ne avevo molti visto che andavo da quelle parti dai tempi della mia infanzia e diversi fra di loro lavoravano sulle barche e non mancavano di darci indicazioni, consigli e aiuti concreti quando avevamo un problema. Il tutto in un’atmosfera molto rilassata e amichevole, direi conviviale. Serate piacevoli e giornate di lavoro, ma altrettanto piacevoli. Anche se i nostri genitori erano parecchio inquieti per il fatto che trascuravamo gli studi per noi fu un periodo di nuove esperienze e anche di apprendimento.


Stefania trovò anche qualche imbarco su barche da regata perché era piuttosto brava in diversi ruoli, aveva intuito e facilmente poteva sostituire anche il timoniere. Io non ho mai amato le regate e l’atmosfera isterica da competizione che si respira durante le gare che trovavo, e trovo, totalmente in contraddizione con la natura della vela. Dopo diverse settimane di viaggi su e giù per fare lavori durante il fine settimana, per le vacanze di Pasqua del 1977 ci trasferimmo all’Argentario e ci restammo fino alla fine di giugno.


Tutto tempo impegnato a concludere i lavori sulla barca che sarebbe stata pronta per i primi di luglio in modo che i padroni potessero fare una crociera nelle isole dell’arcipelago. Fu un tour de force perché le cose da sistemare erano molte ma a metà giugno la barca era pronta e in mare e l’ultimo fine settimana di maggio Francesco e Roberta vennero giù per fare la prima uscita di prova. Rimasero entusiasti e ci pagarono generosamente, ricordo che ci dettero allora qualcosa come settecentomila lire per ciascuno, una cifra che non avevamo mai visto e che molti lavoratori non vedevano spesso. Del resto i soldi non gli mancavano, lui aveva uno studio di Notaio avviato dal padre e lei faceva la commercialista in proprio. Uscimmo in barca con loro per illustrargli le caratteristiche della barca che conoscevano meno di noi pur avendola usata l’estate precedente.


Lui era un quarantenne alto distinto leggermente brizzolato in ottima forma fisica e lei, trentaduenne, una donna solare minuta bionda occhi verdi molto carina. La sera in porto ci invitarono ad un ristorante e poi a casa loro. Il vino bianco con cui avevamo annaffiato l’ottima cena di pesce ci aveva messo in un’atmosfera molto rilassata. Nel loro soggiorno affacciato sulla baia del porto bevemmo ancora qualcosa. Lui aveva apertamente flirtato con Stefania tutta la sera, mentre la moglie senza mostrare alcuna gelosia lo guardava con uno sguardo divertito. Io ero piuttosto perplesso, mentre Stefania sembrava piuttosto distratta nei miei confronti e, come si dice? Affascinata, quasi ipnotizzata da lui e scossa dal comportamento di lei che non sembrava assolutamente turbata dal comportamento da seduttore di lui. Al contrario guardava sia il marito che Stefania con un sorriso enigmatico e, a tratti un po’ torbido. Era eccitata. In un momento in cui fummo soli, Stefania mi disse che al ristorante lui le aveva accarezzato una coscia sotto il tavolo mentre guardava la moglie che, a sua volta, guardava lei sorridendo. Io non mi ero accorto di nulla. Eravamo usciti sulla terrazza e Stefania aggiunse:


-         Sai, con Roberta mi sono aperta le ho un po’ raccontato delle nostre peripezie.


-         Ah, dissi io, quindi sa che sono cornuto del francese


-         Si, diciamo così.


-         E che te sei troia.


-         Mmm si più o meno, tanto è troia allo stesso modo anche lei.


-         Ah, così?


-         Si così, Solo che lei si scopa anche le donne.


-         Lesbica?


-         Boh, bisessuale visto che va anche con gli uomini.


-         Ti eccita?


-         Si.


-         Non mi avevi mai detto di avere tendenze ….


-         Ognuno ha il suo angolo segreto, l’ha detto qualcuno.


-         Si l'ha detto qualcuno, ma non mi ricordo chi, quindi non ti dispiacciono le donne?


-         Dipende …


-         Roberta ti piace?


-         Si


-          ….. e che facciamo?


-         Niente, lasciamoci guidare da loro che hanno esperienza.


Fummo raggiunti sulla terrazza, Francesco che cingeva le spalle a Roberta. Sciolsero l’abbraccio e si avvicinarono a noi. Roberta si mise davanti a Stefania e le disse sorridendo che era un fiore, con quel sorriso enigmatico. Si volse verso di me e mi chiese:


-         Posso dare un bacio alla tua fidanzata? Se lei vuole.


