Dai, raccontaci di loro, dei vostri giochi! Mi piace capire come sei diventata la ragazza splendida che ora sei!" Disse Fiorella, prendendo la ragazza per mano ed accompagnandola sul divano del salone.


"Mi piace parlarne con voi, perché so che non mi giudicate. Mi sento libera e voglio raccontarvi quello che è successo. Ma sapete una cosa? E' la prima volta che ne parlo fuori dall'ambiente famigliare!"


"Vuoi dire che i tuoi genitori lo sanno?" Chiese Samuele, che si era seduto accanto a lei, sul grande divano.


"Eh, lo hanno scoperto...appena fatto!"


"E cosa hanno detto? Dai, racconta!!!" Disse ancora Fiorella.


"Beh, comincio daccapo. Era un weekend di luglio di due anni fa. Eravamo tutti nella nostra casa al mare. Dovete sapere che la mamma e papà hanno ereditato una grande casa in un'isola delle Eolie. Una casa deliziosa, tipo quelle dei villaggi dei pescatori, con un grande cortile, sette stanze da letto, una enorme cucina e un grandissimo salone. Insomma, una casa adatta ad ospitare una di quelle vecchie famiglie meridionali, con tanti figli e nipoti. E noi abbiamo iniziato ad andarci fin da quando ero piccola, per le vacanze estive. Sono figlia unica, per cui tutte le attenzioni erano per me ed io me la spassavo alla grande. Negli anni avevo conosciuto dei ragazzi che trascorrevano le loro vacanze in paese, ed avevamo fatto amicizia, tanto da formare una compagnia di coetanei. Con loro, appena svegli al mattino, ci incontravamo nel nostro cortile, e programmavamo le giornate, dopo esserci seduti tutti intorno alla grande tavola di legno che si trovava sotto il porticato. Poi si partiva per le spiagge, per andare verso l'interno dell'isola o per salire sul vulcano che brontolava giorno e notte imponendo la sua presenza.


Quando poi i miei si sono separati, andavo a fare una doppia vacanza. Prima con uno e poi con l'altro dei genitori, e naturalmente con le loro famiglie acquisite. Alberto e Lucio sono un po' più grandi di me, avevano già diciannove e venti anni, mentre io ero ancora diciottenne. Con quella casa enorme, non mancavano le stanze, per cui eravamo ben divisi. Nella prima camera, quella grande, i genitori. Poi c'era la stanza di Alberto, con la sua scrivania e i suoi libri. E' uno che ha studiato tanto, e adesso è universitario. Più avanti, la stanza di Lucio. Era molto spartana, con il letto, il comodino e soltanto un tavolino con la sedia.


Ancora più avanti c'era la stanza di Omar, il piccolo della famiglia, che ha due anni meno di me, e le ultime due stanze, una di fronte all'altra, erano occupate da Lara e da me. Una stanza, davanti a quella dei genitori, era vuota ed era adibita a guardaroba. Un inferno dove tutti buttavano le cose sporche e le ritiravano pulite.


Ad aiutare la mamma, c'era una anziana signora residente sull'isola. Croce, la chiamavamo, ma sapevamo che il suo nome vero era Crocifissa, un nome che si usa molto da quelle parti.


Croce era stata la nostra tata, prima la mia, poi quella di tutti gli altri. Una seconda mamma, o meglio una nonna, sempre attenta ai nostri bisogni, si preoccupava che mangiassimo tutto ciò che ci preparava, e vi garantisco che non era affatto faticoso: cucinava in modo stupendo!"


Guardavo Ambra mentre raccontava la sua vita, e mi piaceva quello sguardo vivace che si posava ora su uno ora sull'altro di noi. Fiorella era ammaliata da tanta passione e perfino Samuele, che di solito era molto tiepido, si stava entusiasmando a quelle parole.