Stefania dava le spalle alla baia appoggiata alla balaustra della terrazza. Si fronteggiavano. Roberta era alta quando Stefania ma di lei più minuta, magra, quasi senza tette. La mia ragazza aveva gli occhi fissi su Roberta che prese l’iniziativa, le mise le mani sui fianchi e si avvicinò a lei lentamente e senza mosse brusche, avvicinò la bocca al collo e le dette un bacio. Vidi Stefania chiudere gli occhi scossa da un leggero brivido, l’altra continuò, leccandole un orecchio e poi girando leggermente il collo, arrivare sulla bocca semiaperta con la sua. Un bacio leggero, appena sfiorato, una carezza fatta con le labbra sulle labbra di lei. Stefania restava passiva, totalmente abbandonata all’approccio dell’amica. Io ero già eccitatissimo, mi voltai verso Francesco che mi sorrise ammiccando alle due come per dirmi, lasciale fare, vediamo che succede.


Lasciando una mano su un fianco Roberta risalì con l’altra verso la nuca di Stefania e se la avvicinò iniziando un bacio più profondo, evidentemente mettendole la lingua in bocca, alla risposta di Stefania che le si strinse abbracciandola al collo, Roberta fece un sospiro soffocato, quasi un grugnito in effetti, e la baciò con passione mentre Stefania iniziava a mugolare. Tenendole la testa fermamente Roberta lasciò il fianco le risalì verso il seno sinistro per carezzarlo mentre continuava a baciarla. Stefania era già chiaramente partita. Roberta la toccava dappertutto e Stefania mugolava senza ritegno.


-         Andiamo dentro, disse Roberta sciogliendo l’abbraccio e prendendola per la mano


Stefania la seguì senza dire nulla, io e Francesco le seguimmo, Francesco mi sussurrò "stasera ci divertiamo". Roberta guidò Stefania verso il divano in mezzo al soggiorno, restando in piedi le sfilò la maglietta estiva, e le guardò le tette accarezzandole, poi si chinò a succhiare un capezzolo, poi l’altro e commentò:


-         Quello sinistro è più sensibile eh?


Stefania era travolta, non rispose nulla, presto anche gli shorts calarono alle caviglie e lei ne saltò fuori, restava con le sole mutandine, in piedi davanti alla sua seduttrice. Forse un po’ imbarazzata dalla nostra presenza, forse semplicemente … travolta, appunto. Roberta le mise la mano fra le cosce e carezzo la fica al di sopra del tessuto delle mutandine.


-         Non bagnare le mutandine, disse, levatele.


Stefania se le tolse.


-         Obbediente la bambina, disse Roberta rivolgendosi a me e al marito.


A quel punto sempre restando in piedi, le mise la mano sulla fica e con il medio separò le labbra per sentire l’umido della fessura.


-         Dio, questa ragazza è fradicia, non reggo più.


La spinse sul divano, con una certa urgenza, le si inginocchiò davanti, infilò le braccia sotto le cosce la tirò verso di se esponendo la fica alla sua vista, la guardò per qualche secondo e poi con un altro grugnito affondò la faccia fra le cosce divaricate. Stefania fece un gridolino, l’altra iniziò a succhiare e leccare ormai in preda ad un vero istinto predatorio. Francesco ed io ci sedemmo ognuno su una delle due poltrone che fronteggiavano il divano. Lui guardando la scena si tirò fuori il cazzo e iniziò a carezzarselo. Non era perfettamente eretto, ma presto lo fu. Io esitavo. Dopo pochi minuti di trattamento Stefania venne vocalizzando rumorosamente. Mentre Roberta continuava a mangiarla senza tregua tenendole le mani sotto il culo. Quando le onde dell’orgasmo si calmarono, e Stefania rimase ansimando ad occhi chiusi completamente abbandonata, Roberta si alzò e si spogliò rapidamente, poi si accomodò accanto a Stefania traendola a se, quasi coccolandola, Stefania le rivolse la faccia e si baciarono di nuovo.


-         Sai di me, disse Stefania


-         Mmm, fece Roberta, vorrei che tu sapessi di me al più presto


Stefania scivolò in ginocchio sul pavimento fra le cosce di Roberta, ma lei la fermò, tolse i cuscini dello schienale liberando lo spazio sulla seduta e li si sdraiò a cosce divaricate attraendo Stefania verso di lei. Stefania le salì sopra leccandole e baciandole le tette, poi la bocca, poi scese verso il basso, lei le carezzava la testa, nel prendere posto fra le cosce della donna Stefania alzò il culo verso l’alto, una mossa che, probabilmente Roberta aveva studiato di farle fare perché, mentre l’altra iniziava a dedicarsi al cunnilingum, Roberta girò la testa e guardando il marito indicò il culo esposto della sua giovane preda e fece un cenno inconfondibile che voleva dire: approfittane. Lui, senza che io me ne accorgessi si era spogliato completamente e aveva una splendida erezione in vista. Si alzò andò dietro a Stefania inginocchiadosi e poi rivoltò a me disse:


-         Goditi lo spettacolo, non capita tutti i giorni.