"Due anni fa, accadde una cosa che cambiò la nostra vacanza. Il nonno Arthur, papà della mamma, si era improvvisamente ammalato e la nonna Bice aveva chiamato i figli per aiutarla ad accudire il nonno. Noi eravamo sull'isola già da qualche tempo, e per la prima volta la mamma si dovette allontanare, lasciandoci soli con la tata. Giorgio era rimasto ancora in città e ci avrebbe raggiunto soltanto dopo Ferragosto. Fu così che in quella immensa casa, restammo soli per una settimana. C'era Lara, che si ritirava presto nella sua stanza per chiacchierare al telefono con il suo moroso, Alberto impegnatissimo a leggere i suoi libri, Omar che passava tutta la giornata sugli scogli con i suoi amici, a pescare ricci e ributtarli in mare. Infine c'era Lucio, sempre molto serio e tutto preso ad adorare se stesso. E' bello, molto bello, con un fisico non troppo muscoloso, ma con un sorriso che ha sempre fatto impazzire le ragazze.


Il nostro rapporto era (ed è ancora) molto cortese, senza che nessuno dei due si impicci dei fatti dell'altro. Io avevo degli amorucci estivi e lui le sue cotte. Entravamo ed uscivamo da casa in orari differenti, ci vedevamo tutti insieme soltanto per mangiare a tavola, quando Croce preparava il grande tavolo con tutto ciò che era riuscita a produrre.


Nella casa c'erano due bagni, uno - chiamato padronale - era quello usato dai genitori, con una grande vasca da bagno, un piatto-doccia e due lavabi affiancati. L'altro era in fondo al corridoio, prima delle nostre stanze. Era più piccolo, con una bella doccia molto spaziosa. Quello, per definizione, era "il bagno delle ragazze". Assolutamente proibito ai maschi perché, come di consueto, non alzavano mai la tavoletta del wc quando facevano pipì e lasciavano evidenti tracce del loro passaggio. Solo in casi eccezionali, quando il bagno padronale era occupato dai genitori ed i maschi avevano fretta, si annunciavano nel corridoio e chiedevano di poter entrare nel bagno delle ragazze.


La mamma era partita già da due giorni e noi eravamo immersi nella nostra vita spensierata, tra spiaggia, nuotate e giochi con i nostri amici. Un pomeriggio dovetti rientrare perché mi ero dimenticata le pinne a casa, e senza preoccuparmi di nulla, entrai in casa e percorsi tutto il corridoio fino alla mia camera. Mi tolsi il costume bagnato e sentendo che la doccia del mio bagno stava funzionando, senza preoccuparmene, entrai in bagno convinta di trovare mia sorella Lara. Chiusi la porta alle mie spalle e mi avvicinai al lavandino per sciacquarmi il viso. La stanza era piena di vapore ed a fatica si vedeva la sagoma nel box doccia.


Sedetti sul bidet per lavarmi dalla sabbia, prima di rimettere il costume ed in quel momento, si aprì il box e ne uscì velocemente Lucio, con gli occhi chiusi dall'asciugamano con il quale si stava strofinando i capelli.


Rimasi ammutolita a guardarlo. Ero seduta, con le gambe aperte, la topina bene in vista, e lui era proprio a un passo da me, con un'erezione molto evidente. Il suo corpo bellissimo non poteva che possedere uno scettro di quelle misure. Non feci in tempo a dire "Ehi!" che, abbassato l'asciugamano, Lucio mi vide e rimase a bocca aperta.


"Scusa... non sapevo che tu fossi qui!" Gli dissi, mentre lui stava accennando lo stesso discorso.


"Ma lo sai che sei una gran bella figa?" Mi disse Lucio, lasciandosi andare.


"Cosa vuoi, ragazzino? Metti via quel fucile, che qui non c'è nessuno da colpire!" Gli dissi ridendo.


"Dici questo?" Continuò lui, prendendo in mano l'uccello. "Perché, non ti piace?" Insomma, continuava ad avvicinarsi a me. Mi sembrava quasi di sentire già il calore del suo corpo. Il suo pisello era ormai vicino alla mia faccia, più duro che mai.


"Vedi altri fucili, nei dintorni?"


"No, non ne vedo. Ma quello che vedo non è poi quel granché!" Gli risposi sprezzante.


"Forse adesso non è così grande come al solito, sei mia sorella, come ci si può eccitare con la propria sorellina?" Disse cercando di provocarmi.


"Hai ragione, forse non è poi così interessante da perderci del tempo. Vai in camera tua, che io devo finire." Gli intimai.


"Ma perchè non vuoi provare a farlo diventare più grande?" Mi disse ancora mentre ormai il suo uccello stava sfiorando le mie labbra.


"Ci vorrebbe un miracolo, per allungarlo!" Risposi fintamente sprezzante.


"Ci vorrebbe la tua linguetta, perché non provi?" E detto questo appoggiò senza esitare la punta del suo pisello sulle mie labbra, che si schiusero senza che nemmeno me ne accorgessi.


"La tua bocca è calda, sorellina. Vedrai cosa succederà adesso!" Mi disse Lucio, spingendo ancora un po'. Sentivo la bocca invasa da quel magnifico pezzo di carne, mentre la mia topa si bagnava esageratamente. Se solo avesse allungato una mano per carezzarla, avrebbe capito cosa era già stato capace di fare. Mossi la lingua e la girai lentamente intorno a quella cappella appena sgusciata dalla sua pelle. Era morbidissima, sembrava di succhiare un frutto succoso, un grosso leetchis scivoloso. Continuai a leccare e a succhiare. Con una mano presi il suo bastone e lo tenni ben fermo nella bocca, mentre l'altra mano andava ad esplorare quel sacchetto peloso che mi attirava enormemente.


"Sei brava, porcellina! Se solo avessi immaginato..." Iniziò a dire Lucio. Poi diede in un sospiro che gli fermò le parole.


Sfilai il suo uccello dalla mia bocca, temendo che volesse riversare il suo seme nella mia gola, e lo guardai fisso negli occhi.


"Cosa sarebbe successo? Sei mio fratello, non può succedere niente. Ti ho baciato il pisello, e allora? Non ti basta? Non va bene? Mi dispiace per te! Devi accontentarti!" Gli dissi molto risoluta, spostandolo con una spinta ed alzandomi dal bidet.


"Ma davvero te la prendi per questo? Ma non ti piace nemmeno un po'?" Mi disse con aria delusa.


"Nessuna emozione, ragazzino!" Gli risposi voltandomi verso lo specchio e mostrandogli il mio sederino nudo.


"Non ci credo proprio!" Ribatté il fratellastro, mettendomi una mano tra le gambe a tradimento.


"Ehi, non provarci nemm..." Non riuscii a finire la frase. Il suo dito stava già sparendo nel mio spacco fradicio di umori. Mi mossi per facilitare la sua manovra ed alzai una gamba appoggiando il piede sul bidet, per aprirmi di più.


"Ah, lo immaginavo. E adesso che mi hai lasciato a metà... io lascio te, a metà. Se vuoi finire, devi venire nella mia stanza!" Disse Lucio, ritirando la mano e allontanandosi verso l'ingresso.


"Non possiamo! Non siamo soli, scemo!" Gli dissi mentre chiudeva la porta.


"Non c'è nessuno!" Rispose.


In quel momento, si udì una voce provenire dalla stanza di Lara.


"Io ci sono! Avete bisogno di me?" Chiese senza immaginare quello che era appena successo.


"No, grazie! Rispose Lucio. Parlavo con la ragazzina!"


"La ragazzina dice che il maschietto ha sconfinato nel bagno delle femmine!" Dissi imitando la sua cantilena.


"Adesso lasciatelo libero, che tocca a me!" Si impose Lara, entrando in bagno.


"Ecco, ho finito. Libero!" Dissi uscendo avvolta in un accappatoio.


Entrai nella mia stanza, ma ebbi l'accortezza di lasciare la porta aperta. Mi buttai sul letto, apersi l'accappatoio e restai tutta nuda. Quel porcello di Lucio mi aveva proprio eccitato.


Chiusi gli occhi, sognando quel maestoso cazzo che avevo appena assaggiato. Chissà se avrei avuto occasione di provarlo di nuovo?


Lasciai che le mie dita cominciassero a giocare con il clitoride che, indurito, mi faceva male dall'eccitazione. Poi mi accarezzai i seni. Nel silenzio della camera, sentii qualcosa che si stava muovendo. Quando apersi gli occhi, vidi Lucio inginocchiato che avvicinava pericolosamente il viso alla mia topa, e d'istinto spalancai le gambe. Forte del mio invito, lui si avventò sulla mia passera, con una lingua calda e guizzante che mi fece subito impazzire.