Si prese il cazzo con la mano, in quel momento mi resi conto, stranamente, che era mancino, perché mi dava il fianco destro, come Stefania, e dalla mia posizione, senza la copertura del braccio e della mano, vidi tutta la scena del cazzo di questo uomo maturo, un cazzo anche di una bella dimensione e ben formato, che lui fece passare ripetutamente nella spacca di lei. Quando lo sentì, Stefania smise di leccare un momento, emettendo un gridolino, poi mentre quello continuava a lavorarla, riprese a soddisfare l’amica. Roberta si era tirata un po’ su appoggiandosi al bracciolo del divano in modo da vedere quello che le succedeva davanti. Ogni tanto si rivolgeva anche verso di me con un sorriso che era un misto di torbida libidine e di dolcezza. Francesco alla fine iniziò a penetrare Stefania. Vidi così la mia fidanzatina che leccava e succhiava la fica ad una donna mentre il marito di lei la scopava a pecorina. Ero ancora vestito, totalmente ipnotizzato dalla scena, non mi ero reso conto delle mie sensazioni corporee. Me ne resi conto per la dolorosa erezione e per la ristrettezza degli indumenti che cercavano di contenerla. Mi spogliai senza togliere gli occhi dal terzetto.


            Dopo un inizio molto delicato Francesco era salito di intensità e adesso affondava con una certa frequenza e violenza nella fica di Stefania che, ad ogni affondo, aveva la bocca schiacciata sulla fica di Roberta. Roberta venne una prima volta gridando, poi tenendole la testa continuò a godere. Era una di quelle donne che possono galleggiare quasi in continuo su un orgasmo, raggiungendo punte successive. Francesco pompava a pieno ritmo ora, mentre la moglie godeva senza remore. Ad un certo punto, rapidamente, i due si guardarono, l’uomo sfilò il cazzo dalla fica di Stefania, Roberta rapidamente si alzò e, sollevando la gamba della mia fidanzata si infilò sotto di lei in posizione di 69, offrendole di nuovo la fica, ma in posizione invertita. Francesco penetrò di nuovo Stefania e riprese a scoparla senza tregua. Stefania venne soffocando il suo grido nella fica dell’amica, la quale a sua volta leccava tutto quello che le passava davanti, la fica della ragazza, l’asta e le palle del marito. Il culmine si avvicinava, in un mucchio di carne pulsante, Francesco iniziò ad emettere un suono prolungato mentre accelerava i colpi, alla fine fece un vero e proprio urlo gutturale mentre scaricava la sborra nel profondo della fica della mia fidanzata, continuarono a muoversi lentamente mentre il piacere di lui si acquietava. Io mi ero alzato con il cazzo in mano e vedevo la scena da vicino, praticamente ero vicino alla spalla destra di lui. Lui iniziò a ritrarre l’asta e quando l’ebbe estratta il primo fiotto di sperma che usci dalla fica spalancata di Stefania, finì sulla lingua protesa della moglie. Lei mi guardò da li sotto e mi disse:


-         Vieni goditela anche tu.


Francesco mi fece posto, io mi abbassai e baciai la bocca di lei che sapeva dei fluidi di lui e della mia fidanzata, dalla cui fica continuava a colare sperma che le nostre bocche si scambiavano e condividevano in un bacio osceno e al tempo stesso dolcissimo. Mi inginocchiai sul divano al posto che aveva occupato Francesco e presa Stefania per i fianchi la penetrai senza indugi, iniziai a scoparla come un forsennato emettendo suoni inarticolati, sentivo la lingua e la bocca di Roberta che lavorava la sotto dedicandosi di nuovo a tutto quello che le passava davanti. Penso che la cosa durò molto poco, probabilmente pochi minuti prima che venissi rumorosamente riempiendo a mia volta Stefania. Quando mi ritrassi Roberta prese la seconda dose di sperma, il mio, che si affrettò a condividere, questa volta, con Stefania che sciolta dal 69 si era rovescaita supina e sfinita sul divano. Mentre le due si davano lo stesso bacio osceno e dolce che avevo scambiato prima con Roberta, mi avvicinai e gli detti anche il mio cazzo da succhiare e ripulire. Poi come aveva fatto Francesco, cascai a sedere sulla poltrona. Il respiro di tutti andò tranquillizzandosi.


            Saltando su con inattesa energia e con una risatina argentina Roberta disse:


-         Ora sento il bisogno di bere qualcosa …. di diverso.


E andò sculettando verso la cucina.


(continua)