"Tu sei matto!" Gli dissi con quel poco fiato che mi era rimasto.


"Non credere che finisca qui!" Mi rispose tra una leccata e l'altra.


"Non voglio che finisca qui!" Lo informai. "Vieni da me, fammi sentire ancora quella meraviglia!" Gli dissi.


"Ah, allora ti piace!" Rispose Lucio, venendo verso il mio viso con il suo attrezzo lucido.


Lo presi in mano e lo avvicinai alle mie labbra. Cominciai dapprima a leccarlo, poi lo presi tutto in bocca. Le mani di mio fratello si strinsero dietro la mia nuca, per la paura che mi staccassi di nuovo e mi spinsero con dolcezza per ingoiare tutto il suo cazzone.


Ci volle pochissimo per farlo scoppiare. Non volevo bere il suo seme, e lo allontanai dalla bocca prima che il fiotto caldo spruzzasse sulla mia guancia.


"Sei fantastica, sorellina! Ma tu sei ancora vergine?" Si informò il fratello mentre cercava di distendersi accanto a me sul letto.


"Sei indiscreto, mio caro. Non te lo dirò nemmeno sotto tortura!" Gli risposi.


In quel momento, sentimmo la porta del bagno che si apriva e Lucio balzò in piedi per nascondersi dietro la porta. Lara raggiunse la porta delle sua camera e vedendomi nuda sul letto, disse "Non vai più al mare?"


"Mah, ora mi riposo un po'" Le risposi, mentre sentivo la porta chiudersi.


Lucio uscì dal suo nascondiglio. Era splendido, anche se il suo attrezzo era ormai piccolo e penzolante tra le gambe.


Uscì dalla mia stanza e per quel giorno non lo vidi più.


"Ma che brava! Sai raccontare in modo magnifico! E dobbiamo credere che sia tutto qui?" Le disse Fiorella prendendole la mano.


Samuele era visibilmente eccitato e non faceva niente per nascondere quel grosso bozzo nei pantaloni. Quanto a me, ero colpito da quella ragazza. Emanava purezza, libertà, gioia di vivere.


"Ed è tutto ciò che è successo con tuo fratello? Non ci credo!" Azzardò Samu, che durante il racconto si era vistosamente accarezzato il pacco.


"Ma no! Quello era solo l'inizio! Ma se vi annoio..." Iniziò Ambra.


"Dai, finiscila! Non lo vedi quanto ci interessa?" Le dissi senza attendere.


"Beh, quel pomeriggio Lucio uscì dai miei pensieri e dalla casa."


"Da come lo dici, sembra che ci sia stato qualcosa con qualche altra persona!" Disse Fiorella.


"Si, infatti. Grossa intuizione. Noi ci intendiamo molto, vero?" Rispose Ambra scoccando uno sguardo assassino a mia moglie.


"Accadde poco dopo che Lucio, che si era preparato in fretta per raggiungere i suoi amici, uscì dalla casa, non senza fare un salto nella mia camera per vedere se ero ancora nuda ad attenderlo. Mi trovò sempre pronta, sempre nuda sul mio letto, perché avevo desiderio di arrivare almeno ad un orgasmo. Lui si avvicinò furtivo, mise una mano tra le mie gambe, accarezzò velocemente il pelo della mia passera e con un dito solleticò il clitoride. Poi fuggì facendomi l'occhiolino, che era una promessa di futuri giochi insieme.


"E' andato via?" Sentii Lara chiedermi dalla sua stanza.


"Si, è uscito!" Le risposi, un po' infastidita per non poter concludere le mie operazioni sessuali.


Un attimo dopo, la ragazza uscì dalla sua stanza ed entrò nella mia. Indossava il suo accappatoio ed era a piedi nudi. Sedette sul mio letto e mi guardò mentre cercavo di coprirmi in qualche modo.


"Perché ti nascondi? Ho capito che quel porcello di nostro fratello non sta mai fermo con le mani... e sono sicura che oggi ci ha provato, con te!" Mi disse sorridendo.


"E' stato un caso, Lara. Sono entrata in bagno nuda, pensando che ci fossi tu. Non mi sono accorta che invece era lui quello sotto la doccia e quando è uscito...aveva la proboscide tutta fuori."


"Lui è abituato a fare scherzetti di questo tipo. Lo fa anche con me, che sono sua sorella naturale. Ma è fatto così: se gli riesce di mettere il pisello al caldo, non si preoccupa in quale nido sia finito!" Ridemmo insieme. La risata di Lara era contagiosa, e mentre si muoveva sul letto, il suo accappatoio si slacciò lasciando liberi alla vista due splendidi seni bianchi.


"Tu non sei mai andata oltre, con lui?" Le chiesi curiosa.


"Figurati... con mio fratello!" Rispose infastidita. Non le credevo, la sua voce diceva una cosa ma il suo sguardo ne diceva un'altra.


"Però, lascia che te lo dica, ha un pisello di tutto rispetto! Ne ho conosciuti pochi, ne ho preso qualcuno, ma quello di Lucio...mi fa sognare."


"E non lo hai preso?" Chiese la sorella curiosa.


"L'ho menato un po'. Mi dispiaceva averlo fatto eccitare e lasciarlo poi così." Dissi convinta.


"E lui ti ha soddisfatta?" Disse ancora Lara.


"Lui si è preso la sua soddisfazione e poi...sei uscita tu!" Le dissi.


"Allora bisogna rimediare!" Lara si mosse sul letto, mettendo una mano sulla mia coscia.


"Ma non preoccuparti, posso fare da sola!" Le dissi. Non avevo mai provato ad eccitarmi con una ragazza, non sapevo proprio cosa fare.


"Guarda, io sono brava con le mani e con la lingua... me lo dice continuamente Ohlga, la mia amica ucraina."


"Hai una amica lesbica?" Le chiesi ancora.


"Siamo bisessuali. E questo significa che non facciamo differenza tra le persone di cui siamo innamorate."


"Dai, dimmi come si fa, cosa fate! Mi incuriosisce, non ho mai parlato di questo con una ragazza disposta ad ammetterlo."


"Guarda, è facile, dolce, basta che la ragazza ti piaccia e senti subito una vera attrazione.Le mani si sfiorano (e mentre lo diceva, sfiorava le mie mani) gli sguardi si intrecciano, poi ci si avvicina un po', e si sente il profumo della propria partner. Vedi, si fa così, si avvicina il naso al collo, al viso, si aspira, poi si scende piano piano sulle spalle..." E lo faceva veramente, provocandomi dei brividi incredibili. Sentivo il suo fiato tiepido percorrere il mio viso, le spalle ed ora scendeva sul seno che aveva il capezzolo dritto e durissimo. Intanto, le sue mani percorrevano il corpo, accarezzandomi. E proseguiva a parlare. "Il viso scende lentamente sui seni, le labbra intrappolano il capezzolo, la lingua lo lambisce, poi lo succhia lentamente." E mentre lo faceva, la mia passera si riempiva di succo, che sentivo scendere tra le gambe. "Poi risale e la bocca cerca la bocca. La conoscenza deve essere completa. Le labbra si avvicinano..." sussurrava mentre le sue labbra erano arrivate a toccare le mie. La lingua percorse il perimetro della mia bocca ed io socchiusi le labbra per consentirle di entrare. Fu dolcissima, il suo bacio profondo fu una carezza lunga e morbida. Le mani di Lara intanto avevano lasciato i fianchi e si stavano concentrando sul ventre. Una accarezzava e l'altra cercava il calore della mia passera, umida di piacere. Ero completamente in balia di quella ragazza, abbandonata su quel letto come se si fosse staccata l'elettricità del mio corpo.


Non mi chiesi come ricambiare, perché era un'esperienza dolcissima e non osavo interromperla. Ci baciammo molto a lungo e quando la sua mano si insinuò tra le pieghe calde ed umide della mia passera, provai un brivido e una sensazione di calore. Mi spalancai e lei entrò dapprima con un dito, poi con due. Faceva un dolcissimo movimento, mentre il pollice strofinava il cappuccio del clitoride.".


Il racconto era quanto mai eccitante. Ambra raccontava di quei momenti con una tale carica erotica che Samuele non smetteva di toccarsi. La ragazza se ne accorse, e senza alcuna vergogna, mentre parlava, estrasse dai pantaloni la verga di mio figlio e cominciò a menarla lentamente.


"Le bocche smisero quel gioco di lingue quando Lara decise di farmi sentire il nuovo piacere, quello di una lingua che scivolava sul mio corpo, lo leccava lentamente ed infine approdava al bocciolo dell'amore. Ero paralizzata dal piacere, avrei dato chissà cosa perché quel gioco continuasse per sempre. Mentre la sua lingua si insinuava tra le mie grandi labbra, Lara mosse il suo corpo tanto da mettersi a cavalcioni su di me, presentandomi finalmente la sua fonte segreta del piacere. Davanti ai miei occhi, si apriva lo spettacolo più bello e arrapante che mi fosse mai successo di vedere. La passera di Lara era un misto di colori, dal rosa tenue dei contorni, al rosso del clitoride, al rosso intenso del suo interno che le gambe spalancate sul mio viso mi permettevano di vedere. Allungai la lingua, senza però riuscire a leccare quella splendida vulva.


La lingua di Lara intanto guizzava sul mio clitoride, scivolava lungo le labbra, si insinuava nel buchino che aveva avuto il piacere di allargare a sua misura. Il mio corpo mi restituiva brividi intensi e bellissimi. Preso il cuscino senza muovermi dalla posizione del piacere, lo piegai sotto la testa e così riuscii a raggiungere quel nido caldo che mi veniva donato. Assaggiai dapprima l'esterno,le pareti ruvide di quello scrigno, per poi addentrarmi. Le labbra succhiarono il suo clitoride, restituendo alla mia amante il piacere che la sua bocca mi stava regalando.


Ripetevo i movimenti che sentivo fare, copiando ogni tocco, ogni succhio, ogni penetrazione. Non resistetti tanto a quel massaggio. Ad un tratto, mentre con la lingua entravo nel suo buchino caldo ed umido, e cominciavo un movimento di penetrazione, sentii partire dal mio basso ventre delle violente scosse che si tramutarono in breve in contrazioni e schizzi che colpirono Lara in pieno viso. I miei spasmi erano così forti, che anche lei si lasciò andare, contraendosi ritmicamente e regalandomi i suoi umori copiosi.


La mia prima volta con una ragazza si era compiuta. E che prima volta! Incredibile che la ragazza fosse la mia sorellastra, quella che fino a quel giorno era restata isolata nella sua camera, a pensare ai fatti suoi, e della quale avevo una discreta soggezione. Lei, Lara, mia sorella, la mia prima amante."


"Magnifico, Ambra! Sei incantevole! E posso dirti che quello che hai vissuto tu con Lara, lo hai fatto vivere a me, l'altra sera alla festa. Quel tuo tocco lieve, quella dolcezza infinita, quelle labbra...quella lingua..." Disse Fiorella entusiasta.


La mano di Ambra sembrava voler continuare la masturbazione di Samuele, e pensai che mio figlio potesse essere imbarazzato per la nostra presenza. Per questo mi alzai, andai verso la cucina e fui seguito da Fiorella, alla quale non avevo mai avuto bisogno di spiegare i miei movimenti, perché era in perfetta sintonia con me.


Lasciammo i ragazzi sul divano, con la promessa di tornare a breve con qualche bevanda.


Dalla porta socchiusa, mi concessi la curiosità di vedere la ragazza che concludeva magnificamente il lavoro con Samuele, prendendo il suo membro in bocca e lasciandolo sfogare fino all'ultimo. Samuele la prese per mano ed insieme salirono verso la camera. Come era giusto, anche il nostro ragazzo voleva che Ambra potesse prendersi il suo piacere. Ero sicuro che non avrebbe mancato al suo scopo.


"Mi piacerebbe conoscere sia Lucio che Lara!" Mi disse Fiorella, cingendomi con le sue braccia intorno al collo.


"Sarebbe divertente farli partecipare alla nostra prossima festa!" Aggiunsi convinto.


"Chissà se sono impegnati. Lo chiederemo ad Ambra, quando tornerà qui." Concluse mia moglie, con gli occhi pieni di desiderio.


"Cosa dovete chiedermi?" Si sentì la voce della ragazza dall'alto delle scale.


"Ma non eravate impegnati?" Chiesi incuriosito.


 


Sentii i due ragazzi ridere di gusto.

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